Regista

Il regista è il professionista che permette ad una sceneggiatura di diventare un film, ossia passare "dalla carta allo schermo". Nel caso di film come "Alex l'ariete", è il criminale che ha portato il soggetto "dalla carta igienica al cesso".
Tra i suoi compiti principali: gestisce le scelte artistico-visive della narrazione, organizza e stabilisce la durata delle inquadrature, guida l'interpretazione degli attori e bestemmia in dodici lingue.
Un buon regista, in genere, garantisce la riuscita del film anche con attori mediocri. Questa regola non vale per quelli porno, nei quali è meglio avere un Rocco Siffredi che un Woody Allen.
La pre-produzione

Durante questa fase il regista, analizzando la sceneggiatura, organizza il piano di lavorazione e individua le risorse necessarie per realizzare il film. Questo è un momento molto delicato, le opinioni del produttore (che dispone spesso di budget limitati) possono non coincidere con la megalomania tipica dei registi, specie di quelli affermati. Akira Kurosawa, durante la lavorazione del film "I sette samurai", pretese di costruire un intero villaggio sulla penisola di Izu, anziché in un set degli studios. Impennō Kolamoto (produttore incaricato dalla "Yakuza Movie") accettò, ma poi ci rimise quattro dita e, rimasto col solo pollice, cambiò il nome in Okkei.
La troupe
La scelta della troupe varia in funzione del tipo di film da girare. Il regista, oltre ad utilizzare il suo staff di fiducia, molte volte lo integra con tecnici e consulenti specializzati. Per i film Horror viene quasi sempre interpellata Pina Fantozzi.
Per un film di fantascienza spesso si ricorre a consulenti della NASA e tecnici informatici di grande livello. Nel film Independence Day, per la scena in cui gli eroi riescono a mandare un virus nel computer dei perfidi alieni (che doveva avere evidentemente Windows), il regista Roland Emmerich si è servito di un vero programmatore reclutato al "Reparto K" della clinica "Dementi col Botto" di Torre Santa Susanna (BR).
Per i porno si tende a preferire tecnici impotenti, o che abbiano frequentato la scuola delle Orsoline, altrimenti la situazione potrebbe degenerare e finire in un gran bordello. Inoltre, sono previste alcune figure professionali
tipiche del settore, come le "Sollevatrici" e le "Lubrificatrici". Per i film sulla Mafia si ricorre al luminare Marcello Dell'Utri.
Il casting

La scelta degli attori è una delle attività preferite dal regista e dal suo fidato addetto al casting. Il primo si occupa personalmente di scegliere gli interpreti principali, lasciando al secondo la laboriosa fase di individuare personaggi secondari e comparse. Dopo averne vagliato la capacità espressiva, la recitazione, il portamento e la presenza scenica, si passa all'esame fondamentale: il pompino. Ovviamente, prima di arrivare nelle grazie del regista, la strada è lunga e la vaselina sempre più cara.
Quando il casting director, in base ad un questionario sulle perversioni sessuali, individua le figure idonee, le passa al regista (magari dopo 2 o 3 giorni).
Per girare un porno invece, oltre alle caratteristiche sopra menzionate, occorre sopportare bene il freddo.
- addetto al casting: “Ha problemi a farlo con 4-5 uomini?”
- aspirante attrice: “Nessun problema.”
- addetto al casting: “...lesbo?”
- aspirante attrice: “Mi piace, lo faccio volentieri.”
- addetto al casting: “Bondage... Sadomaso?”
- aspirante attrice: “Ummhmmmm, sono già tutta bagnata!”
- addetto al casting: “Bene, la parte di Madre Teresa di Calcutta è sua!”
- aspirante attrice: “Posso rivestirmi?”
Le location e gli studios

Il termine inglese location indica uno dei luoghi utilizzati per le riprese di un film. Per individuarle, si parte dalla cosiddetta "lista degli ambienti", generalmente fornita dal regista.
Per il film Airport '80, il regista David Lowell Rich ottenne di girare la scena del disastro con aerei veri. Era il 27 giugno 1980, un radioamatore captò il seguente dialogo:
- voce 1: “Motore...”
- voce 2: “Partito!”
- voce 3: “Airport '80, scena 6, inquadratura 2, ottava... Ciack si gira!”
- voce 1: “Azione!.... .... .... e Stop! Buona!”
- voce 4: “Scusate, ma sull'aereo che ho buttato giù... perché c'era scritto Itavia?”
- voce 1: “Cazzo! ...ne facciamo un'altra!!! (ma si può lavorare così?)”

