Telegiornalista

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia che vanta innumerevoli tentativi di imitazione.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
NOTA: Sembra incredibile, ma le citazioni riportate qui sotto non sono inventate, sono vere!
Il nuovo volto del Tg1.
« Cannibali, necrofili, deamicisiani, astuti e si direbbe proprio compiaciuti. Voi vi buttate sul disastro umano col gusto della lacrima in primo piano »
(Giorgio Gaber sui telegiornalisti)
« Scusi se la disturbiamo, come mai qua in macchina? »
(Una perspicace giornalista del Tg5 sveglia di notte una terremotata)
« Come mai non avete mangiato oggi? Non avevate fame? »
(Sempre un'inviata Tg5 a un terremotato)
« Signora ce l'ha fatta, è contenta? »
(Paolo Capresi fa una domanda da premio Pulitzer a una donna appena estratta dalle macerie)
« Non c'è terremoto in cui non si trovino cose così dolorose. Sempre. »
(Bruno Vespa tenendo un orsacchiotto trovato tra le macerie)
« E non stiamo trasmettendo solidarietà? Non si permetta di darci dei cani! »
(Silvia Vada a uno sposo dell'Aquila a cui sta rompendo intensamente i coglioni)
« Ma cosa? Questo è il mio matrimonio, questo è il mio giorno o il vostro? Siete degli sciacalli, andatevene, cani! »
(Lo sposo)
« Questo è il giorno di tutta la nazione! Non si permetta mai più. »
(La magnifica Silvia Vada ridefinisce il significato di "sciacallo")

Il telegiornalista è un esemplare di giornalista che trasmette informazioni[citazione necessaria] tramite la televisione, sotto forma di cosiddetti "servizi", che vengono raccolti nei telegiornali. A detta degli studiosi la loro specie discende da un ancestrale incrocio tra un giornalista e uno sciacallo, ma il dibattito sulle origini è ancora aperto, dato che alcuni zoologi fanno notare una forte parentela con la specie del politico, considerata la quantità di giornalisti RAI che hanno amicizie con parlamentari o giornalisti RAI che sono finiti casualmente a fare politica.

I telegiornalisti sono oggi in gran parte riuniti nell' A.R.T.R.I.T.E., ossia la

  • Associazione
  • Raccontaballe
  • Televisivi
  • Raccomandati
  • Italiani e
  • Telegiornalisti
  • Egocentrici

maestosa associazione che li protegge nel loro coraggioso lavoro e il cui simbolo è lo sciacallo bendato[1]

Lo sciacallo bendato, simbolo dell'A.R.T.R.I.T.E..

Storia

I primi telegiornalisti nacquero durante la seconda guerra mondiale, in tutte le nazioni e in Italia all'interno dell'istituto LUCE. Svilupparono e diffusero i cinegiornali, che informavano gli italiani dell'andamento della guerra e in seguito della ricostruzione, e riuscirono nell'incredibile risultato di unificare maggiormente la nazione facendo parlare tutti gli italiani in italiano, ad eccezione di Antonio Di Pietro, che risultò immune al trattamento in quanto abitante della leggendaria e inesistente regione del Molise.

In seguito, i telegiornalisti subirono l'influenza puritana dei dirigenti della DC, che vietarono l'uso di parole temibili come fallo, membro e bresaola, e durante gli anni di piombo si distinsero per la capacità di mostrare, come ci spiega Gaber presidenti solidali e mamme piangenti.

Nel 1981 in seguito a una perquisizione nella villa di Arezzo di Licio Gelli, trovando la lista degli appartenenti alla P2, una loggia massonica dedita alla filantropia e all'aiuto disinteressato del prossimo. In quell'occasione, accadde una cosa incredibilmente incredibile, superpazzesca e iperstratosferica: i telegiornalisti riuscirono, incredibile a dirsi, a parlare della vicenda senza tirare merda gratuitamente addosso alla magistratura. A detta dei paleozoologi che si occupano di questa specie in continua evoluzione, in quell'epoca i telegiornalisti non avevano l'abitudine di elogiare i delinquenti.

