Sindrome dell'autoscatto

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   La stessa cosa ma di più: fotomania.
« È più forte di me... proprio non resisto. E da quando ho il cellulare con la fotocamera la situazione è peggiorata! »
(Ragazza colpita dalla sindrome durante una seduta dallo psichiatra.)
« La luce sempre in faccia del soggetto. Una sparata di flash, in ambiente chiuso, è buona norma. »
(Esperto dell'autoscatto mentre consiglia un niubbo.)
« AAAAHHH!!!! I MIEI OCCHI!! I MIEI OCCHI!!! SONO CIECO!!! »
(Niubbo di prima dopo uno scatto con flash a 20 cm dal volto.)
« Hahaha! ...È un nuovo gioco, al secondo livello ti spari negli occhi il laser per le slide proiettate. Il boss finale è una figata, devi guardare il sole col telescopio. »
(Fotografo esperto che infierisce sul niubbo sopracitato.)
« Mi spiace, signore: la sua retina è compromessa, non vedrà mai più. »
(Oculista del pronto soccorso dopo aver visitato il nabbo.)
Un comodo gadget di cui un buon autoscattista non può assolutamente fare a meno!

La sindrome dell'autoscatto (Detta anche SELFIE, cioè Sono Emo Le Fighe Italiane Epilettiche) è un disturbo della personalità il cui sintomo principale è un deficit nella capacità d'autovalutazione. Questa patologia è infatti caratterizzata da una particolare percezione di sé del soggetto definita “Sé Fighissimo”. Comporta un sentimento esagerato della propria importanza e idealizzazione del proprio sé fotografato anche se in realtà il soggetto nella maggioranza dei casi è un inutile cesso.

In ambito teorico, le diverse scuole di psicologia[1] hanno dato interpretazioni e spiegazioni diverse di questo disturbo pur concordando che l'unica soluzione realmente funzionante è la soppressione dell'individuo affetto. Vanno inoltre considerati non patologici autoscatti saltuari o puramente ludici[Sigmund Freud], anche se il soggetto dovrebbe comunque essere tenuto sotto la stretta osservazione di un buon psichiatra che dovrà preoccuparsi di non far avanzare la sindrome nel soggetto ricorrendo alla flagellazione o alla scarnificazione del volto, dove necessario[2].

Criterio diagnostico

Classico esempio di persona affetta dalla sindrome dell'autoscatto, notiamo l'eccezionale esposizione[3] e le scritte dal senso profondo.

La diagnosi secondo il criterio diagnostico richiede che almeno tre dei seguenti sintomi siano presenti in modo tale da identificare un comportamento che rimane drammaticamente costante in situazioni e relazioni diverse[4]:

  1. La collezione fotografica del soggetto contiene per il 50% propri autoscatti, per il 30% autoscatti allo specchio, il 18% autoscatti con amici e solo il 2% di normali foto.
  2. Ogni volta che il soggetto ha uno spiraglio di tempo libero corre in bagno ad autoscattarsi in posizioni troiose e/o compromettenti solitamente dinnanzi allo specchio.
  3. Gli autoscatti del soggetto sono adornati con scritte tipo "SoNo TrPp FiGHiXxImO!!"[citazione necessaria] oppure "BaMboLiNaSeXyInNaMoRAta96 Ha StyLe E vOi No"[citazione necessaria].
  4. Seleziona i suoi autoscatti migliori e li pubblica ovunque, attendendo con ansia le lodi degli altri utenti arrapati. Nel caso nessuno caghi minimamente le sue foto si demoralizza e si fa alcuni autoscatti ancor più osé, ma in pose particolarmente tristi, o mentre si taglia i polsi in perfetto stile emo, pensando così di far sentire in colpa i suoi contatti che, di contro, si faranno delle gran risate davanti allo schermo.
  5. Pensa di essere una sorta di celebrità, ed è irrealisticamente convinto che le sue foto siano estremamente artistiche e con una perfetta scelta degli ambienti e delle luci, (il cesso e la lampada dello specchio)[citazione necessaria] portandolo ad autoconvincersi d'esser un esperto fotografo ammirato da tutti[5].
  6. Si iscrive a flickr uploadando tutte le sue creazioni e tempestandole di commenti autocelebrativi, portando i server del servizio ad un inevitabile crash con conseguente esplosione degli stessi e chiusura del sito.
  7. È sempre alla ricerca dello scatto perfetto, quello con i particolari migliori e di maggior effetto[6], come ad esempio lo sguardo languido, le mani fra i capelli, l'invio di un sensuale bacio con tanto di indice sulle labbra a cuoricino, o la mitica sigaretta in bocca o sull'orecchio. (+10)[7] Solitamente però codesti scatti, data l'evidente fantasia e l'inimitabile creatività, possono essere utilizzati per giocare a "troviamo le 7 differenze"[8].
  8. Prova spesso un profondo rosik nel vedere autoscatti esteticamente e tecnicamente migliori dei suoi, rosik che lo porterà all'esplosione delle proprie orbite oculari se in assenza d'un adeguato sfogo, è possibile quindi che il soggetto, depresso, inizi a farsi di crack[9]. È inoltre generalmente convinto che altri provino rosik ancor maggiore per la sua lucente bellezza, ipotesi obbiettivamente assai improbabile, in quanto solitamente del soggetto a nessuno importa.

