Fabio Volo

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Fabio Volo, bello come le stelle che lo circondano.
« Il più grande scrittore contemporaneo. »
(Casalinga di Voghera su Fabio Volo)
« Nei suoi romanzi mi rispecchio completamente. »
(Mostro di Loch Ness sui romanzi di Fabio Volo)
« Dovei scrivere un poema di 15000 versi, il Convivio, il De Monarchia e la Vita Nova, facendomi mazzo a capannone per guadagnarmi una focaccia, e nondimeno la gente in strada sempre mi sputava in faccia. Costui che non c'ha manco la terza elementare spiegatemi per qual mistero riesce a farsi acclamare. »
(Dante leggermente incazzato con Fabio Volo)
« Dovrebbero essere messi al muro e fucilati nella schiena, dico nella schiena! »
(Madre Teresa di Calcutta sui lettori di Fabio Volo)


Fabio "Volli Sempre Volli Fortissimamente" Volo è un noto fattorino della pizzeria all'angolo, famoso per le sue straordinarie liste dei clienti da lui stesso scritte per ricordarsi meglio i loro indirizzi.

Carriera

Ah ah ah! Pazzi che comprate i miei libri!

Prima di vendere l'anima a Ignazio La Russa e di cominciare la sua crociata contro la letteratura italiana, Fabio Volo ha ricoperto una miriade di mansioni:

  • Panettiere
  • Iena
  • Sturacessi
  • Degustatore di urina
  • Scalda-sedia

Poi un giorno, leggendo Topolino sulla tazza del water, Volo capisce di essere uno scrittore. Il suo primo libro si chiama Esco a fare due passi, ovvero il suggerimento che la critica letteraria gli darà dopo aver dato un'occhiata al suo manoscritto. Ciononostante il libro vende oltre 300.000 copie, perché gli acquirenti dopo aver letto chi era l'autore pensavano fosse un libro di barzellette.

Nel 2003 pubblica "È una vita che ti aspetto", che gli vale il riconoscimento mondiale quale primo e unico autore ad aver scritto più libri di quanti ne abbia mai letti.

Opere

Tra le numerorissime grandissime opere di questo leggendario[citazione necessaria] autore possiamo annoverare:

  • È una vita che ti aspetto. Dai che ho già ordinato,
  • Pensavo di conoscerti, invece eri una scopa,
  • Esco a fare il Giro d'Italia,
  • Ho preso la cremagliera per venire a riprenderti,
  • Incubo di una notte di mezza estate,
  • L'ora in più. Scatta l'ora solare.

Temi

Le opere di Fabio Volo sono riconoscibili ictu oculi perché caratterizzate da uno spiccato pathos introspettivo. Nelle opere di Volo è costante il tema della lotta tra cuore e ragione, pancreas e indecisione, milza e pigrizia. Per Volo la poesia ha cominciato a decadere nel momento in cui l'uomo ha dato il via ad una precipua utilizzazione dello sparticulo intelletuale, con l'esclusione dolorosa, ma necessaria, dello slancio emotivo senza paracadute.
In sostanza nelle opere di Fabio Volo si avverte potente l'esigenza narrativa di uno che nella vita non ha fatto mai un cazzo, ma deve urgentemente trovare un modo rapido per alzarsi un po' di soldi.

Perle[citazione necessaria] di saggezza

Volo è celebre per gli icastici aforismi che, sapientemente sparsi in giro per i suoi romanzi, abbagliano come un lampo nel buio le menti dei lettori medi[1]. In buona sostanza, egli è un luminare assoluto nell'arte di scrivere un libro facendo finta di usare metafore mentre in realtà scrivi solo stronzate.

« C'è bisogno di tempo, c'è bisogno di distacco, come quando fai una foto e ti sembra tutto normale, poi la riguardi dopo dieci anni e dici: come ero pettinato? Come ero vestito? È difficile capire le cose quando ci sei troppo dentro »
(Questa frase esprime il conflitto interiore del Volo, il quale si trova nella difficile condizione di dover confessare alla polizia se sia lui quello ritratto nella foto accanto al trans oppure no.)
« L'amore è come la morte: non sai mai quando ti colpirà »
(Fabio Volo riflette sulla caducità dell'essere umano. E noi, ammirati dal suo genio, per sicurezza ci tocchiamo le palle)
« Io ti sento. Ti sento sempre, anche quando non ci sei »
(Fabio Volo descrive la difficile condizione di coloro che sono affetti da epilessia del lobo temporale.)
« Quando avevi tutte quelle attenzioni nei miei riguardi pensavo che mi stessi amando, che solo una persona innamorata potesse fare certi gesti. Invece mi sbagliavo. Oppure no, non mi sbagliavo e per qualche minuto sei anche riuscito a essere veramente innamorato. »
(Eh...? Cioè no, scusate... Qui viene espresso il nucleo della filosofia voliana, cioè la separazione dolorosa, l'esilio, per così dire, dell'anima da se stessa. È in pratica una rielaborazione in chiave mistico-satirica della teoria platonica delle idee prematurata la spidicuda come se fosse Antani con scappellamento a destra.)
« Sentivo che mi leggeva dentro, e io avrei voluto essere più uomo con lei. Avrei voluto essere quell'abbraccio in cui desiderava perdersi. Protetta e libera di lasciarsi andare, perché tanto c'ero io a prendermi cura di lei, a difenderla dal freddo e dal male. »
(Qui Volo diventa Nietzschiano: Al di là del freddo e del male.)


Galleria di Immagini

L'ego smisurato

Leggendaria la sua performance in diretta radiofonica quando, acceso da un mistico raptus, maltrattò un povero demente scelto a caso come vittima sacrificale del proprio ego. Vittima probabilmente pagata per essere tale.


Note

  1. ^ Nel senso delle scuole medie.

Voci correlate

Collegamenti esterni