Ciriaco De Mita

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Ciriaco De Mita al convegno per l'assegnazione di fondi per la riqualificazione degli asili nido della Campania
« In Campania da 40 anni siamo alle prese con un problema politico che si riassume in un nome ed un cognome: Ciriaco De Mita! »
(Vincenzo De Luca a proposito dei problemi in Campania)
« Dicono che De Mita sia un intellettuale della Magna Grecia. Io però non capisco cosa c'entri la Grecia. »
(Indro Montanelli a proposito delle capacità politiche di De Mita)
« Napoli è stata ribattezzata Avellino marittima. »
(Frase riportata testualmente, espressa da un politico ignoto durante un raduno DC su un transatlantico pagato dallo Stato)
« Ma come fa una persona a chiamarsi Ciriaco? Che razza di nome sarebbe? »
(Una persona qualunque su De Mita.)

Ciriaco De Mita (Nusco, 2 febbraio 1928 - Sempre a Nusco però il 26 maggio 2022) era un dinosauro dell'Era Democristiana, che viveva rintanato nella sua super blindata tenuta nel suo inaccessibile feudo medioevale di Nusco, in Terronia. Era considerato uno degli uomini più potenti d'Italia, capace di far sprofondare l'intera nazione al di sotto della superficie del mare al solo cenno del suo nobile artiglio, ma dal 2014 si accontentò di fare l'imperatore galattico della sua città natia fino alla morte.

Biografia prima di Tangentopoli

Dal nulla alla DC

De Mita dà dimostrazione al futuro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano del suo metodo per distrarre la gente e fregargli il portafoglio.

Figlio di un semplice sarto e di una casalinga, il giovane Ciriaco già da infante manifestava le quelle che sarebbero diventate le sue attitudini da politico: quando metteva le mani su qualcosa, come giocattoli e caramelle, se li teneva ben stretti e non li mollava manco morto. Dopo aver studiato da avvocato e aver bypassato la seconda guerra mondiale indenne, De Mita entrerà a lavorare nell'ENI di Enrico Mattei in qualità di avvocato del diavolo.

Nel 1956 De Mita venne eletto consigliere nazionale della DC al congresso di Trento, dove si fece notare perché criticò Fanfani definendolo un nano del cazzo, contestando tra l'altro i criteri organizzativi del partito, troppo orientati su ottiche meritocratiche e non partitocratiche. Eletto deputato per la prima volta nel 1963, inizialmente fu alleato del capo democristiano Aldo Moro, rapito dagli alieni comunisti assieme al generale americano James Lee Dozier, salvo poi allearsi successivamente con Antonio Bassolino per governare[citazione necessaria] la Campania, facendola progredire fino al Miocene (110 milioni di anni fa). Dopo questa parentesi iniziò la sua personale scalata ai vertici DC, tentando un'alleanza con i comunisti di Stalin, arrivando anche a minacciare i suoi colleghi con frasi tipo:

« Chi non è allineato con la base di certo non va avanti nel partito! E magari chi lo sa, rischia di trovarsi qualche testa di cavallo sulla porta di casa! »

La segreteria del partito

Dopo essere riuscito tramite minacce e intimidazioni a smantellare le correnti interne alla DC facendo prevalere la sua, De Mita venne eletto segretario nazionale della DC nel maggio 1982, ruolo che continuerà a ricoprire fino al 1989, riuscendo con le sue manovre nella strabiliante impresa di far diminuire l'elettorato, allora ancora composto in prevalenza da persone interessate alla politica fatta dagli onesti, consegnando i governo del paese ai socialisti di Craxi. In questo periodo verrà classificato come il terzo uomo più potente d'Italia, dopo Bernardo Provenzano e il Papa.

« Oh soleeee mioooooo... »

Per quanto l'esperienza politica di De Mita sia troppo recente e costellata di fatti oscuri mai venuti alla luce per una valutazione storiografica, egli sarà ricordato indubbiamente per la sua rivalità con Bettino Craxi, leader dell'ala socialista della mafia, che negli anni ottanta occupò col suo sederone la poltrona di Presidente del Consiglio e per ben quattro anni. Craxi ha sempre rivendicato una sua spinta riformista, intesa come investimenti fraudolenti ad associazioni mafiose, contrapposta all'immobilismo della DC, ancora troppo orientata alle logiche del "prendere la mazzetta" per far contente le persone. Così nel 1987 De Mita entrò in rotta di collisione con il geoide socialista, decretando la rottura del cosiddetto Patto della staffetta, in base al quale il PSI avrebbe dovuto cedere alla DC il testimone della guida del Governo nell'ultimo anno di legislatura, in parole povere un inciucio. Così nel 1987 si determinò uno scioglimento anticipato delle Camere, che portarono alla ribalta quel finto Cheguevara di Giovanni Goria.

