Anna Frank

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Anna Frank, secondo la propaganda nazista.
« Per ogni storia triste, c'è sempre il lieto fine! »
(Hitler sul diario di Anna Frank.)
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Anna Frank

Anna Frank fu una bambina ebrea famosa per aver passato due anni chiusa in casa nonostante non avesse Facebook.
Conosciuta anche per aver scritto il Diario di Anna Frank ed essere così divenuta il simbolo della Shoah, nacque a Francoforte sul Meno e visse una parte della sua vita ad Amsterdam, in Olanda, per nascondersi dai nazisti che la volevano uccidere, in quanto era ritenuta una pericolosa terrorista in grado di sovvertire il potere nel Terzo Reich e spodestare il Fuhrer.

Antefatto

Nel 1933 Hitler salì al potere e promulgò le leggi razziali. Queste consistevano appunto nel razziare le case di chi non rispettava la legge. E la legge diceva che essere ebrei era contro la legge. E Anna Frank, che era nata ebrea e all'epoca aveva 4 anni, aveva chiaramente sfidato la legge.
Fu così che la famiglia Frank decise di trasferirsi in Olanda. Nel 1940 la Germania invase l'Olanda, forse attirata dalla sua importanza strategica, forse dai suoi negozi a luci rosse. I Paesi Bassi, tuttavia, si erano dichiarati neutrali al conflitto: gli olandesi pensarono di poter evitare l'invasione mettendo al confine dei cartelli che indicavano Olanda con una freccia che portava in Danimarca. Purtroppo non funzionò.

Clandestinità

L'ennesima vittima delle macchinette per fototessera. Un minuto di silenzio.

La fuga dalla Germania

Nata da padre ebreo e da madre pure, la sua religione fu presto chiara a tutti quando, da bambina, indicando il crocifisso nell'aula del suo asilo iniziò a dire "Vogliamo Barabba!!". La famiglia Frank, dichiarata fuorilegge, era ricercata dalla polizia tedesca coadiuvata dal nonno del Commissario Rex: dovevano rispondere del reato di essere ebrei. Questo perché, dopo l'invasione, furono esportate le leggi razziali anche in Olanda. La famiglia Frank, composta da padre, madre e due figlie, dovette quindi trovare un rifugio valido: si nascosero così al secondo piano di un edificio di Amsterdam...

Il soggiorno ad Amsterdam

Anna Frank con i suoi genitori e una sorella rimasero nascosti per tempo indeterminato dietro un armadio. Qui, in condizioni che facevano sembrare la prigionia di Silvio Pellico un soggiorno in un albergo di Porto Cervo, Anna Frank iniziò a scrivere il suo celebre diario.

Anna, i genitori, la sorella e tutti gli altri residenti dell'armadio stesso vennero scoperti dalla donna delle pulizie che, scambiandoli per ladri, li denunciò alla polizia, alle SS, al telefono azzurro e pure sul modulo delle tasse. Tuttavia la polizia nazista si accorse presto che fossero tutti ebrei. Dannati kippah. Per quasi due anni riuscirono a sopravvivere praticando il cannibalismo, così al momento in cui la gestapo giunse al loro nascondiglio degli originari componenti erano rimasti solo tutti.
Anna Frank e gli altri clandestini vennero deportati ad Auschwitz e, come se non bastasse, il loro treno era un Intercity delle Ferrovie dello Stato. Lì vennero sottoposti alle più indicibili torture: il cuoco cucinava solo piatti tipici tedeschi.

Ultimi giorni di vita di Anna Frank

Uno show che all'epoca spopolava, soprattutto nei campi di concentramento.

Quando i clandestini furono trovati dalla polizia, l'unico che poteva fare tana e liberare tutti era il dentista. Il codardo, però, se la diede a gambe pensando di farla franca e condannando gli altri. Venne ritrovato due giorni dopo da una pattuglia di SS e condannato a fare la conta nella partita di nascondino. Quanto agli altri che furono catturati, le loro vie si separarono. Alcuni morirono nelle camere a gas, altri invece nel campo di concentramento di Gardaland e qualcun altro ancora si salvò grazie all'arrivo delle forze alleate. Anna e sua sorella Margot morirono di tifo durante una partita di calcio Ebrei contro Nazisti organizzata nel campo di concentramento di Bergen-Belsen.

Il Diario

Il diario scolastico di Anna Frank, nelle sue varie edizioni, è tuttora il diario più acquistato dagli studenti tedeschi dopo la Smemoraten (il diario tedesco sull'intera Storia tedesca, tranne un piccolo vuoto tra il '33 e il '45). È un diario pieno di giochi da risolvere, quiz e curiosità interessanti sul Pentateuco.

Pubblicato negli anni '50 dal prozio di Anna Frank, Franko Frank, il diario è diventato per gli studenti un vero status symbol, come lo zaino Invicta o il motorino truccato. È tuttora un best seller della collana "sensi di colpa": i ricavi delle vendite vengono donati allo stato di Israele per aiutarli nello sterminio dei palestinesi.

Cose che si rivelano solo a un diario

Il lieto fine del diario.

