La foresta dei pugnali volanti

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La foresta dei pugnali volanti
Paese di produzioneGiappocina
Anno1998 e ¾
Dati tecnicicolore: solo il verde
GenereMaschio
RegiaSpike Lee ma quello cinese
Sceneggiaturalasciata al caso
Casa di produzioneMultinazionale cattiva
Interpreti e personaggi
Tutti cinesini sconosciuti che hanno nomi come Lang Lang o Ping pong
« Come il vento vago per il mondo leggero e invisibile, scompaio senza lasciare traccia. Il vento va e non pensa. »
(Jin dopo aver scoperto di aver ingravidato Mei mentre fa le valigie per il Messico.)

La foresta dei pugnali volanti (in inglese The forest of flying pitals, in cinese Toshiba Nagasaki Sushi Mitzubishi) è la già collaudata storia di una manciata di cinogiappensi che si menano stando inverosimilmente sospesi a mezz’aria per tre ore, quando potrebbero risolvere le cose imbracciando un Uzi e sparando follemente a manetta. Definito dalla critica "un firme dove e cinesi se pijano a cartoni in faccia", è invece definito da Zhang Yimou (il regista stesso) "un film cinese in cui finalmente si vede un barlume di tette".

Kimono Hong Kong Arigatò (trad. trama)

Il film è ambientato in una Cina travolta da scompiglio: il sushi è troppo caldo, i Pokémon sono ancora fermi a quota 100, il Tibet è ancora uno stato scandalosamente libero. Si forma così un'alleanza ribelle, I pitali volanti (Sumokaratejudo, in cinese), composta da abili assassini e shampiste ribelli armate di phon e balsamo, che vogliono sgozzare come un agnello a Pasqua l'imperatore, ritenuto la causa di questi disagi. A nulla è valsa la scritta "Stiamo lavorando per voi" sull'autostrada: i Pitali vogliono vendetta. I Pitali vogliono più Tamagotchi.
Nel frattempo, nel Padiglione delle Betoniere, rinomato luogo di danza e cemento armato, la ballerina di extreme-liscio, Mei, è sospettata dalle guardie imperiali di essere la figlia del capo dei Pitali. Mei soffre sin dalla nascita di sordità, cecità e di un accenno appena di scabbia, ma questo non la rende meno brava nel far ballare i piedi, soprattutto quando s'innaffia di saké. Leo, una cazzutissima guardia imperiale, così cazzuta che taglia il sushi prendendolo a testate, mette alla prova Mei nella danza dell'Allih-Gallih-Chan-Chen, una danza quasi impossibile da eseguire a causa dei passi totalmente a vanvera. Mentre Mei si esibisce con una grazia assai celata, approfitta dell'attimo di distrazione alcolica di Leo all'open bar e tenta di ucciderlo con un passe chassé improvvisato (male).
La scena del ballo. A causa della velocità elevata è quasi impossibile seguire tutti i passi.
Il tutto si risolverà con Mei affogata nel Long Island di Leo e rinchiusa in una fetida prigione con un gameboy antidiluviano che la porterà lentamente alla follia. Il puzzo insopportabile della ragazza riesce ad appestare anche le altre prigioni e ciò porterà ad una decisione drastica, ma necessaria: liberarla (anche se la decisione iniziale era gettarle addosso dell'acido muriatico per mitigare l'olezzo). A farla fuggire ci penserà una coraggiosa guardia imperiale che ha ormai perso il senso dell'olfatto e del gusto: Jin. Il suo compito sarà seguirla fino al covo segreto dei Pitali e distruggerlo invocando lo spirito di Karate Kid. Egli si mostrerà assai leccaculo e untuoso con Mei, assicurandole di averla liberata perché dedito alla causa dei Pitali Volanti: solo dopo un'ora si renderà conto che ella è sorda e non ha sentito un cazzo. Mentre vagano per le foreste, i due giovani hanno modo di approfondire la conoscenza:
- Mei: “Come ti chiami?”
- Jin: “Il mio nome è Polloallemandorle.”
- Mei: “Cooosa?! Non ho sentito.”
- Jin (gesticolando): “IL MIO NOME È POLLOALLEMANDORLE!”
- Mei: “Che strano nome...”
- Jin: “Eh sì, me lo diedero quando mi infilai un pollo alle mandorle su per il naso. Non fu un bello spettacolo...”

- Mei (tastando): “Oh, che muscoli!, sei molto abile con l'arco... le tue gambe... sono fatte per saltare... e cos'abbiamo qui in mezzo? Varda te che roba, oh!”
- Jin: “Mei, stai palpeggiando una betulla, io sono qui dietro.”

