Banana Yoshimoto

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Banana ad Hell's Kitchen - 1939, olio su tela
« Ho scelto di chiamarmi Banana perché adoro i frutti di quell'albero. I fiori, volevo dire i fiori! »
(Banana Yoshimoto in un'intervista)
« Nel mio prossimo libro mi cimenterò in qualcosa di totalmente nuovo: una storia in cui due sorelle con qualche potere ESP, per affrontare un grave lutto, intrecciano una torbida relazione lesbo-incestuosa. »
(Banana Yoshimoto sull'affrontare nuove tematiche)

Mahoko Yoshimoto (吉本真秀子, Yoshimoto Mahoko; Neo Tokyo 3, 24 luglio 1964 - Vivente), meglio nota al grande pubblico con lo pseudonimo di Banana Yoshimoto (吉本ばなな, Yoshimoto Banana), è una delle autrici letterarie nipponiche più conosciute nell'intero globo terracqueo.

Venerata dal pubblico più gggiovane in piena tempesta ormonale, Banana Yoshimoto è stata definita dalla critica letteraria la versione tragica ed asiatica di Federico Moccia.

La vita

La mamma della Yoshimoto in una dura giornata di lavoro.

La piccola Banana Mahoko ebbe un'infanzia normalissima, all'insegna della tranquillità e della pace, alla faccia di tutti gli scrittori orfani con la vita segnata da traumi, guerre e tragedie. Grazie alle amorevoli cure dei genitori, ad un sapiente utilizzo di concimi naturali ed ad un terreno con un PH pari a 6, la giovane crebbe forte, robusta e rigogliosa.

Le sue idee riguardo futuro e carriera furono fortemente influenzate dall'ambiente in cui visse i suoi anni di formazione; suo padre era un celeberrimo radical chic che, nel tempo libero, si fingeva un critico letterario, mentre sua madre era la nota testimonial d'una multinazionale ortofrutticola. La stessa Yoshimoto durante un'intervista ad Hentai Magazine ricordò come uno dei suoi passatempi preferiti fosse prendere di nascosto la frutta contenuta nel cesto che la madre portava in testa in ogni momento della giornata.

Di recente riviste scandalistiche come Novella 3000 e Panorama hanno portato alla luce l'ipotesi che il vero padre della Yoshimoto non fosse il radical chic anonimo di cui sopra, bensì un uomo d'affari originario del Sudamerica. La Yoshimoto, ogni volta che la questione viene portata a galla, continua a smentire con decisione. Il presunto padre, al contrario, è di tutt'altro parere.

Giornalista : Signore, lei sostiene dunque d'essere il vero padre della Yoshimoto?
Uomo del Monte : Sì.
La Yoshimoto seguì il classico percorso di studi del giapponese medio: elementari, medie, liceo, grande torneo di arti marziali e, infine, università. Mahoko scelse di seguire le orme di suo padre e frequentare la Facoltà di lettere, per poi concludere la sua carriera scolastica compilando una dettagliatissima Tesi di laurea sul Suicidio di gruppo.
La vita della Yoshimoto prima del successo letterario comprese anche periodi che la scrittrice preferirebbe non ricordare.
Come completamento della tesi la Yoshimoto scrisse il suo primo racconto, Moonlight Shadow, firmandosi per la prima volta con il suo celebre pseudonimo, Banana. La futura scrittrice disse d'aver scelto questo nome un po' per la passione che prova verso il bellissimo fiore che quella pianta regala al genere umano e che il frutto regala al genere femminile, specie nei momenti di solitudine, un po' per il suono della parola, da lei giudicato carino e prepotentemente androgino. No, sul serio. Giuro. La discussione della tesi fu un successo; non le valse soltanto il voto massimo, ma anche una lode ed il suicidio di gruppo dell'intera commissione tramite il rituale giapponese tradizionale.

