Il cigno nero

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Sì, c'è un crepaccio sulla sua faccia, e non le piace per niente...

Il cigno nero (Black Swan, per gli anglofoni) è un film del 2010, diretto da Darren Arono... Aronofosoky... Come accidenti era? Vabè, sentite il cognome–scioglilingua del regista guardatevelo su Wikipedia.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Il cigno nero

Il film è interpretato da Natalie Portman, dai, era nella trilogia di Guerre Stellari, non la trilogia originale, quella che hanno fatto dopo, ma che viene prima. Niente? V per Vendetta? Nada? L'altra donna del re? No? Allora avete un'altra cosa da vedere su Wikipedia. Si diceva, il film è interpretato dalla Portman, da Mila Kunis, che è la voce originale di Meg Griffin, non so altro, e da Vincent Cassel (per gli amici il signor Bellucci). La pellicola è incentrata apparentemente sulla danza classica, ma trattasi in realtà di una pubblicità ingannevole promossa dal regista Aronofk... Darren, allo scopo di prendere in trappola tutte quelle appartenenti al sesso femminile che, aspettandosi una storia tipo Save the last dance, hanno trascinato al cinema degli incolpevoli fidanzati, mariti, trombamici, vari ed eventuali. Infatti, il film è una via di mezzo tra un horror (però pensate ad uno di derivazione orientale, con i fantasmi e la nebbia, nel nostro caso senza nebbia), ed un porno-soft. Abbastanza porno, poco soft. Ebbene sì, Il cigno nero vanta il record di unico lungometraggio esistente che, parlando di sfuggita di danza classica, non faccia precipitare in coma irreversibile ogni essere di sesso maschile nel raggio di venti chilometri. Successo ufficialmente consacrato da un'acuta e meditata recensione di Adriano Pappalardo.

Trama

Avvertenza:
Questo articolo contiene dettagli che potrebbero rovinarti la "sorpresa", come per esempio il fatto che

Nina dà di matto e finisce con l'uccidersi, non prima di aver eseguito la coreografia alla perfezione.
Beh, ormai che l'ho detto puoi anche leggere tutto...

Esemplare maschio.
Esemplare femmina.

Nina (Natalie Portman), una ragazza così gioiosa e piena di vita che a confronto Daniele Capezzone è un brillante showman, è una ballerina classica molto dotata e anche... Una ballerina classica molto dotata, i cui hobby sono... La danza classica. Passione tramandatale dalla madre, pure lei un'ex-ballerina, a suo dire, molto dotata in gioventù (un periodo oscillante tra il Paleolitico ed il Medioevo). Assieme al talento, la madre ha passato a Nina anche un'insana voglia di protagonismo ad ogni costo ed una naturale tendenza alla pazzia. La donna, vivendo sotto lo stesso tetto della figlia, non manca mai di rimpinguare in modo adeguato queste eredità, con atteggiamenti da Silenzio degli Innocenti e la continua, infinita, inesauribile litania “io ho rovinato la mia carriera per metterti al mondo” (quel genere di cose che scaldano il cuore di un figlio, nel sentirselo dire dal genitore). Nina quindi è un tantino introversa, fatica a farsi degli amici sul posto di lavoro (il New York City Ballet, famoso per aver dato i natali artistici a Belen Rodriguez e Melita Toniolo), ed è praticamente impossibilitata ad avere una stabile relazione sentimentale. Insomma si porta dentro un carico di dinamite emotiva pronto ad esplodere.

- Madre: “Nina, ho comprato una torta per festeggiare l'ennesimo giorno in cui non sei riuscita ad emergere dal tuo deprimente anonimato.”
- Nina: “Mamma, questa battuta dopo dieci anni non fa più ridere.”
- Madre: “Sei una delusione, se quel dannato preservativo non si fosse bucato, a quest'ora farei schiattare di invidia quella stronza di Carla Fracci.”
- Nina: “Mi dispiace di essere nata e averti rovinato la vita.”
- Madre: “Non ti scuserai mai abbastanza.”
- Nina: “Comunque è vero che quando sono arrivata io avevi un centinaio d'anni, e nessun ruolo di rilievo all'attivo. Eri un po' un Enrico Papi della danza classica.”
- Madre: “Credo che qualche ferro rovente nelle palme dei piedi ti toglierà la voglia di fare la spiritosa.”
Nina, te l'ho già detto che l'idea di averti come mia progenie mi provoca diarrea spastica? Sì? Allora buonanotte.

