Cosenza

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Cosenza

(Stemma)

"Mina mò ch'è carn'i pùarcu"

(Motto)

Posizione geografica Terronia
Anno di fondazione 1000 d.C.
Abitanti 70.000 Cosentini e 35.000 Rendesi
Etnia principale Albanesi, Zallari, truzzi e terroni
Lingua dialetto cosentino
Sistema di governo vurri-vurricrazia
Moneta patata silana
Attività principale non fare un cazzo tutto il giorno, spendere in aperitivi e criticare
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Cosenza
« A meno 7 non più gelesi ma gelati »
(Tifoseria Cosentina sul Gela)
« Lavoro al call center e ho comprato una BMW »
(Cosentino medio su indipendenza economica)
« Catanzaro mal di testa? Vivin C2! »
(Cosentini su Catanzaro (solitamente allo stadio, ma non solo))
« A fiss'i mammata! »
(Cosentino su tua madre)
« Perché? Quella era una città? »
(Carlo Azeglio Ciampi su Cosenza, dopo un viaggio in Calabria)
« Meglio qua che a Catanzaro... »
(Vasco Rossi strafatto su Cosenza, prima di un concerto, proprio in faccia ai cosentini)


Cosenza fu fondata nel 1000 d.C. attorno all'immondizia di viale Parco, che già esisteva in mezzo al nulla. La città conta -100.000,3 abitanti di cui il 75% vive una triste e inutile esistenza fatta di BMW a ogni costo e debiti con la Findomestic.

Geografia

L'attuale sindaco di Cosenza.

La città, conosciuta anche come Cos Angeles, sorge in prossimità della confluenza tra le fogne Crati e Busento. È circondata da sette colli irraggiungibili in tempi ragionevoli, al contrario di un'altra famigerata città calabrese che di colli ne ha solo tre. La città si estende su una superficie di 37,2 km² di cui 3 vivibili occupati dal centro commerciale "I 2 Fiumi". Questa ridente cittadina del Sud gode del famoso mite clima mediterraneo: infatti d'inverno la temperatura scende fino allo zero assoluto, mentre d'estate raggiunge un milione di gradi. La città ha la particolarità di trovarsi nella parte est a ventimila leghe sotto il livello del mare e in quella ovest a millemila metri sopra. Al riguardo si suol dire: "Se pensate che tutte le strade portino a Roma, ancora non avete visto la Salerno-Reggio Calabria".

Storia

Cosenza venne fondata circa nel IV secolo a.C. da pastori montanari silani, che decisero di spostarsi verso la confluenza del Crati e Busento credendo di restare in montagna visto l'ambiente "trembesco", ma in realtà si situarono a 238 m s.l.m.[dato reale. Dunque, oggi con tutta probabilità se chiedete ad un Cosentino, vi risponderà che appunto la sua città è situata in una zona montana e ciò accende la rivalità verso i marinari che abitano a millemila miglia di distanza pregiudicati con un freddo "Genti i puartu statt'accuartu". La vita trascorse nei secoli a Cosenza, senza grandi emozioni. Il livello culturale del luogo rimase legato all'alto medioevo. La grande rinascita si ebbe però con la conquista Zingaro-Albanese, che tutt'oggi segna la maggioranza etnica del posto. Da allora la seconda lingua ufficiale dopo il Cosentino divenne l'albanese. Oggi la città si presenta come una colata di cemento senza nessuna logica e legge urbanistica, basta scorrere per le vie di Cosenza per notare palazzoni di vario colore che richiamano lo stile "Arlecchino". La Storia ci dice che Alarico re dei Visigoti morì a Cosenza a causa della malaria (epidemia fortemente diffusa nella zona), e decise di seppellire il suo tesoro con sé. Ancora oggi non è raro vedere i Zingaro-Albanesi-Cosentini, scavare per le strade e trovare solo spazzatura o materiali radioattivi.