Purtroppo Banana non riuscì ad entrare subito nel meraviglioso mondo della letteratura. Come ogni neolaureato della facoltà di lettere senza parentele tra esponenti della politica locale, la giovane dovette affrontare una dura gavetta, nella quale fu costretta ad accettare di cimentarsi in una serie di lavori umilianti e scarsamente remunerativi. Finalmente, mentre lavorava in un golf club di lusso come buca n°9[1], il successo venne a bussare alla sua porta; il suo primo romanzo, Kitchen, vinse tre telegattoni e, in breve tempo, diventò un best seller.

Nel giro di qualche mese la Yoshimoto diventò una scrittrice affermata, dando inizio ad una produzione letteraria piuttosto prof... profilica... insomma, scrisse 'na cifra di libri. Alcuni dei suoi successi furono trasformati in film e fiction nel corso degli anni; Kitchen ebbe ben due versioni cinematografiche, una ad opera di Antonella Clerici e l'altra di Benedetta Parodi, mentre una particolare rilettura di Tsugumi venne girata negli anni '80 da Tinto Brass.

Sebbene a livello letterario la Yoshimoto sia considerata degna di essere annoverata tra i classici esattamente quanto Melissa P. ed il tizio che racconta gli striscioni buffi allo stadio di Striscia la Notizia, di recente la scrittrice ha ammesso di puntare al premio Nobel per la letteratura, ma non prima di aver dichiarato guerra alla Corea del Sud e di aver affermato di poter levitare con la sola forza della mente.

Le Tematiche e la Critica

I libri della Yoshimoto contengono numerose riflessioni che scavano a fondo nella psiche umana, proprio come questa.

Tra le opere della Yoshimoto è possibile notare numerose tematiche ricorrenti, quali la morte, il sovrannaturale, la morte, l'amicizia, la morte, il rapporto tra aldilà ed aldiqua, la morte, l'amore, la morte, la potenza della casa, la morte, la tragedia, la morte, il lutto, la morte, l'incesto, la morte, la sessualità, la morte, la ragione, la morte, la cultura giapponese e, non ultima, la morte. A volte è possibile trovare nei romanzi di Banana parti più leggere e rilassanti, se non addirittura pregne di felicità ed allegria; niente panico! Vi siete soltanto addormentati durante la lettura.

Le reazioni suscitate dalle opere della Yoshimoto sono molteplici e notevolmente discordanti. i critici letterari sono generalmente concordi nel giudicare la scrittrice giapponese come un mostro commerciale di marketing e denaro[2]. I malvagi ritengono inoltre che la scrittrice abbia l'abitudine di dimenticarsi totalmente ciò che scrive nei capitoli precedenti a quello in corso, causando spesso repentini cambi di stile e errori nella continuità delle sue opere. Il critico Giacomino Orizzontale, all'interno del cruciverba a schema libero di marzo del Blocco Enigmistico, stronca l'intera opera della Yoshimoto, affermando che: "I suoi libri sembrano sempre la stessa opera, con qualche aggiunta qua e là e con nomi diversi per i vari personaggi.". Alfonso Signorini invece critica aspramente la sua tinta, che non riesce a nasconderle la ricrescita.

I fedeli lettori di Banana, al contrario, pensano che nei suoi libri sia descritto perfettamente cosa vuol dire essere gggiovani, belli[citazione necessaria], frustrati e maledetti nel Giappone moderno, irto di odissee emotive, psicologiche e patognomoniche. I lettori, siano essi occidentali o orientali, affermano di trovare estremamente facile identificarsi nei protagonisti dei suoi libri; secondo la stessa Yoshimoto è perché i suoi personaggi inquadrano alla perfezione "lo sfinimento della gioventù nel Giappone contemporaneo". Cosa che rende piuttosto arduo capire perché anche i giovani occidentali vi si identifichino, ma vabbè.

Le Opere

Kitchen

Un uomo ha appena saputo che Mikage sta per diventare la sua nuova vicina di casa.
Il tipico incipit delle storie della Yoshimoto.

