Abraham Lincoln

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Lincoln immortalato al congresso per l’abolizione degli abolizionisti della marijuana.
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Abraham Lincoln
« Noi non siamo nemici, siamo amici, e in quanto amici non dobbiamo essere nemici. »
(Lincoln su cose ovvie rese ancor più ovvie)
« La schiavitù è un’autentica piaga sociale, che lentamente sta minando la solidità di questa nostra nazione. Non dobbiamo essere violenti nei confronti dei nostri cari fratelli neri, viviamo insieme in pace ed uniti, muovendo piuttosto il nostro odio verso quei sudici messicani. Comunque ci tenevo a dire che… ma dov’è quel negro col mio caffè?! »
(Abramo Lincoln su schiavitù)
« Ma va' a lavurà, terùn! »
(Lincoln al rappresentante degli stati confederati del sud, alla vigilia della guerra civile)
« Allora, forse non ci siamo capiti bene. »
(Presidente del partito repubblicano su abolizione della schiavitù)
« Un buon leader si riconosce perché è giusto, inflessibile, organizzato e con molti nemici. Beh, una su quattro non è poi tanto male. »
(Qualcuno o qualcun altro su Lincoln)

Abraham Moseham Lincoln, per gli amici Abramo, per i conoscenti il Cappellaio Matto, per i nemici quel mona che abolisce la schiavitù (Casa sua - Kentucky, Milleottocentoequalcosainpiù - Fuori casa sua - non nel Kentucky, parecchio dopo) è stato un benzinaio, un postino, un cantautore e un fancazzista statunitense, noto per essere una delle poche persone che è riuscita a farsi investire da una Mercedes in un’area a transito pedonale.

Nella sua età d’oro, quando si rese conto che la benzina provocava gravosi danni cerebrali, che il pony express funzionava meglio di lui, che gli studi di registrazione non erano stati inventati e che non potevi vivere semplicemente grattandoti gli zebedei tutto il giorno, riuscì ad ottenere la cattedra del Liceo delle Belle Ma Non Troppo Arti di Boston. Solo in seguito si rese conto che c’era stato un malinteso, e che in realtà era diventato presidente degli Stati Uniti[1]. Ovviamente fu abbastanza intelligente da non dire niente a nessuno, ma colui che sarebbe dovuto effettivamente essere presidente si trovò a passare il resto dei suoi giorni insegnando come funzionava il David di Michelangelo[2], pur continuando a credere che il bidello fosse il Ministro degli Esteri e la vicepreside la sua stagista personale.

Parlando di Lincoln, non si può evitare di citare la schiavitù, anche perché questi ebbe una vita così noiosa che cambiare argomento è l’unico modo per tenere viva l’attenzione della gente.

Gioventù sprecata

Nacque nel 1809 nel Kentucky, più o meno nella zona dell’odierno Kentucky, secondo alcune fonti, secondo altre invece non sarebbe nato, bensì sarebbe apparso dal suo grosso cappello a cilindro, allora appartenente a un mago che invece di un bambino aveva esplicitamente chiesto un coniglio.

Figlio di un contadino, di una perbenista, di un assicuratore, di un cassiere di un supermercato, di un avvocato e di un collezionista di insetti, le storie che ruotano attorno al suo concepimento sono molteplici; la più accreditata, tuttavia, vuole che il padre fosse un accanito giocatore d’azzardo e che, durante una partita a poker, abbia perso così tanti soldi che una vita sola non sarebbe mai bastata a ripagare tutti i debiti. Decise così di darsi da fare affinché nascesse qualcuno a cui passare il problema il prima possibile.

L’infanzia del piccolo Lincoln fu molto triste e solitaria. I bambini lo isolavano o non gli rivolgevano la parola, e per anni lui non capì il perché, né capì che per farsi degli amici sarebbe bastato cambiarsi le mutande o lavarsi i denti di tanto in tanto.

Lincoln, pronto ad affrontare la guerra civile.