Una buona parte dei P2isti, cioè, i P2ini, no volevo dire P2ani... vabbe', quelli lì insomma, se ne andò dalla politica per sempre per qualche anno.

In seguito nei famosi anni 90 (sequel dei favolosi anni 80 e dei magnifici anni '70) si aprì l'inchiesta Mani Pulite, per la quale persone diversamente oneste finirono sotto processo, tra cui l'onestissimo Bettino Craxi, e ancora una volta l'incredibile evento si ripetè, e i telegiornalisti diedero giorno dopo giorno le notizie sulle inchieste.

La metamorfosi

Un telegiornalista mostra la sua evidente professionalità

Durante gli anni '80, però, terminate le leggendarie prove tecniche di trasmissione, la tv iniziò a trasmettere regolarmente a colori, e apparve sul mercato anche Mediaset.

Inizialmente sembrava andare tutto bene, in quanto i nuovi programmi erano originali e interessanti, e chi guardava i canali di Mediaset aveva la soddisfazione aggiuntiva di non pagare con le tasse ciò che vedeva.

Tuttavia, i telegiornalisti annusarono presto grazie ai loro sensi affinati l'opportunità di sfruttare la nuova potenza comunicativa dei raggi catodici a colori per trasmettere servizi che non si limitassero a dare notizie, ma giungessero a emozionare l'ignaro ascoltatore grazie a musiche di sottofondo e immagini sensazionali.

Le razze di telegiornalisti rimaste fino ad allora dormienti, come il Maurizius Costanzius Felis o la Aldus Deusanius Ienix iniziarono a replicarsi e a strappare sempre più lacrime al telepubblico, scalzando gradualmente i programmi di approfondimento culturale (bleah!) che appestavano fino ad allora il palinsesto.

Ma il peggio doveva ancora avvenire, e nel 16 gennaio 1991, sotto la magistrale direzione di Emilio Fede, apparve Il Male, noto ai terrestri come Studio Aperto, che passò poi la direzione al padre di Fabrizio Corona, Vittorio, e infine a Mario Giordano, detto anche Orzobimbo.

Durante la direzione di Orzobimbo, che iniziava le riunioni di direzione con il motto "Gnocca, lacrime e ancora gnocca!", Il Male raggiunse la sua massima evoluzione, assumendo giornalisti di grande spessore come Silvia Vada e Alessandra Rolla, che riuscirono a liberare sapientemente il telegiornalismo dal giogo del buon senso e del pudore e dall'insulso fastidio del dare le notizie, sfiorando, anzi, sfondando, le vette dell'abilità di strappare lacrime, usando numerose tecniche e artefatti che verranno illustrati in seguito.

Un altro merito che tutti noi dobbiamo a Studio Aperto è di essere un pionere, seguito a ruota da tutti i telegiornali (specie il Tg1 di Augusto Minzolini), nell'arte di evitare di parlare della politica usando le argomentazioni, noiose mode antiquate, al posto dei servizi montati con le musichette di sottofondo e delle frasette dei vari personaggi estratte dal discorso per snaturarle.

Intanto, anche il Tg2, con il celeberrimo Tommaso Ricci, cognato di Rocco Buttiglione, riuscì a deliziarci con servizi che sembrano prodotti direttamene dal Sant' Uffizio, ovviamente finanziati dal denaro pubblico.

Artefatti e tecniche di potenziamento

I poteri dei telegiornalisti sono davvero enormi, ma ci sono delle icone, dette anche artefatti, che li potenziano ulteriormente. Vediamole alcune tra le più importanti:

  • La musica suonata col violino più piccolo del mondo è una melodia che, messa come sottofondo a un servizio drammatico, ne aumenta del 60% l'effetto lacrimatorio
  • Il triciclo della disperazione è un icona sacra a molti telegiornalisti. Trattasi di un clip in cui si vede un triciclo che va avanti lentamente per inerzia, senza nessun bambino sopra, spesso accentuato da un vanesio effetto sfuocato. Si può usare solo nei servizi drammatici su bambini morti, scomparsi, violentati o incidentati. È un'arma così terribile che viene usata solo in casi di estrema necessità, aumentando almeno del 680 % la drammaticità del video. Si contano purtroppo casi di persone cadute in stato catatonico per l'estrema sensazione di trash conseguente alla visione.
Bruno Vespa mostra l'oggetto magico noto come "plastico della casa di Cogne" che ha triplicato la sua mana permettendogli di digievolvere.
  • Plastico della villa dell'orrore di Cogne: un oggetto leggendario, noto come il Santo Graal della televisione, dona al telegiornalista che lo utilizza il potere assoluto su ogni collega, permettendogli di andare in prima o seconda serata quasi quotidianamente. Pare che sia stato usato da Bruno Vespa, e che da allora esso non invecchi più e scriva libri.Ma sicuramente è solo una leggenda metropolitana.
Il mistico Zebrallo
  • Zebrallo: mitica creatura usata dai telegiornalisti quando c'è penuria di calendari e l'orsetto Knut ha rotto i coglioni
  • Giuramento degli scout: giuramento fatto dai lupetti, i piccoli scout AGESCI, che può all'occorrenza essere spacciato per un giuramento fatto da un branco di teppisti in un orfanotrofio. Occorre preparare in parallelo una smentita, possibilmente idiota, per quando la montatura verrà sputtanata da Striscia la Notizia
  • Ubiquità meteorologica: incantesimo molto semplice (Liv:3;Mana:-12) che permette di spostarsi di pochi metri facendo credere di essere in due zone diverse di Milano, nonostante anche un bambino con Google Street View potrebbe svelare il trucco.
  • Calzini turchesi scarlatti calzini intrinsecamente malvagi che donano a chi l'indossa un' aura di pura cattiveria immotivata. Spesso indossati dai magistrati, le cosiddette toghe rosse.
  • Fischi inaudibili scroscianti: fischi magici a un discorso di Berlusconi che si sentono nei video originali ma spariscono per magia quando vengono trasmessi dal tg1, trasformandosi magicamente in un applauso.

Documento multimediale

Oltre a raccomandare una visione dei video presenti in questa pagina vi offriamo questo interessante documentario che mostra dei telegiornalisti ripresi nel loro habitat naturale mentre cacciano prede da inquadrare:

<youtube>jadTMs1fmzU</youtube>

Vedasi anche


Giornalismo
Ovvero, come farsi i cazzi degli altri senza sembrare guardoni o maniaci.

Giornali: ciò che usi quando finisce la carta igienica
Il Fattone QuotidianoFamigghia CristianaIl GiornalaccioIl TovaglioloneCorriere della Segae la versione non pornoLa Repubblica delle BananeLa StampanteOccupatoAvvenireQuello che ti causa ustioni di secondo gradoI Resti di CarlinoL'Osservatope RomaneLa Gazzetta della TerroniaRuttosportQuello che non legge nessuno
Giornalai
Indro ManganelliIl fattoNosferatuMarco PartorienteIl latitanteIl mentoneLittorio FeltriLa voce di GrilloIl servo liberoQuello uscito da un quadro dell'800La signora RutelliOriana FalliFilippo Facci(a da culo)Gianni RicottaGiorgio Bocca di rosaIl figlio di AigorL'eunucoAntonio SorciLa ZanzaraEnnio FlaianoL'anticonformistaLeo LonganesiThe Voice
Tele-giornalai: quelli che non hanno mai imparato a scrivere
Umilio FidoMin Zho LinL'insettoLa direttrice comunistaSan ToroQuello che vuole portare chiunque a La7e il suo gemello bruttoFabio il fazioso"A pra foco..."Il Vatedemente MimunMi manda rai trans treDaniele LuttazziBistecconeLa moglie di Mario De FilippiAnna La RosaCesara BuonamiciTiberio TimperiLucia AnnunziataIl papaboy
Gli strumenti del mestiere
TelegiornaleArmi di distrazione di massaIntercettazione telefonicaMacchina del fangoSciopero dei giornalistiCoccodrillo (giornalismo)Carta su cui scrivereReportClick baiting


Note

  1. ^ Lo sciacallo è un nobile animale che rappresenta i telegiornalisti, ed è bendato per rappresentare la loro abilità nel non vedere i fatti politici sgradevoli.