Kitchen è l'opera prima della Yoshimoto. È composto da tre capitoli: Kitchen, Plenilunio e Moonlight Shadow. I primi due sono rispettivamente primo e secondo tempo del massacro romanzo vero e proprio. L'ultimo è una specie di livello bonus, e consiste in un racconto a sé stante il cui scopo è soddisfare tutti coloro non ancora sazi della quantità di lacrime e sangue finora versati dai personaggi.

  • Kitchen narra le avventure della giovane Mikage ed inizia con la morte della nonna della ragazza, la sua unica parente rimasta in vita. I suoi genitori erano morti in un incidente stradale diversi anni prima. La ragazza, rimasta sola, va a vivere a casa del suo amico d'infanzia Yuuichi e di sua madre Eriko. In realtà la vera madre di Yuuichi è morta e che Eriko è in realtà suo padre, il quale, per lo shock d'aver perso la moglie, ha cambiato sesso.
  • Plenilunio si apre inaspettatamente con una tragedia; neanche il tempo di parlare un po' dei noiosi momenti di pace dell'amena famigliola appena creatasi, che il padre la madre di Yuichi viene difatti uccisa da un tizio che s'era innamorato di lei, sconvolto nel trovare una sorpresa inaspettata. Mikage, che nel frattempo si era trasferita altrove avendo avuto accesso ad uno stage a "La prova del cuoco", apprende la notizia e si accorge improvvisamente d'essersi innamorata del suo amico Yuichi. Questa scoperta porta una sequela di scenate di gelosia, urla isteriche e viaggi alla velocità del pensiero, finché Mikage decide intrufolarsi nel nuovo appartamento del suo amato e portargli una cotoletta piena d'amore. Il piano della ragazza prevedeva l'ingresso dalla finestra; peccato che Yuichi abitasse al sedicesimo piano. Nonostante tutto Mikage riesce nell'impresa, ma non prima di versare abbastanza sangue da mettere un po' di angoscia nell'animo del lettore. La storia si conclude con i due che mangiano la cotoletta, pieni di speranza per un futuro di pace ed amore. Insomma, un po' di tranquillità, perlomeno finché la presenza di Mikage richiederà un nuovo tributo di sangue.
  • In Moonlight Shadow seguiamo le disgrazie avventure di Satsuki, una giovane liceale affranta dal dolore. Il suo fidanzato è morto da quasi un anno in un incidente in motorino e, assieme a lui, è morta la fidanzata d'un altro tizio, il quale deciderà di affrontare il lutto vestendosi con l'abito da marinaretta del suo defunto amore[3]. Tra un pianto ed una presa per il culo al tizio con la gonna, Satsuki incontra Urara, una strana ragazzina con magici poteri. La giovane sembra infatti capace di intuire il numero di telefono d'una persona senza usare le Pagine Bianche e riesce a sapere qual è il contenuto dei Kinder Sorpresa ancor prima di aprirli. Ma il suo più grande potere è quello di vedere la gente morta. Non solo, può anche parlarci e farla vedere agli altri Per la modica cifra 1000 Yen al minuto. Dopo altri pianti e prese per il culo, Satsuki e l'altro tizio vedranno i loro defunti fidanzati, i quali diranno a gesti ai loro amati di farsi una nuova vita. Pieni di gioia e decisi ad affrontare la sfida posta dal ricominciare a vivere, Satsuki e l'altro tizio, dopo le ennesime lacrime, ritroveranno la passione in un'intensa nottata di Femdom.
Vittime Totali: 6

N.P.

Uno schizzo della prima versione della copertina, successivamente scartata.
« Lo sai che hai una voglia uguale uguale a quella di mio padre sulla coscia? »
(Sui a Saro Takase)

N.P. è il titolo d'un libro. Cioè, non questo libro, ma il libro di cui si parla in questo libro. Beh, sì, è anche il titolo di questo libro, ma soprattutto è il titolo del libro di cui si parla all'interno di questo libro. Chiaro, no?

