Revenant - Redivivo

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Revenant - Redivivo - Quello Che Sembra Che Muore E Invece No
Hugs si accorge di aver perso il cellulare
Titolo originaleThe Revenant
Generemattone
Regiaun messicano cui è andata di lusso
Soggettodal romanzo Le mirabolanti palle raccontate da Hugh Glass
Effetti specialinon c'erano soldi
Interpreti e personaggi
  • Leonardo DiCaprio: Hugh Glass
  • Tom Hardy: John strunz Fitzgerald
  • Forrest Goodluck: il figlio meticcio ma totalmente indiano di Glass
  • Un grosso orso incazzato: il grosso orso incazzato
« Ma quando si tromba? »
(Leonardo Di Caprio, sfogliando il copione)

Revenant - Redivivo (The Revenant - The Rediviv) è un lungometraggio del 2015 co-scritto, co-diretto, co-prodotto dal regista messicano Alejandro Gonzàlez Iñárritu basato in parte su un romanzo che si basa in parte sui racconti della vita di un cacciatore di pelli, che si basano in parte sulla realtà ma soprattutto sull'alcolismo del cacciatore in questione, un certo Hugh Glass, vissuto a cavallo (ma anche dentro il cavallo se qualcuno ha visto il film) tra Settecento e Ottocento nel nord Dakota, uno stato la cui montagna più alta misura circa 1000 metri, mentre il film pare ambientato su un altopiano tibetano.

Il film ha riscosso notevole successo da parte della critica ancor prima di uscire nelle sale per il semplice fatto che il protagonista, Leonardo Di Caprio, in 2 ore e mezza apre la bocca solo in tre occasioni per parlare. Il resto del tempo lo passa a bere, mangiare, ruttare, grugnire e fare le linguacce, grazie anche al fatto che per risparmiare sugli effetti speciali la scena dell'orso è stata girata con un vero grizzly non addestrato. Ciò gli è valso il suo primo Premio Oscar, che non ha mai ritirato per paura di incontrare di nuovo l'orso.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Revenant - Redivivo

Trama

Forse questo lo hanno messo dopo.

Nord Dakota, 1823: Hugh Glass, rappresentante di Greenpeace per il nord America, viene assunto come guida per una battuta di caccia alla ricerca di pelli e pellicce da vendere su Ebay. Durante la spedizione il gruppo riceve la visita poco amichevole degli indiani Arikara, incazzati più per il nome che portano che non per vedere depredato il loro territorio: i primi 10 minuti del film lo testimoniano con sparatorie, accoltellamenti, esplosioni e incontri di boxe senza arbitro. Hugh si salva, e con lui una dozzina di uomini compreso il figlio avuto dopo una trombata storia d'amore con una indiana della tribù Pawnee, altro nome ridicolo...altra tribù incazzata.

Quando il peggio sembra essere passato, sulla via del ritorno, avviene quello che non ti aspetti: l'incontro ravvicinato con una femmina di orso Grizzly, incazzata pure quella. In un contesto normale lo scontro con un animale grosso quanto un Suv in pelliccia non avrebbe storia, ma se muore il protagonista finisce tutto e non avrebbe senso portare nelle sale un film che dura appena venti minuti. Così, dopo un corpo a corpo abbastanza turbolento, Hugh ha la meglio riportando lievi ferite mortali. Il capitano della spedizione intuisce che ben presto la loro guida potrebbe divenire concime per il terreno, e per facilitarne il processo, ordina a due volontari sotto compenso (tali Bridger bimbominkia e Fitzgerald detto "u traditore") di scavare una bella buca e aspettare il processo di decomposizione.

« Hugh, sei d'accordo se ti lasciamo qua a marcire fino alla fine dei tuoi giorni? »
« Gnngngngnngngn »

Ma Glass resiste, i giorni passano, la rata del mutuo sta per scadere e Sanremo sta per cominciare; Fitzgerald comincia a spazientirsi: riferisce al compagno bimbominkia che l'uomo nero si avvicina dopodichè ripone per sbaglio il coltello nello stomaco del figlio di Hugh. Tutto questo sotto gli occhi dello sventurato che, legato come un arrosto pronto a entrare in forno, si lascia andare a un disperato

« Gnngngngnngngn »
di 2 decibel.
Il figlio di Hugh: tutto suo padre.

Bridger e Fitzgerald tolgono il disturbo e si incamminano verso il campo base, mentre l'immortale guida preferisce strisciare anche perché nel frattempo ha perso l'uso delle gambe. Generalmente a questo punto della visione chiunque comincia a cercare su Gugol la parola ipotermia, ma torniamo alla trama:

L'orso durante una pausa delle riprese.