La storia di Cosenza è segnata da grandi sconfitte:

  • Il primo re della città perse la proprietà di quest'ultima in una partita a briscola con Numa Pompilio.
  • In seguito dei Longobardi sfidarono i nuovi sovrani della città in una partita a pallacanestro: se avessero perso sarebbero stati sodomizzati e avrebbero dovuto cedere la città. Cosa che avvenne perché i locali non conoscevano la pallacanestro.
  • Nel medioevo, con l'arrivo dei Normanni, fu permessa la defecazione libera in strada da parte di cani e dei loro padroni.

Negli annali è rimasta anche la vittoria dei baristi del centro contro l'acerrimo rivale "Voglia di Lavorare", debellato ed esiliato lontano dalla città, a favore del maggiormente benvoluto "Aperitivo al Renzelli", acclamato fra la folla festante.

Lingua

Nessuno ha mai capito da dove derivi il dialetto cosentino. Si dice che somigli molto alla lingua parlata dai nostri antichi progenitori australopitechi con influenze da parte dell'ungherese, del namecciano, del latino scritto e dell'handshake del modem. Ne deriva che il dialetto cosentino è difficilissimo da capire, molti truzzi pensano invece di parlarlo solo perché bestemmiano e imprecano come turchi. Fenomeni culturali rilevanti che forniscono spunti di comunicazione significativi a un'intera generazione di tamarri sono "beverlymezzo" e "orange cosenza"[1].

Sebbene ricerche del secolo scorso abbiano portato all'individuazione del dialetto cosentino come vernacolo a sé stante, la tradizione popolare vuole che la lingua bruzia sia nata da Totonno U Squalo, imperturbabile e magnanimo signore di Corso Mazzini, al momento residente alle Hawaii assieme a Gesù Cristo, Jim Morrison, i Led Zeppelin e Jole Santelli. A tali personaggi si riconduce inoltre la paternità del Cosentin Cortese

Cosentino al mare.

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Il Cosentin Cortese

Il professore Schiapponi, noto e illustre professore di Itagliano all'Università della Riforma Antestante Scarpelli, attribuisce al Cosentin Cortese una sua unica e inequivocabile forma e vita nel pantheon degli idiomi paneuropei[2]. La tesi dell'irriducibile professore, partendo da una ricorrente frase vernacolare (ngulacchitemmuartu), ci porta alla creazione di un fantastico glossario tanto unico quanto importante nel vivibus civitas del cosentino medio, quasi una sorta di preghiera nei confronti del prossimo. Di seguito alcuni esempi:

  • Ngulacchitemmuartu: ai tuoi estinti;
  • Ngulacchitestramalimuartu: ai tuoi cari estinti;
  • Ngulaqquantimuartitiani: a tutti i tuoi estinti;
  • Ngulacchitebbiacchiu: ai tuoi non ancora estinti;
  • Maledittu sinnacu: attualmente non tradotta (quello che si conosce è che si riferisce a una carica politica).
  • Aru straculu: fottiti;

Popolazione e usanze locali

Maschio cosentino

Il ballo classico Cosentino è composto da una serie di movimenti incomprensibili (dovuti a una evidente assuefazione da stupefacenti di bassa qualità e/o da Angelo Azzurro mixato male) che tengono a sottolineare la totale incapacità dei ballerini Cosentini medi.

