Marlon Brando: differenze tra le versioni
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Il suo primo film è ''The Men'', in cui ha la parte di un reduce di guerra che ha perso occhi, braccia, gambe e lingua e che comunica muovendo le orecchie (un colpo di orecchie vuol dire "ho fame", due "ho sete", tre "cambiatemi perché mi sono cagato addosso", nessun colpo "sto dormendo"). La performance e il ciuffo imbrillantinato che sfoggia nel film gli permettono di farsi notare; si specializza nel ruolo di giovane scavezzacollo dal sorriso malandrino e dall'ascella pezzata in pellicole come:[[File:Marlon Brando in posa.jpg|thumb|L'immagine personale che Brando scelse per il suo profilo [[Facebook]].]] |
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*''Un trans chiamato Desiderio''. Qui Brando, nei panni di un rude polacco che si invaghisce di un travestito italiano, è affiancato da un esuberante [[Cristiano Malgioglio]], il Desiderio del titolo. |
*''Un trans chiamato Desiderio''. Qui Brando, nei panni di un rude polacco che si invaghisce di un travestito italiano, è affiancato da un esuberante [[Cristiano Malgioglio]], il Desiderio del titolo. |
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*''Gli ammutinati del Bounty'', l'amara storia di un gruppo di operai in [[sciopero]] che si rifiuta di continuare a produrre merendine al [[cocco]]. Meno valido fu il sequel ''Gli ammutinati del [[Mars]]''. |
*''Gli ammutinati del Bounty'', l'amara storia di un gruppo di operai in [[sciopero]] che si rifiuta di continuare a produrre merendine al [[cocco]]. Meno valido fu il sequel ''Gli ammutinati del [[Mars]]''. |
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*''Viva [[José Luis Rodríguez Zapatero|Zapatero]]!'', ispirato alla figura del rivoluzionario che liberò i peones e liberalizzò i matrimoni gay. |
*''Viva [[José Luis Rodríguez Zapatero|Zapatero]]!'', ispirato alla figura del rivoluzionario che liberò i peones e liberalizzò i matrimoni gay. |
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[[File:Marlon Brando in posa.jpg|thumb|L'immagine personale che Brando scelse per il suo profilo [[facebook]].]] |
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È in questi anni che si cuce addosso l'etichetta di artista sensibile alle tematiche sociali, attivandosi in prima persona contro la discriminazione razziale e l'aumento del prezzo della [[cocaina]]. Nel [[1963]] Brando partecipa assieme ad altre 250000 persone (15, secondo la [[questura]]) ad una celebre marcia per i diritti civili a [[Washington]], e alla fine invita tutti a casa sua per uno [[spritz]]. |
È in questi anni che si cuce addosso l'etichetta di artista sensibile alle tematiche sociali, attivandosi in prima persona contro la discriminazione razziale e l'aumento del prezzo della [[cocaina]]. Nel [[1963]] Brando partecipa assieme ad altre 250000 persone (15, secondo la [[questura]]) ad una celebre marcia per i diritti civili a [[Washington]], e alla fine invita tutti a casa sua per uno [[spritz]]. |
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A metà degli [[anni settanta]] il mito di Marlon Brando sembra volgere al tramonto. L'attore paga lo scotto di un temperamento troppo sanguigno (celebre è lo scappellotto sulla nuca che Brando rifila al regista [[Gillo Pontecorvo]] durante le riprese del film ''Queimada''), di una vita privata tormentata (celebre è lo scappellotto sulla nuca che Brando rifila alla prima moglie Anna Kashfi durante il viaggio di nozze) e di alcune scomode prese di posizione politiche (celebre è lo scappellotto sulla nuca che Brando rifila al presidente [[Nixon]] durante una visita alla [[Casa Bianca]]).<br />Insoddisfatto, l'attore scappa a [[Parigi]] alla ricerca della serenità perduta; qui, stazzonato e cencioso, inizia a vendere panetti di [[burro]] [[porta a porta]]. La grama esperienza casearia ha termine quando [[Bernardo Bertolucci]], in esilio in [[Francia]] dopo essere stato condannato all'[[ergastolo]] per reiterata [[violenza sessuale]] su capre, riconosce in lui l'ex-divo. Bertolucci scrittura Brando per ''[[Ultimo tango a Parigi]]'', la storia di un uomo di mezza età che riflette sulle sue frustrazioni e sui suoi fallimenti e intanto lubrifica l'ano di una diciottenne con quintalate di burro fuso.<br />Il film segna la rinascita professionale di Brando e vale al regista un secondo ergastolo in contumacia, per oscenità e uso improprio di latticini. |