Sembrava che non gliene uscisse una buona: a scuola era talmente sfigato che i bulli gli dicevano di picchiarsi da solo perché si annoiavano a menarlo, mentre l’unica materia in cui era bravo era educazione fisica, anche se era talmente poco atletico che se provava a fare boxe veniva steso dal sacco. Decisero di promuoverlo a pieni voti pur di levarselo di mezzo in quanto si credeva che fosse lui a portare sfiga a tutta la scuola. E avevano ragione.

Suo nonno, ex-hippy ed inguaribile cannarolo, finiti i moti libertini del ’68 (intendo 1768), decise di trasferirsi a casa del figlio, con grande rammarico della di lui moglie, donna puritana al punto da schifare i tavolini di vetro perché secondo lei nascondevano un doppio senso a sfondo sessuale. Il nonno passava gran parte delle sue giornate ad insegnare al piccolo Abraham ciò che aveva imparato nell’arco della sua lunga vita. Quelle che più influenzarono il futuro del giovine sono:

  • l’amoralità dello schiavismo sulle altre razze;
  • che più di due sgrullatine dopo aver orinato è lavorare da solo;
  • che prima di andare con tre donne bisogna far attenzione a eventuali sorprese;
  • rollarsi una canna con una mano dietro la schiena, una in tasca e una che regge un Martini;
  • montare una mensola sul soffitto;
  • fare il giocoliere con la carta igienica (rigorosamente in fiamme).
  • bussare alla porta dei democratici per poi scappare via.

Fu un periodo molto felice nella vita del giovane, ma si sa che la vita, quando vuole, sa proprio cosa ci vuole per mettertelo nel culo in due secondi. Nell’arco di due settimane si vide morire il nonno, affetto da una sconosciuta malattia che uccise anche il medico che lo curava, e il padre, soppresso dallo stesso male del progenitore, che in seguito si scoprì essere sifilide.[3]

Quando a sedici anni gli fu portata via anche la madre[4], Lincoln si ritrovò solo al mondo e, come era di moda in quegli anni, decise di iscriversi al partito repubblicano, sperando così di ricevere un’arma con la quale suicidarsi.

Il partito era però in un periodo di crisi nera e aveva in mente progetti diversi per lui. Dato che all’epoca nessuno credeva che ci fosse differenza tra le parole “repubblicano” e “Ku Klux Klan[5], l’allora leader, di cui ci piace non ricordare il nome, vide nell’allegro contadinotto un po’ sfigato il testimonial giusto per la sua nuova campagna pubblicitar elettorale. Il piano era semplicissimo: avrebbero fatto laureare Lincoln, dopodiché avrebbero messo la sua faccia su uno di quei volantini pubblicitari che andavano tanto di moda nelle strade malfamate in cui riscuotevano successo come surrogato della carta igienica più che successo per il contenuto politico.

Tuttavia all’università di allora vigeva l’assurda regola, totalmente diversa da oggi, secondo la quale se eri uno che non aveva mai terminato gli studi di quarta elementare, allora forse non eri idoneo ad essere ammesso ad un livello così avanzato di scuola. Fortunatamente i repubblicani avevano già pensato a questo, oliando la decisione del rettore con un'abbondante dose di quattrini carisma. Abramo era diventato un universitario.

Gli studi e quel (poco) che venne dopo

Il nostro eroe ritratto nell’annuario dell’università, quando aveva diciotto anni.

All’università Lincoln incontrò numerose difficoltà dato che già l’esame di accettazione si presentò subito come un ostacolo insormontabile. Agli esaminatori risultò per l’appunto strano il dover ammettere qualcuno che incontrava seri problemi a scrivere correttamente persino il proprio nome, e che aveva risposto Vero a tutte le domande, anche a quelle a risposta aperta e nelle caselle dove era scritto di inserire il proprio indirizzo, codice di avviamento postale e quello segreto del bancomat, ma siccome la tangente retta di un intero semestre era già stata sborsata si videro costretti ad accettarlo.

« Benvenuto signor Adremo Jingoln. Quali sono i suoi programmi futuri? »
(Rettore dell’università di Washington)
« Vero! »
(Lincoln al rettore.)

