Parto

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Diciamoci la verità, il miracolo della vita fa schifo.
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Parto
« E tu... tu partorirai con dolore! »
(Dio a Eva)
« Alla faccia della parità dei sessi »
(Eva a Dio)
« Il parto è un apostrofo rosa tra le parole AAAAAAAAAAAAAAAH e PORCA TROIAAAAAA! »
« È stata senza dubbio l'esperienza più traumatica della mia vita »
(Donna che non ha studiato ingegneria)

Il parto, poeticamente detto il "miracolo della vita" e filosoficamente concepito come "l'inizio della fine", è lo stadio finale della produzione di un essere umano nuovo di zecca, nonché la cosa peggiore che una donna debba sopportare. Lo aspetti con trepidazione per nove mesi e quando arriva vorresti essere un uomo. Ora che ci penso sarebbe anche più doloroso partorire dal culo o dal pene, quindi no, forse preferiresti essere un'ape, che si riproduce per partenogenesi.

Spiegazione biblica

Raro caso di parto plurigemellare.

Tutto iniziò quando Eva, quella birbona, mangiò il frutto proibito e costrinse Adamo, che poverino, non c'entrava nulla, a fare altrettanto. Così, Dio pensò bene di prendersela soprattutto con lei, e quando distribuì i compiti, diede alla donna quello di procreare, ingrassare, soffrire, sanguinare. (Tutto questo per una mela! Ha senso, ovviamente.) All'uomo, quello di fare da spettatore, di arrivare alla fine, comodo comodo, e dare il suo cognome all'esserino che la compagna ha tanto faticosamente fabbricato. Già, anni di lotte per l'emancipazione femminile, e il mondo continua a girare in questo modo.

Come si arriva al parto

E per QUESTO, il genere femminile sopporta la gravidanza e partorisce. Con dolore, specifichiamo. Se questo non si chiama legarsela al dito...

Vediamo, la dinamica è più o meno questa: l'uomo arriva, si diverte, ha sicuramente almeno un orgasmo. Dirà a parenti e conoscenti:

« Aspetto un figlio, sapete? »
(Un padre orgoglioso)

E tutti compiaciuti gli risponderanno:

« Felicitazioni! Pensa, non si nota nemmeno! Stai benissimo! »

La donna, che probabilmente durante quell'atto sessuale non è nemmeno venuta, anzi peggio, magari ha finto di venire per far piacere al suo compagno, intanto inizia a covare dentro di sé un piccolo parassita. Ha così inizio la gravidanza, al termine della quale sembra che la donna si sia mangiata un cocomero senza masticarlo. E quel cocomero, che lo voglia o no, dovrà attraversare un sentiero poco battuto e distruggere tutto ciò che trova durante questo passaggio. Com'è che si dice, ah già! La gioia di diventare madre.

La rottura delle acque e l'arrivo in ospedale

Ecco, questo dà il via all'incubo. No, non ti sei fatta la pipì addosso, il bambino ha deciso che è il momento di uscire. La donna arriva in ospedale e viene sbattuta su un lettino, senza mutande, gambe divaricate e sollevate. Tutti quelli che passano tirano su la tenda e si godono il panorama, magari danno anche una toccatina, così giusto per saggiare il terreno. Il medico, l'infermiera, l'ostetrica, la cugina dell'ostetrica, la suocera, l'addetto alle pulizie con i baffoni e il maniaco del secondo piano, tutti quelli che hanno un po' di curiosità insomma vengono a dare un'occhiata. La donna non è più un essere umano, si è trasformata in una matrioska in carne e ossa, e ora bisogna tirare fuori la statuetta più piccola.

Il travaglio

Ora, la donna mette in atto gli esercizi di respirazione che ha imparato a yoga, cerca di rilassarsi, di espirare ed inspirare ritmicamente, senza stressarsi, perché fa male al bambino. Sì cioè, strilla come un'ossessa, piange e insulta il compagno, il colpevole del malefatto. Però, lo fa respirando ritmicamente. Capita che l’uomo non concepisca tutto ciò, e pensi:

...oppure infilati questa su per l'uretra, se preferisci. Poi ci dici com'è stato.
« Quante scene, capita a tutte, non sei stata la prima e non sarai l'ultima! »

La donna, dal canto suo, si sente in dovere di rispondere, con la bava alla bocca e il desiderio di strappargli gli occhi dalle orbite:

« Va bene, tu ficcati un limone nella narice, poi mi racconti »

Poi, già che c'è, aggiunge:

« E quando ti scottano le mutande la prossima volta ti arrangi da solo, tanto non sei il primo e di certo non sarai l'ultimo »

Ma in quel momento, forse per la posizione poco dignitosa, forse perché è gonfia come un pallone, o magari perché i capelli rammentano la chioma di Medusa, la minaccia sortisce uno scarso effetto.

Il travaglio può durare diverse ore; se si è particolarmente fortunate[citazione necessaria], anche un giorno intero. Tutti si affaccendano intorno alla donna, che vorrebbe della marijuana, della morfina, un'epidurale, una botta in testa, ma nessuno la caga: di tanto in tanto qualche illustre sconosciuto le parcheggia una mano nel suo giardino segreto che tanto segreto adesso non è, ma per il resto, la liquidano in un secondo, perché non è dilatata abbastanza. La partoriente quindi aspetta, bestemmiando in portoricano.

L'espulsione

« No non ce la faccio... scusate... io esco »
(Il compagno della partoriente)

La sala da parto si trasforma in un set di un film porno che preveda almeno una scena saffica e una gang bang: una donna aperta in due come un fico e un sacco di persone che, sollevatole il camice, osservano e tastano, faccia a faccia con una voragine che una volta era una vagina. Poi, piano piano, la scena assume toni inquietanti e il porno diventa un film erotico all'insegna dell'orrore. Già, da sta per uscire una testa. Umana. Orribile, non è vero? Così tanto che mentre lei strilla più forte di un coniglietto nano gettato in pasto ad un pitone e si sente letteralmente lacerare, l'uomo, pallido, tremante, fa sentire la sua vocina virile e cerca di dare il suo contributo.

Ed ecco, il bambino esce. Che impressione!

Per i più romantici dei lettori sarà interessante sapere che la maggior parte dei parti è accompagnato da defecazione involontaria. Sì, siete nella merda, letteralmente, ma non disperate, il peggio deve ancora avvenire.

L'incontro

Ora il nuovo arrivato viene ripulito alla bell'e meglio e ficcato tra le braccia della madre: è minuscolo, rugoso, rossastro, con la testa grossa come un pompelmo e pelata ed è per giunta senza denti. Sì, diciamocelo, è una schifezza. Ma lei lo vede come un esserino meraviglioso e lo mostrerà con orgoglio chiedendo, non è bellissimo?

« Signora, ma lo vede, LO VEDE QUANT'È BRUTTO??

Fa schifo! No non me lo dia, non lo voglio prendere in braccio!

Mi fa impressione! »
(Uno che non è un parente su bambino appena nato)

Purtroppo non è possibile rispondere così, nè sono ammesse risposte negative, onde evitare una morte rapida ma molto dolorosa.

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Cose che (sempre secondo il MOIGE) non fanno parte del corpo umano AlitoAnoBuco del culoClitorideCoglioneCuloFedericaFunzioni trigonometricheLinguaManolaMento a culoPallePenePene elettronicoProstataSangueScimmietta del deretanoScorreggiaRuttoreggiaScrotoSistema ruttatorioSputoTattoTesta di cazzoTetteTriculoTrombe di falloppioUrinaUteroVaginaVagina dentataVistaFlora intestinalePolmone