Molte scene di un film vengono girate all'interno degli studios. In questi ambienti, tecnici costruttori ed attrezzisti preparano la scena effettiva in cui saranno realizzate le riprese.
Durante la preparazione di Apollo 13, Ron Howard chiese alla produzione di poter girare gli esterni sulla Luna. Il produttore, di chiara istruzione oxfordiana, accolse la richiesta con un "A Bello!! Stai a cacà fuori dar vasetto!!". Alla fine convinse il regista a filmare nello stesso capannone usato per il finto allunaggio dell'Apollo 11, tanto non se ne sarebbe accorto nessuno.
La realizzazione del film

Una volta ultimati tutti i preparativi tecnici, il regista inizia le prove di recitazione con gli attori, che vanno da un'interpretazione rigorosa della sceneggiatura e del copione, all'improvvisazione. Quest'ultima è assolutamente vietata durante le riprese dei film porno, specie in quelli aventi per tema un'orgia.
Nel 1993, l'attore di "nicchia" Gennaro Lo Gaio, durante le riprese del film "Di 28 ce n'è uno tutti gli altri ne han 31", interruppe l'azione per tre volte gridando "Organizziamociiii!!!", con grande disappunto del regista Federico Fallini.
Prima di iniziare le riprese, il regista studia il modo in cui attori e comparse devono interagire tra loro e con il set, affinché chi guarda il film possa seguire con piacere e coinvolgimento la vicenda narrata. Secondo l'Osservatore Romano, l'eccessiva immedesimazione dello spettatore può portarlo alla cecità.
Sul set

Questa fase della lavorazione di un film è quella che impegna maggiormente il regista. Le attività e le decisioni da prendere sono moltissime: Caffè, Angolazione della ripresa, Caffè, Lunghezza focale, Caffè, Piazzamento dei microfoni, Caffè, Profondità di campo, Caffè, Movimento dell'attore, Caffè, Movimento della macchina da presa, Caffè, Movimento intestinale, Cesso, Diarrea, Sciacquone, Camomilla.
Quando è tutto pronto il regista dà l'ordine di far partire la scena, dicendo tradizionalmente la sequenza di comandi:
- "silenzio", al quale segue solitamente un casino incredibile, gente che parla o si lascia cadere roba dalle mani, ragazzo della pizza che grida "per chi è la margherita?", bestemmia del regista;
- "motore", la macchina da presa inizia a girare, il nastro si "ingrippa", l'operatore impreca e parte una nuova bestemmia del regista;
- "azione", a cui segue l'operatore che dice: "Ma aveva già detto motore?" e subito dopo viene fustigato col cavo di un microfono dal regista (mentre bestemmia);
- "stop", che interrompe l'azione e in genere è seguita da: "ne facciamo un'altra che questa faceva cagare", frase accompagnata dal "bestemmione corale" di tutta la troupe.
Per molti anni si è girato al buio, rimandando la visione dei giornalieri la sera, in sala di proiezione. Oggi, il regista è solito controllare il girato con monitor e auricolari, subito dopo la ripresa. Questo dà modo al regista di "consumare" la bestemmia ancora calda.
La post-produzione

Successivamente, è sempre la regia a stabilire la colonna sonora che sottolinea le scene allo scopo di enfatizzare uno stato d'animo, una situazione, un particolare. Cose che nel romanzo vengono descritte tramite le parole, mentre nel film si deve ricorrere a immagini e suoni. Per rendere l'idea, se nel racconto c'è scritto :
"...il povero Archibald, in preda ai crampi, emise una flatulenza che non profumava certo di violetta."
nel film la scena diventa :
- l'attore fa una smorfia e diventa rosso in viso,
- rumore di scoreggia esagerato,
- persone vicine che guardano schifate il tizio tappandosi il naso.
Pur difettando leggermente in eleganza, il messaggio giunge chiaro.
Anni fa, ben diverso era il discorso per i film erotici. Per avere il benestare della censura, il regista doveva accompagnare le scene di sesso con musichette tipo "Siam tre piccoli porcellin" oppure "La casetta in Canada" allo scopo di "attenuare" le sensazioni dello spettatore.
Una volta terminato il girato, ossia l'insieme di tutte le riprese, sarà sempre il regista a decidere se eliminarne qualcuna dal montaggio finale, allo scopo di rispettare i limiti prefissati di durata e di non rompere troppo le palle con film noiosi.
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