Conseguita la laurea in Scienze ed Economia Archeologica presso la facoltà di Legge, con una tesi che spiegava l’importanza delle scope di saggina e delle scorze di anguria negli esperimenti di fisica quantistica di un allora non-nato Albert Einstein, Lincoln ottenne finalmente il rispetto che aveva sempre cercato di guadagnarsi lavorando duramente e, visto che non c’era riuscito così, se l’era guadagnato corrompendo le persone attorno a lui. Insomma, niente di strano alla fine.

Il passo successivo prevedeva di trovarsi un lavoro e Abraham cercò di ottenere quello che sognava da tutta una vita: istruttore di danza classica. Trattenendosi dal commentare questa scelta ambigua i suoi compagni repubblicani gli chiesero se invece non preferisse candidarsi come senatore. Lui rispose di no, loro lo pestarono. Poi glielo chiesero di nuovo e stavolta acconsentì.

La (s)carriera politica

Per la sua campagna elettorale, Lincoln decise di adottare una politica di assoluta sincerità nel confronto dei sui elettori: errore madornale. Egli infatti credeva che dire la verità bastasse per essere amato dalla gente, quindi si rivolse al pubblico dicendo che:

  • non avrebbe abbassato le tasse;
  • avrebbe fatto vertiginosamente aumentare il debito pubblico;
  • non avrebbe dichiarato guerra a nessun paese;
  • avrebbe legalizzato i matrimoni misti;

Dimostrò così di non aver capito un cazzo di come funzionava la politica. Il quasi tentativo di linciaggio messo in atto dalla folla appena dopo la conferenza gli fece capire dove aveva sbagliato. Al successivo dibattito aggiunse che si divertiva sovente a bere birra per poi urinare nell’acquasantiera della chiesa e a sparare ai piccioni in mutande affermando che era il volere del Signore. Stavolta il popolo decise di optare per il rogo pubblico, ma quel giorno pioveva, quindi Abraham si salvò di striscio.

Arrivò poi il momento di conoscere faccia a faccia il suo avversario politico, anche perché fino ad allora Lincoln credette di star concorrendo con il gatto dei vicini, e credeva di essere pure in svantaggio. Colui che concorreva alla carica di senatore rispondeva al nome di Stephen A. Douglas e al cellulare di James Brown. Egli[6] era un uomo pragmatico, così tanto che quando alla serata di gala gli chiesero se volesse un bicchiere d’acqua questi rispose No, grazie. Di solito bevo da quelli di vetro. Lincoln sfoderò il suo migliore sorriso falso per presentarsi e gli disse che era un piacere conoscerlo. Douglas rispose che per lui non lo era e Abraham dovette trattenersi dal menargli un calcio nelle palle, ricordandosi che dopo aver vinto alle elezioni avrebbe potuto farlo legalmente. Durante tutto il periodo elettorale continuarono a sputtanarsi a vicenda lanciarsi insulti dibattere pacificamente. Memorabile la volta in cui Lincoln affermò in un’intervista a La prova del cuoco:

« Figuriamoci, non mi sognerei mai di parlare male di qualcuno che conosco a malapena e che stimo con tutto me stesso, soprattutto un vecchio ubriacone, donnaiolo, cornuto e strafatto di LSD quale è il mio avversario »
(Lincoln e la sportività)

Aggiunse in seguito che il corretto modo per realizzare una lasagna è lasciare pomodori e mozzarella ad essiccare al sole, ma questo non ebbe grande rilevanza politica.

La sera del dibattito decisivo Lincoln, trovatosi sul palco, inciampò diverse volte, questo perché egli era venuto dalla dura realtà contadina e ben poco sapeva sulla complicata scienza dell’allacciarsi le scarpe. Dopo tre quarti d’ora di discorso, gli fecero rispettosamente notare che aveva avuto la patta abbassata per tutto il tempo ed egli, preso dal panico, iniziò ad armeggiare furiosamente davanti alla folla per cercare di chiudersi i pantaloni, ma finì con l’incastrarsi la camicia nella lampo e rimase tutta la serata con un pezzo di stoffa bianca che gli usciva dalla patta. Fu una delle serate più imbarazzanti della storia, per Lincoln, per il partito e per la neonata ditta di pantaloni a zip.

