Zenone di Elea

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia sporcacciona.
(Rimpallato da Zenone l'eleate)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
« Se una macchina dovesse andare dalla città A alla città B non partirebbe mai. Per il semplice motivo che non esistono città chiamate A e B. »
(Daniele Luttazzi su paradosso della dicotomia)
« Achille non raggiungerà mai la tartaruga perché Achille è morto »
(Ineccepibile verità di Zenone)
« Una freccia non raggiunge mai il suo bersaglio. »
(Zenone l'eleate su paradosso della freccia)
« Proviamo? »
(Chiunque in risposta)


Zenone l'eleate, o Zenone di Elea[1] fu un filosofo del cui pensiero sappiamo poco e della cui vita sappiamo poco... eppure riesce ancora a rompere i coglioni fare parlare di sé.

Zenone è soprattutto noto per la dimostrazione che è impossibile muoversi, e che, quindi, non vale la pena andare al lavoro.

Biografia

Zenone era un pastore greco di scarabei stercorari che seguì la moda dell'epoca e divenne filosofo. Ebbe successo? Giudicate voi. Ne parliamo ancora adesso!

Zenone fu allievo di Parmenide, il filosofo del "ciò che è è, ciò che non è non è" che sosteneva l'impossibilità di cambiare qualsiasi cosa. Zenone decise di concentrarsi sul problema del traffico.

Fu anche un noto scommettitore di corse clandestine. La sua più grande vincita (4 milioni di particelle d'aria), ricavata per aver scommesso sul'infallibile tartaruga, permise lui di costruire il primo strip club dell'antica Grecia.

Morì apparentemente in circostanze tragiche, ma non serie.

I favolosi paradossi

Zenone l'eleate. Da notare la totale assenza di arti e il corpo atrofizzato, causati dalla totale assenza di movimento del filosofo.

... dove Zenone si diverte a dimostrare l'impossibilità del movimento.

  • "Paradosso di Achille e della tartaruga": Achille non raggiungerà mai la tartaruga dinanzi a lui dal momento che essa è in realtà una tartaruga ninja.
  • "Paradosso della freccia": in un microsecondo la freccia percorre un micrometro e quindi è lenta da morire, non arriverà a destinazione e l'universo finirà prima. Perché dunque scomodarsi a tirare? Andiamo a farci un pisolino!
  • "Paradosso della dicotomia": per muoversi dal punto A al punto B, prima devi passare per il punto C, che sta in mezzo ad A e B. Ma per raggiungere il punto C devi passare per il punto D che sta tra A e C, e per raggiungere il punto D devi passare per il punto E che sta tra A e D. Io a questo punto mi sono già stufato e decido di restarmene a casa. Invece, se TU non ti sei stufato, e continui a voler andare al maledetto punto B, quando arrivi al punto che sta tra A e Z scopri che hai finito l'alfabeto! Sei fregato![2]
  • "Paradosso di Pupo": se Pupo si siede su una sedia, non riuscirà mai a toccare coi piedi per terra[3].
  • Paradosso della quantità: se noi abbiamo un oggetto, sia esso grande o piccolo, esso non può essere costituito da molteplici enti. Giacché, se fosse costituito da molteplici enti, dovremmo ammettere che il cervello di Flavia Vento sia formato da più di un neurone, o che Biagio Antonacci abbia davvero due palle[4]. Ergo, la molteplicità è una palla inventata per farvi pagare più soldi, dal momento che, se si ammette la molteplicità, allora si deve accettare il fatto che esistano ricconi come Bill Gates, e quindi si possano pagare più tasse.
  • Altri paradossi: ...[5]

Soluzione dei paradossi

  • Soluzione di tipo Zen[6]: "Non è possibile andare da A a B? E io ci vado lo stesso!" E tuttavia Zenone conosceva benissimo questa soluzione. Il problema è che il suo ragionamento fila. E allora?
  • Soluzione di tipo Newton-Archimede: In tutti i tuoi argomenti hai diviso per l'infinito. Ma noi siamo matematici strafighi e sappiamo dividere per infinito, sappiamo sommare, sappiamo integrare!
Tuttavia quest'argomentazione richiede di conoscere la matematica ed è perciò invisa alla stragrande maggioranza dei filosofi, che preferiscono sostenere "Tutto è uno" e "1+1=1"[7].
Così la prossima soluzione è una mediatrice tra le due esigenze. Si tratta della:
  • Soluzione di Bertrand Russell[8]: Va bene, se vuoi dividere all'infinito puoi farlo. Ma perché farlo? Se tiri in ballo l'infinito devi tirare in ballo i matematici! Non li vuoi? Ecco! Allora lascia perdere queste storie!
Questa soluzione è ritenuta para-paradossale perché impedisce allo stesso filosofo di argomentare, pena l'auto-contraddizione. Dato che Zenone utilizza, in tutti i suoi ragionamenti, proprio il principio di non-contraddizione (detto anche principio di contraddizione), questa è la soluzione preferita da molti pensatori.
  • Soluzione "Io vado al cinema": Straordinariamente, questa è valida come confutazione, a metà tra quella di Archimede e quella di Russell[9]. Infatti al cinema si vedono immagini in movimento. Vai in cabina di proiezione e trovi solo una strisciolina di celluloide con immagini ferme. Ecco! Nessuna contraddizione tra "fermo" e "si muove". Basta avere un proiettore!
  • Soluzione di Aristotele: La riportiamo per motivi storici. Quando sentiva parlare di infinito, Aristotele reagiva malissimo e diventava mordace. I suoi libri hanno ereditato questa caratteristica ed è il motivo per cui la logica di Aristotele è citata solo per motivi storiografici, mentre per i computer si preferisce la logica di Boole[10].