E così l'idillio dei due proseguirà finché non spunteranno dei cinesi volanti e degli involtini primavera armati di nunchaku che tenteranno (invano) di intralciare i loro piani in maniera assai coreografica. Dopo aver sgominato qualsiasi bastardo giallo, Jin e Mei capiranno che ad unirli non è solo la scabbia, ma l'amore (in cinese Kawasaki): purtroppo l'amore in tempi così duri e difficili non è contemplabile, quindi Mei fugge a malincuore, lasciando Jin che tenta di infilarsi una puzzola su per il naso. Egli la ritroverà qualche metro più avanti che prende di faccia un centinaio di canne di bambù. Proprio mentre tutto sembra perduto per sempre, un pitale colpisce Jin in pieno volto mandandolo in coma e facendogli spruzzare una puzzola dal naso. Al risveglio si ritroverà circondato da shampiste ribelli armate di phon regolati a temperatura massima, e allora capirà di trovarsi nel covo segreto de "I pitali volanti"; ma questo anche grazie al mega-cartellone all'ingresso che recitava "Benvenuti nel covo segreto dei pitali volanti!". All'improvviso, in mezzo a loro, scorge Mei. Senza scabbia.

I bellissimi protagonisti in posa plastica. No, quello a destra non è un bidet antropomorfo.
- Jin: “Mei, ma... ma... tu non hai la scabbia! E... fai parte dei Pitali Volanti! Perché?”
- Capo dei pitali volanti: “Stolto, lei non ha mai avuto la scabbia, quella erano solo eruzioni cutanee, e non è mai stata né sorda né cieca: è solo scimunita! Sei stato inculato alla grande e ora ti faremo la messa in piega e te la faremo pagare cara... CARA!”
- Jin: “Nnnnoooo!”
Le controfigure di Jin e Mei durante la scena dell'amplesso.

Nel frattempo la scena si sposta, si scopre che anche Leo fa parte dei Pitali volanti e che per tutto il tempo non è stato altro che un infiltrato tra le guardie imperiali e anche nel cast di Friends. Egli parla con Mei, le confessa il suo amore per lei, le dice di aver atteso tre lunghi anni per poterla rivedere e, con una romantica perifrasi, le chiede in pratica di mettersi ad angolo retto. Ella non capisce. Leo tenta di spiegarglielo mimando, con un disegno e un diagramma, usando una ciambella e un wurstel, ma niente... Alla fine prova con un approccio più diretto e la getta a terra per violentarla. Mei però, con un poderoso calcio nelle palle, gli fa capire delicatamente di essersi ormai invaghita di Jin e che poteva usare quei tre anni per insegnare al suo chihuahua a volare con un jetpad o seguire un corso di body-painting.
Intanto i Pitali volanti ordinano alla stessa Mei di fare una messa in piega tremenda che sfiguri per sempre Jin, per provare la sua fedeltà all'organizzazione. I due quindi si allontanano dal covo segreto per non far assistere agli altri all'orrore, ma l'amore che Mei prova per Jin è troppo forte per convincerla a tagliargli i capelli alla cazzo di cane e, dopo essersi accoppiati in un bosco di fronte ad un paio di cerbiatti sconvolti, decideranno di fuggire via, di non essere più pedine di una scacchiera o pupazzi manovrati da un burattinaio cocainomane. Purtroppo la loro fuga verrà impedita da un Leo geloso e rosicone che colpirà Mei alla nuca con un Nokia 3310, ferendola mortalmente: Jin, dopo essersi intascato alla chetichella il Nokia, furibondo, ingaggerà con Leo uno scontro sanguinoso e anche abbastanza palloso. Dopo essersi presi a calci, pugni, mucche, bombe a mano e pacche amichevoli arriva il momento della verità; quello in cui i due protagonisti si fissano e sanno che uno dei due dovrà morire, ma ci mettono sempre un'eternità.
Leo, con un rallenty d'effetto, caccia fuori un pitale dai bordi seghettati e, dopo un flashback sui bei tempi andati in cui meditava sotto le cascate o ascoltava i consigli di nonno Miyagi su come usare il panno antistatico sulle piastrelle, lo lancia contro un Jin rassegnato al suo destino, gonfio come una zampogna, ma ricco di un cellulare semi-nuovo. Ma proprio mentre il fattaccio sta per compiersi la moribonda Mei, che fino ad allora nessuno s'era più cagato, si frappone fra Jin e l'arma, perdendo così irrimediabilmente la sua Honda (trad. dal cinese vita) e le sue otturazioni. Come gesto di estremo dolore, Jin tenterà di possedere un'ultima volta il suo cadavere ancora caldo, secondo le antiche tradizioni cinesi.

L'intero cast mentre si appresta a girare la scena dell'abbraccio di gruppo.

Jackie Chan Jet Li (trad. personaggi)

  • Xiao-Mei: la ballerina dal cuore d'oro e la vagina legnosa. Personaggio di una tale carica erotica e sensualità che, in un primo momento, si pensò bene di sostituire con un deumidificatore, però spento.
  • Jin: il fesso della situazione. Combatte, lancia frecce, mena un po' tutti, sposta divani e, alla fine, l'unica cosa che ottiene è un cadavere ancora caldo da amare.
  • Leo: quello che le dà, ma non la prende. Ma proprio no, nemmeno per scherzo.
  • Jackie Chan: interpreta un usignolo in amore nell'angolo destro dello schermo del minuto 23.52.

Sayonara Mao Tse Tung (trad. articoli correlati)


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