Lincoln discute con il consiglio dei suoi sguatteri sottoposti.

Quando i risultati del ballottaggio annunciarono che Lincoln aveva miseramente fatto un buco nell’acqua, questi esultò di gioia come mai in vita sua. Uscì per festeggiare, andò a donne con gli amici e chiamò casa per annunciarlo a tutti, dimenticandosi che era orfano. Si prese anche una sbronza come mai se ne erano viste prima, al punto che quando gli spiegarono che in realtà aveva perso, la sua unica reazione fu quella di mollare un sonoro rutto prima di vomitare un insolito liquido marrone cielo e cadere per terra colto da epilessia.

Per combattere la tristezza della sconfitta Abraham si fece un nuovo giro di vodka e pampero in tutti i peggiori bar di Boston. Il nuovo stato di ebbrezza stavolta lo portò a:

  • rompere le cassette per la posta di tutto il vicinato;
  • dire “ti amo” a tutte le donne e a tutti gli irlandesi che incontrava, buscandole sempre da entrambe le parti;
  • fare angeli di neve nel fango;
  • giocare a golf in un campo di pallavolo. Nel corso di una partita a pallavolo.

In seguito la ciucca lo portò a candidarsi inconsapevolmente alle presidenziali del 1861. Le vinse. Nessuno sa come, ma non vuole dirlo in giro. Che stronzo!

Gli anni della guerr presidenza

Uno dei terribili mezzi corazzati dei Confederati.

C’erano in quel periodo molte tensioni tra gli stati del Nord e quelli del Sud, anche se chiamarle tensioni è un eufemismo. Sarebbe più corretto dire che si schifavano a morte.

Comunque c’erano tensioni e tutti lo sapevano: il partito lo sapeva, Douglas lo sapeva, il lattaio del quartiere povero di Philadelphia lo sapeva, lo sapeva persino chi di solito non guardava Studio Aperto[7]. A quanto pare, però, qualcuno si dimenticò di accennare questo piccolo dettaglio a Lincoln, che quando incontrò il rappresentante della Confederazione gli portò in dono una saponetta, il fuoco e la ruota e gli spiegò come usarli a gesti perché era convinto che non parlasse la sua stessa lingua.

Inutile dire che si dichiararono offesi per questo trattamento vergognoso esigendo delle scuse immediate, ma il presidente per tutta risposta gli diede una banana per complimentarsi della loro frase di senso compiuto. La cazzata era fatta, oramai era solo la guerra.

La guerra. Come quale? Una delle tante

   La stessa cosa ma di più: Guerra di secessione americana.

I primi mesi di guerra furono terribili per tutti. Al fronte giravano orribili malattie e fastidiosissimi piazzisti e nessuno sapeva da dove venissero entrambi, ma non ha voluto dircelo ugualmente. Nel resto del paese invece c’erano crisi economiche, disastri naturali, concerti random dei Muse. Le battaglie erano cruente e sempre con un esito incerto. Per capire chi aveva vinto dopo un giorno intero di massacri i generali se la giocavano a testa o croce, ma al fronte nessuno aveva spiccioli e quindi la battaglia era rimandata al giorno dopo.

L’opinione pubblica era allarmata e sconvolta da quelle orribili carneficine che venivano continuamente consumate a poca distanze dalle loro città, ma come per ogni fatto di cronaca che si rispetti dopo un po’ la gente iniziò a sbattersene le palle.

Per commemorare almeno parte degli uomini che erano morti durante la guerra, Abraham scelse a caso un cimitero e andò lì per celebrare un discorso commemorativo scritto di proprio pugno da qualcuno, nonché cercare di tirare su il morale con qualche battuta spiritosa. L’avrebbe dovuto celebrare il 19 novembre 1863, ma il treno che lo trasportava si perse e quando riuscì a scendere la prima cosa che fece fu andare in bagno e poi in un vicino McDonald’s a farsi due BigMac. Per non sprecare il lavoro del povero Cristo che gli aveva scritto il discorso a mano decise di recitarlo al cassiere, che per la memoria gli mise un quattro e mezzo e lo rimandò a settembre

