Isernia

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Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Isernia
« A Isernia, che vanta il titolo di prima capitale d’Italia, custode di bellezze naturali ancora intatte e di testimonianze significative di una lunga storia di civiltà; a Isernia, medaglia d’oro al valor civile per le stragi e distruzioni belliche sopportate con eroico contegno; a Isernia, che fedele al suo motto araldico risorge oggi come capoluogo di una provincia ricca di antiche virtù e forte di una gioventù laboriosa e onesta »
(Ciampi su Isernia)
Sfondo di Windows XP che ritrae un caratteristico palazzo isernino
« ... »
(Isernino sbigottito per aver appena scoperto di essere un onesto e laborioso torinese)
« Pane e casce, nen ze rìcene i fatte de la casa.[1] »
( Isernino intervistato su qualunque cosa compresa tra le voci "turismo" e "moralità della propria madre")
« Ma Isernia provincia di che è? »
(Qualunque italiano su Isernia)
« R chi t'è muort[2] »
( Isernino che dà prova di saggezza, autocontrollo e autoironia pentra all'italiano di cui sopra)

Isernia ('Sernia nel curioso idioma locale, Aesernia per i latini, Fosso di Helm per Tolkien e Boh per tutti gli altri) è un ridente[3] villaggio rurale, nonché provincia, di quella regione inesistente che è il Molise.
Va da sé che Isernia non esiste; se esistesse, però, sarebbe tra le città più brutte d'Italia, preceduta solo da Foggia, Gela e Shinkolobwe.

Ti stai dicendo:" Cos'è 'sta roba? Boh"? Appunto! È Boh.

Geografia fisica

Isernia è situata nella parte occidentale della non-regione, quella più lontana dal mare e più al riparo da fenomeni accidentali e fastidiosi come l'arrivo dei turisti.
La città, circondata da strapiombi e foreste impenetrabili, si erge su una collina che separa due corsi d'acqua. Tali pisciatoi sono l'unica cosa di cui si possa veramente ridere a Isernia:

Il lupo isernino

le loro portate, cumulate, sono pari alla portata dello sciacquone di un wc e i loro nomi, Sordo e Carpino, non sono da meno.
Il clima locale è governato da una umidità tale che gli abitanti[4] hanno a più riprese chiesto di diventare frazione di Comacchio. Nonostante ciò, durante i rigidi inverni molisani[5], mentre il resto della regione è sommerso da coltri nevose tali da deprimere anche uno Yeti ubriaco, a Isernia, del tutto illogicamente, brilla il Sole. Questa assurdità climatica ha attirato l'interesse di non pochi geofisici, i quali hanno accertato che in realtà la cittadina molisana è stata piazzata lì per fare da tappo a un enorme e misterioso geyser. Non si sa bene, però, se tale geyser celi agli occhi dei profani l'accesso all'angolo cottura di Cthulhu, oppure se i babilonesi lo abbiano creato per festeggiare opportunamente l'Apocalisse nel 2011, battendo in corner i Maya.
Tra gli animali più presenti sul territorio, tanto da esser eletto a emblema di qualsiasi cosa comprese la locale compagine di soliti ultras e l'associazione per la salvaguardia della scolopendra maculata, troveremo il lupo (anche se non quello di Cappuccetto Rosso). Subito dopo vengono i mammuth: i veri e soli isernini autoctoni. Del tutto irrilevante la presenza percentuale dei mammiferi solitamente denominati "uomini".
Per quel che concerne la suddivisione territoriale, "Aesernia divisa est in partes tres":

Ai confini della città si estende l'area denominata "Le Piane"; ivi alcuni coraggiosi si recano a correre, non consci del fatto che la zona in questione sia più vasta, fitta di alberi e pericolosa dell'Amazzonia, nonché focolaio massimo su suolo italiano dell'autoctona e pericolosissima "febbre della cipolla".

Storia

Il territorio dell'attuale cittadina[6] fu abitato sin dall'era paleolitica da svariate tipologie di ominidi e no. Caso incredibile, Isernia è il solo posto del Sistema solare, e oltre, in cui tali ominidi siano riusciti a sopravvivere senza evolversi fino ai giorni nostri.
La curiosa natura di questi esseri attirò a tal punto gli antichi romani che il SPQR ordinò alle proprie legioni di conquistare il Sannio e appropriarsi delle ricetta del panino col salame. Il locale capo tribù, venuto a conoscenza delle intenzioni bellicose dei Latini, rispose con uno stentoreo "Ahhahahah"[7]. Gli avventati avventori indesiderati, però, non avevano fatto i conti con la natura selvaggia del luogo: gli ominidi, che intanto avevano deciso di farsi chiamare appunto "Sanniti", giocarono a nascondino con le truppe romane e riuscirono anche a fare loro uno scherzo di dubbio gusto: catturato l'intero esercito nemico,