Nelle famose discoteche tamarre il cosentino rozzo pratica l'arte dell'acchiappo sfoggiando magliette attillate, pantalone 9,2 o Jeckerson rigorosamente falsi acquistati da Omar all'autostazione, jeans sbiaditi, finte cinture D&G (D&D o D&B o G&G o F&B), degne del Costantino nazionale, e le originali Hogan nere o marroni, sempre di Omar, ai piedi; il tutto corredato da elegantissime catenazze e dal bijoux più in voga del momento: l'orecchino con finto diamante stile Adriano che sostituisce lo spadino finto Paciotti, ormai in uso solo ai nostalgici. Da notare che il rozzo non esce mai da solo, ha bisogno che "il ragazzo con l'orecchino di perla" by Dj Francesco faccia pendant. Il suddetto pratica l'abbordaggio con frasi a effetto come "qual è la via più breve per arrivare al tuo cuore", "mi hai trapanato il cuore", "ma lo sai ca sì na topina popu toga" o cercando di intavolare un discorso semi-serio del tipo "sei molto carina, c'è quel mio amico che si è appena innamorato di te e vorrebbe conoscerti... sì, chiru arrieti a colonna ca fa na pocu u timido, sa, a guagliuna l'ha lassatu i pocu..."
All'interno dei privé è possibile ammirare la diffusa specie Homo vavusus. Trattasi di finti figli di papà dotati di uno spiccato senso per gli affari: costoro investono tutti i propri averi in aperitivi, lampade abbronzanti e scarpe Hogan acquistate presso il senegalese di Piazza Europa (da Omar verrebbero visti da troppe persone). All'ingresso della discoteca guardano con aria di sufficienza il truzzo ed entrano non più tardi dell'una per non perdere la riduzione (Senso Per gli Affari di cui sopra). L'ominide in questione per conquistare una donna ha un suo rituale:

  1. Giocherella col portachiavi della sua chiccosissima Mini Cooper o Audi (acquistata grazie alla vendita della casa della nonna, a sua volta sbattuta in una triste casa di riposo - chi se ne frega, fa sempre parte del progetto di investimento)
  2. Sfodera il cellulare ultratecnologico appena acquistato da Mediaworld (che pagherà con comode rate da 10 euro e 80 cents al mese, per un numero imprecisato di anni) ed effettua telefonate a misteriose ragazze... alias servizio Tim card e Vodafone 190
  3. Avvista una preda appetibile, la invita per un caffè l'indomani e le chiede cortesemente il numero di telefono di casa ("scusa ma al mattino ho la tariffa rossa")
  4. Il giorno dopo, prima dell'appuntamento con la ragazza di cui sopra, si vanta di eccezionali giochi erotici fatti con la suddetta proprio nel parcheggio all'esterno della discoteca


Al riguardo inseriamo una clip di spiegazione del fashion style cosentino: STRATOS, la scarpa di tendenza che fa moda solo a Cosenza.

Esemplare di truzzo cosentino impegnato in una piacevole conversazione telefonica con la sua amatissima fidanzata. Egli, come si può vedere, si distingue per le capacità oratorie, la padronanza linguistica e la ricercatezza nell'utilizzo di una terminologia aulica e raffinata.