A metà degli [[anni settanta]] il mito di Marlon Brando sembra volgere al tramonto. L'attore paga lo scotto di un temperamento troppo sanguigno (celebre è lo scappellotto sulla nuca che Brando rifila al regista [[Gillo Pontecorvo]] durante le riprese del film ''Queimada''), di una vita privata tormentata (celebre è lo scappellotto sulla nuca che Brando rifila alla prima moglie Anna Kashfi durante il viaggio di nozze) e di alcune scomode prese di posizione politiche (celebre è lo scappellotto sulla nuca che Brando rifila al presidente [[Nixon]] durante una visita alla [[Casa Bianca]]).<br />Insoddisfatto, l'attore scappa a [[Parigi]] alla ricerca della serenità perduta; qui, stazzonato e cencioso, inizia a vendere panetti di [[burro]] [[porta a porta]]. La grama esperienza casearia ha termine quando [[Bernardo Bertolucci]], in esilio in [[Francia]] dopo essere stato condannato all'[[ergastolo]] per reiterata [[violenza sessuale]] su capre, riconosce in lui l'ex-divo. Bertolucci scrittura Brando per ''[[Ultimo tango a Parigi]]'', la storia di un uomo di mezza età che riflette sulle sue frustrazioni e sui suoi fallimenti e intanto lubrifica l'ano di una diciottenne con quintalate di burro fuso.<br />Il film segna la rinascita professionale di Brando e vale al regista un secondo ergastolo in contumacia, per oscenità e uso improprio di latticini.[[File:Marlon Brando Vito Corleone.jpg|thumb|left|Sono proprio loro, i testicoli di Al Pacino!]] |
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=== La parentesi mafiosa === |
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L'alimentazione a base di burro, ormai vera e propria ossessione, dona a Marlon la mole e l'odore di balena spiaggiata, tanto da costringere sua figlia (nonché sua terza moglie) Tarita a trasportarlo in giro con un carrello elevatore. Brando si ritira quindi nella sua villa a [[Little Italy]], da dove amministra la sua nuova attività di boss di quartiere: intimidazioni, racket, regolamenti di conti. Interrompe il suo esilio dorato solo per prendere parte a due film: |
L'alimentazione a base di burro, ormai vera e propria ossessione, dona a Marlon la mole e l'odore di balena spiaggiata, tanto da costringere sua figlia (nonché sua terza moglie) Tarita a trasportarlo in giro con un carrello elevatore. Brando si ritira quindi nella sua villa a [[Little Italy]], da dove amministra la sua nuova attività di boss di quartiere: intimidazioni, racket, regolamenti di conti. Interrompe il suo esilio dorato solo per prendere parte a due film: |
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*''[[Il padrino]]'', nel ruolo fortemente autobiografico di [[Don Vito Corleone]], pacifico [[pensionato]] [[INPS]]. Brando |
*''[[Il padrino]]'', nel ruolo fortemente autobiografico di [[Don Vito Corleone]], pacifico [[pensionato]] [[INPS]]. Brando ricorre a un trucco per deformare i propri lineamenti e arricchire l'espressività del proprio volto, tenendo all'interno della bocca non un paio di grossi batuffoli di ovatta, come molti erroneamente credono, bensì i testicoli di [[Al Pacino]]. |
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*''[[Apocalypse Now]]'', in cui interpreta il colonnello Kurtz, impazzito dopo aver visto [[Bear Grylls]] sopravvivere nella foresta cibandosi di [[vietcong]] e merda di [[scimmia]]. |
*''[[Apocalypse Now]]'', in cui interpreta il colonnello Kurtz, impazzito dopo aver visto [[Bear Grylls]] sopravvivere nella foresta cibandosi di [[vietcong]] e merda di [[scimmia]]. Durante le riprese Brando sfida [[Jim Morrison]], autore della colonna sonora, in una gara a chi beve più [[mojito]]. La gara si protrae per due settimane e si conclude con la resa di Morrison per sopraggiunto [[coma etilico]]. |
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Marlon Brando (detto anche Marlon Brandy per il vizio del cicchetto) è stato, assieme a James Dean, Steve McQueen e al culo di Van Damme, uno dei volti più rappresentativi di Hollywood: in un'epoca in cui i film americani erano talmente edulcorati da sembrare filmini della cresima, fu lui a sdoganare sul grande schermo i vaffanculo, il tabagismo, la guida senza casco e il sesso anale (in una memorabile scena di Ultimo tanga a Parigi).
Da buon mafioso, fu insignito della Lupara d'oro dalla Lega dei Gentiluomini Italoamericani e di una stella nella Hollywood Walk of Fame, nella quale decise, alla fine dei suoi giorni, di farsi cementificare.
Biografia
L'icona
Il suo primo film è The Men, in cui ha la parte di un reduce di guerra che ha perso occhi, braccia, gambe e lingua e che comunica muovendo le orecchie (un colpo di orecchie vuol dire "ho fame", due "ho sete", tre "cambiatemi perché mi sono cagato addosso", nessun colpo "sto dormendo"). La performance e il ciuffo imbrillantinato che sfoggia nel film gli permettono di farsi notare; si specializza nel ruolo di giovane scavezzacollo dal sorriso malandrino e dall'ascella pezzata in pellicole come:
- Un trans chiamato Desiderio. Qui Brando, nei panni di un rude polacco che si invaghisce di un travestito italiano, è affiancato da un esuberante Cristiano Malgioglio, il Desiderio del titolo.
