Mai dire - Speciale cinema

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(Rimpallato da La Febbra)
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Maccio Capatonda, bello come il Sole.
« Un'entità mala »
("Mani in alto")
« Esistono storie che non esistono... »
("L'uomo che usciva la gente")
« Un regista sotto le righe »
« Dottore, chiami un dottore!! »
("La febbra")
« Era un sabato di martedì notte »
(Ivo Avido in "Padre Maronno")
« La città è piena di criminali! »
(Giornalista a Padre Maronno)
« Ma sono criminali buoni »
(Padre Maronno in risposta al giornalista)


Con Shortcut Production S.p.A. o più semplicemente con Mai dire - Speciale cinema, si intende quell'azienda di produzione cinematografica che permette a Maccio Capatonda e compagnia bella di portarsi il pane a casa, divulgando così le grandi opere prodotte dai già citati attori.
Il programma va in onda ogni sabato di martedì notte solitamente quando avete gli occhi nei bulbi oculari e i pugni nelle mani.


Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, ci dispiace ma questo articolo non è presente sulla diabolica.
Vergogna wiki!

Attori

Maccio Capatonda

   La stessa cosa ma di più: Maccio Capatonda.

Rupert Sciamenna

   La stessa cosa ma di più: Rupert Sciamenna.
Avido, IVO incluso.

Ivo Avido

Ivano Avido (Da qualche parte, 7 gennaio 1978) è sicuramente l'attore che si lava di meno tra quelli del cast della Shortcut Production S.p.A.
Durante le sue apparizioni è sempre caratterizzato dall'abbigliamento da barbone, dal quale si presume che vita facesse prima di essere scoperto dal grande Bruno Liegi Bastonliegi.
Appare in numerosi film, come "Il sesto scemo" e "L'uomo che usciva la gente", ma il suo ruolo più grande è sicuramente l'interpretazione dell'assassino disturbato nella fiction di "Padre Maronno".
Attualmente è tornato da dove è venuto: sulle strade, a vivere di elemosine.

Fabbio Di Ninno

Il Libbro.
« Lei non si attiene alle sacre scritture! Lei non segue Il Libbro! »
(Fabbio Di Ninno interpretando il reverendo Scarlett Johassen)

Fabbio Di Ninno (Caracas, 14 gennaio 1969) è un enigmatico attore dalla vita privata molto tormentata. Nato da buona famiglia, passa un'infanzia felice.
Dopo poca gavetta e tante raccomandazioni da parte del ricco padre, Di Ninno comincia a sfondare nel mondo dello spettacolo.
Al massimo della sua notorietà viene ingaggiato per far la parte di un truffatore nel film "Il vecchio conio", per poi sparire dal grande schermo per più di due anni. Torna a farci sognare nella fiction "Padre Maronno" dove interpreta il reverendo Scarlett Johassen, un infido uomo di Chiesa che mette in discussione la santità di Padre Maronno. Sempre nel ruolo del reverendo rompicoglioni, compare nel lungometraggio "Il reverendo Scarlett Johassen contro Martin Lutero Jr." di Alejandro Ramirez Inariditu, mandato in onda su Rete 4 e Rai Uno. In questo film il reverendo scatena una mirabbile controriforma cattolica per fare fronte alle tesi rivoluzionarie dell'eretico Martin Lutero "Ginetto" Junior.

« Lei è un impostore che si prende giuoco delle povere menti! »
(Il reverendo Scarlett mentre scredita l'opera di Martin Lutero Jr.)

Herbert Ballerina

   La stessa cosa ma di più: Herbert Ballerina.

Anna Pannocchia

   La stessa cosa ma di più: Anna Pannocchia.
La travolgente bellezza di Katerine J. Junior.

Katherine J. Junior

Katherine J. Junior, pseudonimo di Caterina Gei Giuniori (Babilonia, 23 marzo 3000 a.C.) è un astro nascente, o astro morente, del cinema internazionale.
Ha cominciato la sua carriera da attrice a soli 73 anni, recitando una piccola parte nel famoso programma "Mummie", condotto da Tutankhamon dove recita la parte della mamma di Anubis.

