Utente:L'Imperatore/Inventario: differenze tra le versioni

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RAZZISMO!

Codesto articolo tratta temi scabrosi, crudeli, fascisti, nazisti, leghisti, kukluxklanesi, nonché di negri, musi gialli, nazicomunisti e simili.

Se non sei Horatio Caine vedi di girare al largo!


Martin Luther King ad un convegno sulle regole deontologiche della professione di schiavo.
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. L'Imperatore/Inventario
« Ma va' a lavurà, terùn! »
(Abraham Lincoln sui diritti civili)
« Ogni negro avrà qualcosa di bianco... il padrone! »

La schiavitù è lo status naturale di negri ed ebrei allo stato brado.
È considerato schiavitù il processo di acquisizione, furto, o comunque possesso di un essere umano, onde usufruirne come proprietà privata. Non esistono leggi che regolino la cura che si debba dare ad uno schiavo, nè il nutrimento, un po' come per tutti gli altri tipi di animali. In genere, "nutrirlo" è una buona idea, ma si può anche lasciarlo morire di stenti, in caso non si sia rivelato un buon investimento. Nondimeno, la condizione di schiavitù può essere estesa anche a tutti gli altri membri della famiglia dello schiavo, incrementano il proprio patrimonio.

Attualmente, solo i paesi africani e alcune nazioni del sud America ammettono ufficialmente la schiavitù, e il "negriero" è comunemente il rappresentante commerciale al quale dovete rivolgervi per acquistare uno schiavo.

Storia della schiavitù

Giza: la dimostrazione che con la schiavitù le cose funzionano.

La schiavitù è stata un diritto insopprimibile dell'uomo fin dalla comparsa delle prime società civilizzate.
A tutti era infatti concesso di comprare esseri subumani per costringerli amorevolmente a svolgere i lavori più umilianti, degradanti, faticosi; ricompensando i loro sforzi non con il vile denaro, inquinatore ed avvelenatore d'animi, ma con qualche tozzo di pane ed un po' d'acqua, assicurando loro un pagliericcio umido sul quale riposare quelle tre o quattro ore a notte. Insomma, tutto ciò che occorreva per una dieta sana, necessaria a mantenersi giovani.

Anche il divo Aristotele, somma autorità in campo filosofico e scientifico, subito dopo il grande Cesare Lombroso, si occupa del problema. «Essere schiavo», secondo Aristotele, non è una condanna, bensì un grande beneficio per "l'uomo" (massì chiamiamolo così) che non possiede neanche se stesso.

« Dunque, è evidente che taluni sono per natura liberi, altri schiavi, e che per costoro è giusto essere schiavi. »
(Aristotele, Politica I, 4-5)

Il boom dello schiavismo si ebbe tra il XV e il XVII secolo, i duecento anni d'oro della civiltà, quando incominciò la colonizzazione e lo sfruttamento del Nuovo Mondo. Le persone civili, per contribuire a ridurre il sovraffollamento del continente nero, acquistavano i popoli dell'Africa e li rivendevano in America. Là avrebbero lavorato a fianco degli "indios", per produrre la quantità di prodotti necessaria agli europei per ricavare il denaro necessario ad acquistare nuovi schiavi. Definito da Pitagora "il Triangolo magico", la tratta degli schiavi fu per anni il motore trainante dell'economia civilizzata.

"È in arrivo un bastimento carico carico di..."
Litografia del XVI sec. Utile esempio su come ottimizzare gli spazi nei trasporti.

Evo moderno

Con il progressivo deteriorarsi della società, comincia a sorgere negli animi liberali l'insano proposito di abolire la schiavitù. Per quanto questo possa sembrare assurdo, era invece giustificato dalla credenza dell'epoca che gli uomini fossero tutti uguali - concetto che apparirebbe ridicolo e lapalissiano a chiunque - ma che considerava "scorretto" sottomettere i popoli primitivi.
Sebbene le evidenti contraddizioni di questa infondata teoria, anche importanti nazioni come gli Stati Uniti o lo Status quo vollero l'abolizione del servaggio di natura: fu così che il guerrafondaio Abramo Lincoln scatenò una sanguinosa guerra civile, che vide i Sudisti combattere fino allo stremo per la loro libertà ed i loro diritti.
Menzione particolare va fatta per tutti i negri che parteciparono alla guerra in qualità di schiavi al posto dei loro padroni, per difendere la loro libertà ed i loro diritti.

Proprio un'epoca di "lumi", non c'è che dire, nulla da invidiare al periodo Precambriano quanto a filosofia.

Acquistare uno schiavo

Sfruttare al meglio uno schiavo

Quando non conviene più tenere uno schiavo?

