Django Unchained

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« Un film per tutta la famiglia all'insegna del Politically Correct »
(Qualcuno su un altro film.)
File:Tarantino Django.jpg
Tarantino fa il gesto delle pistole ad una giornalista russa.

Django Unchained è l'ennesimo film sanguinolento del regista italo-svevo Quentin Tarantino, remake del celebre Spaghetti Western degli anni '60 Giovannona Coscialunga.

Produzione

Sembra che Tarantino fosse stato preso in considerazione per girare un film su Madre Teresa. I produttori cominciarono però ad avere dei dubbi quando Quentin pretese che venisse scritturata una protagonista "con più zizze", si arrabbiarono quando aggiunse una scena di tortura in cui la carnefice era la missionaria indiana, e lo cacciarono quando chiamò Samuel L. Jackson per un cameo.

« Farò un film tutto mio! Con black jack e squillo di lusso! …anzi, senza black jack e senza film! »

Tarantino prese così il primo copione che gli capitava sotto mano, tagliò tutte le scene senza sparatorie e diede il via ad una produzione a sue spese, con un budget di 250 euro e due dozzine di riviste porno.

Trama

È stato il regista Michael Moore a suggerire a Tarantino di rendere Django un docufilm di denuncia.

Django è ancora un ragazzino quando gli viene diagnosticata una terribile patologia genetica incurabile, che sarà chiave dell'intero lungometraggio: è negro. Ciò, lungi dall'essere un male di per sé, lo è in un film di Tarantino. L'individuo più "abbronzato" è infatti destinato ad essere il più cazzuto del film, e questo non può che portargli sfiga come piovesse.

Django è così fatto schiavo insieme alla moglie, frustato, sodomizzato, sparticulato ed iscritto alla newsletter di Groupalia. Proprio a seguito di quest'ultimo inaccettabile abuso, Django prova a fuggire invano e viene così marchiato a fuoco ed incatenato davanti ad una TV che trasmette a loop tutte le repliche de "I Fatti Vostri" condotto da Giancarlo Magalli. La svolta arriva quando un tedesco (che, per motivi non molto chiari, nella versione doppiata in italiano, non parla come un tedesco, bensì come un imbecille) decide di comprarlo, mosso a pietà nel sentire il protagonista che grida "Magalli no! Voglio la frusta!".

I due girano il sud degli Stati Uniti come cacciatori di taglie, guadagnando anche diverse migliaia di dollari, per una 44. Già che ci sono, per non annoiarsi, accoppano tutti i poveretti che gli capitano a tiro.

Ad un certo punto (e sono già passate 12 ore di film), il negro si ricorda che aveva una moglie, ancora in schiavitù presso il ranch del frocetto che faceva Titanic. La nuova missione (che occuperà le successive 12 ore di pellicola) è così liberare la donna. Il tedesco, nel conoscere il nome della moglie di Django, osserva:

« Broomhilda? Bel nome del cazzo! »

…e non a torto. I due così, entrano in casa di DiCaprio, dicendo di essere interessati alle scommesse sportive. Visto che siamo in un film di Tarantino, putacaso si tratta dello sport più violento del creato, il combattimento tra negri infoiati. Vedere queste macabre esibizioni turba fortemente il tedesco, mentre, al contrario, eccita parecchio Django.

Jerry Calà nel ruolo di Django.

Il sottoscritto suppone che sarà proprio l'omosessualità latente del protagonista al centro del sequel, di cui Tarantino ha già deciso il titolo, "Django 2 - Siluri Neri".

Tornando alla trama quasi etero del film, l'astuzia del tedesco gli permette di comprare la bella Broomhilda. Quando tutto sembra risolto e metà degli spettatori al cinema si sono già alzati per andare a pisciare, comincia, senza apparente motivo, una sparatoria di 25 minuti, alla fine della quale, Django e la moglie sono fatti schiavi e venduti su eBay.

Sfruttando le sue abilità di hacker, Django si fa spedire indietro a casa di DiCaprio e, sempre senza apparente motivo, ammazza tutti i sopravvissuti della sparatoria di prima e, già che c'è, fa secco anche Samuel L. Jackson che non c'entrava una sega e fa saltare in aria la casa. Può così andarsene con la moglie e vivere felice e contento, finché non si ricorda di essere dell'altra sponda, ma questa, come dicevo, è un'altra storia.


Il testo che precede questo messaggio conteneva la trama dell'opera.
Guarda il lato positivo della faccenda: ora non devi passare venti ore su eMule o μTorrent a scaricartela.

Personaggi

Django

È un negro che… accidenti, ma non l'avete letta la trama, che dice già tutto di lui? E che l'ho scritta a fare?

Il Tedesco

Di lui potrei scrivere qualcosa in più, ma proprio non mi ricordo il nome, e dunque lo chiamerò "Hans". Hans è uno dei tipici tedeschi assassini che giravano gli stati del sud a metà '800. È il solo a trattare Django come un suo pari: come tutti sanno, i Tedeschi sono sempre stati aperti alle altre etnie, e non hanno mai ritenuto un problema le differenze razziali. Qui emergono i risultati dei lunghi studi storici del regista.

