Giorgio Bocca

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«Uhm... e se morissi? Sicuramente smetterebbero tutti di parlar male di me... l'hanno fatto con Oriana Fallaci e io son mica più fesso di lei?»
« Che uomo, che coerenza! Ho imparato tutto da lui! »
(Daniele Capezzone su Giorgio Bocca.)
« Solo gli stupidi non cambiano mai idea. »
(Giorgio Bocca a chi gli rinfacciava di cambiare un partito ogni venti minuti.)
« Per me destra e sinistra si equivalgono: in stupidità. »
(Giorgio Bocca ammetteva di fatto di essere uno stupido.)
« GIAGGIO Bocca. »
(Luca Giurato su Giorgio Bocca.)

Giorgio Bocca è stato un giornalaio cuneese, venerato come santo dalla Chiesa Cattolica, dagli alieni comunisti e dai nostalgici del Ventennio.

Nato nel 1920, morto una prima volta nel 1943 e risorto più forte che mai nel 1945, è schiattato definitivamente durante il cenone di Natale del 2011, dopo un ardimentoso assalto alla baionetta a un tacchino ripieno.
San Giorgio Bocca ha consacrato la sua vita alla causa dell'antisemitismo: assieme ai confratelli Norberto Bobbio, Eugenio Scalfari e Indro Montanelli ha fondato l'Ordine dei fratelli di Giuda. La sua festa liturgica si svolge il 25 aprile.

Controversie

Giorgio Bocca col suo più grande idolo: Enzo Biagi. Nella foto non si vede, ma gli sta facendo piedino e palpando le chiappe.

La sua illustre carriera come inventore di sudoku e scrittore di coccodrilli per la nota rivista Il metalmeccanico bollente è stata purtroppo funestata da numerose polemiche, le quali non sono comunque riuscite a intaccare il buon nome e il prestigio di cui Bocca godeva nel settore del porno gay amatoriale.
Letterato precocissimo e da sempre appassionato di sport, Bocca è stato autore all'età di sei anni di alcuni articoli in cui incitava la gioventù fascista a testare la resistenza delle proprie mazze da baseball sulle teste dei cittadini ebrei.
Più volte accusato di essere uno dei firmatari del Manifesto della razza, Bocca si è sempre difeso asserendo che:

« Okay, sì, su quel documento compare il nome di un certo Giorgio Bocca, ma a parte la firma identica, la stessa data di nascita e lo stesso indirizzo di residenza non ci sono prove per pensare a qualcosa di più di un comune caso di omonimia. »

I suoi libri hanno venduto milioni di copie e, secondo recenti indagini di mercato, sono perfetti per accendere la stufa e schiacciare le zanzare. Nelle sue opere Bocca si è impegnato con successo nella ricostruzione della propria verginità politica; di particolare interesse era il suo punto di vista sul Meridione, abitato secondo il nostro da "bestie di dubbia intelligenza che ancora sottostanno a obsolete tradizioni quali baratto, infibulazione e coprofagia".

Bocca e la Resistenza

Giorgio Bocca (il primo da destra) cerca a suo modo di mimetizzarsi nel gruppetto dei suoi nuovi amici partigiani.

Giorgio Bocca non ha mai fatto chiarezza sul suo passato, e ciò induce a ipotizzare che si sia portato dietro una storia fatta di maltrattamenti familiari e saltuarie prestazioni come gigolò nell'hinterland cuneese.
Sono in molti a voler sapere come si comportò Bocca dopo l'armistizio italiano nella seconda guerra mondiale, ma la penuria di informazioni ha dato adito solo a congetture ed elucubrazioni. Le ipotesi più gettonate a Paperissima sono:

  • Bocca collaborazionista: durante il conflitto Bocca divenne ricco vendendo perizomi leopardati ai tedeschi. Con il nuovo patrimonio si comprò una laurea in lettere, una macchina da scrivere, un frigo a legna e si siliconò le labbra sette volte;
  • Bocca imboscato: Bocca ottenne l'infermità mentale e fu esentato dal servizio militare perché alle visite mediche si buttò a terra sbavando. Fino alla fine della guerra restò nascosto in montagna, travestito da vaso di gerani;
  • Bocca missionario: Bocca si arruolò nel corpo nelle crocerossine per adescare tanti bei maschioni. Dovette perciò prestare servizio medico al fronte, dove venne ferito da una scheggia di granata che gli spezzò un'unghia appena laccata;
  • Bocca partigiano: è l'ipotesi più accreditata, ma anche più assurda. Nel 1943 lo scrittore capì con raccapriccio che tutte le donne italiane simpatizzavano per i partigiani e che per i fascisti non c'era più gnocca disponibile manco a pagarla (a pagarla forse sì, ma i fascisti son tirchi).
    Bocca strappò il santino di Mussolini che custodiva gelosamente nell'ano e aderì alla lotta partigiana. Si distinse in numerosi scontri a fuoco nella zona di Bergamo sul Reno: mentre i suoi compagni sparavano lui se ne stava al riparo e fare BANG! BANG! a voce.

Il rapporto con Berlusconi

« Modestamente la tecnica della smentita fulminante gliel'ho insegnata io! »
(Giorgio Bocca parlando dello psiconano.)

Giorgio Bocca faceva parte di quei 59˙999˙999 italiani che affogherebbero volentieri Silvio Berlusconi in una tinozza di acido muriatico.
In realtà, fra lo scrittore e l'Omino Silvio, all'inizio le cose andavano alla grande, tanto che quando il nano di Arcore era solo un miliardario con manie di onnipotenza e non già un presidente del Consiglio con manie di onnipotenza affidò a Bocca la conduzione di alcuni programmi giornalistici sulle reti Fininvest: Prima Pagina, Drive In e Ziggie il Drago.
Poi però Bocca ha fatto una mossa che nessuno si aspettava da lui e ha cambiato idea[citazione necessaria] su Berlusconi. Non solo, ha pure iniziato a criticare quello che fino a poco prima era il suo padrone, il suo dio e la sua ragione di vita, arrivando a denunciare tramite stampa le peggiori nefandezze del Silvione nazionale: la sua orribile bandana, i suoi tacchi rialzati e perfino i suoi capelli bitumati.

Aneddoti su Giorgio Bocca

Fabrizio De Andrè si ispirò a lui per comporre Bocca di Rosa, canzone su una puttana che si concede a tutti.
  • Quando è morto era di sinistra, ma per sicurezza teneva la divisa da gerarca fascista sempre pulita e stirata.
  • Come suggerisce il nome, Bocca cagava per via orale: per questo ogni frase che diceva pareva spesso una stronzata.
  • Era solito sottoporsi a scrupolosi bidet usando l'acqua del Po e asciugandosi con una copia dei Protocolli dei Savi di Sion.
  • Faceva spesso sogni bagnati su Giorgio Almirante.
  • Era in grado di intonare Faccetta Nera a suon di scoregge ascellari.
  • Non di rado si chiudeva in bagno e limonava per una buona mezz'ora con una foto autografa di Enrico Mattei.
  • Se gli si andava di soppiatto alle spalle e gli si urlava di colpo nelle orecchie: "CAMERATA, ALL'ERTA!", scattava in piedi battendo i tacchi.
  • Aveva un modo particolare di salutare, alzava infatti la mano sinistra a pugno chiuso e il braccio destro a mo' di saluto romano.
  • In un momento di debolezza, ha fondato la sede della Lega Nord di Cuneo. Pensare alla blasfemia commessa gli provocava strazianti sensi di colpa che tentava di annegare con sbronze a base di acquaragia.
  • Accusava Gianpaolo Pansa di essere un lecchino della destra.
  • Quando vedeva una persona con il nasone, dimenticava di colpo la sua condizione fisica di larva in stato avanzato di decomposizione ed era preso dall'irrefrenabile impulso di picchiarla a sangue al grido di "Vade retro, sporco giudaico assassino di Cristo!".
  • Era talmente critico e straccia-coglioni che persino Aldo Grasso non ha retto a una discussione con lui e se ne era andato dopo averlo percosso con un portaombrelli.
  • Credeva che la globalizzazione fosse lo sporco che si forma tra le dita dei piedi quando si suda, ed è per questo che la odiava.

Voci correlate


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