Alba rossa (film 1984): differenze tra le versioni

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'''Alba rossa''' (''Red Dawn'') è un film reazionario, fascista, becero e storicamente approssimativo. O almeno questa è l'opinione di [[John Milius]], che del film è il [[regista]].
'''Alba rossa''' (''Red Dawn'') è un film reazionario, fascista, becero e storicamente approssimativo. O almeno questa è l'opinione di [[John Milius]], che del film è il [[regista]].



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« Farà anche cagare ma è comunque meglio di Albakiara! »
(Pier Paolo Pasolini su Alba rossa)

Alba rossa (Red Dawn) è un film reazionario, fascista, becero e storicamente approssimativo. O almeno questa è l'opinione di John Milius, che del film è il regista.

Girato nel 1984, in piena era reaganiana, Alba rossa dà corpo alla peggiore paura dell'americano medio: l'abolizione del Super Bowl un'invasione comunista.
Fortunatamente tale pericolo viene scongiurato da un'eroica classe di ragazzini di terza media, i quali, armati di pistole ad acqua e cerbottane ricavate dalle penne Bic, riescono a respingere l'orda di dannati mangiabambini al di là dell'oceano.

Nel 2009 Tinto Brass ne ha girato un remake, Alba zozza, premiato con la Ciolla d'Oro al Festival del Cinema Pedopornografico di Saint-Vincent.

Trama

A Calumet, placida cittadina del Colorado, la vita scorre così tranquilla che la sezione Omicidi è stata riconvertita a sezione Bricolage. Ma d'un tratto, nel liceo della città avviene una catastrofe: un compito di algebra a sorpresa!
E subito dopo, una falange armata fa irruzione sparando all'impazzata!
Sembrerebbe la classica strage messa in piedi da adolescenti disadattati, invece è opera dei comunisti. A confermarlo è l'inequivocabile scritta COMUNISTI che campeggia sulle loro divise.

Alba rossa rispetta in pieno gli stereotipi del teen drama anni '80. Ci sono:
1 - il leader;
2 - il latinoamericano sacrificabile;
3 - il bullo;
4 - il nerd;
5 - la gnocca che la dà subito;
6 - la gnocca che non vuole darla ma che alla fine la dà;
7 - lo sportivo.

I sovietici, supportati dalle milizie cubane e nicaraguesi e dalle zecche dei centri sociali, invadono l'intera città. Gli abitanti vengono radunati in un campo di concentramento, e lì costretti a guardare la Corazzata Potemkin e a intonare L'Internazionale.
Solo un gruppo di ragazzi sfugge al rastrellamento. A guidarli sono i fratelli Eckert:

  • Matt, un precisino che sfrangia la minchia a tutti perché lui ha fatto tre anni di scout;
  • Jed, l'intellettuale del gruppo, di professione benzinaio.

I ragazzi si rifugiano tra i boschi, cibandosi di licheni e bevendo sangue di cervo. La cosa non sarebbe necessaria perché prima di fuggire hanno fatto scorta di viveri e acqua, ma che ci volete fare, quelli del Colorado sono gente strana. Quando le loro mutande assumono una sospetta tonalità color Terra di Siena, i ragazzi tornano in città per un cambio di biancheria, ma qui un vecchio ranchero li informa che tutti i loro parenti sono morti di stenti nei lager. E grazie al cazzo, sono passati sei mesi.

Il ranchero affida al gruppo le sue due nipoti, per preservarle dalla violenza dei soldati. Le due ragazze (riconoscibili per l'inequivocabile scritta RAGAZZE che campeggia sulle loro t-shirt) fanno i salti di gioia all'idea di passare dei mesi in un bosco con un branco di sedicenni ingrifati.

A questo punto il film entra nel vivo: i ragazzi assumono il nome di battaglia di Wolverines, beccandosi una denuncia della Marvel, e si danno ad azioni di guerriglia urbana talmente organizzate ed efficaci che al confronto Rambo è una vecchietta con l'osteoporosi.
I ragazzi infliggono pesanti perdite al nemico, sfruttando l'aiuto di un tenente colonnello dell'aeronautica abbattuto durante un'operazione e il fatto che i comunisti, per contratto, si limitano a sparare male negli scontri a fuoco.