Presidente del Consiglio dei Ministri

Dopo aver fatto cadere Craxi e aver piazzato al governo quel fantoccio di Goria, De Mita decise che dopo anni di onorata carriera alla segreteria della DC, era ora di mettersi alla cabina del manovratore e farsi gli affari suoi a spese egli italiani. Così nel 1988, fece in modo che il bilancio del governo Goria non venisse approvato, decretandone la caduta, in seguito fece delle avances al Presidente della Repubblica Bum Bum Picozza e si fece nominare presidente del Consiglio. Fin da subito Ciriaco si prodigò di mettere in Parlamento tutti i suoi compaesani, tra cui spiccavano individui del calibro di Antonio Maccanico e Nicola Mancino. Ma il nuovo governo di larghe intese non partì bene, anzi fu segnato da un evento funesto, ossia l'omicidio del suo consigliere di fiducia, nonché cervello del partito, Roberto Ruffilli, ad opera delle BR, i quali sostennero che senza di lui tutta la cricca avellinese di De Mita sarebbe andata a puttane. Cosa che effettivamente avvenne meno di un anno dopo, quando il terribile triumvirato C.A.F. con una manovra di palazzo lo obbligò a dimettersi rompendogli le corna.

Biografia dopo Tangentopoli

Ciriaco in alcune delle sue più riuscite trasformazioni politiche.

Dalla DC al PPI

Quando scoppiò la moda del gioco da tavolo Tangentopoli, De Mita rendendosi conto che ormai l'era DC stava per volgere al termine, decise di aderire alla corrente del Partito Popolare Italiano assieme a quel bell'imbusto di Rocco Buttiglione. In un primo momento egli sarebbe pure dovuto finire in galera, ma grazie all'amnistia voluta da Giuliano Amato ne uscì fuori con la fedina penale perfettamente pulita, in seguito decise di sporcarsela di nuovo andando a fare comunella con quelli di Forza Italia.

L'Ulivo, La Margherita, il PD e l'UDEUR

Dopo la rovinosa caduta del primo governo Berlusconi, De Mita abbandonò il suo amichetto di merende e andò a trapiantarsi nel giardino del centro sinistra su cui stavano crescendo L'Ulivo e La Margherita. L'idillio durò per ben 10 anni, al termine dei quali pensò di ritornare da Silvio, ma alle elezioni del 2006 quando era ormai ovvio che il Re di Arcore non avrebbe vinto, De Mita aderì al PD, salvo poi piantare in asso anche questo partito in quanto il suo statuto proibiva più di tre legislature complete e dunque lui non avrebbe potuto farsi eleggere vita natural durante. In compenso trovò un partito di onestissimi che gli avrebbe dato tale opportunità, ossia l'UDEUR, guidato da Clemente Mastella (a cui fece da babysitter all'inizio della sua carriera), per poi convogliarsi all'interno del gruppo di Casini.

L'adesione all'Unione di Centro e l'elezione a sindaco di Nusco

Come capolista dell'Unione di Centro De Mita tentò in tutti i modi di farsi eleggere al Senato campano, incontrando sempre una ferocissima resistenza da parte dei cittadini campani, motivo per cui si unì del tutto all'UDC facendosi eleggere al Parlamento Europeo. Nel 2014 si è fatto eleggere, grazie al contributo di alcuni suoi amici che gli dovevano dei favori, sindaco di Nusco alla veneranda età di 86 anni, il precedente sindaco era, manco a dirlo, suo nipote. La carica poi è stata riconfermata nel 2019. Grande amico di Silvio Berlusconi, del Papa e di Antonio Bassolino, dal cucuzzolo della sua montagna continua costantemente a spronare i suoi prodi fedeli alla guerra santa contro i nemici alieni comunisti (in realtà i suoi veri nemici sono le finanze pubbliche, da lui brutalmente deportate a casa sua). Negli ultimi anni Ciriaco giocava a tressette e briscolone nelle osterie malfamate di Nusco, barando regolarmente e facendosi pagare da bere dagli altri pensionati, che inutilmente tentavano di fargli capire che l'Era Democristiana era finita.