Il successo cominciò quando fu scoperta per sbaglio, nei bagni di un Autogrill, dal famoso regista Ando Vais: grazie al suo talento e a qualche raccomandazione, riuscì ad avere parti di rilievo in film come "Ahia ma sei scemo?", nel ruolo della madre di Pappo, e "Rocchio 47", nel ruolo della moglie di Rocchio.

Riccardino Fuffolo in un inedito costume di scena.

Recentemente ha recitato la parte della fedele devota nella fiction di "Padre Maronno", dove ha lavorato con un cast d'eccezione, come Mario Maria Mario, Ivo Avido e Cameron Diaz.

Riccardino Fuffolo

Riccardino Fuffolo è una delle figure più misteriose e controverse mai apparse sullo schermo cinematografò.
Non si sa nulla di lui tranne che viene chiamato "Il Piccolo" nonostante sia alto sei metri e dodici (senza tacchi). Indossa un burqa disegnato da Dolce&Gabbana.
La sua figura malvagia è la protagonista di tutte le storie che lo vedono protagonista, e la sua massima espressività recitativa si ha quando alza le mani al cielo per compiere i suoi omicidi. Particolarmente rilevante la sua interpretazione del tizio misterioso in Kingdom Hearts.

Geeno

« Ma questo è un coglione! »
(Rupert Sciamenna su Geeno)
Geeno nel pieno della sua giovinezza e forza nel film "Ahia ma sei scemo".

Lueegi "Geeno" Lo Pugno (Hong Kong, 9 ottembre 1972) fa parte di quella ristretta cerchia di attori che hanno raggiunto la notorietà solamente grazie alla propria abilità nel campo delle arti marziali, pur avendo lo stesso talento recitativo di un criceto paralizzato.
Da piccolo fu iscritto dai genitori alla "Palestra delle sacre arti del combattimento di Roncobilaccio", dove imparò il karate, il judo e a la ricetta del tacchino coi pinoli.
Grande amico di Steven Seagal e di Jean Claude Van Damme, riuscì a creare con il loro aiuto la famosa e micidiale tecnica del Pugno di lato, ed è tutt'ora l'unica persona in grado di saper usare questa tecnica senza essere sopraffatto dalla sua stessa forza distruttiva.

Geeno fu scoperto per la prima volta dal regista Pelo Ponneso, che lo osservò mentre faceva piangere dalle botte un muro.
Ha recitato nei film "Ahia ma sei scemo" nel ruolo di Bappo, in "Rocchio 47", nella parte di Joe Rocchio da giovane, nonché in numerose altre comparse minori.
Si dice che sia il fratello segreto del famosissimo ballerino Billy Ballo a causa dell'incredibile somiglianza fra i due. Ma sono solamente voci di corridoio.

Nick Malanno

   La stessa cosa ma di più: Nick Malanno.

Mario Maria Mario

«Redimimi!»
Mario in lacrime : Ho rubato una mela per sfamare i miei orfanelli

Ispettore Santo MaroPonda : A morte!


Mario Maria Mario (Vergate sul Membro, 0 gennaio 1912) è l'autentica rivelazione della fiction "Padre Maronno", ma tutti quanti ci ricordiamo di lui semplicemente per il suo nome di merda.
Fa il suo esordio nel celeberrimo film "Tre Mazzate Sui Coglioni". Qui viene notato dal regista, Tafazzi, che lo farà conoscere all'intraprendete Maccio Capatonda, il quale trasformerà sin da subito Mario in una grande star del cinema internazionale.
Attualmente Mario è impegnato nella produzione della pellicola "Mario Maria Mario, una vita di stenti e di miserie", pellicola autobiografica scritta e diretta da lui stesso.

Registi

Bruno Liegi Bastonliegi

   La stessa cosa ma di più: Bruno Liegi Bastonliegi.

Pelo Ponneso

   La stessa cosa ma di più: Pelo Ponneso.

Arminiodavondasinatoeri

   La stessa cosa ma di più: Arminiodavondasinatoeri.

Ando Vais

Ando Vais è un regista di fama mondiale. O più che altro è affamato. Nasce a Canicattì il 23 marzo 1953.

Fin da giovane è attratto dal mondo del cinema e comincia dai lavori più umili per giungere al mestiere di regista come allievo di Frank Capra.
Seguendo le orme di quest'altro regista siciliano arriva ad Hollywood dove entra in contatto con varie correnti, tra le quali quella elettrica, infatti da allora in poi si sentirà spesso dire "Ma sei folgorato?".