La già precaria situazione della suddetta è ulteriormente aggravata dall'arrivo di Thomas Leroy (Vincenzo Casselo), un francese-stereotipo vivente, come direttore della compagnia. Leroy, oltre ad essere stranamente etero, per uno che dirige una compagnia di danza classica, ha un metodo di lavoro tutto suo, consistente nel prendere la ballerina più brava, se possibile sotto ai venticinque, e plagiarla a scopo sessuale. In nome dell'arte, parbleu.

Tu non hai talento. Io ho talento, e io non ti ho ancora insegnato ad avere talento. Adesso sta' zitta e spogliati.

L'onore delle attenzioni del maestro ricade, che ve lo dico a fare, su Nina. La quale invece di denunciare l'uomo alla polizia, riesce ad ingarbugliare maggiormente la storia, che di suo partiva bella complessa, innamorandosene. Tuttavia la comparsa di Lilly (Mila Kunis) sconvolge i millemila film mentali di Nina, che si vedeva all'altare con Thomas nel giro di un paio d'anni. Difatti, Lilly, dimostrando di sapere alla perfezione come gira il mondo, la molla al volo al direttore, appena entrata, nemmeno il tempo di salutarsi.

- Lilly: “Chi è che comanda qui?”
- Leroy: “Io.”
- Lilly: “Allora ho qualcosa per te...”
Lilly, ogni suo sforzo è indirizzato unicamente a far fuori Nina dalla compagnia e soffiarle il posto. Particolare che non impedisce a quest'ultima di avere fantasie spinte su di lei.

Leroy, che con Nina al contrario si era dovuto inventare una gran palla sulla scoperta del lato oscuro di sé stessi, senza alcun risultato concreto, apprezza. Comunque, essendo uno che ama le sfide, affida a Nina il ruolo principale nell'allestimento del Lago dei cigni, contando sull'effetto gratitudine, ma niente. Dunque, dopo essersi liberato della stella in declino della compagnia, Beth, affettuosamente soprannominata la tardona, per questioni anagrafiche, il luciferino directeur fa fare alla sua pupilla la bella vita, contando su un effetto gratitudine potenziato, ma niente. Purtroppo Nina per certe cose è rimasta ai dodici anni, e la sua fantasia più trasgressiva è un contatto mano nella mano superiore ai cinque secondi. Leroy decide di giocarsi il tutto per tutto, affermando senza mezze misure che la nostra non è adatta ad interpretare il cigno nero, conosciuto come Odile nei peggiori bar di Caracas, se non diventa “un po' più porca”.[citazione necessaria] Effettivamente, nell'opera Il lago dei cigni, l'innocente, casta e pura Odette (cigno bianco) deve contendersi con la sensuale Odile (cigno nero), un principe bello, ricco ed affetto da una forma invasiva di zoofilia. Va da sé che Nina, perfetta per la parte di Odette, sia credibile nella parte di Odile come una notizia del Tg4.

- Nina: “Thomas, sei sicuro che riprendermi mentre mi faccio la doccia sia uno step essenziale, nel mio cammino verso la perfezione artistica?”
- Leroy: “Ninà, n'être pas così agitata... Ti ho già spiegato che c'est fondamentale che tu ti spogli delle tue inibizioni.”
- Nina: “Non voglio mettere in discussione la tua suprema conoscenza del palcoscenico. Però, è proprio necessario mettere il video su YouPorn?”
- Leroy: “La vraie question è se sarà abbastanza una douche, e non dovrei pormela, se tu avessi accettato di fare il nombre avec le banane e la schiuma da barba.”
- Nina: “Perdonami, sono indegna di ricevere il tuo sapere.”
- Leroy: “Questo significa che farai il nombre?”
- Nina: “Thomas, mi vergogno.”
- Leroy: “Tu n'est pas pronta ad essere il cigno nero.”

L'amica, rivale e sogno erotico saltuario della protagonista, Lilly, al contrario, è proprio fatta per quel ruolo, particolare al quale Leroy fa più di un accenno, giusto per mettere Nina un po' sotto pressione, spingendola definitivamente sull'allegra strada della follia galoppante. La sera dello spettacolo, Nina, che ormai parla abitualmente con un nutrito gruppo di amici immaginari, ed ha visioni piuttosto inquietanti di omicidi veri o presunti, viene sequestrata in casa dalla madre, il solo essere umano con un casino in testa maggiore del suo.

Nina tende educatamente la mano ad un papero rosa che, purtroppo, può vedere solo lei.

