Stanley Rubik

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(Rimpallato da Stanley Kubrick)
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Stanley Rubik sul set di Senza titolo, il suo primo film, nel 1992.
« Uff... va bene che ti sei incazzato quando ho usato la tua canzone per Arancia meccanica, ma lo vuoi capire che a nessuno importa? »
(Stanley all'autore di Singin' in the rain)
« Uff... va bene che te la sei presa perché Shining non era fedele al tuo libro, ma il libro non era questo gran capolavoro. »
(Rubik a Stephen King)
« Stanley, hai mai fatto un film senza mandare a fanculo qualcuno? »
(Tutti su affermazioni precedenti)
« Non mi sembra, perché? »
(Stanley Rubrik su affermazione precedente)
« Considero Kubrick un incapace, il classico esempio di instabilità artistica. Uno che affrontava un genere, falliva e passava ad un altro genere. E poi, anni e anni tra un film e un altro.... anni e anni di che cosa? di profondo imbarazzo per il film precedente! »
(Stanis LaRochelle su Stanley Rubik)
« La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino è un film che mi ha colpito molto, un capolavoro indiscusso del cinema, un film che avrei voluto girare personalmente... No scherzo, per fortuna che sono morto prima di riuscire a vederlo. »
(Stanley Kubrick a proposito del cinema itagliano)

Stanley Rubik (New York, provincia di Chioggia, 1934) è un regista, attore, sceneggiatore, cameraman, cantautore, calciatore, cosmonauta, ballerino di flamenco e parcheggiatore abusivo americano. Non si sa ancora quanti anni abbia e quanti ancora ne avrà da vivere. Alcuni giornalisti in verità glielo hanno pure chiesto ma a questa domanda il regista, com'è logico attendersi, si gratta le palle come se avesse le pulci.
Appassionato registratore e inventore ergonomico, Rubik è diventato famoso soprattutto nell'ambito cinematografico, è infatti considerato uno dei maggiori cineasti del nostro secolo in termini di peso corporeo, al pari di mostri sacri come Bruno Liegi Bastonliegi, Ando Vais e i fratelli Vanzina. Attualmente vive in un sontuoso grattacielo sulla Fifth Avenue, a Castelfranco veneto. Soffre di una rara forma di albinismo scrotale.

Gli inizi

Per quanto riguarda Stanley Rubik cominiciamo col dire che è nato, una notizia che spesso i suoi biografi ufficiali si dimenticano di dare. Dopo essere nato, all'età di otto anni nella vita del giovane Rubik accadrà qualcosa che gli farà capire che la sua vita dovrà essere consacrata al cinema: suo padre infatti, per il suo compleanno gli regalerà una piccola cinepresa. O meglio, avrebbe voluto, ma non disponendo dei soldi necessari gli regalerà mezzo chilo di carne di vitello, ma è comunque il gesto che conta.
Dopo gli imbarazzi iniziali Rubik decide a scendere per strada a documentare la realtà, e per molto tempo fu il primo ed unico videoamatore a tentare di fare dei film con un cartoccio di vitello. Quando si trovò un lavoro come animatore nei funerali si potè finalmente pagare l'agognata cinepresa, con cui comincerà subito a sfornare immortali capolavori o cagate madornali, a seconda dell'ispirazione.

Nel 1945 si iscrive all'Accademia per lavavetri, ma dopo 37 anni di ripetizione del primo anno abbandona, e ormai cinquantenne decide di cambiare vita e dedicarsi al cinema.

I primi Film

Uno dei primi film di Rubik. Il suo commento alla prima del film è stato: "Mi sono cacato addosso. Due volte"

Compratosi un cellulare in grado di fare i filmini, Rubik realizza i suoi primi quattro film, che Enrico Ghezzi definisce capolavori assoluti del cinema, ma che durante la visione il resto del mondo dopo al massimo 12 secondi si suicida. Questi film sono:

  • Feccia: inquadratura fissa per 13 ore su una chiazza nera sull'asfalto.
  • Ineluttabilità: inquadratura fissa per 23 ore di un canneto scosso dal vento.
  • Sguardo: schermo nero per 3 giorni, 8 ore e 7 minuti.
  • Gioventù bruciacchiata: Documentario di 6 ore e 15 secondi sulla vita di una formica, i rapporti turbolenti con un formichiere, gli immorali amori con Gargamella e infine la morte per mezzo del regista stesso che la calpesta durante una crisi d'astinenza da caramello fuso.
  • L'insostenibile leggerezza dell'essere dell'uomo moderno nella società amorale moderna applicata alla teoria della relatività di Gigi: vivace racconto in 31 atti che narra le vicende amorose di un critico musicale sordo con una fanciulla di 9 anni e delle opposizioni delle rispettive famiglie e della comunità di emo locali. Alla fine muoiono tutti. Gli emo per suicidio, gli altri pure.
  • Noia ma molto noiosa: Paghi per entrare nel cinema, le porte si chiudono, e per 69 giorni stai rinchiuso lì dentro, mangiando gli avanzi di pop corn che stronzi con artrosi congenita alle mani hanno fatto cadere a terra, pensando che per soli 8 euro una cagata di film del genere (che tra l'altro non c'è!) te la potevi anche risparmiare

Purtroppo i film incassano complessivamente 3 dollari e 11 cent, e il povero Stanlio, avendo perso 23 dollari, si trova sul lastrico.

L'incontro con Rocco Siffredi e la scoperta del porno

Quando ormai era deciso a tornare alla sua vecchia passione e iscriversi a un corso per corrispondenza per lavavetri, una sera incontra per caso la sua vecchia fiamma Vladimir Luxuria accompagnata da Rocco Siffredi, quando i due erano compagni di vita. Coinvolto dai due in un menage a trois, riprende il rapporto col cellulare e mette il video su Youtube. Il film vince immediatamente 63 Oscar, convincendo Stanlio a dedicarsi al cinema erotico. Assieme all'amico Rocco Siffredi realizza quelli che sarebbe in breve diventati classici per l'infanzia. Tra questi ricordiamo Fallo Felice, Independence Gay, Fallo volare, Dove osano i peni e Le chiavi in casa, nonché il fondamentale 2001 - Odissea del cazzo.


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