Ando Vais nei suoi film fa ampio uso della suspense e di tecniche quali il coupe-de-teatre, il coupe-de-etat, l'escamotage e l'escargot.

Ma Ando Vais è famoso soprattutto per i suoi thriller mozzafiato come il suo film d'esordio L'ammazzatore premiato dalla critica con 33 telecazzi d'oro.
Grazie al capolavoro Pazienza il regista ha conquistato l'Oscarrafone nella categoria Èbbelloammammasua, riconoscimento che lo ha definitivamente affermato sulla scena mondiale.

Nella sua carriera può vantare numerose collaborazioni con registi del calibro di Bruno Liegi Bastonliegi, Ennio Annio, Alejandro Ramirez Inariditu e Pina Sinalefe, oltre naturalmente a divi da copertina come Maccio Capatonda e Rupert Sciamenna.

Michele Muro

Prova inequivocabile dei danni causati dall'acqua: il sale viene sciolto da una quantità minima di liquido.

Michele Muro (Reggio Calabria, 24 maggio 1955) (da non confondere con Michael Moore, brutta copia statunitense che cerca di imitarlo) rappresenta l'emblema e il porta bandiera della critica internazionale alle società acquifere, per un mondo privo d'acqua, sostanza tossica pericolosissima. Famosissimo, è anche molto imitato e parodizzato, soprattutto in America, dal comico Michael Moore.

Una volta raggiunta l'età adulta tenta di sfondare nel cinema, e in effetti grazie alla sua stazza sfonda un paio di poltrone nel cinema sotto casa.

Come ha raccontato nella sua autobiografia, da piccolo fu traumatizzato quando gli cadde il tovagliolo di carta in un bicchiere pieno d'acqua e tirandolo su notò che si era totalmente sciolto.
Ma la cosa che lo inorridiva era il fatto che le aziende acquifere fossero in grado di convincere i consumatori, attraverso campagne pubblicitarie ricche di messaggi subliminali, della totale innocuità dell'acqua, anzi, li convincevano che faceva bene alla digestione, alla diuresi e a una dieta povera di sodio.

Per anni ha raccolto documenti e testimonianze raccapriccianti sui danni causati dal consumo continuato di acqua: deformazioni, lobotomizzazioni, dipendenza, tifo e tifo per l'Inter.
Le interferenze e l'intromissione nei propri interessi ha scatenato la reazione della potente lobby delle sette società acquifere, le famose sette sorelle, che hanno sporto denuncia per diffamazione.

Ma questo non lo ha fermato, anzi lo ha reso ancora più caparbio e il suo grido di protesta contro un mondo insozzato continuamente dall'acqua lo ha portato a vincere la prestigiosa Parma d'Argento al Festival di San Daniele, con il suo documentario-denuncia Fernet 9/11°.
Il premio gli è stato consegnato direttamente dalle mani di Quentin Tarantino.

Una foto recente del regista. Il colore dei capelli è causato da una rara malattia che lo costringe da anni ormai a cibarsi con l'ano e a defecare con la bocca.

Alejandro Ramirez Inariditu

Alejandro Ramirez Inariditu è un regista famoso in tutto il monte nato a Cittiglio il 29 febbraio 1968 da una coppia di cartomanti boliviani.

Grazie alle dimensioni del suo membro riesce a sfondare nel mondo del cinema porno.
Alejandro diventa aiuto-eiaculatore dei più celebri attori del panorama pornografico ma perderà il lavoro in seguito a una diatriba circa le vere dimensioni del pene di Rocco.

Decide allora di diventare regista autonomo e nel 2005 dirige il noto colossal "Ahia, ma sei scemo?" tratto dal romanzo di Homer Jujanjuje.

Opere

Film

Babbi l'orsetto

   La stessa cosa ma di più: Babbi l'orsetto.

Noto film realizzato dai produttori di Terror.org, dal regista e dall'aiuto regista de L'Ammazzatore e dal capo elettricista di Tension.

Parla del ritorno dell'orsetto Babbi e della sua incredibile tenerezza.
Pluripremiato per il miglior cartone che rutta al festival delle cannes e come miglior film per bambini ritardati a Pippewhood.