Note in caso di decesso o usura

Sport Buone abitudini Etica Hobby e società Storia Cose che a tua nonna non piacciono


Manuali:Cominciare una guerra

Template:Snob


Aho! Ma quanno se comincia?
« Non è colpa nostra, è la Polonia che ha cominciato! »
(Joachim Von Ribbentrop a Norimberga)
« I nostri soldati si annoiano, Saddam è antipatico e laggiù c'è troppa sabbia... »
(George Bush e un buon motivo per invadere l'Iraq)
« Questa è SPARTAAA!!! »
(Leonida dichiara guerra all'Iran)


Come l'inizio di un film, o l'inizio di una storia d'amore, l'inizio di una guerra è la parte più divertente di un conflitto.

Se state leggendo il presente Manuale avete evidentemente intenzione di dichiararne una, prendete dunque alcune precauzioni e... buon divertimento!

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, ci dispiace ma questo articolo non è presente sulla diabolica.
Vergogna wiki!

Prefazione: Con chi mi schiero?

Non è opportuno dichiarare guerra se siete in Mongolia.

Prima ancora di cominciare una guerra è opportuno decidere da che parte schierarsi. Questa è una scelta molto importante, poiché, in base a questo, verrà deciso chi sono i buoni e chi sono i cattivi.

Se siete dei giovani dittatori, ambiziosi e con tanta voglia di fare, ma disponete di scarse truppe, il procedimento ideale è dichiarare guerra alla nazione più debole: come ci insenga la storia, il Belgio o la Polonia sono bersagli perfetti, e dopotutto a chi gliene importa se invadete il Kuwait?? Inoltre, se scompare una nazione come Andorra o il Liechtenstein, è molto probabile che nessuno se ne accorga...
Se invece siete voi la nazione piccola, il consiglio allora è quello di allearsi con il più forte; in questo caso è probabile una vittoria rapida, con un minimo dispendio di energie.

In genere, una volta che si è deciso da che parte stare, non è più possibile cambiare schieramento. Pur essendoci onorevoli eccezioni come Stalin durante la Seconda guerra mondiale, o Anakin Skywalker in Guerre Stellari.

  • Note: Se si ha intenzione di cominciare una guerra mondiale, è caldamente sconsigliato allearsi con la Germania o con l'Austria-Ungheria.

Assembliamo un'armata

Il terribile esercito inglese.
Il generale Badoglio assembla un'armata.

A meno che tu non viva nel fantastico mondo di Arthur e i Minimei, è impossibile cominciare una guerra (e ritenere di portarla a termine con successo) se si è sprovvisti di un esercito.
Dunque, mettere insieme un'armata "seria" è un lavoro molto complesso. Occorrono reclute agguerrite, armamenti all'avanguardia e un addestratore esperto. Tuttavia, se pure il "Kosovo" è riuscito a vincere una guerra, mettere insieme un'armata almeno al livello della Brancaleone non dovrebbe essere un'impresa ardua.

Innanzitutto occorre disegnare una bandiera e inventarsi un ideale per cui si combatte. Le guerre ideologiche, dalle Crociate alla Jihad, sono sempre piaciute! Inoltre non è affatto importante che il vostro ideale sia coerente o abbia qualche senso, ci sarà sempre qualcuno disposto a morire per lui o qualcuno che pensi che voi ci crediate davvero! A questo punto, trovato un valido baluardo ideologico, potete radunare un buon manipolo di uomini e fanatici.

La prima cosa di cui i vostri uomini hanno bisogno è di cibo. Ancora prima di abbisognare di una divisa infatti, i soldati hanno bisogno di mangiare.
Altrimenti muoiono. È abbastanza inutile che preghiate il dio porcino perché faccia scendere la manna dal cielo, diciamo la cosa migliore è che facciate portare ai vostri uomini il pranzo al sacco o sperare di conquistare qualche filiale della McDonald's in territorio nemico.
Secondariamente i soldati del vostro esercito hanno bisogno di armi.
Eh già, a meno che voi non combattiate la Guerra contro gli Inestetismi, nessun conflitto è mai stato vinto senza una pistola. E non si comincia nulla. Dunque, la cosa migliore da fare in questi casi è quella di chiamare l'apposito numero verde "Pronto Trafficante" e, dopo una rapida consulenza, acquistare gli armamenti che vi servono.

  • Note: Qualora vi mancasse il tempo, potete anche acquistare delle confezioni di armate già assemblate, ovvero reparti militari surgelati e pronti all'uso. Sono un caso le SS tedesche o la ex Guardia Rossa Sovietica, che attualmente è impiegata nel recupero dei tossicodipendenti e nell'assistenza agli anziani.
    In ogni caso, le confezioni sono disponibili ogni giorno su Mediashopping, dopo le 14:00.
Concitata fase della guerra contro le armate verdi.

Fatto??