- Gli ammutinati del Bounty, l'amara storia di un gruppo di operai in sciopero che si rifiuta di continuare a produrre merendine al cocco. Meno valido fu il sequel Gli ammutinati del Mars.
- Viva Zapatero!, ispirato alla figura del rivoluzionario che liberò i peones e liberalizzò i matrimoni gay.
È in questi anni che si cuce addosso l'etichetta di artista sensibile alle tematiche sociali, attivandosi in prima persona contro la discriminazione razziale e l'aumento del prezzo della cocaina. Nel 1963 Brando partecipa assieme ad altre 250000 persone (15, secondo la questura) ad una celebre marcia per i diritti civili a Washington, e alla fine invita tutti a casa sua per uno spritz.
La senilità
A metà degli anni settanta il mito di Marlon Brando sembra volgere al tramonto. L'attore paga lo scotto di un temperamento troppo sanguigno (celebre è lo scappellotto sulla nuca che Brando rifila al regista Gillo Pontecorvo durante le riprese del film Queimada), di una vita privata tormentata (celebre è lo scappellotto sulla nuca che Brando rifila alla prima moglie Anna Kashfi durante il viaggio di nozze) e di alcune scomode prese di posizione politiche (celebre è lo scappellotto sulla nuca che Brando rifila al presidente Nixon durante una visita alla Casa Bianca).
Insoddisfatto, l'attore scappa a Parigi alla ricerca della serenità perduta; qui, stazzonato e cencioso, inizia a vendere panetti di burro porta a porta. La grama esperienza casearia ha termine quando Bernardo Bertolucci, in esilio in Francia dopo essere stato condannato all'ergastolo per reiterata violenza sessuale su capre, riconosce in lui l'ex-divo. Bertolucci scrittura Brando per Ultimo tango a Parigi, la storia di un uomo di mezza età che riflette sulle sue frustrazioni e sui suoi fallimenti e intanto lubrifica l'ano di una diciottenne con quintalate di burro fuso.
Il film segna la rinascita professionale di Brando e vale al regista un secondo ergastolo in contumacia, per oscenità e uso improprio di latticini.
La parentesi mafiosa
L'alimentazione a base di burro, ormai vera e propria ossessione, dona a Marlon la mole e l'odore di balena spiaggiata, tanto da costringere sua figlia (nonché sua terza moglie) Tarita a trasportarlo in giro con un carrello elevatore. Brando si ritira quindi nella sua villa a Little Italy, da dove amministra la sua nuova attività di boss di quartiere: intimidazioni, racket, regolamenti di conti. Interrompe il suo esilio dorato solo per prendere parte a due film:
- Il padrino, nel ruolo fortemente autobiografico di Don Vito Corleone, pacifico pensionato INPS. Brando ricorre a un trucco per deformare i propri lineamenti e arricchire l'espressività del proprio volto, tenendo all'interno della bocca non un paio di grossi batuffoli di ovatta, come molti erroneamente credono, bensì i testicoli di Al Pacino.
- Apocalypse Now, in cui interpreta il colonnello Kurtz, impazzito dopo aver visto Bear Grylls sopravvivere nella foresta cibandosi di vietcong e merda di scimmia. Durante le riprese Brando sfida Jim Morrison, autore della colonna sonora, in una gara a chi beve più mojito. La gara si protrae per due settimane e si conclude con la resa di Morrison per sopraggiunto coma etilico.
I premi
Attore di grande talento, era capace di penetrare a fondo nei personaggi fino a immedesimarsi completamente in loro, anche se godeva di più nel penetrare nelle colleghe di scena. Gli fu assegnato il Premio Oscar due volte: nel 1955 per la sua interpretazione di un faraglione roccioso in Fronte del porto, nel 1973 per Il padrino. Nel secondo caso la giuria aveva ritenuto la sua performance indegna e imbarazzante (un vecchio obeso che biascica e sputazza pezzi di arancia non è un gran vedere), ma il regista Francis Ford Coppola (baciamo le mani) omaggiò personalmente i membri dell'Academy con teste di cavallo nel letto e fece cambiare loro idea.
Marlon Brando inviò alla cerimonia di premiazione una giovane squaw indiana, che tenne in sua vece un discorso di denuncia e di protesta contro l'ambiente hollywoodiano.
Si scoprì solo anni dopo che quella non era una vera squaw, e neppure una vera donna: era Marlon Brando, che ancora una volta lasciò tutti di stucco con un'interpretazione strabiliante.
Curiosità
L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.
Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici? |
- Dopo una notte brava a Las Vegas si ritrovò sposato con un cartellone pubblicitario raffigurante Liz Taylor.
- Conservò per anni come una reliquia il panetto di burro con cui sodomizzò Maria Schneider in Ultimo tango a Parigi, ma finì col mangiarselo durante un attacco di fame notturno.
Voci correlate
Orgogli e vergogne della settima arte
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