Il cosentino falso sinistroide figlio di papà

Si aggira per i pub della città in gruppi urlanti, con birra alla mano e canna in bocca, cercando disperatamente la rissa “operaia”. Ha (o meglio vuole avere) solitamente l’aspetto del clochard: jeans strappati, scarpe bucate, maglietta o felpa sporche e capelli in disordine o rasati. Si getta nella mischia gridando frasi del tipo “a ‘nnua unn’inni frica ‘nnenti”, “ancuna cosa n’a vivimu” o "chini cuagliu cuagliu".È uno dei figli dei professionisti della Cosenza bene ma ostenta il suo stile di vita semplice e sostiene (solo a parole) le classi meno agiate. Canzona e insulta gratuitamente e selvaggiamente chiunque acquisti beni di consumo, ma spende cifre esorbitanti in droghe, alcool e tutto ciò che è inutile, fa male alla salute e possibilmente è illegale (in quanto si ritiene parte di una sorta di “resistenza operaia contro lo Stato”). Questo individuo infatti ha una visione complottistica della realtà italiana e internazionale, che non esita a definire con tono dispregiativo “il sistema” . Le autorità statali sono nemici a prescindere e qualunque cittadino graviti nella loro orbita o le sostenga è nemico anch'esso. Questo personaggio attua la sua lotta contro le autorità e le forze dell’ordine soprattutto nelle vesti di falso ultrà del Cosenza Calcio e dei club a esso gemellati, recandosi in Curva Sud e in trasferta al solo scopo di inneggiare slogan deliranti contro le forze dell’ordine, drogarsi impunemente, ridursi in uno stato di ubriachezza molesta o usare violenza gratuita contro persone e cose, creando disordini di ogni tipo. È ormai celebre il demenziale coro “d’a partita unn’inni frica ‘nnè, incidenti, aleò”. Si professa antirazzista e contro ogni discriminazione ma insulta chiunque sia diverso da lui. Chi ad esempio non fa uso di droghe o non indossa la sua “divisa” è ritenuto “minchiune”, o peggio, “fascista”. In particolare la camicia è per lui e i suoi segno distintivo del “nemico di classe” e può giustificare un’aggressione contro chi la porta. Si professa altresì pacifista e contro ogni forma di criminalità organizzata ma ha una mentalità violenta e finanzia le organizzazioni criminali acquistando stupefacenti senza alcun rimorso. In generale si può capire come sia totalmente privo di coerenza e manchi quotidianamente di rispetto con le suoi azioni alle classi sociali verso le quali dice di nutrire grande sensibilità.

Femmina cosentina

Generalmente il rozzo cosentino si accoppia e riproduce con la rozza. Esistono tre generi di rozze.

  • La prima è la simil-velina tendente all'anoressia, che indossa abiti succinti seguendo rigorosamente la moda dettata da troniste e corteggiatrici di Uomini e Donne: dunque libero sfogo a scaldabraccia, scaldamuscoli, cerchietti con stelline annesse, braccialetti con ciondoli a forma di bauletto, stivali bianchi con fibbia e borchie che vanno a mettere in evidenza torniti polpacci già aggraziati da calze color fuxia, cinturoni che coprono i 3/4 della figura, borsette Pink Bag (la Pinko è un must delle vip), e l'immancabile french manicure.
  • Il secondo genere di rozza non differisce molto dalla prima se non per le dimensioni: anch'essa esalta la propria figura con pantaloni a vita bassa e top microscopici che lasciano scoperte le deliziose maniglie dell'amore ormai divenute balaustre.
  • La terza è facilmente associabile alla studentessa universitaria, solitamente trentenne che vive in casa dei genitori. La sua figura snella e i suoi abiti lasciano presagire la normalità del soggetto, ma avvicinandovisi ci si accorge di alcune pecche. La prima riguarda il modo di parlare, fintamente colto e pieno di vocaboli inusuali, quasi forbito. Non ci si lasci prendere per i fondelli da ciò, dato che la cadenza di talune parole è scandita con il solito accenDo cosenDino molto marcato. Tali donne, dette anche "stroloche", rimbambiscono gli uomini col fine del matrimonio, pratica professionale molto amata in previsione di spese future "addì macs mara!". La seconda pecca riguarda frequentazioni e parentele. Le frequentazioni sono molto importanti, come cita il proverbio "dimmi con chi vai e ti dirò chi sei". Le donne di questo sottotipo annoverano frequentazioni altolocate e in luoghi assolutamente VIP. La realtà vuole che non sia così, perché l'estate sono solite riunirsi in quel di Sangineto per affollare la notissima discoteca del luogo. Le parentele sono altrettanto importanti, d'altronde, stilando una linea parentale, noteremo che tutti sono parenti di tutti e che tutte conoscono il fior fiore di filosofi, giuristi, matematici e colti della città. Il loro fine è come sempre quello di scioccare il maschio cosentino affinché la sposi nella speranza di un lavoro "aru cumune" per poi divorziare contestualmente al parto di un nuovo potenziale soggetto a rischio.

