Jean Paul Sartre

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Sartre, all'età di sedici anni. Notare la totale anarchia dell'occhio sinistro.
« Jean Paul raggiunge il picco massimo della sua riflessione filosofica quando si siede sul cesso. »
(Caro amico di Sartre rivela indiscrezioni sul conto del filosofo)
« Ed ecco che arriva di nuovo: la Nausea. »
(Jean Paul Sartre, in bagno, all'epoca in cui riusciva ancora ad arrivarci in tempo.)

Jean Paul Sartre nasce stanco di vivere, dopo la Rivoluzione francese ma prima della terza guerra mondiale, figlio adottivo e poi rinnegato di genitori ignoti, a Nord-Sud della provincia di Parigi, dove trascorse tutta la sua esistenza priva di avvenimenti.

Una vita di fallimenti (Cenni biografici)

Jean Paul Sartre si compiace con se stesso dopo essersi masturbato.

Sartre credeva di esistere. E non solo. Credeva anche di essere un filosofo, uno scrittore, un francese, un puffo, uno spazzino e un merlo parlante. Questo perché la demenza senile lo colpì nei primi anni di vita e non lo abbandonò mai, fino alla morte, che sopraggiunse mentre rovistava in un cassonetto della spazzatura.

Frequentò per 14 anni la scuola elementare, ma nel pieno dei suoi studi fu spedito al riformatorio a causa di una bravata in motocicletta. Qui affrontò la vita con la stessa tenacia di un malato terminale, e la sua inutile esistenza scivolò in maniera apatica fino alla maggiore età, in cui comunque non ci fu nessuna svolta. Una volta uscito dal riformatorio, tentò di trovare lavoro come disoccupato, ma questo fu solo uno dei tanti fallimenti cui andò incontro. Siccome non era capace di rendersi utile all'umanità, nè di svolgere un qualsiasi lavoro normale, fece l'unica scelta sensata del caso: si unì ai movimenti comunisti-fancazzisti dell'epoca. Qui si illuse di aver trovato uno scopo per la sua vita, ma dopo il crollo del comunismo si rese conto di aver buttato tutta la sua vita nel cesso. Almeno fino a quel momento.

La svolta

Un classico esempio di esistenzialista.

Alla soglia dei quarant'anni tentò invano di perdere la verginità, collezionando soltanto rifiuti. Frequentò per un certo periodo una donna di cui non conosciamo il nome, probabilmente l'unica che gliel'abbia data, ma la relazione terminò di colpo quando Sartre si accorse che in realtà lei era la macchina obliteratrice dei biglietti alla stazione di Parigi. Sfiduciato e sull'orlo del suicidio, conobbe un militante comunista complottista fancazzista francese, di nome Simone. Sì, hai letto bene. A questo punto, come risaputo, si scopri omosessuale. Sartre divise con Simone la propria vita sentimentale e professionale. È la verità! Controlla tu stesso qui. Così, in uno slancio di vitalità, decise di intraprendere un viaggio di piacere a Berlino. Nel 1933. Praticamente l'anno in cui i nazisti si insediarono al governo. Ora, non è che vogliamo mettere in dubbio la genialità di quest'uomo: ma un comunista che se ne va a spasso per Berlino nel '33, di sicuro non brilla per capacità di intuizione. Ad ogni modo, questi sono i fatti. Venne catturato dai tedeschi, ma non se ne rese conto, pensando di essere stato semplicemente invitato a una vacanza per pensionati sul Mar Ligure.

Alla fine della guerra tornò a vegetare nei pressi di Parigi. Questo fu esattamente il momento in cui si convinse di essere un filosofo, e sviluppò le sue litanie esistenzialiste che possono essere così sintetizzate:

« Non so se esisto, ma se esisto, non esisto. »
( J.P. Sartre)
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Jean Paul Sartre

Il pensiero di Sartre...

...Questo sconosciuto!

Gli anni di gloria

Tipico lettore di Sartre.

Dopo essersi improvvisato filosofo, finisce col credere davvero di avere un qualche valore sul pianeta Terra, al punto che si mette in testa l'idea di scrivere libri. Cosa che, in realtà, aveva già tentato in passato, ma senza riuscirci. Fatto sta che le boiate senza nesso logico che scrive, nel libro Provo un senso di schifo verso me stesso, vengono apprezzate[senza fonte] da un maturo pubblico esistenzialista, notoriamente composto per lo più dai pastori sardi (e dalle loro capre) oltre che dai briganti bulgari e dalle popolazioni nomadi del Turkmekinstan. Ciò gli valse i favori della critica, che lo innalzò al rango di "filosofo esistenzialista" senza sapere che in realtà lui stesso non sapeva cosa faceva. Forte di questa convinzione, fonda la famosa rivista intitolata Il Cazzaro, e scrive altri tre libri di chiaro stampo esistenzialista: Il cesso, che ebbe una discreta diffusione, Nel cesso, marcatamente più pessimista, e Il rinvio, opera per la quale trasse ispirazione da una sventurata giornata in cui dopo aver preso un potente lassativo dovette fare una fila di 11 ore alla posta per ritirare la pensione, dovendo appunto continuamente rinviare un liberatorio appuntamento con il Wc.

Premi e riconoscimenti

Per uno scherzo del destino, quello che era un nullafacente buono a nulla, si ritrovò a diventare un'icona della Letteratura, alla pari di Topolino e del Mago Zurlì. Il libro, molto polemico, Lettera aperta a papà Castoro ne sancì definitivamente il successo mondiale, dopodiché seguirono le opere Le troie e Che cos'è la letteratura? Io non ci ho mai capito un cazzo. Nel Millenovecentosessantaepassa, non si sa bene come, vinse il Premio Nobel per la Vendemmia. E siccome un successo tira l'altro, vinse anche due biglietti per la finale di Champions League di quell'anno, un abbonamento gratuito al settimanale di arte & cultura Sorrisi e canzoni e una Fiat Panda.

Sartre, disorientato dopo essere stato abbandonato per strada, non sa che in realtà si trova solo a 50 mt da casa sua.

Pochi anni più tardi, scrive il suo famoso libro Come uscire indenni da un cesso senza carta igienica, in cui narra le sue disavventure a riguardo. Grazie a quest'opera vince il Pallone d'oro.

Lo sventurato trapasso

Infine, ormai vecchio, siccome era diventato un peso per la sua famiglia perché si pisciava addosso, viene abbandonato a due isolati di distanza da casa. Disorientato, non riuscirà mai più a ritrovare la via di casa, diventando un senzatetto e vagando in tondo per diversi giorni. Morirà la settimana successiva, senza accorgersene, mentre frugava in un cassonetto della spazzatura credendo di essere Fratel Coniglietto.

Opere

  • Provo un senso di schifo verso me stesso
  • Il Mulo
  • Il cesso
  • Nel cesso
  • Ken Shiro
  • Kalashnikov
  • Tacchini di guerra
  • L'affare Fininvest (prefazione di Adriano Galliani)
  • Le troie
  • Che cos'è la letteratura? Io non ci ho mai capito un cazzo
  • Ballarò
  • La puttana rispettosa (Biografia non autorizzata di sua moglie)
  • Lettera aperta a papà Castoro
  • Esistenzialismo rulez
  • Come uscire indenni da un cesso senza carta igienica
  • L'idiota della famiglia (Autobiografia)
  • Cartolina da Saint Tropez