Se non avete dimenticato nulla, siete pronti a cominciare una guerra.
Tutto quello che vi manca è un "motivo per cui dichiararla", definito in gergo militare "casus belli", ovvero casa del bello.

Inventarsi una scusa

Inventarsi un valido motivo per cui dichiarare guerra può sembrare una cosa semplice, tuttavia non è un compito affatto facile. Abbiamo elencato dunque alcune delle "scuse" più utilizzate, corredate da un piccolo giudizio critico.

  • Quella terra è nostra. La scusa in assoluto più frequentata. Usata tanto dai Greci durante la guerra di Troia, quanto dagli americani durante la conquista del Far West. Semplice e sbrigativa, si rivela inefficace se combattete contro popolazioni aggressive, basta un semplice "Checcazzo dici? È nostra!" per smontare tutto il vostro entusiasmo. Banale. Voto: 5 ½
  • Non rispettate i diritti umani. Motivazione sciocca e ridicola, tuttavia subdola. Sicuramente utile se volete invadere la Cina e l'Iran, o se avete l'Onu dalla vostra parte. La fregatura è che richiede che siate voi i primi a rispettare i diritti fondamentali dell'uomo, una bella scocciatura. Svantaggiosa. Voto: 3
  • Combattiamo in nome della pace. Scusa a dir poco spettacolare! Fantastica e ingegnosa al tempo stesso, pur nella sua evidente contraddizione. Non richiede nemmeno molte spiegazioni. La preferita dagli USA del terzo millennio. Originale. Voto: 8
  • Dio lo vuole. Il classico movente per la cosiddetta guerra di religione. Il vantaggio è che andrete in Paradiso, lo svantaggio è che non sarete presi sul serio. Equilibrata. Voto: 6 ½
  • Esportiamo la democrazia. Probabilmente il motivo migliore per giustificare la vostra sana guerra. Voi rappresentate la cività e il progresso, Loro invece sono i barbari incivili e selvaggi. Beffarda. Voto: 9+
Schema di attacco classico.

Come si attacca?

Bene: adesso che avete un nemico, un esercito e un buon motivo per combatterlo, dovreste sbrigarvi ad invadere il suo territorio.
Altrimenti lo farà lui con voi. Semplice.

Ora, la tecnica è decisamente elementare: basta spostare le vostre armate sulla zona della cartina geografica occupata dal vostro nemico e lanciare un dado a sei facce, tante volte quanti carroarmatini avete spostato nell'area avversaria.
Ah già! Quasi me ne dimenticavo, nel caso non stiate combattendo una guerra da tavolino con la nonna e i vostri parenti, le cose sono un po' più complicate...

Sicuramente ora potrei dilungarmi a spiegare tutte le varie strategie belliche possibili immaginabili, come ad esempio la tattica usata da Napoleone ad Austerlitz, il ruolo della cavalleria e dell'artiglieria su un terreno fangoso e di sicuro un sacco di altre cose.
Tuttavia, noi siamo per il metodo Pallemberg, ovvero la "teoria del disimpegno"[1] che prevede di non farci perdere troppo tempo in minuzie e dettagli di poca importanza.

Modo sbagliato di tenere la pistola.

Il concetto di base è che se un vostro soldato spara e colpisce una persona (anche per sbaglio) le fa tanto male, si rischia in molti casi la morte. Se siete quindi dei pacifisti impenitenti, la guerra non fa per voi; se siete invece degli uomini duri, fate sparare i vostri soldati tutti assieme: farete un vero figurone!

Per quanto concerne la "strategia" invece, dovete ricordare

Annotazioni

Template:Legginote

  1. ^ Tratta dagli insegnamenti dei professori: Aldo, Giovanni e Giacomo.

Immagini inutilizzate ma che serviranno

Salve!

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Manuali:Rimuovere il buco da una ciambella

Quel fastidioso buco centrale mentre attacca una ciambella inerme.
« Per fortuna non tutte le ciambelle riescono col buco »
(Proverbio italiano)
« L'insita complicatezza rende quest'impresa eccitante »
(Personaggio psicolabile)
« Ma non ha senso! »
(Chiunque, adesso)


Dall'alba dei tempi, rimuovere il buco da una ciambella è stata la più grande ambizione dell'uomo, dopo l'oscuramente totale del sole e l'estinzione delle piante sempreverdi.

Secondo un recente sondaggio della Ghiottolino Press Corp.©, addirittura il 96%[1] degli italiani si dichiara insoddisfatto della presenza di un fastidioso buco centrale all'interno dei suoi dolci.
Un fastidioso problema anche per i nostri denti, fonte di aerofagia, embolia giovanile, e prima causa mondiale di morte per deglutimento del nulla.

Vuoi eliminare anche tu questa sgradevole presenza? Hai timore di fallire? Ti chiami Roberto?
Niente paura! Grazie al presente Manuale™, anche tu potrai finalmente riuscire nella titanica impresa; laddove il governo precedente ha miseramente fallito.