Nota: le tabelle diagnostiche dell'Organizzazione Mondiale della Sanità riportano la sindrome dell'autoscatto, pur senza definirne le caratteristiche specifiche: è classificata sotto le categorie "Altri disturbi bimbominkiesi" e "disturbi gravi della personalità poser".

Diffusione

Un ex fotografo rovinato dalle nuove macchine digitali.

Secondo i dati riportati dall'Associazione Mondiale Cura Cerebrolesi (AMCC) la sindrome dell'autoscatto è diagnosticabile in circa l'1% della popolazione adulta e circa nell'88% della popolazione giovanile.

I primi casi di sindrome dell'autoscatto risalgono al periodo di diffusione delle fotocamere portatili, quando i possessori di tali oggetti scoprirono che tenendo la fotocamera al contrario e distendendo il braccio potevano farsi delle magnifiche foto fatte a "vuoto spinto" anche da soli. I casi erano limitati e la sindrome non si diffuse molto anche, e soprattutto, perché le fotocamere erano a rullino e i tempi di sviluppo piuttosto lunghi, inoltre il fotografo vedeva ogni foto che gli si portasse a sviluppare rendendo la cosa costosa e imbarazzante[10], facendo spesso fare al cliente figure di merda colossali, e permettendo al fotografo di deriderlo, sputtanandolo a tutti i suoi conoscenti.[11] La situazione restò invariata per alcuni anni finché qualcuno ebbe la strampalata idea di inventare le fotocamere digitali e ne creò addirittura di apposite da integrare nei telefoni cellulari, anche con annessa funzione videocamera[12]. Ora la gente poteva tranquillamente auto-scattarsi e scaricare le proprie foto su un pc, decretando la progressiva scomparsa di una professione, quella del fotografo, che ora non può più ridere con i suoi amici delle vostre foto perché non ha più un lavoro, non ha più amici, non ha più una moglie, ha solo un piccolo scatolone in cui dormire la notte in un angolo buio sotto un ponte umido.[13]

Chi colpisce

Si tratta in genere di una condizione non ubiquitaria, fortemente influenzata, perlomeno nei modi in cui si manifesta, dai contesti culturali e sociali. Secondo alcuni osservatori, essa è diffusa in pratica in paesi di tipo post-industriale, dove la gente ha poca voglia di pensare, dove la televisione fa la parte del padrone e dove essere belli e valenti conta più di ogni altra cosa (come ad esempio... mhm...in Italia!)[citazione necessaria].
Quest'uomo da giovane è stato affetto dalla sindrome, qui ne vediamo gli effetti in età avanzata.

Il disturbo sembra avere una componente sessuale, per cui la diffusione non è uguale fra i due sessi: le femmine affette sono più numerose degli uomini, con una quota compresa tra il 65% e il 70%. Tutte le fanciulle in questione sono "bimbeminkia"/"pornobimbe"/"vacche da monta" nate negli anni ruggenti, la cui massima ambizione è far credere in fotografia di essere donne mascoline in canottiera aderente capaci anche di maneggiare viti e bulloni. Il restante 30-35% è composto da narcisi con la fissa della bellezza efebica, noti nel gergo delle reti sociali come "discotecari" o "tuttologi". Purtroppo è statisticamente irrilevante la percentuale di Emily Ratajkowski e Belén Rodríguez varie. Alcuni tratti autoscattistici appaiono nel corso dello sviluppo dell'individuo e devono essere un campanello d'allarme per i genitori che dovranno repentinamente preoccuparsi di sorprendere il figlio mentre compie tali atti e provvedere ad una corretta rieducazione dello stesso con metodi necessariamente coercitivi come cinghiate dalla parte della fibbia o lapidazione tramite lancio di cellulari in pubblica piazza[14]. Questi tratti del carattere sono molto diffusi tra gli adolescenti, e se non curati per tempo porteranno ad una personalità patologica in età adulta, con conseguenti danni catastrofici per l'intera società e per l'individuo stesso che potrà nella migliore delle ipotesi divenire un futuro impiegato delle poste o un carabiniere.

Note

  1. ^ Dalle elementari fino alle medie.
  2. ^ Ma anche per puro divertimento, tanto il fine giustifica i mezzi giusto?
  3. ^ Nemmeno Photoshop può nulla contro questa roba.
  4. ^ Dall'autoscatto durante la cagata mattutina a quello durante l'amplesso con un pastore tedesco.
  5. ^ È invece noto che la maggior causa di mortalità nei fotografi professionisti è causata proprio dalla visione di tali foto
  6. ^ Secondo la sua piccola mente bacata.
  7. ^ Punti rispetto guadagnati con tali foto nella classifica autoscattisti.
  8. ^ Solitamente inesistenti.
  9. ^ Da qui la tecnica dei pusher di regalare fotocamere di bassa lega ai bambini fuori dalle scuole.
  10. ^ Ecco il perché del boom delle foto da troietta negli ultimi anni.
  11. ^ E nel raro caso di belle fichette di tirarsi delle gran seghe.
  12. ^ Che sia dannato per l'eternità.
  13. ^ Correndo inoltre il rischio di venir trascinato via da una piena improvvisa.
  14. ^ anche stampare gli autoscatti più orribili ed imbarazzanti e distribuirli ad insegnanti, parenti e compagni si è rivelata essere un ottima tecnica.

Voci correlate