La Febbra

Maccio Capatonda mentre viene a conoscenza del terribile male che lo affligge.
« Un virus a cui non puoi sfuggire ma neanche proprio guarda io ci ho provato niente! »


La Febbra è un film di Ennio Annio, tratto dal romanzo del premio Oscar Luigi Scalfaro Phil Norimberga, che Vanity Fair ha definito "Un capolavoro con la Q maiuscola".

La Febbra è un'atroce malattia che colpisce il malcapitato Bobbo, un giornalista televisivo magistralmente interpretato da Maccio Capatonda. I casi documentati fino a oggi sono stati due. La malattia, per un inspiegabile motivo, deve essere ignorata perché fa parte di un disegno molto più grande e dispendioso.

La pellicola vede l'esordio di Amalia Frellioje, nei panni della moglie di Bobbo, di Ektor Baboden, nei panni del dottore che omette le cure a Bobbo, e, soprattutto, del piccolo Riccardino Fuffolo, per la prima volta sullo schermo cinematografò.

La Febbra 2

Maccio Capatonda chiama il 118 dicendo di avere la Febbra 2.
« Il peggio è tornato! »
(Slogan promozionale)

La Febbra 2 è il sequel del celeberrimo film La Febbra.

Gli attori sono gli stessi di quelli che compaiono in La Febbra.
L'interpretazione migliore è sicuramente quella di Riccardino Fuffolo, for the second time on the Cinematografò screen.

La saga de La Febbra ha avuto un successo interplanetario tanto che è in fase di realizzazione anche il musical, ispirato al capolavoro capatondiano, "La Febbra del sabato sera".

Il vecchio Conio

La locandina de Il Vecchio Conio, il film che consacrò Rupert Sciamenna come regista.
« Una volta agganciato il pollo,
lo spennavano per bene... »

Il Il Vecchio Conio fece la sua comparsa la prima volta nel programma televisivo Affari tua?, presentato da Paolo Bonolis, il quale diceva che il Il vecchio Conio fosse ricchissimo: non faceva che parlare dei «miliardi del vecchio conio».
Grazie a questo film, che lo ha consacrato al grande pubblico, Rupert ha vinto il "David di Raffaello" e un buono sconto da MediaWorld.

Il Il Vecchio Conio è anche il primo film diretto e interpretato da Rupert Sciamenna.
Vanta un cast d'eccezione: "Marcio" Capatonda, Ivo Avido, Fabbio Di Ninno ed Ektor Baboden.
Da non dimenticare la partecipazione in prima persona proprio del Vecchio Conio, co-protagonista con Rupert Sciamenna e protagonista indiscusso della scena finale.

Quattro loschi individui avevano iniziato a estorcere denaro alla gente organizzando partite truccate di ramino e briscola con il morto; il loro era "un meccanismo ben oliato", ma non avevano ancora fatto i conti con Conio (magistralmente interpretato da Rupert Sciamenna), esperto giocatore di poker Mexican Hold'em, scala quaranta e scala Mercalli.

Rupert viene così invitato a una partita clandestina di poker e i quattro delinquenti riescono in breve tempo e con una serie di impercettibili segnali codici a fare andare Conio sotto di 20 000.
Stavano per fare il colpo della loro vita, ma ecco che Rupert, con una risata da ebete, piazza sul tavolo il vero protagonista di tutto il film: il Vecchio Conio.
Nello stupore generale Marcio e i suoi si guardano sbalorditi, Rupert se la ride e si alza dal tavolo in un finale hitchcocchiano.

Momenevado

Momenevado è un film di Bruno Liegi Bastonliegi, parzialmente basato sul libro I diari della motoretta di Bastione Grande Sasso.
I protagonisti sono Maccio Capatonda e Nick Malanno. Particolarità del film è il fatto che sia girato totalmente nell'atrio del palazzo dove il regista abitava e la trama si svolga attraverso flashback narrati indirettamente.

Bruno (Maccio Capatonda) e Kecco (Nick Malanno) sono amici intimi sin da bambini.
Una sera, Kecco va a cena con una ragazza, Ina (Pina Sinalefe), con la quale ha una storia d'amore piuttosto profonda. Successivamente, Ina incontra un anziano ricco e famoso del quale si innamora per l'ingente quantità di soldi a disposizione.

