Gaio Valerio Catullo

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia liberalizzata (ma solo in Olanda).
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Vorresti essere altrove? C'è anche Gay Volere Culo, vedi Gay.


Catullo all'età di 25 anni.
Catullo oggi, età 2100 anni.
« Mentula moechatur. Moechatur mentula? Certe. Hoc est quod dicunt: ipsa olera olla legit. »
(Catullo su Lesbia)
« Cazzo chiava. Chiava cazzo? Certamente. Cosí dev'essere: a ogni erba la sua pentola. »
(Catullo su Lesbia (traduzione della precedente per gli ignoranti come te))
« Brutta puttana, rendimi il mio libro! »
(Catullo durante il corteggiamento.)
« A-well-a everybody’s heard about the bird B-b-b-bird, bird, bird, b-bird’s the word »
(Catullo sul passero di Lesbia)
« Non valgono nulla, uno su due si buca »
(Cicerone su Preservativi Neoteroi®)
« Caro, vado con comare Lesbia alla messa delle cinque »
(L'amica Sempronia pensa al viale meno affollato)

Gaio Valerio Catullo (Garda, 30 febbraio 83 a.C. - Lesbo, 21 dicembre 59 a.C.) fu uno scrittore, poeta e aeroporto latino. Famoso per la sua attaccatura a una Ragazza Pubblica romana, da lui soprannominata Lesbia per le sue tendenze sessuali.

Biografia

Vignetta del tempo che ritrae la casta madre di Catullo.
Lesbia vista da Catullo.
Lesbia vista da tutti gli altri.
Ed ecco la dimostrazione che Lesbia guardava gli uccelli. In tutti i sensi.

La sua biografia è incerta.
Il 27 aprile del 1997 un folto gruppo di eminenti studiosi di storia latina si è riunito a Rimini per esaminare i dati in loro possesso relativi alla vita di Gaio Valerio Catullo. Dopo giorni di discussioni accese, superando rischi indicibili e traversie innumerevoli, si sono trovati tutti d'accordo nell'asserire che effettivamente dev'essere nato e morto.

Molti ritengono sia nato nell'83 a.C., altri ritengono che sia venuto alla luce nell'84 a.C., suo padre afferma di non saperne assolutamente nulla perché in quegli anni era occupato in una campagna militare nell'Hindukush, infine sua madre sostiene (anche a seguito delle pressanti richieste di chiarimento del padre) che sia figlio dello Spirito Santo e che sia Gesù a essere nato nell'83 d.C. (dopo Catullo).

Fatto sta comunque che nacque, e i primi 5 anni di vita li passò principalmente mangiando, ruttando e insozzando pannolini e lenzuola; poi venne la svolta e iniziò la scuola: brillante, geniale, spiritoso, amato dalle donne e ben voluto dagli uomini, queste e molte altre erano le doti del suo compagno di banco e amico Aurelio Cornificio, mentre Catullo era appellato dai più con il simpatico nomignolo de "la solita pecora".

Gli anni passano e, fra un bel tiro al canestro e un film di Spike Lee arriva ad avere vent'anni (come la Guida e la Carati); siamo ad aprile, un mese molto piovoso, e in un giorno di pioggia Valerio Catullo incontra Lesbia per caso. Nacque subito l'amore, che per Catullo durò fino alla morte, per Lesbia 10 minuti. Da quel momento in poi Catullo iniziò una serie di poesie d'amore e di richieste di matrimonio, che diventarono ben presto poesie di insulti e cattiverie per i numerosi rifiuti.

Ancora a tutt'oggi resta un mistero irrisolto (ovviamente, perché se fosse stato risolto non sarebbe più un mistero) come la dolce Lesbia sia riuscita a resistere all'eccezionale bellezza del poeta, se si considera poi che era una fanciulla di manica larga, tanto che il suo ginecologo le faceva anche da otorinolaringoiatra, il mistero rimane ancor più inesplicabile. Molto probabilmente Lesbia non era proprio eterosessuale[1] oppure Catullo era di manica corta e non poteva permettersi di pagarla. Catullo non riuscì mai a farsene una ragione e di lì a poco (ma anche di qui) si uccise con diciassette coltellate alla schiena.

