Rutger Hauer

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« Ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi... »
(Rutger Hauer su Ermanno Olmi in baby-doll.)

Rutger Oelsen Hauer è un attore olandese e una bestemmia piuttosto in voga tra i pescatori di merluzzo del Mare del Nord.

Filmografia immortale

Il suo primo ruolo importante: Rutger veste gli sfarzosi panni di Principe Giglio.

Artista precocissimo, fa il suo debutto interpretando un feto durante l'ecografia al pancione di sua madre. A tredici anni viene chiamato a interpretare il bambino della Kinder per il mercato olandese, ma il sorriso da predatore e lo sguardo da sadico psicopatico terrorizzano i consumatori e il fatturato della Kinder nei Paesi Bassi cala del 230%.

Tenta quindi la carriera militare: si iscrive all'Accademia di Polizia di PSV Eindhoven col sogno di diventare artificiere, ma a causa del suo daltonismo nelle esercitazioni non riesce mai a tagliare il filo verde e viene bocciato. Per campare svolge lavori saltuari: elettricista, meccanico, idraulico, musicista itinerante, insegnante di educazione fisica e tutti gli altri archetipi della cinematografia porno.
Purtroppo la sua carriera in patria stenta a decollare perché in Olanda, com'è noto, ancor oggi non è stato inventato il cinema. Si fa finalmente notare in Cannolo di carne, con Lando Buzzanca. Per questo film viene dichiarato colpevole di crimini di guerra contro l'umanità dal tribunale dell'Aia e costretto a emigrare negli USA.

I falchi della notte

L'attore tedesco che finge di essere Rutger Hauer si fa una canna

Nonostante una padronanza dell'inglese che non va oltre all'urlare PWNED! negli sparatutto online, Hauer prende parte a I falchi della notte, un vigoroso esempio di metacinema americano. In una cupa New York, completamente invasa dal crimine, si sfidano due uomini determinati: Sylvester Stallone e il suo insegnante di recitazione.
Rutger Hauer, qui nei panni di un rappresentante di palline per il mouse che fa la cresta sulla nota spese, fa suo il ruolo di viscido figlio di mignotta anche fuori dal set, e mentre Stallone dorme in camerino gli colora i denti con l'indelebile.
Stallone, a quanto risulta, non se ne è ancora accorto. Rischia di venire cacciato dal set poiché, durante la trasferta parigina, durante un giro in bici incontra una moldava sua ex alunna presso i corsi serali che, per rispondere ad un suo vecchio indovinello metà in olandese metà in russo, mima il gesto del solletico a mezz'aria provocandogli un'ilarità che dura quasi 52 ore con soste di non più di cinque minuti e e le riprese dovettero essere sospese, anche perché Stallone era convinto che ridesse del suo accento newyorkese e veniva preso da continue crisi isteriche. Pare che fu proprio Hauer a dire a Stallone "Ti spezzo in due" durante una delle sue magistrali improvvisazioni sul set per le quali divenne noto, dando al divo americano lo spunto per una sua ben nota pellicola futura. Subito dopo il successo del film, causato dalla sua geniale interpretazione, Hauer venne ingaggiato come sosia di David Gilmour, prendendosi la rivincita sulla produzione che aveva tagliato un suo solo di chitarra durante una delle scene clou del film. Suo maestro di chitarra è stato Karl Flora, noto chitarrista-batterista-cantante tedesco (già sosia di Paul Mc Cartney in molte delle sue ultime performance vocali con i Beatles, mentre curava una brutta raucedine) che interpreta Wulfgar nella sua versone barbuta- ma la produzione, per risparmiare, decise di non includerlo nei credits, così tutti credettero che Rutger avesse un look diverso all'inizio del film; e Rutger, villain anche nella vita, fece finta di niente. Karl, tipo molto umile e giocoso, non controllò neanche tra i credits, cosicché non venne mai a sapere che c'era stata una truffa ai suoi danni, povero patatone.

Blade Runner

Harrison Ford e Rutger Hauer in una scena di Blade Runner.

Nel 1982 Hauer azzecca la parte che lo consacra come alienato mentale agli occhi del mondo. Ridley Scott lo vuole in Blade Runner nel delicato ruolo di inserviente della mensa; Hauer minaccia di schiacciargli gli occhi con i pollici e ottiene la parte di Roy Batty, l'ambiguo replicante che uccide il suo creatore perché gli ha dato una vita di breve durata ma ricca di mestruazioni. È sua la famosa supercazzola:

« Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire. »

Fedele al metodo Stanislavskij, Hauer la improvvisa con un'ingombrante batteria da auto conficcata nel culo, per meglio calarsi nella delicata psicologia dell'androide.
Blade Runner ha avuto un enorme successo tra i nerd, totalizzando un incasso globale di oltre 25 euro (si sa che i nerd scaricano i film da internet) e ottenendo diversi premi, tra cui un Saturn Award per la Miglior Faccia da Cazzo a Rutger Hauer e un Premio Oscar per la Miglior Imitazione di Indiana Jones a Harrison Ford.