Controversie

L'inchiesta Mani sul terremoto

Quando ci fu il terremoto in Irpinia, ci fu anche un cospicuo afflusso di fondi per la ricostruzione e guarda caso ci fu anche un notevole efflusso di danaro ai conti in banca di De Mita, che in quel periodo era il barone dell'Irpinia. L'allora direttore de l'Unità, Massimino D'Alema pubblicò un articolo dal titolo «De Mita si è arricchito con il terremoto», al ché De Mita pubblicò una bella querela che si concluse con un nulla di fatto. D'Alema infatti, per pararsi il fondoschiena fece credere a tutti che in realtà il titolo avrebbe dovuto avere un bel punto di domanda finale al fine di gettare solamente qualche dubbio e nulla di più. In ogni caso ci pensò un altro giornalista leggermente meno fifone a pubblicare un bel libro su come De Mita si è cuccato i soldi e su come li abbia spesi per prendersi la poltrona di presidente del Consiglio.

L'inchiesta Tangentopoli

De Mita immortalato in spiaggia mentre si incacchia per l'ennesima denuncia per corruzione.

Quando si aprì l'inchiesta Tangentopoli, De Mita fu accusato dei finanziamenti illeciti, naturalmente suddetta accusa fu più che fondata, ma come abbiamo già detto ci pensò Amato a salvargli la pelle con l'amnistia, dandogli la possibilità di proseguire la sua carriera politica indisturbato.

L'inchiesta sulle raccomandazioni e il clientelismo

Da più voci è stato accusato di aver applicato con disinvoltura la pratica delle raccomandazioni e del clientelismo politico, favorendo l'ingresso in aziende pubbliche di amici, parenti e clienti. La figlia di De Mita ebbe modo di dire a proposito dell'assunzione in Rai del deputato Francesco Pionati che:

« Entrò in Rai con una pedata nel sedere atomica di mio padre, dal quale era sempre in coda a chiedere favori. »

Tra gli altri raccomandati in Rai di De Mita ci furono: Clemente Mastella, Gigi Marzullo, Pippo Baudo (che avrebbe dovuto essere licenziato) e Beppe Grillo (anche lui avrebbe dovuto essere silurato a seguito di alcuni suoi commenti su Craxi).

L'inchiesta sul Caso Parmalat e accusa di corruzione

De Mita non si fece mancare neanche un bel coinvolgimento nella brutta faccenda della Parmalat. Lui insieme a Callisto Tanzi, Antonio Burlando e Cattivik fecero girare un alto numero imprecisato di tangenti per fare in modo che altre aziende entrassero nel giro dell'industria lattaria italiana e salvarla inconsciamente dalla bancarotta. Nonostante le accuse dello stesso Tanzi, De Mita si è sempre dichiarato innocente e alla fine scampò anche a questa storia sostenendo che:

« Una volta Tanzi sponsorizzò la squadra di basket di Avellino, un' altra mandò del latte gratis a un sacerdote in Brasile, era un missionario di Livorno, lo conoscevo. Se questi sono reati... »
(No non sono reati, ma quando queste cose si fanno con i soldi dell'azienda facendola finire in bancarotta allora quello sì che è un reato.)

L'inchiesta sull'appartamento a Roma

Come se non bastasse De Mita è stato accusato più volte di aver ristrutturato e comprato degli appartamenti a Roma con i soldi del Sisde. Naturalmente lui negò tutto con la solita scusa che quegli appartamenti glieli hanno ristrutturati e regalati a sua insaputa.

De-cesso

Sorprendendo tutti, Ciriaco muore il 26 maggio del 2022, mentre era ancora sindaco, al secondo mandato, della sua Nusco. In virtù del tragico evento l'amministrazione comunale è stata sciolta per i funerali, in seguito dei quali la salma di Ciriaco annuncerà la sua ricandidatura.

Curiosità

  • De Mita ha condotto su Rai 3 il programma Per un pugno di libri, spacciandosi per Piero Dorfles.
  • Ciriaco è stato ingaggiato, con contratto millenario, da Disneyland come attrazione nel suo parco.
  • Ciriaco era definito "Re Mita" dai compagni di partito perché qualsiasi ente pubblico toccasse diveniva loro.
Preceduto da:
Amedeo Goria

Presidente del consiglio
1988 - 1989
Succeduto da:
Il Pentendo


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