Roberto Saviano

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Saviano in tutta la sua essenza di poser: lo scrittore infatti si crede fico soltanto perché la camorra ha promesso di sterminargli la famiglia.
« Saviano morirà per Natale. »
(Clan dei Casalesi su preparativi per il cenone natalizio)
« Ma chi cazzo gliel'ha fatto fare di scrivere un libro che parla male della camorra? »
(Tutti su Roberto Saviano)
« Ringrazio chi in questi giorni ha sentito che il mio dolore era anche il suo dolore. »
(Roberto Saviano su calvizie)
« 'Fanculo il successo. Voglio una vita, ecco. Voglio una casa. Voglio innamorarmi, bere una birra in pubblico, andare in libreria e scegliermi un libro leggendo la quarta di copertina. Voglio passeggiare, prendere il sole, camminare sotto la pioggia, incontrare senza paura e senza spaventarla mia madre. Voglio avere intorno i miei amici e poter ridere e non dover parlare di me, sempre di me come se fossi un malato terminale e loro fossero alle prese con una visita noiosa eppure inevitabile. »
(Roberto Saviano su cose che un uomo brutto e pelato non può fare)
« Per scrivere Harry Potter e i doni della morte ho chiesto consultazione al migliore nel campo della letteratura fantasy. »
(J.K.Rowling su Roberto Saviano)
« Se rinasco scrivo Sodoma. Alle spalle è meglio avere una folla di gay arrapati che un solo sicario della camorra. »
(Roberto Saviano sulle cose che capitano agli scrittori di successo)
« La sua logorrea è superata solo dalla sua gomorrea. »
( G.B.Shaw su Roberto Saviano)

Roberto Saviano (Napoli, 22 settembre 1979 - 19 marzo 2024) è un noto millantatore italiano, noto per aver diffuso in tutto il mondo la bufala secondo la quale la camorra non solo esisterebbe ma addirittura tenterebbe di ucciderlo.
Del resto la gente è disposta a tutto pur di comparire come ospite a Porta a porta...

Biografia

NonNews

NonNotizie contiene diffamazioni e disinformazioni riguardanti Roberto Saviano.

Roberto Saviano viene punito dalla maestra e costretto a sedersi sui ceci dopo aver ribadito per l'ennesima volta che la camorra è pesantemente collusa con la politica italiana.

Roberto Saviano nasce a Gomorra, quartiere di Napoli, nel 1979.
All'epoca la città partenopea non era ancora sommersa dalla monnezza ma aveva già numerosi ed evidenti problemi, tra cui i soprusi perpetrati dagli spietati clan camorristici e i concerti di Nino D'Angelo.
Roberto si dimostra subito un napoletano verace ma atipico: in una città in cui farsi i cazzi propri è l'unico modo per arrivare vivi a fine giornata, il futuro giornalista ha un'incomprensibile passione per il ficcare il naso nelle faccende altrui, con una netta preferenza per quelle illegali e torbide.
Le sue inchieste giovanili, infatti, portano alla luce diverse attività criminali condotte all'interno della sua scuola elementare, come ad esempio:

  • L'incendio doloso appiccato all'auto del preside.
  • La tresca tra l'insegnante di ginnastica e quella di matematica.
  • La mensa che al giovedì serve polpettoni fatti con gli scarti di lavorazione della Pirelli.

Queste prime battaglie lo rendono una delle persone più note di Napoli, tanto che il cognome Saviano è sulla bocca di tutti, in genere accompagnato dal prefisso "omm' 'e mmerd".
Inoltre, con la sua mania di fare la spia alla maestra e con il suo rifiuto di far copiare durante i compiti, Saviano si inimica Francesco Schiavone, un pluriripetente che di lì a qualche anno diverrà un boss della camorra con il soprannome di Sandokan [1].
Infervorato da questi successi, Saviano decide di saltare medie e superiori ("È un gesto di sfida alla camorra" dirà più tardi al riguardo, "volevo dimostrare alla popolazione di Napoli che possiamo scegliere da soli il nostro piano di studi!") e di iscriversi a Lettere e Filosofia. Anche qui si dimostra uno studente arguto e brillante, arrivando alla laurea con una tesi dal titolo "Non sono calvo, mi rado per far capire alla popolazione di Napoli che la camorra non può decidere le nostre pettinature". La discussione della tesi avviene in un'aula completamente deserta, dato che i professori erano rimasti a casa per paura di attentati.
Saviano riceve tuttavia i complimenti e il tradizionale bacio accademico dal bidello Gennaro, che dall'alto della sua terza elementare gli suggerisce di dedicarsi alla carriera di giornalista, intendendo però dire giornalaio.
Saviano però non capisce l'equivoco e segue il prezioso consiglio, iniziando quindi una fervida collaborazione come ficcanaso del quartiere e opinionista indesiderato per prestigiose testate come La Repubblica, L'Espresso e Sassi & Ghiaia: Saviano, che ormai a Napoli è amato e idolatrato alla stessa maniera di Adolf Hitler in Israele, si dimostra come suo solito molto prudente e decide di parlare solo ed esclusivamente di camorra, anche quando i direttori gli commissionano un articolo sulle nozze di William e Kate.

La maledizione Il successo di Gomorra

Saviano mentre si appresta a passare l'ennesima nottata sotto un ponte. È davvero inspiegabile che questo simpatico guaglione non riesca a trovare qualcuno che gli affitti una casa...