La sottospecie è portata per natura alla violenza e alla bestemmia facile. Il trucco della rozza è caratterizzato da una base di stucco applicato con cazzuola e impanato con abbondante cipria, al di sopra del quale gli scienziati dopo accurati studi hanno potuto riscontrare la presenza di tutti i colori dell'arcobaleno.

Bambino

L'ultima moda a Cosenza è quella di dare ai propri figli nomi di attori, attrici o più semplicemente nomi stranieri. Non è raro sentire sulle spiagge "Michael ti fazz' a faccia tanta", "Melanie, Naomi ed Elisabeth, uscite subito dall'acqua che è arrivata mamma 'ccu ra parmigiana". Oppure delle voci fuori bordo urlare "Shaaaaaaaaaaaaaaroon". Le mamme cosentine sono sempre molto attente all'alimentazione dei propri pargoli, chissà perché li vedono sempre sciupati. E allora, cosa c'è di meglio di un bel panino con Nutella in spiaggia il 15 agosto con 45° e il sole allo zenit? Ecco spiegato perché il cosentino medio prende la casa in riva al mare...

Cosentino in Vacanza

Il genere rozzo tende all'autoconservazione e alla salvaguardia della specie, per cui non è difficile riconoscerne gli esemplari in luoghi ameni quali le spiagge rigogliose della costa tirrenica (chiamata Cosenza Beach). L'esemplare maschile si distingue dal tipico zoccolo in legno trascinato con leggiadria sul lungo mare e nelle strade di paese; è usanza del rozzo trascinare lo zoccolo anche nel caso in cui si trovi a bordo di un ciclomotore per evitare di passare inosservato. Il truzzo d.o.c. (di origine cosentina n.d.r.) non acquista un nuovo paio di zoccoli finché il precedente non ha raggiunto un'altezza di mezzo millimetro a forza di raschiare le strade di Fuscaldo. Il CSR (Consiglio Superiore dei Rozzi) assegna gli zoccoli anche alle grezze; queste ultime però hanno in dotazione altri due accessori: un costume intero a fiori grandi, rossi neri e verdi e una pinza per capelli celeste o fuxia di forma squadrata.

Quando il cosentino medio dice "scendo al mare" intende andare a Paola, considerata la spiaggia cosentina per eccellenza. Infatti il cosentino medio non sopporta più di mezz'ora di viaggio. Inoltre il cosentino si riversa nelle spiagge di Fiumegrezzo (alias Fiumefreddo), dove c'è in tutto una pescheria, un forno e una gelateria e Torregrezzo (alias Torremezzo) altro posto rinomato per smoderata bruttezza. Ogni tanto il cosentino si spinge fino a Diamante Beach e quando torna racconta ai suoi concittadini delle proprie imprese ai limiti del mondo conosciuto.


Quelli che...il calcio

La tifoseria cosentina è alquanto variegata e composta da:

  1. Il tifoso occasionale, che si reca allo stadio solo se la squadra fa risultati e se la temperatura oscilla tra i 18 e i 20 gradi (a 'ssu cazz' i San Vito c'èn'umidita'!!). Si posiziona in Tribuna B e guarda distrattamente la partita perché concentrato ad ascoltare in cuffia la Juventus.
  2. L'assiduo della curva sud, che qualsiasi cosa gli chiedi ti risponde: "Comba', vida ca io mi signu fatto tutt' i trasferte, ma tu ad Eboli c'eri?". L'ultrà durante la partita è impegnato in altre pratiche, tant'è che mentre l'arbitro ti sta dando un rigore contro è probabile che lui stia cantando "E Catanzaro, Catanzaro merda".
  3. La tifosa impellicciata della tribuna numerata, che fa le sue comparsate in novembre e dicembre. La sua missione è mirata a far prendere aria alla pelliccia che puzza ancora di naftalina. Non c'è pericolo, la sua presenza allo stadio è sporadica, l'umidità le fa arricciare i capelli.