Il film è stato più volte rimaneggiato e tagliato in alcune sue parti; la versione finale uscita nel 2007, convertita in digitale, è l'unica a mostrare alcuni dietro le quinte, tra cui la celebre scena, non prevista nel copione, in cui Harrison Ford chiede a Hauer se ha da accendere e Hauer per tutta risposta gli brucia le ragadi anali con lo zippo.

Ladyhakwe

La locandina del film.

Hauer si cimenta anche nel genere cappa e spada in Ladyhawke, con Matthew Broderick nella parte del Topo e Michelle Pfeiffer in quello della topa. È la contrastata storia d'amore tra una principessa e un cavaliere, trasformati a causa di un sortilegio in una donna falco e in un uomo zerbino.
Ladyhawke ha il grande pregio di non strizzare l'occhio allo spettatore con il solito lieto fine telefonato: il film si chiude con Hauer e la Pfeiffer, finalmente riuniti, che si dirigono verso un futuro sereno cavalcando a pelo Matthew Broderick.
Purtroppo Matthew Broderick si spezza una zampa e i due sono costretti a sopprimerlo soffocandolo con un sacchetto di plastica.

The Hitcher - La lunga strada della paura

Dopo anni di ruoli sopra le righe Hauer decide di ritagliarsi una prestazione sobria e misurata in The Hitcher, dove è chiamato a dar vita a John Ryder, un autostoppista che trucida metà popolazione della California e stupra l'altra metà. Enrico Ghezzi ha definito John Ryder:

« Un personaggio disturbante, aberrante come un rigore di Stam e letale come un tackle di De Jong. »
(I Ghezzi Vostri)

C. Thomas Howell, il giovane attore coprotagonista, è terrorizzato da Hauer: ha un blocco della crescita e per anni va in cura presso tre psicologi, due dei quali immaginari. Ancor oggi quando sente pronunciare il nome di Rutger Hauer va in iperventilazione e si mangia i capelli.
Il film è al 13° posto nella classifica dei migliori horror di tutti i tempi e al 1° posto nella classifica dei peggiori documentari turistici sulla Route 66. Da The Hitcher è stato tratto un sequel per quattordicenni che è stato presentato in anteprima al Festival di Toronto. Rutger Hauer si è presentato in sala e ha manifestato il suo dissenso da quella che ha definito "una pura trovata commerciale" tagliando la gola da un orecchio all'altro a ogni singolo spettatore presente.

Rutger in L'uomo col pollice nel taschino, capolavoro intimista di Krzysztof Kieślowski.

La leggenda del santo bevitore

Arrivato alla fatidica soglia degli anta, Rutger cambia genere e prende parte a La leggenda del santo bevitore, un film biografia su sangiovese.
Basandosi sul libro Vita dei santi cool di Attanasio e sulle testimonianze di Lele Mora, amico di ogni personaggio pubblico dal Pleistocene a oggi, la pellicola diretta da Ermanno Olmi ripercorre le tappe salienti della vita del santo: l'infanzia, la vocazione religiosa, i primi amori, le cruente sfide dialettico-degustative col rivale San Crispino, il martirio per cirrosi epatica dopo aver rifiutato di abiurare il suo amato Dio color rubino.
La collaborazione con Olmi permette a Hauer di evidenziare l'aspetto più delicato, mistico e spirituale della propria personalità: l'attore si converte al cristianesimo e prende l'abitudine di flagellare col cilicio la sua colf filippina.

Barbarossa

Anche Rutger Hauer deve pagare il mutuo, tanto più se ha sperperato tutti i soldi nei coffeeeshop di Amsterdam. Renzo Martinelli lo sa bene e lo scrittura per la parte del vile, mellifluo, liberticida, extracomunitario e di certo anche un po' ricchione Federico I nel peplum ad alto contenuto emozionale Barbarossa. Il regista lo tenne apposta all'oscuro del contenuto leghista dell'operazione consapevole del suo orientamento marxista-leninista che l'aveva portato a venire cacciato dal set di un film sulle SS perché cambiava il saluto nazista con il pugno chiuso. Quando Hauer in seguito protestò per l'equivoco venne subissato di selciate durante un'anteprima , evento che gli ha provocato un trauma psichico tale da portarlo a tentare di suicidarsi schiacciandosi gli occhi memore del suo Roy Batty, ma dimenticandosi dei suoi occhi artificiali visto che, per immedesimarsi nella parte mentre girava Furia cieca,si era cavato entrambi i suoi originali ed aveva dovuto sostituirli con occhi di vetro infrangibile.

