Bruno Tabacci

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Bruno Tabacci è un deputato della Repubblica Italiana di orientamento politico e sessuale centrista. È noto soprattutto per i suoi poteri magici e soprannaturali, in particolare la sua spiccata tendenza al trasformismo e la capacità di far apparire maggioranze parlamentari dal nulla.


Biografia

Bruno Tabacci nacque nel 1946 a Quistello, dove ricopriva la carica di consigliere comunale per la Democrazia Cristiana dal 1945. Trascorse parte dell’infanzia in una casa del centro cittadino, per poi spostarsi in periferia nei pressi di un centro commerciale. Stando alle testimonianze dei suoi compaesani, il piccolo Bruno voleva stare sempre al centro dell’attenzione. Amava leggere (il suo libro preferito era Viaggio al centro della Terra) e praticava sport, prima il calcio, nel ruolo di centravanti e successivamente di difensore centrale, poi il tiro con l’arco, vista la sua inclinazione naturale a fare centro. Parallelamente all’attività politica il giovane Tabacci lavorò anche come centralinista. Dopo aver conseguito la maturità con centro e lode, iniziò a frequentare i corsi universitari presso il Polo centrale di Medicina e Chirurgia di Milano, per poi abbandonare gli studi e concentrarsi completamente sulla politica. Divenuto adulto, lasciò la casa paterna per trasferirsi nella capitale, dove prese in affitto una camera insieme ad altri 630 coinquilini, camera in cui è domiciliato tutt’oggi.

Carriera politica

Le prime esperienze e la Presidenza della Regione

Nei primi anni di attività Tabacci dovette amministrare svariati comuni del Mantovano per conto della DC, compito assai arduo vista la sua giovane età e la totale mancanza dell’essenziale appoggio della mafia, che in quel periodo non era ancora presente in zona. Si trovò quindi in netto svantaggio nella scalata ai vertici del partito rispetto ai suoi colleghi terroni, ma la sua situazione cambiò quando il buon Ciriaco De Mita lo accolse sotto la sua ala protettiva e gli trasmise le sue conoscenze di mago e illusionista, con particolare riguardo per le tecniche di trasformazione politica. De Mita diventò un punto di riferimento, un padre spirituale (e secondo alcune teorie anche naturale) [1] per il giovane Tabacci, che nel frattempo non era più tanto giovane e che grazie a lui divenne presidente della Regione Longobarda nel 1987, che nel calendario armeno corrisponde al 1435 circa. Una volta entrato in carica procedette con l’instaurazione di un regime teocratico totalitario, incentrato sul culto della sua personalità. Tra i suoi primi provvedimenti vi fu quello di vietare la rappresentazione della lettera H nelle insegne dei tabacchi, anche se rinunciò a imporre la C dolce nella pronuncia del termine in questione, ritenendo che il popolo lombardo non fosse ancora pronto. Inoltre dal 1990 si impegnò nella lotta contro l’Eresia Mosconiana, che in quel periodo si stava diffondendo in Lombardia dal vicino Veneto, e contro il nascente movimento leghista. Per contenere quest’ultimo Tabacci ricorse a misure drastiche, come l’abolizione della sagra della polenta di Pontida e la creazione di colline artificiali al fine di eliminare la pianura padana. La Lega rispose accusandolo di ladroneria, visto il suo coinvolgimento nell’inchiesta Mani pulite. Nonostante in seguito fosse stato appurato che Tabacci si lavava le mani con sapone di Marsiglia ogni mattina dopo aver recitato il rosario, la direzione nazionale della DC preferì non riproporlo per l’incarico di governatore, anche a causa dell’opposizione della Chiesa di Roma, a cui il nome Bruno non andava a genio.

L’attività parlamentare

Le primarie del 2012 e la parentesi del socialismo tabacciano

Una volta compiuto il passaggio al centro-sinistra, Tabacci si ritrovò in un ambiente nuovo, in cui avrebbe dovuto ricominciarne da capo la gavetta. Trovò dunque lavoro come badante con contratto mensile di Giuliano Pisapia, sindaco di Milano e noto nipotino di Stalin. L’influenza di Pisapia ebbe un ruolo fondamentale in quella che fu probabilmente la più impressionante trasformazione di Tabacci, che operò una netta e improvvisa svolta a sinistra, tra l’altro senza azionare l’indicatore di direzione, evitando per un soffio lo scontro frontale con Fausto Bertinotti, che proveniva dal verso opposto della carreggiata diretto verso il meeting di Comunione e Liberazione. Le origini del suo avvicinamento al pensiero socialista sono da individuarsi nel viaggio che Tabacci intraprese insieme a Pisapia in Africa centrale (a quel tempo era ancora un centrista convinto), dove un pomeriggio si trovò di fronte ad un gruppo di bambini poveri, sfruttati e malnutriti. Stando alle testimonianze dei presenti, a fine pasto Tabacci risultava molto soddisfatto e grato nei confronti di Pisapia per avergli fatto assaggiare quella prelibatezza. Ben presto attorno alla sua figura si radunarono molti delusi di sinistra che avevano visto con favore la deriva autoritaria del suo esperimento lombardo e ne apprezzavano la presunta somiglianza con Nikita Krusciov. Appoggiato dal neonato movimento “Marxisti per Tabacci”, decise di candidarsi alle primarie del centro-sinistra del 2012, in competizione con Pier Luigi Bersani, poeta di fama internazionale noto per le sue metafore originali, e Matteo Renzi, rottamatore impiegato presso l’autodemolitore Disfacar di Rignano. Alcune fonti non verificate parlano di un altro candidato, ma trattandosi di una donna il fatto non ha rilevanza ai fini della trattazione storiografica. Tabacci si presentò con un vasto programma rivoluzionario, articolato in ben 3 punti:

1. L’espropriazione totale dei beni mobili e immobili di Berlusconi.[2]

2. Il linciaggio dello stesso Berlusconi in pubblica piazza.

3. L’eliminazione del calcio di rigore dal regolamento della FIGC così da togliere al Milan ogni possibilità di vittoria.

Tabacci non riuscì a superare il primo turno nella corsa alla premiership, anche perché era l’unico candidato che correva a piedi, mentre Renzi gareggiava in bicicletta e Bersani in groppa ad un giaguaro smacchiato. La dura sconfitta portò alla crisi del comunismo tabacciano, dilaniato dalle tensioni intestine (a nulla servì l’ingente assunzione di Brioschi) tra favorevoli e contrari al passaggio alla lotta armata. Il partito infatti non riuscì a stabilire una linea comune, a causa soprattutto della mancanza di un comitato centrale (Tabacci aveva voluto troncare ogni rapporto col suo passato centrista), e scomparve dalla scena politica nel giro di pochi minuti.



Curiosità

Note

  1. ^ Risulta tuttavia alquanto improbabile che un’onesta donna quistellese possa essersi fatta ingravidare da un terrone, inoltre è dimostrato che tra le tante virtù di De Mita non figurasse quella di stupratore.
  2. ^ Il punto 1 fu molto criticato in quanto non erano state prese in considerazione le difficoltà riguardanti i beni mobili, i quali, potendosi muovere, avrebbero certamente cercato di sfuggire all’espropriazione.

Voci correlate


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