Capendo che così non si poteva continuare, Abraham convocò un concilio con i capi della fazione avversaria, per trattare la pace, ma al momento dell’incontro li fece uccidere tutti. Dopo altri 2 anni di guerra decise di chiedere di nuovo la pace e quelli del Sud accettarono ancora. Lincoln li ringraziò per la fiducia, disse che la guerra aveva ormai dilaniato il loro paese e che bisognava porre un freno a queste barbarie, che bisognava dare alle future generazioni una lezione importante su come si faceva la storia. Dopo averli nuovamente fatti massacrare tutti diede disposizioni al suo biografo affinché specificasse che i leader avversari erano tutti morti di infarto simultaneo e che la colpa la si doveva accollare a Kira.

La guerra era finita e Lincoln l’aveva vinta dimostrando un talento politico innato e liberandosi contemporaneamente di numerose menate.

L’omicidio

Per certi versi le cose non andarono esattamente così.

Ciononostante, o ciò nonostante, negli anni della presidenza Lincoln si era fatto molti nemici. La mattina trovava bombe nascoste persino nella cassetta delle lettere, nella bocca del suo cane che gli portava il giornale e nella tazza del cesso. Per far stare tranquilla la moglie[8] decise di prendere i biglietti per un’opera teatrale, così con le urla sul palco non avrebbe sentito gli smarronamenti dell’amata[citazione necessaria] consorte. Questa tuttavia continuava a nutrire dubbi riguardo l’incolumità del marito, ma questi la rassicurò con il suo carisma.

« Andiamo tesoro, il teatro non ha mai portato sfiga a nessuno. Macbeth? Chi diavolo è Macbeth, il tuo amante? »

Sapendo dell’arrivo del presidente, la compagnia teatrale decise di fare una piccola ed innocente burla a Lincoln proprio per quella sera, ben sapendo quanto il presidente amasse gli scherzi del cazzo. Mandarono così uno dei loro attori di quarta scelta John Wilkes Booth, che si armò di pistola giocattolo e si preparò per apparire alle spalle del presidente quella fatidica sera sparando a salve e gridando “Sorpresa!” e gli sparò nella sua testina.

Ora, nonostante Booth sapesse del suo amore per la comicità, non era ben informato sul fatto che Lincoln aveva iniziato recentemente a soffrire di debolezza cardiaca, dovuta si pensa ad un eccessivo consumo di chili alla banana con panna da lui frequentemente mangiato alla Casa del chili alla banana con panna, uscita per Bergamo sulla Salerno-Reggio Calabria.[9][10]

Inutile dire che per il neo omicida fu estremamente difficile giustificare il fatto di trovarsi di fianco al cadavere del presidente con l’unica arma da fuoco nel raggio di chilometri. E infatti non ci riuscì.

Il processo fu uno dei più controversi della storia americana. Erano tutti talmente impegnati a dire a giornali e blog la loro opinione, che per tre settimane si dimenticarono di togliere il cadavere di Lincoln dal teatro dove era stato ucciso.

Potrebbe essere il nuovo kolossal di supereroi?[11]

Sebbene la pena per l’omicidio di primo grado fossero allora i trent’anni di reclusione, più la condanna ai lavori forzati e l’assenza di TV via cavo, telefono e posacenere in cella, per onorare la memoria repubblicana di Lincoln si decise di cambiare all’ultimo secondo la punizione, trasformandola in condanna a morte. La sentenza fu eseguita da un boia di eccezione: un toro repubblicano autorizzato a scalciare quanto voleva sugli zebedei del povero condannato che, finita l’esecuzione, si scoprì essere divenuto donna.[12] Dopo il suo assassinio si sono perse le tracce di Lincoln che, secondo le solite fonti attendibili, si era dato alla macchia per non smentire la notizia della sua morte, ma c’è chi dice che viva ancora nei pressi del cimitero dove furono seppelliti, ancora vivi, tutti i suoi parenti. Luogo ove tuttora occupa un delizioso monolocale in mogano, il cui affitto è ovviamente pagato dai contribuenti di tutto il mondo civilizzato occidentale.