Ina lascia Kecco, che cade in depressione. Kecco inizia a bere, arriva vicino al suicidio, sino a quando, un giorno, non si consulta con l'amico Bruno.
Bruno, purtroppo, sta lasciando l'appartamento per andare a fare la spesa, e Kecco, ritrovandosi solo, si suicida. Dopo tre giorni, secondo le scritture, Kecco resuscita e siede a destra di Bruno. E tutti vissero felici e contenti.

Ahia, ma sei scemo?

Bappo puggile dopo il pugno dell'avversario. Anch'esso puggile.

Ahia ma sei scemo? è un film di Alejandro Ramirez Inariditu tratto dall'omonimo romanzo di Homer Jujanjuje, con Maccio Capatonda, Rupert Sciamenna e il bravissimo Geeno (il cui vero nome è Lueegi Lo Pugno), nel ruolo del pugile Bappo.

Il film è un classico Bildungsroman che narra la crescita interiore del giovane Bappo, un demente il cui principale passatempo consiste nel trascorrere i pomeriggi percuotendo i muri della città.
Bappo trova la sua strada e si realizza quando il prepara-tori di boxe Maccio Capatonda ne scopre le potenzialità agonistiche e si offre di addestrarlo nella nobile arte del pugilismo.
Pappo diventa così un giovane demente, però puggile. Impara a sciancare passanti e a storpiare parenti facendo uso della micidiale tecnica del pugno di lato.

La svolta nella sua esistenza e in quella del suo allenatore avviene quando un noto promoter di boxe, Don Rupert Sciamenna, accetta di ingaggiarlo per un match; le cose, tuttavia, prenderanno una piega drammatica a causa di un tragico equivoco: Bappo apprende, quando ormai è troppo tardi, che essere puggile implica la pratica del pugilismo.

Mobbasta

Mobbasta è il primo episodio della trilogia del nonnepossopiù: il film narra di Vibo Valente, alias Maccio Capatonda, e della monotonia della sua vita scandita continuamente dalla voce di uno speaker fuori campo.

Vibo Valente è un uomo comune: ha un lavoro, una casa con giardinetto, un mutuo a basso costo, scooter, monovolume, colesterolo basso, guarda i programmi TV, ha una moglie, dei figli; è il cittadino standard.
Un giorno, irrimediabilmente, si accorge del fatto che la sua vita fosse troppo monotona e che ogni tentativo di farla cambiare la facesse tornare come prima, come in un circolo vizioso.

Si mette a vendere carciofi all'angolo di una strada, vomita un elefante dalla bocca insalivandolo con la colla vinilica, indossa una camicia rossa con la cravatta a pois viola senza, tuttavia, ottenere il risultato voluto.
Nulla riesce, infatti, a sconvolgere l'ordine della sua vita, rigidamente scandita dalla voce dello speaker.

Tutto questo finché, un giorno, Vibo Valente decide di ribellarsi alla monotonia della vita trovando il coraggio di urlare «Mobbasta!» e «Mobbasta veramente però!».
È senza dubbio un film ricco di spunti per una riflessione sulla società di oggi.

Ahia – Una toccante introspezione sul dolore

Ahia - Una toccante introspezione sul dolore è un film di Bruno Liegi Bastonliegirealtà, l'onnipresente Maccio Capatonda.
Il film è, in realtà, formato da una serie di episodi di vario genere e stile, diretti con maestria dal poliedrico regista, che qui è anche direttore della fotografia e montatore.

È suddiviso in quattro semplici episodi:

  1. Emmorta: Anna Pannocchia viene trovata morta nel bagno di casa con un proiettile conficcato nella schiena; secondo l'Ispettore Catiponda si tratta di suicidio.
  2. La storta: Rupert Sciamenna prende una storta mentre gioca a bocce nel circolo per anziani.
  3. La solitudine: Nick Malanno uccide l'ultimo degli immortali con una spada laser e soffre per questo di solitudine, e ora sono cazzi suoi.
  4. L'amante: Amalia Frellioje non ama più Bobbo perché si è aderito e lo tradisce con Fabbio Di Ninno.

Alla fine, Maccio Capatonda decide di sfogare le sue frustrazioni menando un passante.

Anche no

Quest'uomo potrebbe sembrare intelligente, ma anche no!