Nel libro sono contenuti anche fatti privati che la Frank ha scritto proprio perché quello era il suo diario, e mai si sarebbe aspettata che milioni di persone avrebbero letto un giorno tutti i cazzi suoi. Tra questi ricordiamo:

  • suo cugino Falstaff, ebreo come lei, nazista della prima ora ed entusiasta del Führer, salvo poi rimanere inculato quando Hitler cominciò a parlar male degli ebrei. Era talmente obnubilato dal nazionalsocialismo che quando i suoi compagni lo picchiavano, in quanto ebreo, lui ne era contento;
  • il vicino Krassen, nazista convinto, ma omosessuale represso, che la Frank vedeva più volte vestirsi da donna o avere strani atteggiamenti con il suo cane di notte, dalla finestra di casa sua, salvo far finta di nulla di giorno e andare in giro vestito in uniforme e manganello;
  • il suo cane Achtung, che soffriva di scolo e pisciava un po' ovunque;
  • il suo amico Krauto, che si mangiava le sue caccole.

Altre opere

Nonostante la tragica fine della famiglia Frank, Anna avrebbe scritto tanti altri romanzi:

  • Il diario di Anna Frank parte 2
  • Il diario di Anna Frank parte 3 (dove la ragazza s'inventa l'arrivo di Batman in un finale a sorpresa)
  • Il diario di Bridget Jones
  • Tutte le barzellette sugli ebrei che i nazisti ci raccontavano credendo di essere divertenti

Anna Frank nella cultura popolare

Waffen-SS presente nel gioco.

Nel 2004 la casa produttrice di videogiochi Ubisoft ha sviluppato un adattamento videoludico dell'opera chiamato The Anna Frank's revenge - da povera ragazza a prigioniera che s'incazza, con alcune revisioni nella trama per venire incontro ai gusti delle nuove generazioni: i nazisti diventeranno "forze di occupazione", Anna Frank sarà una ragazza sulla ventina a capo della resistenza e con in mano un kalashnikov. Il ruolo dei genitori verrà ridimensionato in favore del dentista coinquilino, trasformato per motivi di marketing in un hacker negro, che diverrà la spalla comica del duo. Nella soffitta sarà possibile acquistare potenziamenti e sbloccare bonus raccogliendo pagine del diario sparse nei vari livelli; nell'ultimo livello sarà inoltre possibile affrontare Hitler in pigiama, durante un blitz nella sua camera da letto.

L'industria del cinema si è gettata a corpo morto sul diario: che è stato adattato per diventare un musical, un'opera lirica, un film d'azione con Jean Claude Van Damme, e, nel nostro piccolo, una commedia di Neri Parenti (Natale a Bergen-Belsen). Inoltre, è stato di ispirazione per un quadro espressionista e un concerto per pianoforte e maracas.

Autenticità del Diario

« Anna Frank? È come Beatrice di Dante: mica è esistita veramente. »
(Un negazionista giustifica le sue posizioni con un arguto esempio.)
Quei negazionisti che non negano l'esistenza della casa, negano però che Anna Frank e la famiglia si siano potuti nascondere per anni: Nascondersi? Con quelle finestre da esibizionisti? Ma andiamo! è il loro ragionamento.

Nel corso degli anni in molti hanno messo in dubbio l'autenticità del Diario. David Irving, ad esempio, nel suo controcorrente pamphlet del 1974 Il diario di Anna Frank è un complotto sionista. E io ho bisogno di soldi, mette in discussione l'esistenza stessa del Diario. Per avvalorare la sua ipotesi, Irving parte subito dalla negazione dell'Olanda.

« Un paese che è per buona parte sotto il livello del mare non può, a rigor di logica, esistere. Se esiste l'Olanda, allora esiste anche Atlantide. »
Risolta la questione dei Paesi Bassi, Irving si sofferma sui problemi tecnico/materiali, dimostrando una consecutio logica fuori dal comune. L'appartamento in cui si era nascosta Anna Frank con la sua famiglia non è mai esistito e quello odierno è una ricostruzione ad uso e consumo dei turisti: è risaputo dell'idiosincrasia dei nazisti per gli edifici in mattoni.
« Se l'efficiente amministrazione nazista si fosse accorta di un tale obbrobrio architettonico, l'avrebbe abbattuto per far posto a un funzionale chiosco dei wurstel per la Hitlerjugende. »

Altri brillanti studiosi negazionisti hanno approfondito questo aspetto, sostenendo che in realtà l'edificio (se fosse esistito), sarebbe stato comunque abusivo in quanto sorto sopra un tipico mulino a vento olandese: di conseguenza la famiglia Frank (se fosse esistita) sarebbe stata scovata da una semplice ispezione dell'agente del fisco olandese, a caccia di banali evasori nascosti nei sottotetti.

Sul fatto che il Diario sia stato scritto da Anna Frank in persona, inoltre, Irving è oltremodo scettico:
« A parte che nell'edizione che ho comprato - pardon mi hanno regalato, il testo è in Arian 12, e non vedo come Anna Frank abbia potuto utilizzare un font del genere date le sue ascendenze ebraiche; e poi è evidente che un'adolescente non avrebbe mai potuto scrivere un Diario del genere. Io a quell'età giocavo coi Puffi, mica scrivevo. »

C'è una questione, però, sulla quale Irving è ancora titubante: ossia una controversa datazione del Diario col metodo del carbonio 14 (14C), effettuata nel 1989 da David Irving jr; il Diario, stando all'esame, risulta vecchio di 4 milioni e mezzo di anni. Attualmente lo studioso (senior) sta cercando di conciliare questa scoperta con la teoria a lui cara del Creazionismo. Si attendono sviluppi.

In ogni caso, Irving riconosce comunque il successo ottenuto dal Diario. E si pone la domanda capitale: "Lo so, se è come dico io, allora chi ha scritto il Diario di Anna Frank? E perché è così accurato?" Nell'ultima pagina del pamphlet, la risposta:


Chi ha scritto il diario di Anna Frank?


Magia!

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