Barbarossa si è aggiudicato ben dodici statuette al Festival del Cinema Scevro da Ogni Tipo di Pregiudizio Etnico di Ponte di Legno, grazie all'ottima prova di Hauer e a una sceneggiatura che si attiene rigorosamente ai fatti così come sono stati ipotizzati da Umberto Bossi durante una sauna rilassante in un paiolo di polenta taragna.

Film mancati

Nel 1987 a Hauer viene proposto il ruolo di protagonista in Robocop, ma lui rifiuta dicendo che "ci sarebbe da vergognarsi a recitare con uno scaldabagno in testa". Preferisce invece prendere parte a Detective Stone, nel ruolo di un investigatore che dà la caccia ad un mostro mutante (un accorato Lino Toffolo) nato dagli scarichi del Petrolchimico di Marghera.
Detective Stone è una tale merda che il direttore della fotografia si cava gli occhi per autopunirsi e l'unica bobina disponibile del film viene sigillata in un'urna di piombo e gettata nella Fossa delle Marianne.

Nel 1994 l'attore olandese è in lizza per un ruolo in Intervista col vampiro, ma il progetto salta per problemi tecnici:

« Per questo film voglio un grande nome! Quell'attore là, come si chiama, quello olandese, Rudg.. Grund... Rotg... vabbè, chiamatemi Brad Pitt! »
(Regista del film)

Vita privata

Nel 1990 Rutger Hauer recita in Giochi di morte, la toccante storia di un campione di burraco allo stadio terminale. Sul set conosce Joan Chen, con cui convola a nozze due mesi dopo, incurante dei ripetuti "No! No! Per l'amor di Dio, NOOOO!" ripetuti da Joan Chen sull'altare e del nient'affatto trascurabile fatto che Joan Chen è un uomo.
La coppia ha anche avuto due figli, il che fa decisamente schifo. Nonostante questo dettaglio, Hauer ha fama di rubacuori irresistibile; tra le sue conquiste anche la sorella sosia di Carla Bruni, conosciuta mentre girava I Falchi della notte; pare che la stessa Carla Bruni abbia fatto togliere il nome della sorella dai credits del film appena compiuta la maggiore età, in quanto correva voce che nel 1981, cioè a soli 13 anni, lei ne dimostrasse già trentacinque. Pare che tra i suoi hobbies, Rutger Hauer abbia anche il calcio; nonostante abbia recitato la parte dell'allenatore olandese del Real Madrid in un film tanto brutto che è stato dichiarato innominabile su qualsiasi sito pena la scomunica a vita dal rango di essere senzienti, si è cimentato anche come portiere in una partita organizzata dalla sua ex studentessa moldava, dove il buon Rutger, nonostante il nomignolo di Profeta della porta, ha subito dieci goal dalla squadra amatoriale femminile di Chisnau, prendendo anche un goal su rigore dove è stato spiazzato ben 6 volte prima che la palla finisse in rete; tuttavia nonostante la figuraccia è riuscito a scongiurare il pericolo dell'undicesima rete con una mirabile parata di mignolo che gli ha fatto guadagnare una statua in cera presso la palestra locale, meta incessante di scagazzamenti di piccioni giganti.


Curiosità

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  • Durante la lavorazione di un remake femminile-porno di Conan il distruttore, si è immedesimato talmente nel ruolo del mago malvagio e del mostruoso suo alter ego viscidoso che l'attrice che faceva la Conan femmina (secondo fonti ben informate la solita moldava) dovette fare a pezzi dai cento ai duecento specchi per ferire il suo corpo altrettanto volte e ridurlo ad un autentico ammasso di vetri infranti che poi toccò a un suo cugino vetraio ricostruire come un corpo umano che poi venne fatto resuscitare recitando il monologo finale di Blade Runner.
  • Nonostante sappia parlare 37 lingue diverse l'unica lingua che sa parlare davvero correttamente è l'italiano, a causa di una malformazione del palato molle; sicché la sua vera voce non è mai stata usata in nessun film, anche se si vocifera che sia stato lui a dare la voce italiana a Jack Torrance. Ma quando il regista Stanley Kubrick inviò il telegramma di congratulazioni a un altro fece causa per il riconoscimento del suo operato, ma dopo aver ripetuto 666 volte il monologo di Roy Batty dovette essere operato alle corde vocali e la sua voce divenne talmente irriconoscibile che nessuno lo riconobbe nei credits quando doppiò in italiano Kurt Russel nel film La Cosa.


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