Ma la guerra sa essere spietata, soprattutto con dei ragazzini amanti dei Gormiti. Il tenente colonnello finisce schiacciato da un carro armato che lui stesso stava guidando, mentre Tony, una delle ragazze, muore durante un attacco di acne.
Daryl, il mammone del gruppo, cade in mano ai comunisti. Che lo torturano per farsi rivelare dove si nascondono i suoi compagni, direte voi, e invece NO! Sarebbe troppo facile.
I comunisti lo rilasciano dopo avergli fatto ingoiare un segnalatore di onde sonore del peso di circa tre chili e mezzo.
"Ci puorterà dritto da suoi compagni," gongola il colonnello Strelnikov lisciando i baffi del suo attendente (il colonnello Strelnikov è glabro).

"E qui costruiremo nuovo Teatro Bol'šoj!"

I Wolverines, insospettiti dallo strano cicalio e dalla protuberanza nell'addome di Dylan, lo sgamano dopo un secondo. In uno dei momenti più epici del film, i ragazzi dimostrano di non essere stati rovinati dagli orrori della guerra e, nonostante Daryl li abbia traditi, decidono di risparmiarlo.
Poi cambiano idea e lo ammazzano come un cane.

A questo punto i Wolverines vengono a sapere che il resto degli USA è ancora libero. In pratica l'offensiva comunista, presentata a inizio film come un'operazione su scala mondiale, ha avuto come solo risultato l'occupazione di un paesetto di 35 abitanti, di cui metà pensionati.
I Wolverines si spostano verso sud per ricongiungersi con l'America libera, ma sulle Montagne Rocciose vengono attaccati da un elicottero russo, facilmente riconoscibile per la scritta ELICOTTERO RUSSO che campeggia sulla fiancata. I ragazzi si salvano solo grazie all'intervento di Steven Seagal, abbandonato sul posto dalla troupe dopo le riprese di Trappola sulle Montagne Rocciose.

Per coprire la ritirata dei compagni, Jed, Matt e Steven Seagal prendono una decisione drammatica: attaccare da soli il quartier generale russo a Calumet.
Mentre Steven Seagal si immola in un attacco kamikaze contro il carrello dei bolliti, i due fratelli fanno strage di comunisti, come dovrebbe fare ogni onesto cittadino che ha a cuore la libertà. Purtroppo, ormai a corto di miccette, vengono sopraffatti dal numero soverchiante di nemici e feriti gravemente.
Il finale ha fatto storia: Jed, col fratellino morente tra le braccia, si allontana nella neve, sotto lo sguardo commosso di un ufficiale cubano dall'animo nobile (facilmente riconoscibile per la scritta UFFICIALE CUBANO DALL'ANIMO NOBILE che campeggia sulla sua divisa).

Scenario politico

Il pacato John Milius.

Gli anni '80 sono un periodo di grande tensione internazionale: la Guerra Fredda ha raggiunto il suo culmine e il mondo assiste impotente alla gara tra Stati Uniti e URSS a chi ha il missile teleguidato più lungo. Lo spauracchio di una catastrofe nucleare si fa ogni giorno più pressante.
Come se non bastasse, in questi anni esordisce pure Jovanotti.

Per distendere gli animi, John Milius (regista, sceneggiatore e fondatore di CasaPound) si sente in dovere di girare una commedia scanzonata delle sue. Reduce dal successo planetario di Conan il barbaro, in cui riesce a far sembrare degli attori credibili persino i pettorali di Arnold Schwarzenegger, Milius confeziona un prodotto adatto a tutta la famiglia.
Sempre che la famiglia in questione sia composta da membri del Ku Klux Klan.

Purtroppo le capacità profetiche di Milius si rivelano inferiori solo a quelle dello psicologo infantile che descrisse il piccolo Charles Manson come "di animo mite e assolutamente incapace di fare del male a qualcuno": nel 1989 crolla il Muro di Berlino e la ditta costruttrice viene indagata per disastro colposo. È il primo segnale di cedimento dell'Unione Sovietica, che si scioglie ufficialmente il 26 dicembre 1991.
Con la fine della minaccia comunista termina di fatto anche la carriera di Milius, che dopo il fallimentare Pensavo fosse amore... invece era una granata shrapnel si ricicla come autore di programmi di serie z sulle tv via cavo. Fuggito in Italia per scampare ai creditori, dirige alcune puntate di Solletico e imprime subito alla trasmissione un taglio più maturo. La sua rubrica Cuba Libre, in cui Mauro Serio spara con un Kalashnikov a delle sagome di cartone con sopra la faccia di Fidel Castro, non piace però alla dirigenza RAI e il regista viene licenziato.
Oggi John Milius fa l'autore dei testi di Silvio Berlusconi nelle sue invettive contro le toghe rosse.

