Amabili resti (film)

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Una delle ambientazioni chiave del film
« È un atto di blasfemia inaudita, uno schiaffo indecoroso al Santo Padre ed alla cristianità tutta! »
(Papaboy che non sa porgere l'altra guancia su Amabili resti)

« L'ennesima pacchianata New Age. »
(Ateo materialista su Amabili resti)

« Capolavoro indiscusso!! »
(Grafico di Second Life, sempre su Amabili resti)

Amabili resti è un'opera cinematografica ispirata all'omonimo bestseller di Isabella Santacroce, in cui l'autrice cerca di interiorizzare il senso di pesantezza che l'affliggeva in seguito alle periodiche abbuffate di panini alla porchetta.
Regista del film e responsabile dell'adattamento è quel Pietro Giacomofiglio che in passato ci aveva già deliziati con opere quali Cattivo gusto (di nome e di fatto), Il signore degli inetti e King Kong contro Mr. Lui.

Trama

Attenzione, da qui in poi questo articolo contiene spoiler.

Ti ricordi quella volta che per sbaglio hai toccato la vagina a tua madre? Ecco, se continui a leggere te ne pentirai allo stesso modo.

Millenovecentosettanta e passa: Susanna Salmone è una quattordicenne serena e responsabile, cresciuta in seno ad una famiglia premurosa e amorevole in cui non esistono dispute di potere tra primogeniti e terzogeniti e marito e moglie si amano come se fossero ancora alla prima notte di nozze (le venature fantastiche non mancano già dai primi minuti).
Quando la nonna di Susanna, nota per aver causato l'uragano Katrina semplicemente dicendo: "Toh, pare che ci sarà bel tempo", le profetizza una vita lunga e appagante, ci si aspetta che la protagonista di turno faccia un salto alla Casa del Ferro per procacciarsi un po' di fortuna.
Sfortunatamente, Susanna è troppo occupata a contare le ciglia del belloccio di turno[citazione necessaria] per accorgersi che il vicino di casa maniaco le ha messo gli occhi addosso. Si tratta, nello specifico, del gemello malvagio di MacGyver: un uomo capace di costruire un rifugio antiatomico adoperando quattro rametti secchi e un cacciavite. Ed è proprio nel suo rifugio che l'uomo attira la sua sciagurata vittima, per poi ucciderla offrendole una bottiglia di Coca Cola scaduta.
Grazie ad un raffinato esercizio di stile, Susanna si ritroverà a vagare prima per le strade di Silent Hill, poi nella magione di un pensionato impegnato a farsi le spugnature col fango, e infine in una serie di stucchevoli e poetici paesaggini in technicolor che ricordano molto da vicino gli sfondi di Windows XP.
Ora il montaggio si alterna agilmente tra la disperata ricerca della verità portata avanti da papà Salmone (ricerca che lo spingerà sulla via del voyeurismo più degenerato, facendogli guadagnare ben sette costole frantumate e un'emorragia cerebrale); la nuova vita tutta sole e salute di mamma Salmone, emigrata clandestinamente in una piantagione di papaveri messicana; e la potestà totalitaria instaurata in casa Salmone dalla di lei madre, che insegnerà ai due pargoli ancora vivi una serie di attività ricreative tra cui si citano pesca il mozzicone di sigaretta abbandonato tra le coperte prima che la camera vada a fuoco e inala i solfiti dell'ammorbidente per capi delicati, anche se per poco.
Ah già, indimenticabile la scena in cui Susanna vaga alla cazzo di cane tra le verdi praterie insieme ad un'eschimese sconosciuta ballando il tip tap e lanciandosi dalle montagne con una slitta[1].
Proprio quando sembra che il killer la farà franca, entra in scena la sorellina di Susanna, che negli undici mesi trascorsi dalla sua morte riesce a crescere di 120 centimetri, farsi ingravidare e aprire un'agenzia di assicurazioni sulla vita. Ma andiamo con ordine.
La sorellina, dicevamo, motivata da un oscuro presentimento si infiltra nella casa del maniaco adoperando svariate tecniche stealth come neanche Solid Snake nei giorni migliori, sfodera a sorpresa capacità intuitive degne del Tenente Colombo e ripesca le prove del delitto dopo circa un minuto di ispezione. MacGyver, ovviamente, non sta a guardare: grazie al suo super-udito capta le vibrazioni prodotte dalla ragazzina impegnata ad abbassare la botola nell'impiantito due piani più su e si precipita in camera nell'arco di 2 petosecondi. La tal ragazzina, da par suo, si butta dalla finestra atterrando di schiena, corre i cento metri piani su una gamba sola e salta uno steccato eseguendo una capriola laterale degna di Milla Jovovich.
Ecco, ora sapete in cosa concerne la componente fantasy del film.
Senza menarcela troppo, vediamo di concludere sinteticamente il plot: Susanna scopre che MacGyver ha ucciso talmente tante ragazzine da causare il decremento demografico della popolazione femminile negli Stati Uniti, in un arco di tempo che va approssimativamente dal XVII secolo ai giorni nostri. Poco male, perché anche il cadavere della fortunata viene rinchiuso in un frigobar portatile e spinto in fondo ad una buca, nel corso di una sequenza di 107 minuti che fa sembrare il supplizio di Sisifo una gitarella campestre.
Inoltre Susanna si incarna nel corpo di una medium per strappare un casto bacio al suo perduto innamorato, che molto democraticamente non tiene conto che l'amata non è in realtà che un cadavere semiputrefatto.
Alla fine, è Madre Natura a fare giustizia: ipnotizzato da un travestito senegalese che gli ha chiesto l'ora, MacGyver ruota il polso rovesciandosi un bicchiere di caffè bollente sulla patta, e precipita giù per una scarpata.
Susanna assurge ai Campi Elisi e augura a tutti buona fortuna (rumore generale di mani che si protendono a strizzare i testicoli).