Trasporti

Il cosentino alla guida è geneticamente moscio: richiede calma, tranquillità e tutto il tempo che serve per trovare il parcheggio il più vicino possibile al posto. Sullo stesso cromosoma troviamo il gene SUV-4, causa dell'insopprimibile desiderio di non parcheggiare altrove finché non si riesce a infilare le chiappe del proprio SUV direttamente nella vetrina della farmacia.

Alcuni cosentini durante la fase di atteggio mentre passano du fripab con una vettura rubata. la propria autovettura.

Negli ultimi mesi i trasporti nella città dei Bruzi si sono evoluti tantissimo. Fino al Natale 2007 gli abitanti per spostarsi usavano tricicli, automobili a vapore, slitte, carri armati, Mini Cooper, Audi e BMW. Oggi, pur non abbandonando l'abitudine di usare l'auto anche per brevissimi spostamenti di pochissimi metri, e continuando a coltivare l'implacabile desiderio di parcheggiare con le chiappe del pro, prendono il bus. Ebbene sì, il regime comunista ereditato direttamente da un neurone di Fidel geneticamente modificato con un cromosoma preso dal cordone ombelicale del figlio della Catizone, ha permesso di allenare giovIni piloti alla guida di bus che collegano la centralissima ed ecologicissima autostazione alla locale Università Degli Studi della Calabria.
I Piloti di bus, selezionati attraverso la tecnica dell'ostracismo comparato, compiono il tragitto lungo e periglioso in circa 17 minuti permettendo così ai giovIni studenti di poter vomitare la colazione del mattino, in modo da farli sentire leggeri per l'inizio dei corsi.

Altro utilissimo mezzo di trasporto comporta in una scala mobile non funzionante nei pressi della discesa "da delegaZZione", accanto l'antico edificio della prefettura sito nella piazza del Teatro "Rendano"

Da notare anche l'esistenza di una inutile funivia che collega il comune della città all'Inferno (si era pensato di farne una anche per il paradiso, ma non si aveva la più pallida idea di chi potesse andarci).

Cultura

A Cosenza la cultura è quasi totalmente assente. Nonostante ciò si tengono manifestazioni pseudo-culturali folkloristiche per accontentare i vecchi babbioni e imbecilli della città:

  • La fiera di "San Giuseppe". Fiera di oggettini blasfemi che si tiene in occasione della festa del Santo.
  • Invasioni: Festa tipicamente comunista, inventata per far contenti i giovani comunisti della città che con fierezza annunciano che i soldi del comune sono ben spesi per queste attività culturali. La festa invita artisti di grosso calibro, ma ahimè poco visti a causa delle migrazioni del cosentino verso le località balneari. Il festival è generalmente organizzato nel periodo di luglio, proprio quando comincia la migrazione al mare.
  • Capodanno rock: ogni capodanno un autore incomprensibile e scelto assolutamente a caso da una giuria di pornostar viene costretto a esibirsi nella piazza del Comune, pena una notte con Wanna Marchi.

Miti e Leggende

Chi davvero vuole definirsi Cosentino Medio di razza deve aver visto almeno una volta in vita sua u Monachieddru. Chi era, anzi chi è Costui? Si narra, dalla bocca di chi l'ha visto davvero, che sia piccolo e vestito d'abiti d'epoca. Si annida nel centro storico ovvero nella nota Cusenzaviacchiu e razzola tra i tavolati. Ha una mano di cotone e una di ferro. Se si riesce a toccare quella di ferro ti lascia i soldi per pagare le bollette Findomestic scadute e protestate della Minicuper modificata, se invece gli si tocca la mano di cotone ti fa nu paliatuni, o ti fa la faccia tanta... Di solito si manifesta nelle ore di riposo del cosentino medio,ovvero in ogni momento. La sensazione è di qualcuno che si siede sullo stomaco,e si pensa al monachiaddru. A meno che non sia la parmiggiana di milingiane fritta o i pipi e patati mangiati qualche ora prima che, risalgono come spermatozoi..

