Sindrome dell'autoscatto: differenze tra le versioni
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La sindrome dell'autoscatto è un disturbo della personalità il cui sintomo principale è un deficit nella capacità d'autovalutazione. Questa patologia è infatti caratterizzata da una particolare percezione di sé del soggetto definita “Sé Fighissimo”. Comporta un sentimento esagerato della propria importanza e idealizzazione del proprio sé fotografato anche se in realtà il soggetto nella maggioranza dei casi è un inutile cesso.
In ambito teorico, le diverse scuole di psicologia[1] hanno dato interpretazioni e spiegazioni diverse di questo disturbo pur concordando che l'unica soluzione realmente funzionante è la soppressione dell'individuo affetto. Vanno inoltre considerati non patologici autoscatti saltuari o puramente ludici[Sigmund Freud], anche se il soggetto dovrebbe comunque essere tenuto sotto la stretta osservazione di un buon psichiatra che dovrà preoccuparsi di non far avanzare la sindrome nel soggetto ricorrendo alla flagellazione o alla scarnificazione del volto, dove necessario[2].
Criterio diagnostico
La diagnosi secondo il criterio diagnostico richiede che almeno tre dei seguenti sintomi siano presenti in modo tale da identificare un comportamento che rimane drammaticamente costante in situazioni e relazioni diverse[4]:
- La collezione fotografica del soggetto contiene per il 50% propri autoscatti, per il 30% autoscatti allo specchio, il 18% autoscatti con amici e solo il 2% di normali foto.
- Ogni volta che il soggetto ha uno spiraglio di tempo libero corre in bagno ad autoscattarsi in posizioni troiose e/o compromettenti solitamente dinnanzi allo specchio.
- Gli autoscatti del soggetto sono adornati con scritte tipo "SoNo TrPp FiGHiXxImO!!"[citazione necessaria] oppure "BaMboLiNaSeXyInNaMoRAta96 Ha StyLe E vOi No"[citazione necessaria].
- Seleziona i suoi autoscatti migliori e li pubblica ovunque, attendendo con ansia le lodi degli altri utenti arrapati. Nel caso nessuno caghi minimamente le sue foto si demoralizza e si fa alcuni autoscatti ancor più osé, ma in pose particolarmente tristi, o mentre si taglia i polsi in perfetto stile emo, pensando così di far sentire in colpa i suoi contatti che, di contro, si faranno delle gran risate davanti allo schermo.
- Pensa di essere una sorta di celebrità, ed è irrealisticamente convinto che le sue foto siano estremamente artistiche e con una perfetta scelta degli ambienti e delle luci, (il cesso e la lampada dello specchio)[citazione necessaria] portandolo ad autoconvincersi d'esser un esperto fotografo ammirato da tutti[5].
- Si iscrive a flickr uploadando tutte le sue creazioni e tempestandole di commenti autocelebrativi, portando i server del servizio ad un inevitabile crash con conseguente esplosione degli stessi e chiusura del sito.
- È sempre alla ricerca dello scatto perfetto, quello con i particolari migliori e di maggior effetto[6], come ad esempio lo sguardo languido, le mani fra i capelli, l'invio di un sensuale bacio con tanto di indice sulle labbra a cuoricino, o la mitica sigaretta in bocca o sull'orecchio. (+10)[7] Solitamente però codesti scatti, data l'evidente fantasia e l'inimitabile creatività, possono essere utilizzati per giocare a "troviamo le 7 differenze"[8].
- Prova spesso un profondo rosik nel vedere autoscatti esteticamente e tecnicamente migliori dei suoi, rosik che lo porterà all'esplosione delle proprie orbite oculari se in assenza d'un adeguato sfogo, è possibile quindi che il soggetto, depresso, inizi a farsi di crack[9]. È inoltre generalmente convinto che altri provino rosik ancor maggiore per la sua lucente bellezza, ipotesi obbiettivamente assai improbabile, in quanto solitamente del soggetto a nessuno importa.
Nota: le tabelle diagnostiche dell'Organizzazione Mondiale della Sanità riportano la sindrome dell'autoscatto, pur senza definirne le caratteristiche specifiche: è classificata sotto le categorie "Altri disturbi bimbominkiesi" e "disturbi gravi della personalità poser".
Diffusione
Secondo i dati riportati dall'Associazione Mondiale Cura Cerebrolesi (AMCC) la sindrome dell'autoscatto è diagnosticabile in circa l'1% della popolazione adulta e circa nell'88% della popolazione giovanile.