Roma festeggia la conquista di quella che sarà Aesernia

costrinsero ogni singolo legionario a passare sotto le famigerate Forche Caudine, accompagnando l'atto con delle emissioni sonore dalla potenza tale da causare lo spostamento dell'asse terrestre. Secondo la leggenda fu da questo atto che ebbero origine le rinomate terme sulfuree isernine[8].
Il fatto fece incazzare talmente tanto Roma che nella battaglia successiva il console Spurio Carvilio Massimo rase al suolo tutto a colpi di bastoncini per lo Shangai. Le centinaia di anni successivi ridussero la città a quello che è ancora oggi: un buco nell'acqua.
L'unico evento degno di nota è stato un bombardamento da parte degli americani attuato a scopo filantropico (unico nella loro storia). Sventuratamente, visto che la bomba non era stata abbastanza intelligente, la città rinacque e venne fatto persino un miracolo: si riuscì a ricostruirla più inutile e cessa di prima.
Si ricordi, a scopo puramente informativo, che Isernia non ha dato i natali a nessuno, se non a due tizi che essa stessa ha per secoli desiderato di aver abortito: Celestino V e Ponzio Pilato. Ambedue sono universalmente riconosciuti come i maggiori giocatori di uno sport, poi diffusosi in tutto il mondo, che ha trovato in Isernia la sua patria: il lavaggio delle mani agonistico, senza sapone, con impennata finale. È necessario render noto che negli ultimi anni si sta tentando di rivalutare Ponzio. Per quell'altro non c'è stato nulla da fare.
Gli isernini, però, per un genuino sentimento di "paesanesimo" si rifiutano di far studiare il sommo poeta ai loro figli, al punto che nelle scuole di ogni grado e ordine la Divina Commedia è stata inserita nell'indice dei libri proibiti e sostituita con il più consono bestseller "101 modi per coltivare la cipolla", di Frate Cipolla.

Importante è il ruolo che Isernia ha avuto nella atroce lotta contro il Covid-19. Infatti essa è stata l'ultima provincia sul suolo italiano a rimanere senza alcun infetto. Molti sono stati gli scienziati e gli studiosi che hanno tentato invano di spiegare questa fortunata casualità, ma mai si è pervenuti a una risposta netta e concreta. Sarà per le proprietà protettive della rinomata "C'polla r Sant Pietr" o perché manco il coronavirus aveva il coraggio di metter piede/peduncolo/estroflessione in quella landa desolata... Ai posteri l'ardua sentenza.

Popolazione

Gli isernini D.O.P. di fatto non esistono. Esistevano fino al 1970, anno di fondazione della fantomatica provincia di Isernia. Da quell'anno in poi si sono lentamente estinti, in seguito all'invasione di casertani, capracottesi e girini, immigrati appositamente per occupare tutti i nuovi posti pubblici resisi disponibili.
I pochi sopravvissuti sono stati relegati in riserve appositamente create per loro sulle montagne vicine; qui vivono tuttora di pastorizia, dedicandosi all'adorazione di divinità sanguinarie e misteriose. Coloro che volessero recarsi in visita presso una delle riserve, devono possedere un documento d'identità valido e dimostrare di essersi sottoposti a profilassi anti-malarica. Il saldo naturale positivo dell'intera provincia si deve a loro: non avendo la televisione né il Das, qualcosa per passare il tempo dovranno pur farla.
Per quanto riguarda invece il primo grande gruppo umano residente a Isernia, i rom, la cittadina molisana dimostra di nuovo la sua unicità: qui gli zingari hanno un quartiere tutto per loro, dal nome

Tu, giovane isernino, mentre con i tuoi amici ti appresti a vandalizzare questa pagina