Anche no è un film che racconta di un uomo misterioso, sotto le cui spoglie si cela Maccio Capatonda, il cui ultimo si atteggia a moderno paladino della nostra era, nonostante indossi un anacronistico copricapo alla Napoleone che di moderno ha ben poco.

Il finale è alquanto tragico: nonostante quest'uomo sia in grado da solo di cambiare il mondo e le sorti dell'umana stirpe, egli rifiuta e liquida le speranze di sei miliardi di persone con un sentenziale "Ma anche no!".

Grazie al grandissimo successo ottenuto da questo capolavoro, il Ma anche no è diventato un neologismo di largo uso. Eccone alcuni esempi di utilizzo:

Povero sfigato : Ti va di uscire con me?

Ragazza figa : Ma anche no...

Sfigato davanti allo specchio : Sono l'uomo più fortunato al mondo!

Specchio rotto : Ma anche no!

Esse come Savona

« Un'immagine... un suono... EHH!!! »
(Pelo Ponneso)

Esse come Savona è la seconda opera prima del genio di Pelo Ponneso realizzata dai creatori di "Ugo per tutti, tutti per Ugo".

Il cast è formato dai seguenti personaggi:

  • Maccio Capatonda nei panni di un rapper e un pazzo automobilista.
  • Fabbio Di Ninno, amico di Maccio anche se il suo ruolo nella trama del film non è del tutto chiaro.
  • Rupert Sciamenna nei panni del direttore di un'azienda della quale non si conosce né il nome né lo scopo; probabilmente si tratta della stessa ditta acquifera che gestiva nel film "Fernet 9°/11°".

A tutt'oggi la città di Savona ha querelato più volte Pelo Ponneso e il suo cast per diffamazione.
La Corte suprema ha dato ragione al regista, che, come risarcimento, ha avuto la soddisfazione di realizzare un altro film quale "T di Torino; R di Roma".

Burle

Una delle scene più ricche di suspense.
Uomo rapito : Ispettore, lei deve farmi giustizia! Mi ha rubato i 13 anni più giovani della mia vita!

Ispettore : Signore... Lei mi conferma che è tutto vero?

Uomo rapito : ...no!

Uno dei film più drammatici e toccanti recitati dai grandissimi Maccio Capatonda, Rupert Sciamenna e Geeno.

Il film inizia con il ritrovamento di un barbone (Maccio Capatonda) da parte di un agente di polizia (Geeno). L'uomo afferma di essere stato rapito e tenuto prigioniero per 13 anni.
Accompagnato in questura dal poliziotto incontra il comandante delle forze dell'ordine (Rupert Sciamenna) e, dopo varie ricostruzioni e indagini, viene riconosciuto il possibile rapitore, il famigerato Zack Canasta.

Tra colpi di scena, suspense e misteri, alla fine del film si scopre che il rapimento... fosse stato tutta una cazzata, come da titolo, Burle, inventata e messa su per combattere la noia di un pomeriggio in cui il baretto era chiuso.

Rocchio 47

Un giovane Joe Rocchio nel 1475; aveva già i pugni nelle mani...

Un vecchio decrepito, Joe "Ho i pugni nelle mani" Rocchio, dopo un glorioso passato nel puggilismo prende la decisione di tornare a combattere.
Il vecchio continua a sentire una bestia dentro di sé e, nonostante il viagra ormai riesca solo a evitargli di pisciarsi sulle scarpe, in preda alla nostalgia decide di tornare ad allenarsi.

Maccio Capatonda si offre di allenare Joe, il cui ultimo, dopo 15 anni passati sul divano a guardare La vita in diretta, si rialza incredibilmente con la grinta di un ragazzino paraplegico.
Capatonda, intanto, fissa il primo incontro; tuttavia, Ivo Avido accetterà di far combattere Joe, solamente dopo aver avuto un amplesso con la moglie di Rocchio, che per il bene del decrepito marito, donerà il suo corpo al cinico manager.

Il giorno dell'incontro, proprio a pochi secondi dall'inizio del match, mentre il telecronista commentava entusiasta "Non ho mai visto tanta vecchiaia in un solo uomo!", l'arbitro tristemente annuncia: "Si è spento di vecchiaia...".

Maccio sbalordito, non riuscendo ad accettare la morte del bicentenario pugile, rimane sconcertato mentre il pubblico piange la fine di un mito e Ivo Avido fugge con Katherine J, Junior in qualche spiaggia tropicale dove la sposerà in seguito a una notte di fuoco.