Influenze letterarie

Di salute cagionevole, avendo fallito il suo scopo (e mai due parole furono più esatte) di "conquistare" la cara Lesbia, Catullo decise di dedicarsi anima e corpo (soprattutto il secondo dei due, ma anche sottotutto a seconda della posizione) ai circoli letterari circondandosi (e circondando) dei più bravi artisti del tempo; fu così che si prese la sifilide, la gonorrea, l'emorroidi, l'ascesso anale e il morbo della cavalletta sciancata.

Alcune poesie degne di nota

Vi sono testi poetici in cui Catullo supera di chilometri il furore di letterati come Charles Henry Bukowski. Ecco qualche esempio.

« 

A chi lo do questo cazzo di libretto pieno di puttanate
levigato con la pietra pomice?
A te, Cornelio! L'unico che ha dato peso a queste
quattro cagate che ho scritto,
fin da quando hai spiegato, unico fra gli italiani,
la storia universale in tre volumi
dotti, porco can, e scandalosi.
Prendi dunque questo libretto del cazzo
che non vale un accidente di niente; chissà che duri, Madonna Santa,
più lungo della mia età.

 »
(Catullo, I carme.)
« 

Non è, buon dio, che credessi differente
l'odore della bocca e del culo di Emilio.
L'una non è più pulita o sporca dell'altro,
ma forse è meglio e più pulito il culo:
se non altro è senza denti: la bocca ha zanne
enormi e le gengive come un carro vecchio,
spalancata poi sembra la fica slabbrata
di una mula in calore quando piscia.
E lui se ne fotte molte, si crede stupendo:
ma mandatelo a far l'asino nei mulini.
Quella che va con lui si leccherebbe
anche il culo di un boia appestato.

 »
(Catullo a proposito di un suo caro amico.)
« 

Puttanieri di quell'ignobile taverna
nove colonne oltre il tempio dei Dioscuri,
credete d'avere l'uccello solo voi,
di poter fottere le donne solo voi,
considerandoci tutti cornuti?
O forse perché sedete cento o duecento
in fila come tanti idioti, non credete
che potrei incularvi tutti e duecento?
Credetelo, credetelo: su ogni muro
qui fuori scriverò che avete il culo rotto.
Fuggitami dalle braccia, la donna mia,
amata come amata non sarà nessuna,
anche lei, che mi costrinse a tante battaglie,
siede tra voi. E come se ne foste degni
la chiavate tutti e non siete, maledetti,
che mezze canaglie, puttanieri da strada:
tu piú di tutti, tu Egnazio, capellone
modello, nato fra i conigli della Spagna,
che ti fai bello di una barba incolta
e di denti sciacquati con la tua urina.

 »
(Catullo a proposito delle nuove compagnie della sua ex.)

Qui Catullo svela l'origine ortognatodontica dell'avversione al nuovo amore di Lesbia: non già le chiavate lo sdegnano - si tratta di mezze calzette - ma l'uricosurico lavaggio dei denti lo schifa. Comprensibile, dopotutto.


Catullo non ci pensa due volte a ringraziare gli amici per il supporto concesso.

« 

In bocca e in culo ve lo ficcherò,
Furio ed Aurelio, checche bocchinare
che per due poesiole libertine
quasi un degenerato mi considerate.
Che debba esser pudico il poeta è giusto,
ma perché lo dovrebbero i suoi versi?
Hanno una loro grazia ed eleganza
solo se son lascivi, spudorati
e riescono a svegliare un poco di prurito,
non dico nei fanciulli, ma in qualche caprone
con le reni inchiodate dall'artrite.
E voi, perché leggete nei miei versi baci
su baci, mi ritenete un effeminato?
In bocca e in culo ve lo ficcherò.

 »
(Catullo sa come mantenere la simpatia del prossimo.)

