Martin Heidegger

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« L'essere è e non può non essere, il non essere non è e non può essere. »
(Heidegger e la sua originale filosofia)
« L'uomo nasce, cresce, corre... »
(Heidegger quando lavorava alla Pampers)
« Io sono, tu sei, egli è... »
(Heidegger su "Essere")
« Le undici e un quarto. »
(Heidegger su "Tempo")
« Sono le undici e un quarto. »
(Essere e tempo)

Martin Heidegger è tristemente noto come uno dei padri di una delle correnti di pensiero più inutili mai elaborate: l'esistenzialismo, i cui adepti erano riconoscibili per via dell'abitudine di indossare maglioni neri a collo alto e fumare sigarette di segatura.

Vita

Martin rinunciò a tutto questo per filosofeggiare.

Martin Heidegger avrebbe potuto fare moltissime cose, reinventare la ruota, fare sesso e cambiare le vite dei suoi lettori; ma essendo un filosofo, non fece nulla di tutto ciò. Heidegger si limitò a nascere in Germania, in un giorno imprecisato, e a morire nel medesimo posto, in un altro giorno imprecisato. Anzi a ben vedere potrebbe anche essere ancora vivo, potrebbe passare alla storia come uomo più vecchio del mondo e tante altre cose belle. E invece no. Questo perché è così sfigato da essere totalmente indegno di nota, tant'è che il famosissimo filosofo Nicola Abbagnano[1] si domandò a lungo se fosse il caso di inserirlo nella sua divina enciclopedia del sapere filosofico, bibbia (ahimè) di ogni liceo d'Italia. Il dilemma si risolse quando Giovanni Fornero, ex fidanzato di Abbagnano, desideroso di vendicarsi per il modo in cui era stato scaricato, fece l'infelice scelta di infilare Heidegger nell'opera. Tiè.

Heidegger sfondò giovanissimo nell'industria della birra e ancora prima di raggiungere l'età adulta, diede una toga party per i suoi super sweet sixteen, per il quale riuscì a ottenere una fontana di birra, un chiosco dei gelati e una torta gigante a forma di bronzi di Riace. A questo fantastico party partecipò anche Hegel, desideroso di combinare un ménage à trois; lui e Heidegger trovarono subito un'intesa perfetta e cercarono un compagno per poi appartarsi. I vani tentativi di convincere Søren Kierkegaard, che oscillava nell'oblio dell'angoscia perché posto davanti a una scelta, mandarono in crisi Hegel, che a causa di quel ménage à trois malriuscito iniziò a tripartire tutto, realtà compresa. Martino, scioccato dalla pazzia del mancato amante, iniziò a fingere di riflettere sull'esistenza, abbandonò il birrificio di famiglia e si diede alla filosofia.

Il primo Heidegger

Dopo mille giri di parole assolutamente incomprensibili e davvero senza senso, Martino arrivò alla conclusione che la vita è basata sul nulla (considerazione poi non del tutto errata, se si pensa che si ispirava alla propria insulsa e patetica vita) e che l'unico modo per vivere davvero era fare una scelta autentica, cioè la morte.
A questo punto tutti si aspettavano che si sarebbe messo un paio di pattini a rotelle per lanciarsi giù dalla scalinata di un tempio Maya, così da incontrare questa santissima scelta autentica. Invece lo stronzo, formulato questo positivissimo pensiero (perché nella storia della filosofia effettivamente mancava un altro maniaco psicodepresso), decise di campare fino a ottantasette anni. Fu così che diventò il caso per antonomasia di colui che predica bene ma razzola male.

Heidegger passò anche alla storia per aver formulato l'aulico concetto del ma ci sei o ci fai, altresì conosciuto come Essere e Esserci. Milioni di studenti si sono lambiccati il cervello per arrivare a questa conclusione, perché il suo pensiero era così contorto da poter quasi essere paragonabile a quel figliolo di madre ignota, Hegel.