La ragazza, lievemente seccata da quel contrattempo, mette in scena un'evasione spettacolare, che culminerà con una torsione del polso della carceriera fino a fratturarlo, roba da far invidia a Bud Spencer. Arrivata in ritardo, ha un'altra colluttazione, stavolta con Lilly, che non si era fatta sfuggire l'occasione per tentare di fregarle il posto. Nina chiude la questione in modo maturo, piantando una scheggia di vetro, proveniente da uno specchio rotto nella lotta, grossa almeno un metro e venti, nello stomaco della nemica-fantasia saffica, uccidendola. Dopo aver ballato divinamente, e aver così coronato il sogno della sua vita, la nostra si accorge che in verità si è pugnalata da sola. Considera quindi, prima di morire in un oceano di sangue, che forse sarebbe stato il caso di rivolgersi ad uno psichiatra, ma ha ballato divinamente e tutti la stanno applaudendo, alla faccia di Lilly, e in definitiva sti'cazzi. La pellicola termina con una toccante scena madre, nella quale le directeur, intrufolatosi all'obitorio con il favore delle tenebre, si esibisce in un soliloquio malinconico sulla forza distruttiva dei desideri umani, cercando di avere rapporti non proprio limpidi con la salma di Nina.

Produzione

Wow! Una scena lesbo! Cos'è un film sulla danza classica senza una buona, vecchia, scena lesbo?

L'idea del film nasce già nel 2000, quando Aron... Il regista, dopo una cena a base di pesce fritto di dubbia provenienza, delicatamente fosforescente, viene ricoverato al pronto soccorso. Qui, dopo una rude lavanda gastrica, sogna due ballerine classiche che fanno cose vietate ai minori di diciott'anni, tra di loro.

Uscito dall'ospedale, Aronkfs... Sempre il regista, propone il progetto a Tinto Brass, il quale si dice disponibile a produrre cose vietate ai minori di diciott'anni, ma senza la danza classica. Aronksfyo... Darren, che invece voleva mettere in scena questa sua particolare perversione, non ci sta, e si rivolge ad Aurelio De Laurentiis. Quest'ultimo, concentratissimo nel seguire una partita del Napoli, gli firma l'assegno e non lo ascolta nemmeno, giusto per levarselo dalle palle.

Arofsykyn... Sempre Darren, che voleva spendere una quota di quei soldi per comprarsi le cineprese di Avatar e fare il film in 3D, è costretto ad ingaggiare, controvoglia, dei veri ballerini di danza classica, come sostituti degli attori nelle scene di ballo.

Purtroppo, nella storia, non era sufficiente che i personaggi dicessero di saper danzare, era necessario che ogni tanto lo facessero pure, giusto per dare un tocco di realismo alla vicenda. Il resto del budget se lo sono mangiato gli attori con i loro cachet megagalattici.

Il regista sta tuttora lavorando come colf a casa di Natalie Portman, il martedì, il giovedì ed il venerdì, per finire di pagarla.

Critica

Il film è stato aspramente contestato dagli addetti al mondo del balletto classico, in quanto, a loro dire: “l'universo dello show-business non è frequentato solo da persone cariche di odio, cinismo ed opportunismo.”[ma de che?] In tutta sincerità mi sento di condividere questa lamentela, in quanto è risaputo che lo spettacolo è fatto anche da persone cariche di opportunismo, tuttavia prive di odio e con una modica quantità di cinismo. Il pubblico, d'altronde, ha risposto in maniera positiva, dimostrando di gradire le scene lesbo e di nudo parziale, per non parlare del sano e genuino spargimento di sangue verso la fine.

Incassi

La pellicola ha incassato 100 milioni di dollari nei soli Stati Uniti e 300 milioni nel resto del mondo. Tale successo economico ha convinto Aurelio De Laurentiis a non picchiare Aron... Lo sapete chi, con una mazza chiodata, una volta visto su che cosa aveva buttato i suoi soldi.

Curiosità

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  • Natalie Portman, per il ruolo di Nina, è riuscita ad accaparrarsi un Oscar. Cioè, in realtà il premio era caduto ad un'altra attrice durante l'afterparty. La Portman, che passava di lì per caso, l'ha prontamente raccolto e ne è divenuta la proprietaria legale, secondo la regola aurea: "chi trova gode, chi perde si rode."
  • Carla Fracci, uscita dal cinema, ha dichiarato alla stampa: "lo sapevo che questi otto euro li dovevo buttare su Checco Zalone, lo sapevo..."
  • Il cast del film, verso la fine delle riprese, sembrava la sala d'aspetto di un pronto soccorso: costole fratturate, spalle lussate e la disarticolazione del bacino di Vincenzo Casselo, che per certe cose inizia a non avere più l'età.
  • Valeria Marini è in trattativa con la produzione per interpretare la protagonista, nel sequel del film, titolo provvisorio: "La vecchia gallina in brodo."
  • In alcuni multisala della Padania il titolo del film è stato cambiato in "Il cigno extracomunitario".

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