Storie della morte di Zenone

Zenone l'eleate sul cesso. Nell'antichità era molto conosciuto per la sua stitichezza: infatti, a causa dell'inesistenza del movimento, la cacca non voleva uscire.

Secondo alcuni contemporanei, Zenone morse morì tentando di dissuadere Guglielmo Tell e il figlio dal fatto che la freccia non avrebbe mai raggiunto quest'ultimo. Morì, per la gioia di tutti, facendo volontariamente il bersaglio durante una gara di tiro con l'arco, sostenendo che la freccia non l'avrebbe raggiunto.

Secondo un'altra versione sarebbe morto facendo uno scherzetto al crudele e feroce tiranno del suo paese, tale Nearco o Diomedonte[11] che lo stava torturando:

Zenone (dopo le torture) : Aaaagh.... Conosco... i nomi dei congiurati...
Diomedonte : Bene! HAR! HAR! Dimmi, dimmi..
Zenone : Psssst... pssst... pssst...
Diomedonte : Accio capito niente!
Zenone : Nell'orecchio... psssst... psssst...

Diomedonte : Sì? "(Porge l'orecchio)
Zenone : GNAM!"(morì morse l'orecchio)

Il tiranno non aveva sense of humour[12] e la fine seguì rapidamente.

Se la prima versione ci mostra Zenone come un fessacchiotto, la seconda ce lo mostra come un duro e ci costringe a riconsiderarlo sotto una luce diversa, migliore. Infatti Zenone dedica i suoi ultimi istanti di vita a divertirsi il più possibile, logicamente:

Zenone : Se non parlo il tiranno mi ammazza, se parlo mi ammazza lo stesso... Quindi non mi rimane che fare un po' di casino!

Zenone : *mumble* Qual è il fesso più vicino che ho? (vede il tiranno) *blink* Hehehe...

Dopo il morso:

Diomedonte : AAAAAAAARG! M'ha mozzicato l'orecchia! Ammazzatelo subito!
Boia : Ecco, gli ho tagliato la testa!
Diomedonte : IDIOTA! Dovevi torturarlo orribilmente per fargli pagare l'affronto!
Boia : Ma, capo, avevate detto...
Diomedonte : AAAAAAAARG! E non chiamarmi CAPO! Io sono il tuo SIRE.
Boia (sorreggendo la testa di Zenone) : Forse, se gliela riattacco con un po' di colla, poi lo possiamo torturare...
D. : Idiota! Le teste non si riattaccano! E porta via di qui quella cosa che mi fa senso! Schifo! Ha ancora il mio orecchio in bocca! Il mio preziosissimo orecchio! *singhiozzi*

B. (estrae l'orecchio dalla bocca del capo mozzato) : Forse, capo, se gliela riattacco con un po' di colla...

Diomedonte : AAAAAAAARG! SIRE! Perché? Perché non posso ammazzare il Boia?[13] *singhiozzi*
Fantasma di Zenone (o forse la sua idea platonica?) : Ahah, ahah, aahahh...

Voci correlate

Collegamenti esterni

  • Zenone di Elea su Wikipedia, per chi vuole trovare altre amenità e abbeverarsi alla fonte della conoscenza[14]. [15]

Note?

  1. ^ Attualmente in Campania, a sud di Napoli. Quindi può essere considerato un filosofo italiano?
  2. ^ Il motivo è che ci sono degli altri punti e non sai come chiamarli. Se ti ostini a non chiamarli...
  3. ^ Se la sedia è bassissima, al massimo ci arriverà solo molto ma volto vicino.
  4. ^ Ma stiamo scherzando!?!?
  5. ^ Quando mi verranno in mente, adesso vado a fare un pisolino. Anch'io.
  6. ^ Non confondere ZenONE con Zen-1, pena la decapitazione per freddura scadente.
  7. ^ Per inciso, 1 è anche il loro voto a scuola in matematica.
  8. ^ che era sia matematico che filosofo. Che mostro, eh? Bene, il suo allievo Wittgenstein era ingegnere aeronautico, matematico e filosofo. Ancora più mostro. Non si è mai laureato e ha scritto tutti i libri di testo usati a Cambridge, per filosofia. Che casino quando ha voluto farsi assumere lì!
  9. ^ Sorprendentemente anche questa confutazione è di Russell, che andava al cinema. Bertrand Russell ancor giovinetto vide i primi film dei fratelli Lumière e sentiva la gente dire: "Ma come fanno a muovere le immagini?" Ecco.
  10. ^ Quella che faceva: "1+1=1". La stessa dei filosofi! Sì. Solo che lui poi ci ha fatto anche le tabelline e le altre operazioni.
  11. ^ Puaaaah! Fa schifo fin dal nom!
  12. ^ Inventato dagli inglesi ca. 2327 anni dopo.
  13. ^ Vedi anche il "Paradosso del Boia" di Adrastomene
  14. ^ BURRRRRRRRRRP. Scusate.
  15. ^ Però fate attenzione, là è pieno di Zenoni: c'è Zenone di Cizio *din don* c'è Zenone di Cidone *plin plon*, c'è Zenone dai Piedi di Cobalto, c'è Zenone dai Piedi Tonnati... e alcuni son malfidati!