molto evocativo[9] e nel quale le leggi della Repubblica del Gioca Jouer non valgono, presidiano costantemente la piazza principale del capoluogo[10] (che hanno sottratto dopo una dura lotta alle agguerrite schiere di pedofili locali), vivono benissimo senza lavorare grazie alle sovvenzioni statali e alla nobile arte della chiromanzia. Non si può negare che siano parte attiva e integrata della comunità isernina! Da tutti stimati per l'eleganza dei modi e la ricercatezza dei costumi, i Rom isernini, altrimenti detti "sarachelle", per passare il tanto tempo libero che hanno, si dedicano ad amene attività quali l'allevamento dei cavalli, l'abigeato, l'usura e lo sfrecciamento a folle velocità su Via XXIV Maggio e Corso Risorgimento a bordo delle loro locomotive a quattro ruote.
Nemmeno il tamarro è una specie autoctona del luogo, essendo stata importata dai comuni e dalle province limitrofe. C'è da dire che si è adattato perfettamente al microclima locale, coltivando ivi la sua maniacale ossessione per la lingua italiana. A volte confondibile con il rom, il tamarro dà costantemente prova delle sue indefesse abitudini in luoghi sicuramente a lui molto consoni, quali lo stadio, i centri commerciali e l'eremo dei Santi Cosma e Damiano. Quivi il tamarro ha trovato il luogo d'elezione per consumare la sua mistica vita: vi si raccolgono, difatti, tutti coloro che desiderano meditare in rigoroso silenzio lontano dalle aule scolastiche, provare l'ebrezza dell'assunzione di sostanze apotropaiche atte a ottenere l'illuminazione divina e congiungersi infine con l'altra metà del cosmo, ma anche no. Si raccomanda a chiunque di recarsi all'eremo solo se dotato di opportune calzature antinfortunistiche che impediscano il contatto tra piede e siringhe, profilattici, fazzoletti usati e mine antiuomo.
Dulcis in fundo, un ultimo tipico isernino: il rattuso. Questo curioso individuo bazzica costantemente la piazza della stazione in cerca di avventati giovinastri a cui mostrarsi in tutta la sua imperturbabile ed eretta mascolinità. Tutto ciò avviene sotto l'occhio attento delle locali forze dell'ordine che, nonostante il fatto che a Isernia non succeda mai un beneamato niente, non trovano il tempo di occuparsi di quisquilie quali lo spaccio di droga, la pedofilia e l'occultamento di cadaveri nei piloni dei ponti.

Lavoro ed economia

Nel capoluogo pentro esiste, essenzialmente, un solo genere di occupazione professionale: il dipendente pubblico. La forza lavoro isernina, infatti, è costituita per l'82% da funzionari di ospedali, scuole, uffici comunali, uffici provinciali, ecc ecc. Il restante 18% è costituito da quelli che lavorano sul serio.
Tra questi vanno citati gli affiliati alla camorra, i venditori ambulanti di noccioline caramellate e i pensionati. L'economia locale, di conseguenza, si regge sugli appalti pubblici e sulle raccomandazioni, così creando un indotto tra più opulenti della Terronia tutta, nonché conseguenti e svariati problemi con le ambasciata delle confinanti nazioni sorelle: Tariconia e Torronia.
Il P.I.L. così prodotto viene diligentemente usato per rifornirsi presso il mercato locale e no di tutto ciò che è necessario per la stretta sopravvivenza all'isernino medio: fumo, erba, alettoni per la sua Golf del 1993, capi firmati, biglie colorate e roba che qualunque altro italiano non usa più dalla fine degli anni '90, ma che a Isernia è di gran moda in questo stesso istante.
Vista l'ossessiva attenzione degli isernini per la moda, il 95% del suolo comunale è occupato da negozi di abbigliamento, fabbriche di capi d'abbigliamento e spacci di fabbriche di capi d'abbigliamento.
Ultimamente lo stilista Roberto Cavalli, che rappresenta perfettamente la sobrietà dell'isernino, è stato eletto Papa supremo e gli è stato dedicato un monumento in Piazza Rom.
Si segnala l'assoluta assenza della figura del libraio. Questo fa della provincia molisana l'unica provincia, Alfa Centauri a parte, libera dal giogo della lettura.

Cultura, sport e tempo libero

Ci sto pensando, eh... Ah, sì! Ora mi ricordo. A Isernia si pratica un solo e unico[11] sport, che è anche catalizzatore culturale e hobby: il lancio senza paracadute da ponte San Leonardo. In particolare gli adolescenti sembrano