Il concetto di ente

Martino, dopo lunghe digressioni sull'essenzialità di Mickey Mouse e Pippo, arrivò alla conclusione che l'unica forma di vita che poteva interrogarsi sull'esistenza fosse l'uomo! Quindi l'uomo e soltanto l'uomo può essere definito esserci, poiché ente dotato di essere. Al contrario, tutti gli oggetti (cazzeruole, lavastoviglie, cartastraccia, Malgioglio) in quanto mancanti di essere, si riducono a enti. E ciò è lapalissiano, no? Tuttavia, questa lampante spiegazione fu stranamente fraintesa dai più, tanto che un simpaticissimo giovinotto del luogo dopo aver letto "Essere e tempo" si convinse fermamente che tutti gli uomini non tedeschi erano riconducibili alla categoria di enti. Fu così che si sentì giustificato nello stipare grandi quantità di combustibile biologico all'interno di pratici magazzini, definiti volgarmente "campi di concentramento" al fine poi di utilizzarli in modernissimi campi di sterminio termovalorizzatori.

Riportiamo, a seguito, la conversazione tra i due :

Hitler : Puonciorno martin, tefo tire ke tue itèe zu enti hanno feramente kolpiten mein.

Martino: Ti ringrazio, sono particolarmente convinto di quello che ho scritto, è giusto che il mondo sappia!

Hitler : Kuinti forresti anko tu entrare in mio partiten e fare piazza pulita ti tutti negren, ebreen, cinesen?

Martino: Ma di cosa stai parlando?

Hitler : Tu hai tetto questen, loro zporchi enten, loro non merita di ezzerci!

Martino: Mi scusi buon uomo, probabilmente ha sbagliato persona ...

Hitler : NEIN NEIN NEIN NEIN !! Tu legge tuo libro, tu avere scritten! Io già predisposten magazzinen, tutti ebrei già ammucchiaten!

Martino: Oh, santissimo essere! Ma io ho scritto che l'esserci è l'esistenza dell'ente essere, e tutti gli altri enti mancano di essere in quanto essenzialmente incapaci di manifestare l'essenzialità tramite l'utilizzabilità.......................... No, momento, aspetta, era più o meno così...

Hitler : Io no kapito un kazzen, ma tu afere perfettamente ragionen! Io fado, amici di SS ztanno azpettando, in kaserma finito zaponen. Ci fetiamo dopen, racciunci noi giù in magazzinen kuando puoi! Guten morgen!

Martino: Credo che dovrò rivedere qualcosina del mio sistema..

A seguito di questa conversazione, illuminante per il giovinotto tedesco, Martin Heidegger decise di attuare una radicale svolta.

Il secondo Heidegger

Ecco il tascabile e praticissimo dizionario che la nonna regalò ad Heidegger.

Heidegger rimase molto impressionato dal regalo di compleanno ricevuto dalla nonna, con cui convisse per tutta la vita[2]: un dizionario di sinonimi, che la vecchia gli diede dopo aver notato come il nipote usasse nelle sue opere così tante volte le parole "essere", "esserci", "esistenza", "esistenziale", "essenza", "essenziale", "essenzialmente" nella stessa frase, al punto da aver provocato una metamorfosi al povero Kafka, che aveva già abbastanza problemi di suo.

In seguito, Heidegger subì un'evoluzione di pensiero, di cui non frega niente a nessuno.
È quindi inutile riportare le false promesse illusorie di un infame che avrebbe allettato tutti con l'idea di una sua vicina morte, per poi vivere a oltranza, con l'aggravante di continuare a scrivere.

Opere

  • Essere e tempo: Martino si interroga sull'utilità di vivere, concentrandosi sul legame tra impotenza e metereopatia.
  • Nietzsche: Martino e Nietzsche si incontrano davanti all'asilo nido, disquisendo amabilmente sulla morte come apportatrice di Verità e Gioia, aspettando i propri figlioli prodigio: Super Uomo e Dasein.

Note

  1. ^ Ah, non lo conoscevate? Strano...
  2. ^ con la nonna, non con il regalo.