Forse ritenendo che ventisette anni sia un'età più che soddisfacente per crepare, o forse più semplicemente a causa della sua inguaribile voglia di cacare 'o cazzo, Roberto Saviano nel 2006 ha la bella trovata di uscirsene con un romanzo-inchiesta intitolato Gomorra - Viaggio nella lavatrice per svelare i panni sporchi della camorra.
Il libro racconta, o almeno vuol far credere, della nascita e dello sviluppo di questa fantomatica "camorra", un ente umanitario senza scopo di lucro sorto in Campania grazie al solerte operato di un gruppo di amici detto detto il Clan dei Casalesi. Gomorra sostiene inoltre che questa fantomatica camorra verrebbe pesantemente protetta dallo Stato (questa poi fa davvero ridere: ve lo vedete voi un politico italiano ammanicato con la mafia?) e si sarebbe macchiata dei seguenti crimini:

  • Smaltimento di rifiuti tossici.
  • Reclutamento di bambini, che vengono poi impiegati come camerieri e barman durante i party della cosca.
  • Racket, vessazioni e imposizione di un clima intimidatorio nelle zone di Napoli, Casal di Principe, San Cipriano d'Aversa e Bassano del Grappa.
  • Omicidi a gogò.
  • Traffico di droga a prezzi troppo elevati. Insomma, cosa deve fare un povero cristiano per farsi una dose al giorno d'oggi?
  • Mancato pagamento di una multa per divieto di sosta.

Il clamore suscitato dal libro e i vivi apprezzamenti da parte del Clan dei Casalesi, naturalmente felice che il romanzo di Saviano abbia concentrato l'attenzione mediatica sulla loro attività, sono così ampi e unanimi che la famiglia dello scrittore decide di trasferirsi in Iraq, ritenendolo a ragione un posto più sicuro.
Roberto Saviano ha ricevuto inoltre un sacco di telefonate da parte di ammiratori decisi a manifestargli la loro stima e ammirazione con un commovente silenzio: forse proprio per questo incessante viavai di telefonate (tutte tra l'altro a carico del destinatario) il nostro beniamino ha preferito togliere il suo numero dall'elenco e trasferirsi nella confortevole stazione di Polizia di Napoli.
Attualmente nel capoluogo partenopeo basta nominare il nome di Saviano per scatenare ondate di toccate di palle e gesti delle corna. La maledizione legata al libro di Saviano infatti non risparmia nessuno: l'ultima vittima in ordine cronologico è la nota cantante africana Miriam Makeba, la quale si è prestata a cantare nel concerto anticamorra di Castel Volturno dedicato proprio a Saviano, e al termine dell'esibizione è morta di infarto.
Inutile aggiungere che prima di avvicinarsi allo scrittore napoletano la Makeba scoppiava di salute.

Il presunto attentato e l'appello dei Premi Nobel

Temendo per la sua incolumità, Saviano ha assunto un sosia che si presenta al posto suo a conferenze e dibattiti[2].

Nell'ottobre 2006 l'allora Ministro dell'Interno Giuliano Amato decise di affidare la scorta a Roberto Saviano, ritenendo non a torto che lasciare che un uomo brutto e calvo girasse a piede libero per la città sarebbe stato un danno d'immagine per Napoli.
Da allora in poi per Saviano cominciò il calvario.
Dapprima non riuscì ad affittare uno straccio di casa (i proprietari si sono difesi adducendo come scusa il terribile alito dello scrittore), poi sfuggì per miracolo a un attentato ordito dai Casalesi e infine dovette abbandonare, per ragioni di sicurezza, i appuntamenti settimanali con l'estetista, con il risultato che tutti possiamo apprezzare con i nostri occhi.
Questa situazione di costante pericolo, oltre ad avergli causato la caduta dei già esigui capelli, ha spinto Saviano alla scelta di trasferirsi all'estero. In seguito a questa esternazione si sono mobilitati sei Premi Nobel, i quali hanno firmato un appello in cui chiedono allo Stato maggior impegno nella lotta alla mafia e un biliardino per la loro sede.
A questo accorato appello hanno risposto le principali personalità dello spettacolo e della cultura, prime fra tutti il noto pacifista Osama bin Laden, la fine linguista Elisabetta Gregoraci e il semiologo Umberto Eco, che ha definito a più riprese Roberto Saviano "un eroe nazionale con una palla da bowling al posto della testa".
Nel 2010 Saviano conduce su Rai 3 il programma Vieni via con me, esortazione a cui il 99,9% dei napoletani ha risposto con un:

« Manco po' cazz! »

Galleria fotografica

Note

  1. ^ Il nomignolo deriva dal fatto che Schiavone in gioventù recitò nello sceneggiato Rai Sandokan interpretando, in maniera superba e senza trucco, un elefante del maraja
  2. ^ E che probabilmente uno di questi giorni salterà in aria al posto suo


L'Accademia della Crusca e della Segale è lieta di presentarvi...

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I Grandi Classici: Jane Austen - Douglas Adams - Stefano Benni - Alessandro Bergonzoni - Charles Henry Bukowski - Achille Campanile - Marco Valerio Marziale - Daniel Pennac - John Steinbeck - Emily Brontë
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