Natale al cesso

Natale al cesso è un film cult con Maccio Capatonda.

Il film è il classico cinepanettone che Maccio Capatonda arricchisce magistralmente con elementi tipici del cinema post-neo-anal-realista che vede l'eroe lottare strenuamente per realizzare i suoi ideali contro una sorte crudele e beffarda.
La vicenda si svolge in un albergo di montagna, metafora di felliniana memoria che rappresenta il paradiso perduto, ma anche no...

Nel finale la storia viene ricondotta a quel non-luogo, il cesso appunto, dove, libero da ogni inibizione di natura sociale, l'essere umano può finalmente ritrovare se stesso ed esprimersi liberamente nelle forme artistiche più elevate.

Il film è frutto della straordinaria collaborazione di due esponenti di spicco del cinema d'essai: Mario Mariani e Aurelio Aureliani.
L'apporto di Ando Vais nella sceneggiatura viene reso palese dai rapporti sodomitici che avvengono con l'uso della punta dell'albero di Natale, nei quali si può leggere il prevalere degli istinti primitivi sul consumismo onnipresente nella vita dell'uomo moderno.

Se si potesse riassumere questo film in una sola frase, questa sarebbe senz'altro quella più significativa:

« Stasera, zuppa demmèrda! »

Giammangiato

Un tizio che, come è evidente, ha giammangiato.

Un film drammatico tratto dall'anonimo romanzo di Manlio Cavaldonati per la regia di Ennio Annio.

È sera, è buio, una stazione, tre persone si incontrano casualmente. I tre si conoscono, anzi, erano amici molto legati in gioventù: inizia la carrellata dei ricordi, delle avventure passate insieme, la paresi di Umberto che non lo ha mai abbandonato, e le pizzate.

Già, le pizzate! Quale migliore occasione per recuperare almeno un po' dei bei giorni andati?
Gianni propone di andare tutti in pizzeria e a bersi un gingerino, ma... Mario abbassa la testa e oppone uno sconvolgente rifiuto.

Inutilmente i due amici chiedono spiegazioni, in un climax di pianto e drammaticità: quale segreto cela l'amico d'infanzia, forse è stato violentato da un pizzaiolo, oppure ha perso la fiducia nel mondo? Infine, Mario confessa che ha giammangiato!

L'uomo che usciva la gente

Dai creatori di Brodo di Gocciole, un nuovo film che ha fatto sognare intere generazioni e ne ha fatte suicidare altrettante.
Dal genio di Bruce Lagodigarda, una struggente storia d'amore, ballo e passione...

Billy Ballo e Mariottide sono punti di riferimento per i giovani d'oggi.

Fernandello, figlio di Mariottide, ha un sogno: quello di fare l'usciere. Il padre non è d'accordo e lo iscrive a un provino di danza.
Qui conoscerà la stupenda Anna Pannocchia di cui egli si innamora, e sarà proprio l'amore unito alla promessa di fidanzamento in caso di riuscita emulazione di Billy Ballo, il miglior ballerina del mondo, che spingeranno il giovane Fernandello a continuare sulla strada della danza.

Dopo gli inizi difficili, è grazie all'intervento di Kledi che Fernandello capisce di non poter emulare Billy Ballo ma che debba essere se stesso: cioè un asino.
Così, dopo fatica e dolore (come dice lo stesso padre: "Deve fare male!"), Fernadello arriverà a eseguire l'ormai mitologico Passo dell'Asino... ma l'inconveniente è dietro l'angolo e, con un tanto rapido quanto involontario gesto delle mani, egli "esce" la giuria tornando, dunque, a coltivare il suo sogno di una vita: quello di fare l'usciere!

Il cast è d'eccezione:

  • Il talento inespresso di Bipbip Ballerina nel ruolo di Fernandello.
  • Una straordinaria Anna Pannocchia nei panni della musa ispiratrice di Fernandello.
  • Il candidato al Golden Gol Billy Ballo nel ruolo a lui consono del miglior ballerina del mondo.
  • Il plurirattristato Mariottide nel ruolo di padre di Fernandello.
  • Kledi nel ruolo fatto su misura per lui di calendario parlante.