File:Samuel L. Jackson Star Wars.jpeg
Samuel L. Jackson nel tipico abbigliamento da pistolero.

Broomhilda

Nera, schiava e con un nome orrendo. Eppure Broomhilda attizza parecchio ed è così il principale oggetto di contesa del film, e quindi, la responsabile delle centinaia di morti ammazzati da Django.

DiCaprio

Anche di questo personaggio non ricordo il nome, ma tanto se lo chiamo "DiCaprio" mi capite tutti e non c'è rischio di confusione. È un cinico schiavista del sud che entra nei sogni degli altri e muore nelle navi di lusso. Vive in una piantagione isolata dal mondo e ciò gli consente di non pagare l'IMU.

Samuel L. Jackson

Indovinate un po': l'amico storico di Tarantino interpreta un negro cazzuto ed incazzato che se la comanda ed accoppa un po' di gente. Finirà ucciso, proprio come in "Jackie Brown" e in "Quei Bravi Ragazzi".

Critica

Il Santo Padre concede la sua benedizione a Tarantino.

Benedetto XVI si è rivelato uno dei più grandi estimatori del film: il pontefice ha apprezzato in particolare la centralità dell'istituzione della famiglia, le tematiche delicate della questione etnica e della schiavitù, e le scene di violenza completamente gratuite. Durante la messa di Natale ha infatti commentato:

« Io quando spara a quell'altro con la pistola in mano al morto, me vie' troppo da ride! »

Come al solito però, una certa sinistra moralista, si è detta contraria. L'estremo realismo delle scene più cruente ha infatti impressionato i deboli di stomaco.

Quando una giornalista del Fatto Quotidiano ha chiesto a Tarantino il perché di tutto quel sangue, il regista ha risposto esaurientemente, dandole un destro sulla tempia.

Premi

File:Quentin Tarantino Gun.jpeg
Se non vince neanche una pidocchiosa statuetta nemmeno questa volta, Quentin la farà finita...

Il film è stato candidato a diversi premi Oscar tra cui "Miglior fiotto di sangue", "Miglior esplosione ganzissima" e "Miglior protagonista non attore" visto che il tizio che ha interpretato Django era del tutto inconsapevole del fatto che si trattasse di un film, ed è stato cresciuto 35 anni in condizioni del tutto identiche a quelle della schiavitù del XIX secolo, per garantire una performance realistica.

Praticamente assicurato è l'Oscar "Maggior numero di parolacce gratis" che Tarantino ha già vinto 20 anni fa con Le Iene, 10 anni fa con Kill Bill e l'anno scorso con una telefonata alla madre, registrata per sbaglio.

Riferimenti e Citazioni

Come sempre Tarantino ha inzeppato il suo film di scene riciclate da film precedenti, imitandone la struttura, citando frasi o semplicemente incollando pezzi di pellicola staccati dai suoi VHS di casa, per risparmiare sul minutaggio. Una volta questo si chiamava "plagiare", oggi, chissà perché, è considerato segno di cultura cinematografica.

Tra le numerose

citazioni troviamo:

  • La frase "Muori, sporco negro" è estratta da un'intervista a Mel Gibson del 2008.
  • La scena in cui Django taglia la mano destra al cattivo, e poi gli dice "Io sono tuo padre" è un'evidente citazione dal film di George Lucas, American Graffiti.
  • Tutte le scene in cui è inquadrata Broomhilda in pose sexy, sono palesemente copiate dalla pubblicità della vernice Saratoga, quella col tizio che dice "Brava Giovanna, brava!".
  • Il resto del film è ottenuto montando con Movie Maker pezzi dei vecchi film di Tarantino, registrazioni di Uomini e Donne e vecchie commedie all'italiana.

Interpretazioni

File:Coglione.jpeg
Questo buon uomo sta cercando profondi significati filosofici nel film, con risultati scarsi.

Secondo alcuni, l'intero lungometraggio non sarebbe che una metafora della vita di Cristo. Secondo altri si tratterebbe solo di violenza gratuita, con contorno di fugaci scene di nudo.

C'è chi vede nel film una forte denuncia delle incoerenze della cultura ottocentesca del sud degli Stati Uniti. C'è chi invece sostiene che si tratti soprattutto di violenza gratuita.

Molti sono convinti che Django sia un film che vuole sottolineare la necessità di eguaglianza tra le razze in ogni epoca e nazione. Molti altri credono che la chiave di tutto sia la violenza gratuita.

Tarantino ha rilasciato delle dichiarazioni enigmatiche in proposito:

« Violenza gratuita. Si tratta solo di fottuta violenza gratuita. »

Secondo me il film è una metafora della vita di Cristo.

Voci Correlate

Approvo questa pellicola!
Il protagonista è giovane, bello e anche abbronzato!