Dicevamo, N.P. è un libro composto di 100 racconti. Anche se sarebbe più corretto dire che "avrebbe voluto essere un libro composto di 100 racconti"; l'autore, Saro Takase, si è suicidato poco dopo aver concluso il racconto n°98, senza neanche dare a Word il tempo di completare la correzione automatica. Nonostante la tragedia, nonostante al libro mancassero due racconti, la casa editrice decise comunque di pubblicare il romanzo, e, già che c'era, di farlo tradurre e smerciarlo anche all'estero. Per fare la traduzione venne scelto un ragazzo giovane, sano e felicemente fidanzato; un uomo talmente felice che, arrivato alla traduzione del fatidico racconto n°98, si suicidò. Il suo cadavere venne scoperto dall'uomo delle pulizie che, dopo aver messo in ordine la stanza, iniziò a riordinare i fogli del racconto. Per poi suicidarsi. Uno dei poliziotti venuti ad ispezionare la scena del delitto durante la perquisizione sfogliò il racconto n°98. Per poi suicidarsi. Insomma un macello, e non siamo neanche a pagina 20.

La versione definitiva della copertina del libro. Venne preferita all'altra in quanto equivale al libro a livello contenutistico.

A questo punto compare la giovane Kazami, la fidanzata del traduttore morto suicida e la protagonista della storia. La giovane, durante l'elaborazione del lutto ed una profonda riflessione sul come un personaggio così inutile e del tutto slegato dalla trama come lei possa essere la protagonista, incontra per caso i due figli dello scrittore e stringe con loro una specie di amicizia. I figli di Takase sono due simpaticoni, sempre pronti a divertirsi. Dal momento in cui li conosce, per Kazami è tutto un susseguirsi di telefonate senza senso, flirt della durata di mezz'ora e tizi che gli piombano in casa ubriachi all'improvviso, giusto in tempo per vomitargli sulla moquette.

Proprio quando il lettore inizia a pensare che Kazami abbia finalmente deciso di iniziare a comportarsi da protagonista, cercando di combattere contro l'oscura forza che ha portato tutte queste morti, all'improvviso compare dal nulla un'enigmatica ragazza di nome Sui, dotata di poteri extrasensoriali non meglio chiariti. E di un bel paio di tette. Neanche due righe, e Sui ruba la scena a Kazami, mentre l'oscura maledizione viene accantonata a favore del ben più interessante stile di vita della nuova arrivata, che cerca più volte di sedurre un po' tutti i personaggi principali della storia, indipendentemente dal sesso.

Negli ultimi capitoli l'enigmatica ed affascinante giovane si rivela essere nientepopodimeno che l'ex-amante dello scrittore morto suicida e la protagonista del famigerato racconto n°98. Nonché l'attuale amante del figlio maggiore dello scrittore. Nonché la perduta figlia illegittima dello scrittore. E ditemi se non è una famiglia unita questa. Scoperta la verità su di sé, Sui decide di sparire nel nulla, lasciando il suo amante/fratello nelle mutande braccia di Kazami, ma non prima di salutarla dandole un bacio sulla bocca. La storia si chiude con Kazami che, terminata l'elaborazione del lutto, decide di finire la traduzione del libro di Takase, dedicandosi all'ultimo racconto, il fatidico n°98. Allo stesso tempo il suo nuovo ragazzo si decide di completare l'opera del padre scrivendo i racconti 99 e 100; in questi ultimi due racconti sarebbe dovuto essere finalmente spiegato perché all'inizio del libro il racconto n°98 istigasse chiunque a compiere suicidi immotivati, mentre alla fine della storia al massimo riesca a provocare un po' di sonno nel lettore. Proprio mentre i due si accingono a svelarci questo mistero, finisce il romanzo.

Vittime Totali: 4

Amrita

Amrita, (sansc. अमृत), letteralmente "che non ha vita né morte", nella mitologia Hindi indica l'acqua della vita eterna di cui si nutrono gli dei. Ecco, il romanzo di cui stiamo per parlare non c'entra una beata minchia con tutto ciò.

Come potete immaginare, questa non è la copertina di Amrita. Ma non credo che nessuno si lamenterà.