Questa, invece, è dedicata a una sua carissima amica di lunga data.

« 

Ti prego, mia dolce Ipsililla,
amore mio, cocchina mia,
invitami da te nel pomeriggio.
Ma se decidi così, per favore,
non farmi trovare la porta già sprangata
e cerca di non uscire, se puoi,
restatene in casa e preparami
nove scopate senza mai fermarci.
Se ne hai voglia, però, fallo subito:
sto qui disteso sazio dopo pranzo
e pancia all'aria sfondo tunica e mantello.

 »
(Catullo a una sua compagna di giochi.)

Curiosità

L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.

Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse ti incuriosisce sapere com'è dormire coi pesci?

  • Si vocifera che Catullo sia il primo emo della storia, ancor prima degli Stilnovisti.
  • Lesbia, in realtà, si chiamava Clodia.
  • Cicerone odiava Catullo.

Note

  1. ^ Basta vedere come si chiamava!

Voci correlate

L'Accademia della Crusca e della Segale è lieta di presentarvi...

I Maestri (elementari) della letteratura:
I Premi Nobel: Dan Brown - Paulo Coelho - Giorgio Faletti - Valerio Massimo Manfredi - Federico Moccia - Melissa P. - Christopher Paolini - J.K. Rowling - Stephenie Meyer - Isabella Santacroce - Francesco Totti - Licia Troisi - Fabio Volo - Ildefonso Falcones
Gli Incompresi: Alessandro Baricco - Charles Baudelaire - Gabriele D'Annunzio - Federigo Tozzi - William Faulkner - Beppe Fenoglio - Dario Fo - Anna Frank - James Joyce - Alda Merini - Yukio Mishima - Giampiero Mughini - Philip Roth - Paul Verlaine - Arthur Rimbaud - Oscar Wilde - Banana Yoshimoto - Alfonso Luigi Marra - Pellegrino Artusi - Ennio Flaiano - Claudio Magris - Leo Longanesi - Hugo Ball
Gli Arcadici: Isaac Asimov - Terry Brooks - Andrea Camilleri - Agatha Christie - Jeffery Deaver - Joe R. Lansdale - Philip K. Dick - Ken Follett - William Hope Hodgson - Stephen King - Howard Phillips Lovecraft - Carlo Lucarelli - Edgar Allan Poe - Georges Simenon
I Grandi Classici: Jane Austen - Douglas Adams - Stefano Benni - Alessandro Bergonzoni - Charles Henry Bukowski - Achille Campanile - Marco Valerio Marziale - Daniel Pennac - John Steinbeck - Emily Brontë
Gli ammuffiti: Vittorio Alfieri - Edmondo De Amicis - Fëdor Dostoevskij - John Fante - Tommaso Landolfi - Alessandro Manzoni - Luigi Pirandello - Umberto Saba - Mario Rigoni Stern - John Ronald Reuel Tolkien - Lev Tolstoj - Johann Wolfgang von Goethe - Giovanni Verga - Jules Verne - Salvatore Quasimodo - Samuel Taylor Coleridge
Gli stantii: Dante Alighieri - Ludovico Ariosto - Giovanni Boccaccio - Gaio Valerio Catullo - Giosuè Carducci - Miguel de Cervantes - Geoffrey Chaucer - Ugo Foscolo - Omero - Silvio Pellico - Marco Polo - William Shakespeare - Sofocle - Su Shi - Virgilio
I Pennivendoli: Giorgio Bocca - Dino Buzzati - Italo Calvino - Charles Dickens - Umberto Eco - Oriana Fallaci - Ernest Hemingway - Gabriel García Márquez - Roberto Saviano - Khaled Hosseini

Le Piattole: Carlo Emilio Gadda - Franz Kafka - Agota Kristof - Giacomo Leopardi - Primo Levi - Thomas Mann - Eugenio Montale - George Orwell - Giovanni Pascoli - Cesare Pavese - Ezra Pound - José Saramago - Ignazio Silone - Italo Svevo - Giuseppe Ungaretti - Virginia Woolf