Scelte stilistiche

Per non venir tacciato di fare film di propaganda Milus si attiene a una regia sobria e minimalista, sostituendo tutti i dialoghi superiori alle tre battute con il sempre azzeccato:

E tappando i buchi di sceneggiatura con sparatorie all'ultimo sangue. Del resto Milius non ha mai fatto mistero di essere un convinto difensore del secondo emendamento, che riconosce a tutti i cittadini americani il diritto a possedere un'arma da fuoco e il diritto a usarla a proprio piacimento contro gli immigrati messicani.

Nel ruolo dei due fratelli protagonisti Milius chiama Patrick Swayze e Charlie Sheen, all'epoca appena diciassettenne.
Nel 1988, quando tutti quelli che hanno collaborato al film vengono processati e condannati a morte tramite iniezione letale con l'accusa di crimini contro la settima arte, solo Charlie Sheen riesce a evitare la sentenza capitale, in quanto la sua minore età al momento dei fatti lo rende penalmente non perseguibile.

Errori (sedetevi perché sarà una cosa lunga)

Wolverine, felicissimo all'idea che un branco di pirletti gli abbia copiato il nome.
  • Il film presenta un'inesattezza già nella locandina, che recita:
« Nessun esercito straniero aveva mai occupato il suolo americano. Finora. »

In realtà, gli USA sono stati invasi in due occasioni: dall'esercito inglese tra il 1812 e il 1814, e dai Cugini di Campagna durante un concerto al Madison Square Garden nel settembre del 1975. In entrambi i casi, fu una carneficina.

  • La scena dell'arrivo dei paracadutisti russi è stata ottenuta rimontando vecchie immagini di repertorio prese da alcune esercitazioni della Brigata Folgore. Si capisce dal fatto che più della metà dei paracaduti non si aprono.
  • Subito dopo l'invasione, in piena guerra civile, il KGB non ha di meglio da fare che inseguire un branco di ragazzini. Che gli scappano pure.
  • Per un errore di doppiaggio, i soldati russi parlano spagnolo.
  • Per un errore di doppiaggio, i soldati nicaraguesi parlano russo.
  • Per un errore di doppiaggio, i ragazzi parlano abruzzese.
  • Avendo sforato il budget a metà film, nella sparatoria finale i soldati imitano il rumore degli spari con la bocca.
  • Esattamente al minuto 13:56, mentre i Wolverines parlano attorno al fuoco, è chiaramente visibile un membro della troupe. L'individuo, con indosso un cappotto marrone, un berretto e un paio di occhiali da aviatore, quando si accorge di essere inquadrato si sposta prontamente, rivelando però un altro membro della troupe, probabilmente un tecnico del suono, impegnato a cagare in mezzo ai cespugli.
  • Al minuto 46:44 Charlie Sheen spara una raffica di mitra usando un revolver a sei colpi.
  • I soldati sovietici vengono dipinti come volgari ubriaconi corrotti. La cosa ha fatto molto arrabbiare gli esponenti dell'Armata Rossa, che hanno fatto sapere di non essere affatto volgari.
  • Nel film viene detto che gli Stati Uniti sono alleati della Cina, che fino a prova contraria ha un governo comunista. Quando gli hanno chiesto una spiegazione, Milius ha risposto: "I cinesi comunisti? Questa mi è nuova!"
  • Nel film la NATO non interviene in aiuto degli USA perché è ormai ridotta a un'istituzione priva di poteri. Ah no, scusate, questo non è un errore.

Accoglienza

Alba rossa ha avuto un grande successo tra i neonazisti, i sociopatici e i bifolchi in salopette del Kentucky. Non sono mancate però aspre critiche. Anders Breivik, per esempio, l'ha giudicato troppo sdolcinato per i suoi gusti.
A causa della sua efferatezza e dei ripetuti primi piani su Patrick Swayze, che giustamente possono turbare gli spettatori più sensibili, ad Alba rossa è stato applicato il PG 85, cioè il divieto ai minori di 85 anni non accompagnati da un genitore.
In Italia invece il film viene proiettato tranquillamente ogni sabato alle quindici su Italia1.

Curiosità

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Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse ti incuriosisce sapere com'è dormire coi pesci?

  • Patrick Swayze in questo film è vivo. Oddio, almeno all'inizio.
  • Ronald Reagan compare nella parte del cittadino col giubbotto blu che finisce a sassate un soldato sovietico agonizzante. La scena, improvvisata da Reagan, non era sul copione.
  • Nel 1995 un giornalista ha scoperto che i soldati comunisti uccisi nel film non erano stuntmen, ma veri comunisti.