Lincoln dopo la morte

Dopo essere stato assassinato, il fantasma di Lincoln ha continuato per secoli a vagare nella nostra dimensione con il preciso scopo di consigliare agli sventurati la via giusta da seguire nella vita, anche se qualcuno afferma che preferisse fare lo sgambetto ai democratici sulle scale del Campidoglio per poi dare la colpa ai primi che passavano. C’è chi dice che il suo corpo fu congelato per preservarlo nei secoli a venire fino a che non ci fosse stato bisogno di un nuovo leader come lui, ma venne scongelato nel 1912 quando si accorsero che l’ibernazione non serviva a nulla se il tizio ghiacciato era già morto.

Curiosità

  • Tom Hanks è parente di Lincoln. No, dico sul serio.
  • Pare che Lincoln non sia mai stato accusato di essere un vampiro.
  • In realtà Lincoln e Solid Snake sono la stessa persona: un vecchio con evidenti turbe psichiche.
  • Steven Spielberg stava progettando di realizzare un film sulla vita di Lincoln, poi gli hanno curato l’aneurisma cerebrale e ha optato per fare l’ennesimo (significa il quarto) Indiana Jones.


Preceduto da:
Gianni Boccasana
1857 - 1861
Abraham Lincoln
Presidente degli stati non molto uniti
1861 - 1865
Succeduto da:
Uno dei tanti Johnson
1865 - 1869

Note

  1. ^ Sì, già allora facevano certi errori.
  2. ^ Ho scritto il verbo giusto non ti preoccupare
  3. ^ Sono numerosi gli interrogativi su come medico e padre possano essersi presi il morbo dal vecchio.
  4. ^ Portata via da un body-builder portoricano con la quale si trasferì ad Acapulco.
  5. ^ Per non vedere le differenze dovevano essere tutti veramente analfabeti.
  6. ^ Douglas.
  7. ^ Anzi quelli che lo guadavano erano gli unici a non saperlo
  8. ^ Sì, si era sposato e non l’ho detto, vuoi farmi causa per questo?
  9. ^ Che si dice gli abbia anche causato forti attacchi di diarrea durati fin dopo la morte
  10. ^ Il coroner, per sua sfortuna, se n'è accorto durante l’analisi rettale del cadavere
  11. ^ No.
  12. ^ Il che fece partire un referendum sulla legittimità del giustiziare anche individui di sesso femminile, che si concluse con una netta maggioranza del . Le donne allora non potevano votare.
Presidenti degli Stati Uniti Sigillo del Presidente degli Stati Uniti d'America
Washington (1789-1797) - J. Adams (1797-1801) - Jefferson (1801-1809) - Madison (1809-1817) - Monroe (1817-1825) - J.Q. Adams (1825-1829) - Jackson (1829-1837) - Van Buren (1837-1841) - W.H. Harrison (1841) - Tyler (1841-1845) - Polk (1845-1849) - Taylor (1849-1850) - Fillmore (1850-1853) - Pierce (1853-1857) - Buchanan (1857-1861) - Lincoln (1861-1865) - A. Johnson (1865-1869) - Grant (1869-1877) - Hayes (1877-1881) - Garfield (1881) - Arthur (1881-1885) - G. Cleveland (1885-1889) - B. Harrison (1889-1893) - G. Cleveland bis (1893-1897) - McKinley (1897-1901) - T. Roosevelt (1901-1909) - Taft (1909-1913) - Wilson (1913-1921) - Harding (1921-1923) - Coolidge (1923-1929) - Hoover (1929-1933) - F.D. Roosevelt (1933-1945) - Truman (1945-1953) - Eisenhower (1953-1961) - Kennedy (1961-1963) - L.B. Johnson (1963-1969) - Nixon (1969-1974) - Ford (1974-1977) - Carter (1977-1981) - Reagan (1981-1989) - G.H.W. Bush (1989-1993) - Clinton (1993-2001) - G.W. Bush (2001-2009) - Obama (2009-2017) - Trump (2017-2021)- Biden (2021-?)
Questa è una voce di squallidità, una di quelle un po' meno pallose della media.
È stata miracolata come tale il giorno 13 dicembre 2009 col 48.3% di voti (su 29).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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