Introduzione

Questo manuale non è adatto ai cuori deboli.

La storia dell'arte dolciaria occidentale è costellata di innegabili successi, opere di maestria culinaria come l'omino di zenzero o il krapfen alla merda. Tuttavia, non sempre l'ingegno dell'uomo è sufficiente a vincere le leggi della fisica, e può capitare che qualcosa sfugga al controllo.

Nella preparazione di una ciambella infatti, utilizzando classici ingredienti quali uova, latte e ghisa[2], capita spesso che si formi una fastidiosa voragine centrale, che dà al dolce la classica forma a petacchia. Consumando il prodotto dunque, l'aria, contenuta nel buco, viene ingerita e va ad accumularsi nel nostro intestino, causando fastidiose flatulenze.

Caratteristiche dei buchi

Il buco della ciambella è quella porzione di spazio in cui la probabilità di trovare la ciambella è pari a zero. (Definizione Dizionario Vissani 2009)

Il foro di ciambella, lat. forum free, viene classificato dai paleontologi come una via di mezzo tra i batteri e le creature gelatinose. Comunemente considerato un parassita dei dolci, è un'entità immateriale di forma circolare, che attacca le ciambelle nella fase di lievitazione. Il foro infatti, si annida nella parte centrale del dolciume erodendone i tessuti molli e la glassa.

Rimuovere un buco

Il primo trattato dettagliato sulla rimozione del vuoto dalle cose è il "Bükertappe" del tedesco Alfred von Toast, un chimico riempitore. Genio di fama internazionale, von Toast fu insignito nel 1861 del premio Oscar per la pace e della cattedra di Farcitura presso l'università di Milano sul Gange.
Morì, senza nemmeno avvisare, il 29 febbraio 1878, a causa di una rara malattia bisestile, e lasciò incomplete molte importanti opere.
Di seguito sono riportati i metodi migliori di rimozione dei buchi, tratti direttamente dai quaderni di von Toast.

Creare ciambelle senza il buco

Annotazioni

Template:Legginote

  1. ^ Valori statistici arrotondati un pochino per eccesso. L'ISTAT si dissocia da ogni interpretazione letterale dei dati presenti nell'articolo.
  2. ^ La ricetta tradizionale della ciambella è riportata nel quarto libro del Vangelo secondo Vissani.


Giordano Bruno

Ha appena rinnovato il canone Telecom.
« Giordano stai scherzando col fuoco! »
(La nonna di Giordano rimprovera quel monellaccio di suo nipote)
« E io dovrei avere paura di uno come Ruini??! »
(Bruno prima del barbecue in Vaticano)
« Stai tranquillo, quel patibolo in fiamme è una formalità... »
(La Santa Inquisizione a Giordano Bruno)



Mario Giordano Bruno di Montalcino (Cogne, 1600 - Roma Ladrona, 1548) fu un importante filosofo, telegiornalista, astronauta e peccatore del dopoguerra, famoso per essere stato il primo uomo ad avere i capelli scuri. La Chiesa non fu mai dalla sua parte, ma il fatto che sia stato arso sul rogo è del tutto secondario...

Pensatore innovativo, scoprì a che temperatura si scioglie l'acqua e fu il primo uomo sulla terra a non credere in Dio. Proprio per questo, San Pietro scese dal Cielo e lo punì, bruciandolo vivo col suo fiato mortale.[1] O così dicono gli archivi parrochiali.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. L'Imperatore/Inventario

Lo sviluppo del pensiero

Giordano, da piccolo, era un fan dei Pokèmon.

La giovinezza

Nato in un piccolo borgo dello Status quo, grosso modo tra l'Europa e l'Asia Argento, Giordano, detto Brunello, fu sin da piccolo segnato dall'esperienza del peccato. L'infanzia fu un periodo molto difficile, la madre morì prima che lui nascesse, e la gravidanza fu portata a termine da suo padre. Uomo colto e di sani principi morali, tuttavia malato di omosessualità, fu bruciato sul rogo nei primi anni '60 dai giacobini. L'immagine del padre che arrostiva colpì profondamente il piccolo Giordano, che da quel giorno preferì essere vegetariano.[2]
Temporaneamente ospitato presso l'asilo di Rignano Flaminio, fu poi avviato alla carriera ecclesiastica. Presso il monastero di San Giovese compì i primi studi, ma con scarsi risultati. Chiese quindi il trasferimento all'Università Cattolica di Roma, ma mai lo ottenne. «Temperamento troppo focoso» dissero.

Nel 1568, sull'onda delle proteste giovanili contro la crociata in Vietnam, compie un viaggio in Germania, con l'obbiettivo di raggiungere il raduno di Woodenstocken. Non arriverà mai alla meta, poiché alcuni agenti pontifici boicottarono il suo carretto Volkswagen, costringendolo a fermarsi in Svizzera.