Dopo aver percorso numerosi millimetri, Glass incontra un altro orso (magari) un indiano solitario... e incazzato ovviamente. Quest'ultimo però anzichè prenderlo a calci nel culo decide di aiutarlo: dapprima sputandogli addosso del cicatrene e, in un secondo momento, costruendo in 6 minuti netti una capanna con caminetto, sauna e centro benessere. Nel corso della nottata il paziente migliora riuscendo persino a dormire sognando i bei tempi passati con la propria compagna, le compagne di scuola, le prime avventure e quella volta che voleva uscire a tutti i costi con la tipa conosciuta alla sagra della marmotta . In poche parole: vaneggiava.

La mattina seguente l'indiano rimane incastrato con il collo attorno a una fune nell'intento di salire su un albero, e muore. Glass è di nuovo solo, ma adesso, grazie alle cure ricevute e sessanta lattine di redbull, di nuovo in forma. Poco distante, un gruppo di cacciatori francesi, parcheggiati i propri cavalli, organizza una festicciola con tanto di indiana legata all'albero pronta per essere violentata. Hugh li nota e rimane interdetto di fronte a una scena simile: tutti quei cavalli pronti per essere rubati, occasione da non perdere. Detto fatto, libera la ragazza per attirare l'attenzione e si fotte un cavallo per scappare veloce verso la base.

Mentre pregusta la vendetta chi compare? Loro, sempre loro, gli indiani incazzati.

« Gnngngngnngngn »
(traduzione: ma porca troia! Possibile che in settordicimila chilometri quadrati incontro sempre questi cazzo di pellerossa?)

Nasce un rocambolesco inseguimento con tanto di base jumping da un burrone, con il cavallo al posto del paracadute. L'equino si spezza l'osso del collo mentre Glass atterra dolcemente dopo essere rimbalzato un centinaio di volte tra i rami di un albero (scena questa che ricorda vagamente un altro lungometraggio). Di nuovo a piedi, ed esclusa la possibilità di fare l'autostop, Hugh continua il suo cammino quando, al limite delle due ore di film, incontra finalmente il capitano della spedizione. Giusto il tempo di raccontare come sono andate le cose...

« Gnngngngnngngn »

... e il protagonista si lancia alla ricerca di "u traditore". Lo trova e lo concia per le feste, ma quando sta per sferrare il colpo mortale lo lascia andare lungo un torrente lasciando la sua vendetta agli indiani incazzati che, manco a dirlo, stanno passando di lì per caso.

Produzione

Cast

Per quanto le attuali normative di Hollywood prevedano l'uso per almeno il 25% di negri nel cast, Revenant non ne inserisce neanche uno perché se no poi i messicani non vanno a vedere il film.

Riprese

Per ottenere il massimo realismo, Iñárritu impone di girare il film solo con luce naturale in luoghi inaccessibili, senza CGI, e non gira alla fine del Settecento solo perché il budget non glielo consente. Il regista ha sostenuto che girando in studio con effetti speciali sarebbe stato più facile, tutti si sarebbero rilassati, e "allora come cazzo faccio a farli soffrire 'sti bastardi così tirano fuori un po' di agonia vera, eh?". Il budget è lievitato dagli iniziali $60 milioni a $135 milioni a causa delle numerose morti per ipotermia nella troupe e conseguenti risarcimenti alle famiglie delle vittime.

Leonardo DiCaprio ha rivelato in più interviste che sventrare un cavallo vivo per dormirci dentro nudo gli ha insegnato molte cose, ad esempio di non farlo mai più a prescindere da quanto lo pagano. Ha inoltre dichiarato di aver lavorato anche quando aveva la bronchite e la febbre alta per rendere più autentica la sua interpretazione, così come indossare autentiche pelli di animali uccisi da lui stesso. Non è chiaro se sia mai guarito dalle ferite infertegli dall'orso.

Accoglienza

Critica

Su Rotten Tomatoes il film ha ricevuto un gradimento dell'82%, con il commento: "Per quanto il film possa essere appassionante solo nel 10% di scene in cui qualcuno muore orribilmente, DiCaprio fa delle smorfie veramente convincenti".

Secondo la recensione del Time, «Iñárritu potrebbe essere uno dei più grandi registi in futuro, speriamo che gli facciano fare il nuovo Iron Man 7, o anche John Wick 18, insomma, è ora che faccia soldi veri». La recensione del The New Yorker è stata meno lusinghiera, sostenendo che «nessuno può credere veramente che DiCaprio abbia trombato un'indiana solo per realizzare questo film, dai».

Una scena a caso