Caffè

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Come dimostra questa foto d'epoca, il caffè è originario del continente nero[1].
Come dimostra questa foto d'epoca, la tazzina da caffè è venuta molto prima del caffè stesso.
« Ha misurato la mia vita a cucchiaini da caffè »
(Thomas Stearns Eliot sul suo sarto.)
« Il caffè della Peppina non si beve alla mattina né col latte né col té ma perché, perché, perché? »
(Platone su domande esistenziali.)
« 'Na tazzulella 'e cafè, acconcia 'a vocca a chi nun vò' sapé... »
(Arcaica epigrafe di supposta provenienza araba, rimasta ancora a tutt'oggi incomprensibile.)


Il caffè è una bevanda a forte spinta decisionale, già dalle prima luci del mattino obbliga l'eventuale degustatore a fare una sequenza immane di scelte a cui, data l'ora, il suo cervello non sarebbe ancora pronto: lungo, macchiato, macchiato in vetro , macchiato soia , d'orzo, americano, latte macchiato , cappuccino , senza zucchero, corretto, shackerato, marocchino, ristretto, con dolcificante, doppio, al ginseng... Fortunatamente l'uomo è un essere vivente pieno di risorse e riesce a risolvere prontamente la situazione bofonchiando al barista qualcosa tipo: «Lo stesso anche per me, grazie».

Etimologia

In questa foto vediamo un esempio del gustosissimo caffè americano.

Le origini di tale bevanda si perdono nella notte dei tempi e sono arrivate fino ai nostri tempi (diurni) mediante la tradizione orale tramandata dal nonno al padre, dal padre al figlio e dal figlio allo Spirito Santo; ma anche a quei tempi, nonostante le rigide imposizioni dettate dal credo religioso, ai ragazzi non fotteva una minchia salata[2] di stare ad ascoltare i vaneggiamenti serali del loro decrepito genitore in merito ad una bevanda razzista, preferendo di gran lunga, trascorrere la serata dedicandola ad una serie di orazioni e sacrifici per ingraziarsi il loro Dio: era l'epoca della Pray Station. Come è quindi facile desumere, a causa dell'alta distrazione della prole sono state tramandate le più disparate teorie sull'origine del nome.

Volgare

Secondo questa versione, il nome deriverebbe dalla crasi dell'abituale esclamazione pronunciata da chiunque si vedesse servire tale strana bevanda: «Che cazzo è questa roba?», abbreviata sovente in «Che cazzo è?» e «Cazz'è?», per giungere alla sua definitiva forma attuale: «Caffè?».

Logica

In questa variante si fa risalire l'origine del nome al fatto che la bevanda fosse sempre servita in appositi recipienti chiamati "tazzine da caffè", in piccoli locali che avevano al loro esterno una scritta luminosa recante la dicitura "Caffetteria"; furono proprio questi piccoli particolari ad insegnare due cose agli avventori di quei locali: a chiamare caffè la bevanda ed a chiamare insegna la scritta luminosa.

Geografica

Secondo una delle ipotesi meno accreditate, il nome "caffè" deriverebbe dal nome della città in cui venne servito per la prima volta: Cafarnao. La leggenda narra di un uomo che, ricevuta una promozione, decide di offrire un lauto pasto ai suoi amici prima di lasciarli. Poiché sarebbe stato via molto tempo (poco più di tre giorni) e poiché i suoi amici gli erano molto affezionati (soprattutto uno), chiese all'oste di concludere la cena servendo loro qualcosa di speciale:

- Gesù: “C'avrebbe mica del Fernet?”
- Oste: “Ma guardi m'è appena andato via un pullman di tedeschi che me l'han seccato tutto... Che ne dice di un bel caffè?”

Produzione

Il caffè ristretto.

La procedura che riguarda la produzione del caffè è una delle più lunghe e complesse esistenti in ambito alimentare.

Per prima cosa si deve seminare una pianta di caffè ed avere la pazienza di aspettare che il vegetale si sviluppi fino a produrre le bacche (che d'ora in poi, per rendere il concetto ancora più chiaro, chiameremo bacche della pianta di caffè).

Una volta che l'arbusto ha raggiunto l'età legale per poter produrre le bacche della pianta di caffè, si può dare il via all'inizio dell'incipit primario della raccolta (conosciuta tra gli addetti ai lavori col nome di "caffemmia").
La raccolta del caffè viene fatta a mano e prende il nome inglese di picking (da non confondere con il petting, sebbene anche quest'ultima pratica venga fatto a mano) proprio a causa delle zone in cui risiede la maggior produzione delle bacche della pianta di caffè: l'America Centrale, l'Etiopia, il Kenya e l'India che, come è noto, sono tutti paesi di madrelingua anglosassone. Sebbene ad un occhio inesperto sembri molto facile, la caffemmia non può essere praticata da tutti in quanto richiede un'infinità di conoscenze tecniche specifiche, come il saper distinguere una bacca della pianta di caffè rossa (matura) da una bacca della pianta di caffè verde (acerba) oppure, cosa ancora più importante, il saper distinguere la bacca della pianta di caffè dalla pianta di caffè.

Il caffè decaffeinato.

Proprio a causa dell'estrema complessità del procedimento precedente l'industria caffearia ha dovuto introdurre una fase ulteriore di lavorazione, in cui le bacche della pianta di caffè vengono prima separate dalla presenza di corpi estranei (pietruzze, bastoncini, foglie, piccoli roditori, braccia umane, ecc.) e poi divise in base al colore; in quest'ultimo passaggio le bacche della pianta di caffè dalla colorazione verde vengono riposizionate sui rami degli alberi in attesa giungano a maturazione.

La fase successiva prevede che nelle bacche della pianta del caffè la polpa venga separata dal seme, questo procedimento che prende il nome di spolping serve per mettere a nudo la bacca della pianta del caffè (che per comodità d'ora in poi chiameremo il chicco della bacca della pianta del caffè) facendole prendere aria e tentando di farle perdere quel disgustoso odore di pesce marcio; generalmente ciò non avviene quasi mai, di conseguenza si rende necessaria un'ulteriore fase di lavatura dei chicchi delle bacche della pianta del caffè, di asciugatura, di spazzolatura ed, infine, di messa in piega del chicco della bacca della pianta del caffè.

Arrivati a questo punto il chicco della bacca della pianta del caffè è bello pulito, liscio e vellutato, quindi è pronto per essere tastato tostato. La tostatura è una delle fasi più famose ed importanti per la formazione di un buon caffè. Infatti, è proprio grazie alla tostatura che i chicchi della bacca della pianta del caffè assumono quel colore marrone scuro, aumentano del 60% in lunghezza e acquisiscono quell'odore caratteristico che tanto li contraddistingue (penso sia pleonastico ricordare come la maggior parte del caffè venga prodotta in Africa).

Dopo essere stato tostato, il chicco della bacca della pianta del caffè ha bisogno di tornare molto lentamente a temperatura ambiente, per questo motivo viene posto in appropriati contenitori (chiamati bricchi dei chicchi delle bacche delle piante del caffè) a loro volta siti in spazi opportunamente ventilati.

Voci correlate

Note

  1. ^ Bravo hai scoperto che manca il Madagascar, vuoi una medaglia? Hai mai visto un mogadiscio madagascio magamascio un abitante del Madagascar bere del caffè?
  2. ^ Lemma arcaico aulico e desueto il cui significato si è perso nella notte dei tempi, ma arrivato comunque a noi grazie alla tradizione orale...