Giordano Bruno ai tempi delle contestazioni al Vaticano.

Durante il suo soggiorno a Berna conobbe Italo Calvino e Martin Luther King, noti eretici protestanti, già ricercati dai servizi segreti vaticani.
Insieme ai due loschi individui, Giordano cominciò a frequentare cattive compagnie, che a poco a poco gli riempirono la testa di idee sconclusionate, come il fatto che la Terra girasse intorno al Sole o che l'uomo discendesse dalla scimmia. Ma figuriamoci!
In preda ad una profonda crisi filosofica[3] si rifugiò a Marina di Capodogliola, nell'Appennino svizzero, dove, in 12 anni di reclusione, non cavò un ragno dal buco. Quasi sull'orlo del suicidio, nel 1581, arrivarono finalmente anche in Svizzera i LIBRI, entità cartacee contenenti codici culturali, simili ai nostri elenchi telefonici. Giordano Bruno poté così sviluppare il noto pensiero filosofico che tanta fortuna gli procurerà negli anni a venire.

Gli anni di piombo

Tornato a Roma negli anni '80, trovò la città in grande fermento.
Papa Giovanni GT aveva intenzione di approvare la Legge di Gravità, che impediva ai cristiani di spiccare il volo verso il Nirvana, e li teneva coi piedi per terra. Si erano generate numerose manifestazioni di protesta tra la gioventù romana, tra cui spiccavano i girondini di Nanni Moretti e i fieti di Pepè Romeo.

Roma, una protesta del 1568.

Comprensibilmente era l'occasione migliore per diffondere i propri ideali eretici, e Giordano Bruno non si lasciò sfuggire l'occasione. Intorno a lui si formò una nutrita schiera di ex-ciellini, delusi di sinistra e olandesi volanti. Per non parlare di quei porci degli anticlericali, che osano mettere in dubbio persino l'autorità del Santo Padre! Bruno organizzò numerose manifestazione non autorizzate, e la notizia non tardò ad arrivare alle avide orecchie del terribile Cardinal Ruini, capo dei servizi segreti vaticani e ministro di tutto.
Lo scandalo scoppiò tuttavia nel 1592, quando Giordano dichiarò pubblicamente che gli era apparsa in sogno la Madonna.[4] La Santa Vergine oltretutto, non si era limitata a portargli lo Spirito Santo, ma era comparsa attraverso uno Stargate in compagnia di due extraterrestri verdi, rivelandogli che suo figlio era in realtà un alieno e viveva tranquillo sul pianeta Pingo.

Camillo Ruini tiene d'occhio un eretico.

La reazione della Chiesa

Non tardò a tuonare il contrattacco dell'Ortodossia. In quegli anni era asceso al soglio pontificio Papa Tenochtitlán, implacabile avversario dell'eresia, che ordinò di arrestare tutti i sovversivi e i vandali che avessero osato sfidare l'autorità del divin pastore.
Il 4 luglio in Vaticano, il cardinal Ruini stese un verbale sul caso Bruno, di cui uno stralcio:

« Un tipetto impudente, osa insinuare che la Via Lattea sarebbe una galassia. Sua Onesta Santità dovrebbe essere più severo con certi miscredenti! Con il mio ruolo di admin di Chiesa.org, propongo per lui un BAN a vita dalla Celeste Città. »

Il giorno seguente, fu dunque notificata a Bruno la Scomunica e il BAN a vita dai territori di C.H.I.E.S.A. Un drappello di guardie svizzere lo prelevò dalla sua casa e lo spedì in confino a Gorizia sul Reno.
Troppo determinato era tuttavia il carattere di Giordano, che dopo 8 anni di esilio, 3 mogli, 2 figli e un cane, decise di avere la sua rivincita sul Pontefice. Entrato nell'iperspazio, si teletrasportò a Città del Vaticano, eludendo la sorveglianza delle suore paoline.

La filosofia

Ci tocca a questo punto trattare dell'articolato pensiero filosofico di Giordano Bruno.
Un uomo molto controverso, che formulò un'originalissima dottrina ideologica, talmente complessa che richiederebbe almeno due pagine di spiegazione. Noi tuttavia siamo per il metodo Pallemberg[5] ovvero la teoria del disimpegno, e tratteremo l'argomento solo per sommi capi.
In particolare, ci si rifà al compendio del professor Giancarlo Fisicone, detto il Gommo, uscito insieme all'inserto moda dell' Almanacco della Casalinga, tra febbraio e marzo del 1939.

  • [da finire...]
Più o meno la morte di Giordano Bruno.