Nell'allegra casa della giovane Sakumi ce n'è per tutti i gusti; dalla madre munita di amante di vent'anni più giovane, alla cugina universitaria, dall'amica di famiglia ed il fratellino Yoshio, un ESP asociale di 11 anni capace di vedere la gente morta e fare altre magiche magie non meglio definite. Un minestrone da far invidia alla migliore famiglia Bonduelle, senza neanche la necessità di dover importare ragazzini innocenti dall'Africa.

Neanche il tempo di far iniziare il libro che Mayu, la sorella minore di Sakumi nonché affermata attrice, muore partecipando alla Parigi-Dakar mentre era sotto effeto di barbiturici. Come se non bastasse Sakumi, a causa d'un improvviso aumento della gravità terrestre, sbatte la testa contro uno spigolo, perdendo parte della sua memoria. In quel momento Sakumi afferma d'aver iniziato una metamorfosi, anche se al lettore non è dato capire in cosa consista.

Sakumi inizia ad elaborare ed affrontare il lutto assieme all'altra persona che ha più sofferto a causa della morte di Mayu, ossia vedovo della sua defunta sorella. I due riusciranno parzialmente nell'impresa, trovando particolare sollievo nel 69 e nella posizione del girino. L'arduo rituale di celebrazione del lutto verrà interrotto all'improvviso durante una notte, in quanto il fratellino di Sakumi utilizza i suoi poteri ESP vagamente definiti per mandare il proprio corpo astrale a spiare i due mentre trombano come ricci affrontano la triste perdita; la protagonista decide dunque che forse è il caso di portare il ragazzino a sfogare i suoi ormoni al mare.

Sakumi, suo fratello e suo cognato iniziano a fare un viaggio a metà tra la vacanza ed il cammino spirituale, uniti dalla tragedia e dalla tensione sessuale come se fossero un'allegra famigliola; un'allegra famigliola che farebbe esplodere in pezzi verdi la testa d'ogni membro del MOIGE, ma è la sostanza che conta. Il viaggio culmina in una bellissima isoletta tropicale, Saipan; Sakumi ed il suo svago sessuale cognato la trovano adorabile; il fratellino, perseguitato per tutta la vacanza dai fantasmi dei soldati morti durante la Seconda Guerra Mondiale, un po' meno.

Tra un incontro con altri ESP la cui credibilità farebbe invidia persino a Mário Pacheco do Nascimento e qualche citazione totalmente fuori luogo a P. K. Dick il libro si chiude placidamente come si era aperto, proprio poco prima che Sakumi spiegasse finalmente al lettore in cosa consistesse la sua metamorfosi o perché Mayu si fosse suicidata.

Vittime Totali: 1[4]

Curiosità

L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.

Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici?

  • Dal 2005 la Yoshimoto scrive il suo nome attraverso l'alfabeto fonetico giapponese[5], in quanto ha dimenticato come si scrivono gli ideogrammi[6] che compongono il suo cognome.
  • L'autore di questo articolo ricorda d'aver letto soltanto quei tre libri della Yoshimoto. Forse ne ha letti altri, ma probabilmente li ha rimossi. Altri romanzi verranno aggiunti alla lista dopo una loro attenta lettura ed analisi.
  • La Yoshimoto apprezza particolarmente l'Italia ed ha numerosi amici di origini italiche. Il fatto che uno dei motivi del successo della scrittrice siano state le traduzioni di Giorgio Amitrano e che tutti i suoi libri vengano tradotti prima in Italiano e poi in inglese, ovviamente, è una pura e semplice coincidenza e, se provate a pensare il contrario, siete degli sporchi complottisti.

Note

  1. ^ Par 3, per dover di cronaca. Kenzaburo Oe fece un Hole in One lì una volta.
  2. ^ Cit.
  3. ^ Dove l'ho già visto?
  4. ^ Con l'età si sta rammollendo. Però se contiamo anche le vittime della guerra il numero sale vertiginosamente.
  5. ^ Hiragana, per i nippomani.
  6. ^ Kanji per i nippomani, Logogrammi per i glottoteti.

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