La trama è finita, leggete in pace.


Cast

L'ingenua Susanna è interpretata nientepopodimenoché da Seouieuoierse Ronan, ingaggiata dal regista dopo le due settimane occorse per pronunciare correttamente il suo nome. La ragazza, di origini armeno-pakistane, vive in aperta campagna e si è diplomata di recente all’Accademia Smerdjakov per Aspiranti Spalatrici di Sterco Caprino.
Eccellente la performance di Rachel Weisz, scelta apposta per la sua rinomata stolidità facciale (neanche un battito di ciglia in due ore di film, davvero notevole), oltre che per l'invidiabile talento di mantenere i propri capelli sempre accocciati in maniera impeccabile nonostante un esaurimento nervoso e una trasferta forzata in America Latina.

Da segnalare anche l'interpretazione di Susan Sarandon, credibilissima nei panni della nonna trentacinquenne alcolizzata e nichilista.
Tu piaci a Stanley. Gli piaci molto.

Stanley Tucci si è asserragliato in casa subito dopo la fine delle riprese, e a quei pochi che sono accorsi a intervistarlo ha risposto sbrigativamente: "Quelle urla in cantina? Saranno dei topini di campagna... Perdiana, io sono un uomo rispettabile! E adesso, se non vi dispiace, devo finire una villetta per le mie bambole".

Effetti speciali

Le visioni in acido che la protagonista sperimenta durante le ripetute indigestioni sono opera della WETA (Where Est The Absinthe?), prestigiosa ditta neozelandese sorta dalle ceneri di una fabbrica di portachiavi.
MacGyver mentre agguanta a tradimento la povera Susanna. Peserà almeno 50 chili!

Lo stesso Pietro Giacomofiglio ha dichiarato:"Non so che farei senza di loro! Pensate, sono riusciti a far sembrare quel pornowestern transgender-folcloristico de Il Signore degli Anelli una saga fantasy!".
Si mormora che la scena in cui il fratellino di Susanna soffoca sia stata girata in presa diretta, dopo che un'ape l'aveva punto e stava andando in choc anafilattico. I tecnici insisterono per portarlo al pronto soccorso, ma Giacomofiglio, ritrovata la vena da regista di nicchia che un tempo lo contraddistingueva, prese la videocamera in mano e con occhi allucinati intimò alla troupe: "Non spostatelo, voglio riprendere fino all'ultimo istante di agonia..."

Colonna sonora

La soundtrack del film è opera di Brian Emo, che - dopo la recente collaborazione con i Cannibal Corpse in veste di batterista - ha accettato di prestare i suoi servigi alla produzione per la modica cifra di un fantastiliardo dollari.
Anticonformista e senza dubbio coraggiosa la decisione di accostare le scene in Paradiso a brani quali Post mortal ejaculation, Skull fucked e Suckpump. Simpatica trovata, poi, quella di accompagnare lo stupro di una quattordicenne uccisa a badilate con uno scanzonato motivetto country.

Accoglienza

La critica si è divisa tra il definire il film pura merda o, più bonariamente, uno sfollagente intestinale.
Meno severo il parere del pubblico, sebbene ci sia stato chi si è lamentato della mancanza di zombie (Susanna cadavere in stato di avanzata decomposizione che ritorna dal mondo dei morti e perseguita il sosia di MacGyver è una delle scene tagliate che saranno inserite nel DVD) e qualcuno, in particolare, che si aspettava una battaglia tra elfi e fate nel magico regno dell'aldilà, con ragazze drago che battibeccano in pose lascive stile Licia Troisi, ed è rimasto amaramente deluso.
Un plauso, dunque, a Pietro Giacomofiglio, per la sua continua capacità di rinnovarsi e l'inaspettato cambio di direzione intrapreso.

Pagine correlate

Note

  1. ^ "Volevo creare un diversivo per gli spettatori, visto che come detective-story il film fa acqua da tutte le parti", si è giustificato il regista tra uno spinello e l'altro.


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