La morte

Tornato a Roma, l'otto 8bre 1600, Giordano Bruno chiese di poter avere un'udienza con S.S. il Papa, citofonando ripetutamente alla Basilica di San Pietro. Il Santo Padre tuttavia, che che ben poco voleva aver a che fare con l'insistente eretico, ordinò che fosse arrestato e condotto in carcere.
A quanto dicono gli archivi vaticani, le milizie pontificie lo trovarono nella chiesa di San Paolo IMI, intento a rubare alcune ostie dal tabernacolo.[citazione necessaria] Una volta circondato, Giordano si calò le brache e strillò: «ve lo dimostro io se son Bruno o no!»

Fu condotto con la forza presso il tribunale dell'Inquisizione, le accuse nei suoi confronti erano pesanti. Citiamo a mo' di esempio alcune di esse: "Fautor di vilipendio alla religione", aver proclamato: "che Cristo è un cane becco [...] ed alzando la mano faceva le fiche al cielo"[6], "Contrabbando di Esta The" e "New York, New York".
[da finire...]

Le opere e gli scritti

Teologo di rilievo e soprattutto grande comico, Giordano Bruno scrisse parecchi libri e saggi sulle verità del mondo a lui contemporaneo:

Bruno Giordano... cioè Giordano Bruno.
  • Gli Eroici furori: lo scritto più importante di Bruno; tradotto in varie lingue come il francese, il birmano e l'origami. Raccoglie l'intera teologia del filosofo e il rapporto completo dei suoi viaggi interstellari attraverso lo Stargate. La narrazione comincia quando Bruno e il colonnello Jack O'Neill decidono di compiere un mirabile viaggio verso il paese di Salcazzo, e incontrare Marco Polo, lo scopritore del Polo. Perdutisi tuttavia nella selva oscura, comprendono di aver sbagliato libro, ed evitano fortunosamente i malvagi demoni Copyright. Il romanzo si conclude con una famosa disquisizione filosofica dell'autore, contro il malcostume e le superstizioni della Chiesa. Tutte illazioni naturalmente.
    • Il libro venne messo all'Indice nel 1608, quando fu poi riscritto da Papa Blues, che lo trasformò ne Gli Eretici bruciori, ancora oggi un classico della satira cattolica.
  • Ars memoriae: interessante trattato sul corretto utilizzo dei post-it. Pare che nel libro fossero elencate le principali tecniche per la memorizzazione visiva, uditiva e anale, con ampi commenti e note dell'autore. Purtroppo Giordano si dimenticò di pubblicare il libro, che è oggi quindi perduto.
  • De Magia: manuale di magia e prestidigitazione per piccoli stregoni. Completo di formule incantate e divertenti immagini da colorare. È stato usato per anni come testo scolastico al liceo classico H.O. Gwarts.
  • De Magistris: verbale dettagliato dei processi più corretti del Rinascimento. Dal caso di don Ormone a quello di Papa Silvio X.
  • De Barbiere Siviliae: elenco minuzioso dei migliori parrucchieri per signori nella città spagnola. Tutti meravigliati per la straordinaria nerezza dei capelli di Giordano, in molti si offrono per tagliarglieli, ma la sua terribile fobia per le punte non arrotondate impedisce a chiunque di acconciarlo.
  • Summa terminorum metaphysicorum: opera di carattere mistico-matematico. Considerata da molti lo strumento più rapido per annoiare la gente.
  • Quando ho dato merda al Dalai Lama: cronaca dello storico incontro avvenuto tra Bruno e la quintordicesima reincarnazione del Budda. Considerato un Vangelo per tutti gli umoristi moderni, come Luttazzi, Benni o E.A. Poe, Giordano racconta di aver assistito ad una conferenza del Dalai Lama sull'apertura delle serrande, e di essere intervenuto pubblicamente con affermazioni piccanti e irriverenti. All'invito da parte del santone di allontanarsi dall'aula, Bruno decide di defecare davanti a tutti, affermando poi che il pudore è il più spregevole dei vizi.
  • Album figurine Panini '68/'69: raccolta integrale di adesivi del più famoso album del Medioevo.
  • Il nuovissimo Testamento: creduto per anni un'opera eretica in polemica con il libro fantasy: La Bibbia, raccoglie invece le ultime volontà di Bruno. Nelle prime pagine esprime il desiderio di essere cremato. Il suo errore sarà di non aver aggiunto "dopo la mia morte".
  • La cena delle ceneri: opera postuma.