Rivali

I grandi rivali dei Cosentini sono gli abitanti di Catanzaro e provincia.

Il motivo della rivalità si è perso nella notte dei tempi. Alcuni dicono che alla base di questo forte odio reciproco ci sia l'inferiore lunghezza del pene dei vili cacanzaresi, tanto che essi vengono apostrofati anche con l'appellativo "zicca", in quanto al posto dell'uccello presentano un minuscolo (quasi invisibile) insetto. Inoltre i "Cattanzaresi" vengono chiamati comunemente cuozzulari perché vivono in una città situata sopra un cuozzu (cocuzzolo). Quelli della provincia di Cattanzaro vengono semplicemnte apostrofati come catanzarisi ('i mmerda) mentre i cosentini vengono apostrofati come "cusentini du cazzu".
Altre rivalità sono contro Napoli e i napoletani, Reggio Calabria e i reggini, Salerno e salernitani, Corigliano-Rossano(una città più piccola ma forse molto meglio, in provincia di Cos angeles), i cosentini stessi e tutta la fascia ionica essendo, secondo i cosenDini, colpevoli di aver un migliore tenore di vita economico e sociale...Visto che a Cosenza sono solo poveri stolti.
Bisogna inoltre ricordare che, da anni, un piccolo borgo (potremmo dire quasi un buco di culo) limitrofo a Cosenza chiamato Rende, cerca di competere con la città che, invece, non si cura affatto dei Rendesi perché occupatissima con i rivali detti prima.

Sport

Unica parentesi positiva dello sport cittadino fu quando la squadra di calcio della città l'A.M. (associazione mafiosa) Cosenza, guidata allora dal mr. Orso Yoghi, con alla presidenza Gargamella, rischiò di salire in serie A. L'undici titolare all'epoca era:

  • Mazinga Z (portiere)
  • Zorro (difensore destro)
Famoso personaggio era anche il capo ultras della squadra, il celebre Uccello, soprannominato così perché correva per la città travestito da uccello gridando "azrof aznesoC".
  • Farinos (grande segnatore di autogoal, difensore centrale)
  • Mirco Materassi (temibile difensore sinistro)
  • Un dromedario (sulla fascia destra)
  • Moggi (centrocampista sinistro)
  • Dio, (centrocampista centrale)
  • Pac man (giocatore alquanto piatto e bidimensionale, centrocampista centrale)
  • Michael Jordan, famoso poiché faceva sempre fallo di mano (fuoriclasse e anche pesce fuor d'acqua del calcio, giocava un po' in tutti i ruoli)
  • Papa Gallo I (fortissimo trequartista)
  • Pelà (imitatore di Pelè, punta)


Lo sport più diffuso a Cosenza, e di cui l'"Homo vavusus" è ambasciatore, è la ginnastica mandibolare, praticata in ogni via del centro, bar, uffici, trasmissioni sportive, ma in particolar modo a Piazza Kennedy, sede di numerose maratone. Il cosentino medio non capisce nulla di calcio e si vanta di conoscere questo o quel giocatore ("simu amici indimi"), di aver giocato egli stesso a calcio o di esser stato dirigente ai tempi d'oro.

