Dario Fo

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Fo presenta la sua candidatura a sindaco di Milano.
« Per quella spassosa barzelletta sul giapponese che chiede indicazioni stradali in Emilia Romagna. »
(Motivazione del Premio Nobel per la letteratura assegnato a Fo nel 1997)
« Ha fatto di tutto per campare! »
(Dario Fo cerca giustificazioni per esser prima vissuto e poi morto)

Dario Fo (Medioevo - anno 3 dell'Era Renziana) era uno che quando parlava non si capiva niente, però tutti ridevano lo stesso per non fare figure.

Noto per le sue posizioni anticlericali, anticonformiste e antipatiche, Dario Fo fu attore, regista, drammaturgo, scenografo e rompicoglioni. Fu adottato dalla sinistra come artista di sinistra e odiato dalla destra perché di sinistra ma poi la sinistra scopre che è di destra e allora diventa odiato da sinistra e anche da destra perché a destra hanno perso il filo.
I suoi lavori teatrali facevano uso degli stilemi comici propri della commedia all'italiana, con dotti riferimenti a cose che quando te le insegnano a scuola ti metti a giocare con lo smartphone, narrati con piglio da giocoleria semaforica questuante e urla inconsulte. Venivano rappresentate con grande successo nel salotto di casa sua.

Con la moglie Franca Rame ha fondato il Soccorso Rosso Militante, un'associazione che si occupa di fingere di far qualcosa per le condizioni carcerarie dei militanti di sinistra.
Nel 1997 Dario Fo ha vinto il Premio Nobel per la letteratura, ma non è poi questa gran cosa visto che l'anno dopo l'ha vinto Jerry Calà.

Braccia rubate all'agricoltura

Fo mentre riceve una laurea honoris causa in Filologia.

Nato a Vergate sul Membro quando ancora Vergate sul Membro si poteva menzionare su Nonciclopedia, nonostante lo scetticismo dei bookmaker Dario Fo riesce a sopravvivere nell'ostile ambiente della provincia padana. Insofferente alla nebbia, alle zanzare e alla grettezza culturale dei suoi compaesani (all'epoca se uno si azzardava a chiedere un po' di zucchero al proprio vicino veniva accolto a schioppettate), Fo si trasferisce a Milano, dove avvia una fortunata attività di barbone.
Qui conosce Enzo Jannacci, assieme al quale scrive canzoni immortali come Ho visto un re, Vengo anch'io e una cover brutal death metal di Vola mio minipony. A proposito di questo sodalizio artistico, Jannacci commenterà negli anni seguenti:

« Mi drogavo. »

Nel 1943 Fo si arruola volontario nelle file dell'esercito fascista, prima come paracadutista e poi come paraculo. Quando quarant'anni dopo si verrà a sapere, la sinistra lo marchierà per essere stato stato fascista in un momento in cui fascisti in italia non ce n'era nessuno perché pareva brutto.

Tornato alla vita civile, si mette in mostra con la piéce Porco Dio!, che contiene venate e appena percettibili critiche alla Chiesa, e le commedie Il dito nell'occhio, Il dito in culo e Scusate, non si potrebbe tornare al dito nell'occhio?
Ottiene ben presto l'etichetta di autore scomodo, anche perché ha l'abitudine di scrivere le sue opere in piedi.

Mistero Puffo

Fo durante i funerali di sua moglie.

Nei libertini anni '60, oltre a indossare camicie psichedeliche e improbabili pantaloni a zampa, Fo scrive la sua opera più famosa, Mistero Puffo, un fulgido esempio di teatro di narrazione ambientato nel Villaggio dei Puffi. La sera della prima Fo viene colto da intossicazione alimentare e si presenta in scena farfugliando in maniera incomprensibile, la lingua delle dimensioni di una melanzana. Il pubblico, composto da radical chic, crede di assistere a una raffinata performance di stampo giullaresco e lo porta in trionfo.
Nonostante questo successo Fo è spesso vittima di boicottaggi e addirittura di censura da parte degli organi di regime. Ad esempio nel 1969, proprio quando sta per ultimare Morte accidentale di un anarchico, gli si rompe la macchina da scrivere. Il complotto ai suoi danni è evidente.

Negli anni '70 la popolarità di Fo accusa una netta flessione, tanto che una sera la moglie gli chiede:

« Chi è lei? E che ci fa in casa mia? »

Si ricicla pertanto come interprete di commedie sexy all'italiana, dividendo la scena con Lino Banfi ed Edwige Fenech in pietre miliari del genere come L'insegnante va in collegio e La soldatessa alle grandi manovre. Vira poi nel cinema erotico vero e proprio interpretando un introverso maniaco sessuale nel capolavoro Oh lavanderina se t'acchiappo che ti Fo!, confezionato su misura per lui dal maestro Tinto Brass.
Gli anni '80 li passa invece a letto, a smaltire le malattie veneree contratte sul set.

Gli anni recenti

Nel 1992 Dario Fo scrive e rappresenta la commedia Dai, tirami il dito!, in cui dimostra di saper produrre oltre cinquantasette tipi diversi di scoregge.

Nel 1997 riceve il Nobel per la letteratura e, a riprova del suo estremismo anarcoide, si presenta a ritirare il premio vestito da hot dog gigante. "Avevo finito le camicie pulite," dirà poi alla stampa.
Negli anni recenti l'avvento di Berlusconi lo spinge a rinnovare la produzione d'impegno civile e politico, arricchendo i suoi monologhi teatrali con un "Silvio merda!" di tanto in tanto.

Nel 2013 il Movimento 5 Stelle propone Fo come possibile successore di Giorgio Napolitano nel ruolo di Presidente della Repubblica. Il premio Nobel, pur dicendosi lusingato, rifiuta asserendo che:

« Questo incarico mi impedirebbe di dedicarmi ai miei interessi: scrivere, tenere conferenze, girare in panfilo. Soprattutto girare in panfilo. »

Muore nel 2016 ancora nel fiore dei suoi almeno 900 anni, poche settimane dopo aver preso parte con giovanil ardore alla chermesse del M5S. Essere amico di Beppe Grillo porta una sfiga bestia.

Voci correlate


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