Note†

Template:Legginote

  1. ^ A tal proposito, oggi molti studiosi ritengono che Bruno fosse di origine indiana, probabilmente un immagrato clandestino.
  2. ^ Il Veget'arianesimo era una nota teoria di supremazia razziale diffusa dai Saiyan in Germania
  3. ^ Contrasse infatti una diarrea fulminante.
  4. ^ Niente popò di meno che.
  5. ^ Si ringrazieno i docenti Aldo, Giovanni e Aldo
  6. ^ Citazione assolutamente reale, fonte wikipedia

Categoria:Biografie Categoria:Filosofi Categoria:Iettatori Categoria:Profeti Categoria:Scrittori Categoria:Comici

Stretto sul Ponte di Messina

Dopo 300 metri il ponte si restringe pericolosamente.
« Costruiremo lo stretto sul Ponte di Messina!! »
« Stretto... Ponte... Messina! »
(Ingegner Cane in un delirio di onnipotenza)


Lo stretto sul Ponte di Messina è la più ardita e la più grande tra le grandi opere che ci regalerà il Governo.
Dato per scontato che un ponte sullo stretto verrà creato, si è giustamente pensato, in rispetto alla legge 28½ sulla par condicio, di creare anche uno stretto sul ponte.
Come sappiamo infatti, la larghezza è la maggiore piaga delle infrastrutture moderne.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, ci dispiace ma questo articolo non è presente sulla diabolica.
Vergogna wiki!

Così, pour parler

Sicilia e Calabria Saudita viste dal satellite.

L'ideazione dell'opera risale all'epoca del popolo dei popoli, un'etnia di tirreni che abitava le paludi calabresi. Nel 490 a.C. nessuno aveva aveva idea di cosa fosse un "ponte su uno stretto", nè tanto meno dove fosse Messina, ma già era chiaro a tutti che si dovesse costruire uno stretto su qualsiasi viadotto avesse mai unito le italiche terre.
Il popolo dei popoli fu sterminato nel 200 a.C. dal clan dei Casalesi, ma i loro inestimabili progetti di ingegneria furono salvati, in attesa dell'invenzione del condono edilizio.
Nel 2000 d.C., il Governo precedente, succeduto al Governo prima ancora, ha ripreso questi piani avvenieristici e ha deciso di applicarli al mitico ponte.

Progetto

Secondo il prospetto ufficiale, in edizione riveduta dalla compagnia teatrale Gigi Cantù e l'Orso Balosso, il ponte dovrebbe congiungere una sponda all'altra del Mar Adriatico, e nelle ultime stime presenterebbe una lunghezza di circa 3996 yard; 12025 foot, per intenderci. Solo 500 secondo la questura. Tuttavia, un progetto di tali dimensioni comporterebbe un costo di oltre due ziliardi di euro, difficilmente reperibili in tempi di crisi come questi. Accantonato il progetto Maroni di uccidere tutti i vecchi per risparmiare sulle pensioni, un team di esperti odontotecnici ha proposto di

Utilizzi

Critiche al progetto

Effettivi problemi

Manuali:Cancellarsi da Facebook

Template:Social Network

« Sì vabbè, mi iscrivo ma tanto poi mi cancello... »
« Se riesco a cancellarmi da Facebook, mi tatuo i 151 pokèmon sulla schiena! E posto anche le foto sul mio profilo!! »
(Attendibile dichiarazione del fantomatico "Paolo Corradini"*)


Insieme alla pace nel mondo e alla supremazia della razza ariana, cancellare il proprio account da Facebook è uno dei desideri che sono stati più richiesti a Babbo Natale e a Dio negli ultimi anni.

Purtroppo, un po' come tutte le associazioni a delinquere o altri asocial network quali Netlog, MySpace o MyKampf, è molto facile "iscriversi", ma risulta del tutto impossibile "andarsene". È possibile spiegarlo con una semplice metafora: Facebook è come una vagina con i denti. Tutti sono capaci di entrare, ma una volta dentro non ti lascia più uscire.[1]
Ciò è dovuto in parte all'effetto "dipendenza" che provoca Facebook, come la marijuana o le seghe, e in parte al fatto che l'avido ebreo Mark Zuckerberg non abbia alcuna intenzione di farti uscire dal tunnel.

Grazie a questo Manuale potrai imparare come abbandonare la spirale dei social network ed eliminare con successo il tuo profilo di Facebook. Oppure no.

Un approccio psicologico: come decidere di smettere

Raffaele Morelli dice: «Il benessere non è legato alla mia persona, ma deve avere un valore cosmico». Cioè??

Attenzione! Per rimuovere il tuo profilo da Facebook, devi prima essere iscritto a Facebook!

Esattamente come per chi vuole smettere di fumare, esistono motivi astratti, anonimi, puramente teorici, come "il benessere tuo e di chi ti sta intorno", "il welfare state" e puttanate del genere, o motivazioni decisamente più concrete come DANARO o tempo buttato.
Ad ogni modo, sia per tutti i motivi del mondo, il dottor Raffaele Morelli, ordinario di psicologia presso l'Università del Maurizio Costanzo Show, autore di pubblicazioni esimie, quali "Gorilla Natale" e "Gorilla Natale va in campeggio", ci suggerisce diversi validi metodi per disintossicarci da Facebook.

