Casa Bianca
La Casa Bianca (in inglese Case Biank) è la residenza ufficiale dei presidenti degli Stati Uniti che non sanno dove altro andare perché sono troppo pezzenti per avere un mega-grattacielo tutto per loro.
Insieme ad altre casone più o meno bianche, in cui vive il vice-presidente e dove vengono accolti i capi-tribù delle colonie oltre-oceano, è una delle tre residenze governative più grosse, tipo che non si sa cosa c'è dietro per quanto sono grosse. Tutte e tre sorgono in Washington D.C., una città in cui a parte le tre principali residenze governative c'è solo un'immenso quartiere-dormitorio dove la sera per divertirti devi andare a comprare crack nella speranza che tentino di accopparti.
Storia
Correva l'anno 1491, e correva così veloce che si passò subito all'anno 1492, quando Cristoforo Colombo volle scoprire l' America; partì, tornò, finì in galera e morì. Poi succedono altri 300 anni esatti di cose noiose, ma arriviamo al dunque.
Progettata a forma di scacchiera da un certo Pierre L'Efante, psicopatico fuggito dal locale manicomio e confusosi facilmente negli ambienti governativi, è una struttura nota per l'impossibilità di andare da una stanza all'altra senza dimenticarti cosa c'eri andato a fare.
Thomas Jefferson la giudicò "una mostruosa pacchianata", ma venne comunque completata nel 1800 spendendo il triplo di quanto preventivato, apposta per farlo incazzare. Fautore dello scherzo un certo George Washington, che morì in circostanze misteriose pochi anni dopo. Jefferson rivelò quindi tutta la sua faccia da culo facendo ingrandire la struttura e aggiungendo serre per orsi bianchi e fontane di whisky in cui nuotavano serve nere travestite da sirena[1].
Nel 1812, durante la guerra anglo-americana, le truppe inglesi occuparono l'edificio e, sconvolti da cotanta mancanza di buon gusto, lo diedero alle fiamme. Ricostruita qualche anno dopo, venne nuovamente devastata nel 1829 da una masnada di gay inferociti, che urlavano slogan come Il marrone e il viola nooooo!. Decenni dopo venne nuovamente ricostruita per ordine di Chester Arthur, disgustato dalla mancanza di asciugamani da bagno in pelo pubico di visone. E così via i presidenti successivi, tanto paga Pantalone.
L'attuale forma fu scelta da Franklin Delano Roosevelt in un raptus di esaltazione neo-pagana. Fu progettata dall'architetto Capuano Strozzoni, che scelse di edificarla in legno e mattoncini Lego bianchi, quelli che dopo un po' diventano di un beige-giallino e non li pulisci neanche con il napalm.
Caratteristiche e struttura
Situata al famoso numero 1600 di Pennsylvania Avenue[2], occupa un fottilione di m² senza alcun motivo. Ha una forma parallelpedicol rettangolare, e fin qua tutto bene; presenta poi un sacco di paccottiglia in stile ionico, corinzio, merovingio e tamarro, disposta secondo moderni criteri che gli addetti al settore fascinoso definiscono "a cazzo".
L'edificio comprende attualmente 300 stanze per far dannare la donna delle pulizie e far perdere la strada al presidente.
Gli interni sono pacchiani a morte, ma mai quanto quelli della Reggia Democristiana, dove se una sguattera rompe un piattino qualunque fa 2.700 € di danni e poi tocca fustigarla in piazza.
Famoso è il cosiddetto studio ovale, l'ufficio del Presidente dalla peculiare pianta curvilinea[3], concepita perché la stanza non avesse angoli, nei quali i presidenti passati solevano urinare quando il bagno era occupato.
L'intero perimetro è presidiato da una divisione di marines che ne sorvegliano incessantemente ogni anfratto, rendendo così quasi impossibili attacchi terroristici e tentati rapimenti, come anche relazioni extra-coniugali del Presidente.
Gli ex-occupanti
Negli anni si sono succeduti i personaggi più improbabili. Dato che di quelli in bianco e nero non frega niente a nessuno, ci limitiamo ad elencare quell'altri.
- I texani coi loro culi grossi come canotti vengono fatti sloggiare da una frizzante e salutista famiglia keniota musulmana, che brucerà le selle di cuoio e i cappelli lasciati in giro dappertutto e convertirà il fottilione di m² erbosi in un mega-orticello che in realtà nasconde abilmente una piantagione di cannabis. La famiglia Obama lascerà un bel ricordo nella servitù, che in verità c'ha messo un po' ad accettare il fatto di servire i neri; i "prodotti dell'orto" comunque hanno aiutato.
- Torna il clan Bush perché la prima volta c'avevano preso gusto. Prendono possesso dei locali alla texana: un bel barbeque, whisky e un ospite gay cui augurare di bruciare per sempre all'inferno. Gli addetti alla sicurezza c'hanno messo un po' di tempo ad abituarsi ai frequenti tornei improvvisati di tiro alle statuine di ceramica del parco dal balcone della veranda.
- Arrivano i Clinton. Uno sconcio. Macchie di sugo ovunque, signora mia dove andremo a finire.
- George H. W. Bush è stato un ottimo ospite. Fra muridiberlino, paname e golfipersici praticamente non c'era mai.
- Permanenza interessante quella di Ronald Reagan, non ci si annoiava mai. Soprattutto quando riceveva gli ospiti nello stanzino delle scope perché non ricordava più dov'era l'ufficio.
- Jimmy Carter. Personcina educata e a modo, ma quelle cazzo di bucce di arachidi le trovavi pure sopra la plafoniera.
Curiosità
- Con Google Maps è possibile visitare virtualmente le stanze della Casa Bianca. La funzione sbircia una cicciona che fa pompini sotto la scrivania non è stata però ancora implementata.
- Nel progetto originale la Casa Bianca era grande come l'intero continente nord-Americano. Il progetto venne abbandonato dopo le vibranti proteste del Canada.
- Tutti i regali per il Presidente vengono accettati e non possono essere riciclati. Per liberarsene è stato predisposto un apposito inceneritore.
- La Casa Bianca doveva essere uno degli obiettivi degli attentati dell'11 settembre 2001 ma i terroristi erano troppo occupati a cercare la cicciona che fa i pompini su Google Maps e si sono persi.
- Originariamente era chiamata "Executive Mansion" (Massoneria Esecutiva), tuttavia i complottatori si lamentarono del fatto che così non si poteva lavorare in pace, e allora venne data una sbianchettata sul nome; subito tutti si sentirono più a loro agio, quindi decisero di lasciare il bianco al posto di un nome: "Tiè, in culo ai Beatles!" la criptica formula con cui il Gran Maestro sancì la decisione.