I primi casi di sindrome dell'autoscatto risalgono al periodo di diffusione delle macchine fotografiche portatili, quando i possessori di tali oggetti scoprirono che tenendo la macchina fotografica al contrario e distendendo il braccio potevano farsi delle magnifiche foto alla "cazzo di cane" anche da soli. I casi erano limitati e la sindrome non si diffuse molto anche, e soprattutto, perché le macchine erano a rullino e i tempi di sviluppo piuttosto lunghi, inoltre il fotografo vedeva ogni foto che gli si portasse a sviluppare rendendo la cosa costosa e imbarazzante[10], facendo spesso fare al cliente figure di merda colossali, e permettendo al fotografo di deriderlo, sputtanandolo a tutti i suoi conoscenti.[11] La situazione restò invariata per alcuni anni finché qualcuno penso bene di inventare le macchine fotografiche digitali e ne creò addirittura di apposite da integrare nei telefoni cellulari[12]. Ora la gente poteva tranquillamente auto-scattarsi e scaricare le proprie foto su un pc, decretando la fine di una professione, quella del fotografo, che ora non può più ridere con i suoi amici delle vostre foto perché non ha più un lavoro, e nemmeno amici, e nemmeno una moglie, ha solo un piccolo scatolone in cui dormire la notte in un angolo buio sotto un ponte umido.[13]
Chi colpisce
La diffusione di questa patologia non sembra ubiquitaria, bensì fortemente influenzata, perlomeno nelle modalità in cui si manifesta, dai contesti sociali e culturali. Secondo alcuni osservatori, essa è diffusa quasi esclusivamente in paesi economicamente e tecnologicamente avanzati dove la gente non ha una cazzo di meglio a cui pensare, dove la TV fa da pardona ed in cui l'estetica è l'aspetto di maggior importanza nella vita dell'individuo (come ad esempio... mhm...in Italia!)[citazione necessaria].
Il disturbo sembra avere una componente sessuale, per cui la diffusione non è uguale fra i due sessi: le femmine affette sono più numerose degli uomini, con una quota compresa tra il 65% e il 70%. La totalità di queste fanciulle fanno parte della famiglia delle "bimbeminkia" delle "pornobimbe" o delle "vacche da monta". Il restante 30-35% è composto da individui di sesso pseudo-maschile meglio identificati come "bimbiminkia truzzi" o "poser". Alcuni tratti autoscattistici appaiono nel corso dello sviluppo dell'individuo e devono essere un campanello d'allarme per i genitori che dovranno repentinamente preoccuparsi di sorprendere il figlio mentre compie tali atti e provvedere ad una corretta rieducazione dello stesso con metodi necessariamente coercitivi come cinghiate dalla parte della fibbia o lapidazione tramite lancio di cellulari in pubblica piazza[14]. Questi tratti del carattere sono molto diffusi tra gli adolescenti, e se non curati per tempo porteranno ad una personalità patologica in età adulta, con conseguenti danni catastrofici per l'intera società e per l'individuo stesso che potrà nella migliore delle ipotesi divenire un futuro impiegato delle poste o un carabiniere.
Note
- ^ Dalle elementari fino alle medie.
- ^ Ma anche per puro divertimento, tanto il fine giustifica i mezzi giusto?
- ^ Nemmeno Photoshop può nulla contro questa roba.
- ^ Dall'autoscatto durante la cagata mattutina a quello durante l'amplesso con un pastore tedesco.
- ^ È invece noto che la maggior causa di mortalità nei fotografi professionisti è causata proprio dalla visione di tali foto
- ^ Secondo la sua piccola mente bacata.
- ^ Punti rispetto guadagnati con tali foto nella classifica autoscattisti.
- ^ Solitamente inesistenti.
- ^ Da qui la tecnica dei pusher di regalare fotocamere di bassa lega ai bambini fuori dalle scuole.
- ^ Ecco il perché del boom delle foto da troietta negli ultimi anni.
- ^ E nel raro caso di belle fichette di tirarsi delle gran seghe.
- ^ Che sia dannato per l'eternità.
- ^ Correndo inoltre il rischio di venir trascinato via da una piena improvvisa.
- ^ anche stampare gli autoscatti più orribili ed imbarazzanti e distribuirli ad insegnanti, parenti e compagni si è rivelata essere un ottima tecnica.