Trovare un altro interesse che lo sostituisca

« Chiodo scaccia chiodo »
(Mastro Geppetto a Gesù)

Spesso sostituire un'ossessione con un passatempo alternativo è la soluzione più efficace per eliminare il problema.
Il porno è una valida trovata. Il web offre numerosissime categorie pornografiche a cui appassionarsi, dal granny sex alla pedopornografia, potete diventarne cultori, collezionare videoframe, provare a girare il vostro filmino personale o adescare qualche ragazzino nel coro dei "passerotti di Ratisbona".
Oppure potete trovare interessi ancora più specifici, come iniziare a collezionare qualche cosa:

  • Francobolli
  • Preservativi usati
  • Lettere di minacce
  • Carte di credito clonate, etc...
Raffaele Morelli dice: «Amo travestirmi da spiderman quando mi sento solo. Sperimentare novità porta al benessere».

Iscriversi ad un'associazione reale

Se proprio non riesci a fare a meno di sentirti parte di un gruppo di persone, potresti aderire ad una organizzazione o una associazione di persone più concreta, come Cosa Nostra, i ginecologi AOGOI, o l'Unione Europea.
Anche le sette religiose offrono considerevoli benefici e aiutano a tenere parecchio occupata la mente. Prendiamo ad esempio le bestie di Satana, sicuramente impiegheresti il tuo tempo libero per memorizzare le preghiere,[2] preparare i rituali; e conosceresti inoltre moltissime persone interessanti.[citazione necessaria] Ti dimenticheresti dei social network.

  • Attenzione però, esattamente come Facebook, anche queste organizzazioni sono delle "fighe dentate"! Scegli bene il gruppo a cui aderisci, poichè, una volta dentro, difficilmente potresti uscirne (vivo).

Sviluppare immotivatamente odio

« Hai provato e hai fallito. La lezione da imparare è: non provare mai. »
(Raffaele Morelli)

Qualora infine non siate in grado di staccarvi dalla homepage di Facebook, nemmeno per dare acqua al merlo, la soluzione più drastica è quella di cominciare ad odiare Facebook. I metodi d'azione sono in sostanza due:

  • Tu odi Facebook - Basta usare un po' di fantasia: versatevi il caffè bollente sulle palle mentre aggiornate la homepage, ascoltate un CD di Gigi d'Alessio ogni volta che visitate il profilo di un amico, infliggetevi dure punizioni corporali e mutilazioni fisiche ogni volta che siete tentati di effettuare un Login. Vedrete che con un po' di determinazione arriverete a detestare Facebook e a farne volentieri a meno. ⇒ "Autoconvincimento" è la parola chiave.
  • Facebook odia te - Invece che odiare il social network, fate in modo che sia lui a detestare voi. Cominciate ad insultare pesantemente i vostri amici, taggateli in foto che li ritraggono nudi, fate avances sessuali ai loro figli, offendete il loro credo religioso, accusateli di onanismo... e attendete la loro reazione. State sicuri che dopo un po' vi passerà la voglia di connettervi! ⇒ "Chiave" è la parola chiave.
    Abbiamo radunato uno staff altamente qualificato per risolvere i vostri problemi! Quello al centro è un amico mio.

Cancellare il proprio profilo

Passiamo ora alla parte più concreta di questo manuale, dando per assodato che abbiate veramente intenzione di lasciare per sempre Facciabuco.

Operazioni preliminari

Non potete sperare di ottenere alcun risultato se non eseguite prima le operazioni sotto citate:

  • Cercate su Facebook il gruppo Se raggiungo un milione di fan divento vip oro e cancello il mio profilo.
  • Diventate fan.
  • Selezionate tutti i vostri amici.
  • Cliccate a sinistra su "Manda inviti".
  • Fate cazzo in modo che si iscrivano tutti. Altrimenti domani prenderete 4 e verrete bocciati.

Operazioni tecniche

Sicuramente, la maggior parte di voi idioti ha già provato a cancellare il suo account, notando con commovente dispiacere che il social network vi impedisce semplicemente di farlo.
Qualora infatti abbiate tentato l'infelice idea di "bloccare il vostro profilo", con la promessa che un giorno verrà eliminato,[citazione necessaria] sappiate che lo staff di Facebook ha già provveduto a sbattere la foto della vostra faccia di merda su ogni sito internet di incontri hard, vi ha taggato in svariate foto omosessuali, gestisce attualmente il vostro account spacciandosi per voi, e probabilmente tiene in ostaggio la vostra famiglia.

Note ♪

  1. ^ Certo che questa metafora è più adatta il pubblico maschile, ma insomma, donne, usate la fantasia!
  2. ^ Sfido a memorizzare l'Ave Maria al contrario!


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