Misteri d'Italia risolti a Cosenza


Cosa ha detto Materazzi a Zidane

Curiosità

  • Essendo la città calabrese situata più a nord, può a giusto titolo apostrofare gli altri calabresi nonché tutti i siciliani col simpatico e non razzista appellativo "Terroni"
  • Un lavoro pubblico a Cosenza si sa quando inizia ma non si sa quando finisce
  • Viale parco è costruito con il 90% di munnizza riciclata
  • Le fosse (buche) sulle strade sono leggendarie (ho visto gente sparire nel nulla)
  • Cosenza fa rima con Potenza
  • A Cosenza ci sono due stazioni dei treni ma nessun capostazione e nessun treno.
  • È impossibile trovare Cosenza su una qualunque mappa geografica se prima non è stata bagnata con olio extravergine d'oliva.
  • Padre Fedele a Cosenza è stato nominato santo.
  • Le chiese che vengono costruite a Cosenza dopo tre giorni autoimplodono.
  • È impossibile chiedere a un cosentino di parlare italiano.
  • A Cosenza manca l'acqua un giorno sì e l'altro pure.
  • A Cosenza ci sono numerosi accoppiamenti tra cugini: cosi si spiega il motivo per cui i cosentini sono un po' tutti uguali.
  • Ancora non si è capito cosa rappresentino le statue messe al centro di Cosenza. Alcuni pensano siano antenne per contattare gli alieni del pianeta Ano, si è però certi che una di esse sia un testicolo alieno imbalsamato.
  • Se qualcuno si trova a Cosenza il sabato sera e ha intenzione di trascorrere una piacevole serata, si consiglia il suicidio.
  • Siccome sulla Luna i crateri erano troppi, alcuni di essi hanno deciso di spostarsi a Cosenza. Il maggior esponente è localizzato su Viale Mancini (per info chiedere "u vialipàrco"). La viabilità su quella strada è interrotta dal 2465 a.C
  • Uno degli hobby più comuni ultimamente a Cosenza è costruire palazzi. L'Ecomostro di Bari, ad esempio, non è stato distrutto, ma semplicemente smantellato e trasferito a Cosenza in Viale Mancini.
  • La popolazione cosentina è molto ospitale con i catanzaresi, così tanto che non appena se ne incontra uno, lo salutano cordialmente con un 'ngulacchitemmuartu, frase del cosentin cortese traducibile con abbiate sollazzo attraverso pratiche inusuali tu e il tuo parentado sebbene sia attualmente passato a miglior vita.
  • per meglio comprendere alcune peculiarità della zona, si possono osservare i nomi di varie località dell'hinterland cosentino: BisignANO, AprigliANO, SpezzANO, CerisANO, RossANO, CorigliANO, LappANO, MarANO, TorANO, DipignANO e altri.
  • I veri nomi di battesimo delle persone a Cosenza non sono quelli riportati sui documenti, ma variano tra i seguenti: compà, cugliù, capicà, capò, cosicì, oicò, oizzì, minkiù, kitemmù, Zù, zottì, shampà, shampignò e altri.
  • Puoi considerarti cosentino solo se hai almeno una barca aru portu i Cetraro, detta anche Cosenza Beach insieme ai comuni di Paola, Guardia, Cittadella del Capo, Sangineto, Belvedere e San Lucido, ma anche se sei di Marina di Piazza Kennedy ovvero l'attuale Torremezzo detta anche Torregrezzo.
  • La fontana più conosciuta è "a funtana i giugno" che in principio era la fontana di Giuno ovvero Giunone poi la rivisitazione cosentina ha fatto il resto.
  • L'altra fontana è "i tridici canali" dove l'acqua misteriosamente esce solo da due/tre canali.

Una telefonata amichevole

Tipico dialogo amichevole al telefono svolto tra un simpatico dotto (acquologo, sonnologo nonché odorologo) e un cosentino di alto rango, molto amichevole e felice di scambiare consigli con il professore, moderando le sue parole e rivolgendosi in modo cortese e socievole, tipico del cosentin gentile.

Note

  1. ^ Fonte: Youtube.
  2. ^ Giulio Schiapponi, Il Cosentin Cortese, Cosenza, 12 € in tutte le migliori librerie!

Voci correlate


'O Sud, o com c'chiam'n allu nord, 'a Terronia

« Se nelle regioni meridionali non ci fosse la criminalità organizzata, come mafia, 'ndrangheta e camorra, probabilmente la disoccupazione sarebbe molto più alta. » (Faber)

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