Gli isernini hanno appena scoperto che coi libri viene su un bel falò attorno al quale ballare la Macarena

irrimediabilmente attratti dall'ebbrezza di provare un salto nel vuoto. Si suppone che la causa sia la totale assenza in loco di esseri umani di sesso femminile concupiscibili senza rischiare il travaso biliare.
Effettivamente ci sarebbero anche una squadra di calcio e una di pallavolo. La prima è inserita nello stesso girone dell'Arcore, cioè l'ottavo (prima bolgia con svirgolamento a destra). La seconda ha suscitato notevoli perplessità vista la totale assenza di isernini, ma anche di molisani stessi, nelle sue fila. Per di più possiede un curioso stemma: una fenice. Tutti continuano a chiedersi quale misterioso messaggio subliminale si celi dietro un così stravagante e pomposo simbolo, del tutto estraneo alla natura intrinseca della città.
Alcuni, per dare una risposta all'annoso dubbio, hanno teorizzato che Isernia sia una realtà solo virtuale, creata dai programmatori di Firefox per esportare il denaro della società in un paradiso fiscale. Non a caso possono notarsi terrificanti somiglianze fisiche tra gli isernini e gli abituè di Second Life.
Per quanto attiene più strettamente al clima culturale, eccettuata la dilagante passione per l'aerotopografia, preme sottolineare la mirabolante presenza di numero uno, e dicono uno, museo. Logicamente dedicato al mammuth. Poco distante dal museo si trova uno scavo paleontologico di pregnanza innegabile e noto in tutta... In tutta. Punto. Si vocifera che persino Alberto Angela lo abbia visitato, per poi convertirsi inesorabilmente a Scientology e al punto croce.
Rimane un mistero solo parziale la totale assenza di visitatori nel museo: va da sé che ogni isernino dabbene non possa avere tempo libero, non avendo egli nessuna reale occupazione lavorativa da cui distrarsi. Ma qualora la avesse, lo passerebbe in un luogo ampio quanto la scatola cranica di La Russa e infestato da gente scappata da Regina Coeli: qualche buontempone ha voluto chiamarlo "Villa comunale".

Curiosità

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  • Isernia è l'unico agglomerato del mondo ad avere per simbolo una fontana, e per giunta brutta, dedicata a Ponzio Pilato
  • Al momento dell'inaugurazione della suddetta fontana, Ponzio scoppiò in un pianto dirotto. Si era appena accorto delle conseguenze delle sue azioni.
  • Il patrono di Isernia sarebbe san Pietro Celestino che cade il 19 maggio ma tutti gli studenti di Isernia (pur di non andare a scuola) si ostinano a considerare patroni anche i santi Cosma e Damiano. In onore degli stessi, il 26 settembre, molto religiosamente, i fanciulli si recano, in massa e senza eccezioni, in pellegrinaggio all'eremo di cui già abbiamo parlato.
  • A Isernia ci sono solo due discoteche, ma in compenso ci sono 113 farmacie[citazione necessaria]
  • Isernia è stata dichiarata capitale dell'esorcismo da Monsignor Ruini (inchino) in zucchetto e ombrellino per l'occasione.
  • Isernia è gemellata con l'Italia, ma l'Italia nega di conoscerla e di aver mai avuto rapporti con essa.
  • A Isernia ci sono così tanti ponti che l'inno cittadino fa: "Ponteponentepontepi".
  • Silvio ha dichiarato di ammirare profondamente Isernia per l'assoluta assenza di comunisti mangiabambini all'interno e all'esterno delle mura cittadine.
  • Quando erano ancora in uso le targhe con le iniziali delle province, gli isernini rifiutavano di andare a Siena per non dover passare il tempo a spiegare ai senesi che no, non avevano la targa al contrario e che sì, esisteva una provincia il cui nome iniziava per "Is". Oggettivamente non c'erano ragioni per dargli credito.
  • Un venafrano a Isernia rappresenta quello che a Vipiteno rappresenterebbe un congolese.
  • Questo articolo rappresenta la pubblicazione più dettagliata e più lunga mai scritta su Isernia. Nemmeno Wikipedia è riuscita a fare di più. In secula seculorum, amen.

Collegamenti esterni

[1]

Note

  1. ^ Trad.: Pane e formaggio, non si raccontano i cazzi propri
  2. ^ Trad.:Dei tuoi stretti congiunti passati a miglior vita
  3. ^ Ancora nessuno ha capito cosa ci sia da ridere
  4. ^ Anche se sarebbe più corretto chiamarli abipochi
  5. ^ Da questo punto parte un tipico esempio di dimostrazione per assurdo
  6. ^ Cittadina si fa per dire
  7. ^ Traduzione dall'osco: "Ahahhahah"
  8. ^ Ma de che!
  9. ^ San Lazzaro
  10. ^ Piazza della stazione, meglio nota come "Piazza Rom"
  11. ^ Lavaggio delle mani escluso, perché quello, ormai, più che uno sport è un cromosoma


'O Sud, o com c'chiam'n allu nord, 'a Terronia

« Se nelle regioni meridionali non ci fosse la criminalità organizzata, come mafia, 'ndrangheta e camorra, probabilmente la disoccupazione sarebbe molto più alta. » (Faber)

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