Questo film vinse sette premi Oscar nel 2007:

Per Un Pelo

« La faresti un po' più blu? »


La spiata. Questa scena fu considerata una pietra miliare del cinema d'azione.

Pelo Ponneso si mette all'opera con un cast d'eccezione.
Un assassino, braccato dalla polizia di mezza provincia, intende uccidere lo speaker di un famosissimo film in produzione (interpretato da Maccio Capatonda); in seguito a numerosi omicidi e a un'importante soffiata da parte di una spia infiltrata nella regia, interpretata da un accattivante Herbert Ballerina, si riesce a trovarlo. Ma Maccio riscrive la storia grazie al potere del narratore, che consiste nel poter decidere quello che l'assassino debba fare, facendogli prendere prima una botta in testa e poi, successivamente, facendogli venire un infarto. Il film termina con una frase che rimarrà nella storia del cinema mondiale:

« Tutti salvi per un pelo! »
(Maccio Capatonda conclude il film)

Cast:

  • Un'interpretazione da Premio Nobel di Maccio Capatonda.
  • La dote indicativa di Herbert Ballerina.
  • Il blu di Ivo Avido.
  • La frequente parlantina del killer.

Il sesto scemo

Film presentato dal famosissimo Aldo Maria Gianluca e candidato al premio Omararminiodavondasinatoeri, il quale tratta di un povero ragazzo sfigato (il popolarissimo Herbert Ballerina, reso celebre dalla grandiosa interpretazione nel film "L'uomo che usciva la gente") e dello psicologo pedofilo (il già rinomato Maccio Capatonda, del quale ricordiamo l'interpretazione in "La Febbra", un cult del cinema italiano e mondiale), che lo trova per strada e gli propone un passaggio a casa.

Una delle presenze si fa beffe del ragazzo facendolo assistere a una scena a cui nessuno potrebbe mai credere.

Capendo, però, che il bambino si infilava gli scarabei stercorari nel naso per giuoco dalla mattina alla sera, e che per colpa di questi aveva ormai raggiunto il quoziente intellettivo di Cristina Del Basso e non poteva più rispondere delle sue facoltà mentali, decide di aiutarlo.

Assillato da uno strano disagio, non vuole spiegare allo psicologo il suo problema: vede delle cose strane, magari anche dovuto alle enormi quantità di sostanze stupefacenti somministrate in tenera età.

È convinto che nessuno, nemmeno lo psicologo, possa credergli, perché il suo è un disturbo molto strano, un qualcosa di inspiegabile, quasi più del perché Silvio Berlusconi sia stato presidente del Consiglio...

Non può uscire dalla macchina, non può camminare per strada, non può parlare con nessuno: viene sempre disturbato da queste presenze, irritanti e sfuggevoli.

Finalmente, dopo essere stato costretto dallo psicologo a giocare al dottore sul divano di casa sua, essendo entrati in intimità, riesce ad aprirsi e a dirgli la verità: "Io vedo la gente scema... tu sei il sesto!"

Il film si conclude con lo psicologo che fa il cretino con un cappello in testa, ed emette i versi di un pollo. Un finale che riflette la realtà contemporanea.

Musical

Billy Ballo

   La stessa cosa ma di più: Billy Ballo – The musical.

Fiction

Padre Maronno

   La stessa cosa ma di più: Padre Maronno – L'uomo a cui appiopparono la santità.

Premi

Premio Oscar Luigi Scalfaro

   La stessa cosa ma di più: Oscar Luigi Scalfaro.

Riconoscimento di cui possono vantarsi solo le più grandi personalità nel mondo dello spettacolo o della prostituzione acrobatica in fa maggiore.
Fu istituito in onore dell'ex Presidente della Repubblica perché il semplice premio Oscar non era considerato all'altezza dei migliori attori del monte come Maccio Capatonda e Rupert Sciamenna.

Premio Omararminiodavondasinatoeri

Uno dei premi più ambiti. Ne fu premiato solo il film Urgenze (unico in nomination), dove Maccio Capatonda cerca disperatamente un bagno correndo su è giù per la città.

Premio Parma D'oro al Festival Di San Daniele

Premio vinto solo dal film "Fernet 9/11°" e dal regista Nevio Nave. La coppa rispetta in pieno il nome, perché è una palma con del prosciutto crudo sopra.

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