Mariano Rumor

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia libera... finché non ci beccano!
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Il ghigno sagace di Mariano Rumor.
« Mariano, smettila di fare del Rumor. »
(Un professore richiama il suo allievo Rumor e già che c'è lo sfotte un po'.)
« Non ricordo, non posso essere più preciso! »
(Rumor durante il processo per la strage di piazza Fontana.)
« E lei lo sa come lo chiamiamo noi vicentini lo stoccafisso? Lo chiamiamo baccalà. »
(Mariano Rumor risponde alla domanda: "Ma lei lo sa che che la strage di piazza Fontana non ha avuto condannati"?)
« Io credo in Dio, ma mi sa che lui non crede in me. »
(Mariano Rumor a proposito della sua fede.)


Mariano Rumor o Rumór, come si dice in quel del Veneto (Vicenza, 16 giugno 1915Vicenza, 27.249 giorni dopo) è stato il 14º e 17º Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana, ma tutti (cioè nessuno) lo ricordano per essere quello col cognome più strano.

Biografia

Uno dei primi incarichi di Rumor come deputato DC: il segnalatore di cortesia.

Come ogni presidente del Consiglio degli anni '60/'70 che si rispetti, Mariano Rumor non ha avuto un'infanzia particolarmente interessante, ragion per cui i dati a suo carico sono pochi. Si sa che frequentò la scuola elementare del Patronato Micione Xiii e il Liceo ginnasio Antonio Figafetta di Vicenza. Nel 1937 consegue la laurea con Portalettere presso l'Università di Padova con una tesi su Giuseppe Giaqulcosa.

Tra il 1941 e il 1943 presta servizio militare come allievo ufficiale, diventando artigliere nella divisione anti-scarafaggi. Tra il 1943 e il 1945 partecipa alla Resistenza e dirige il famoso giornale "Il Momento", chiamato così per assonanza all'affermazione che facevano i soldati al gabinetto quando qualcuno bussava per vedere se era libero e anche perché veniva usato come carta igienica, naturalmente.

Proveniente da una famiglia anche fin troppo cattolica, Rumor nell'immediato dopoguerra entrò nella DC, operandosi nel feroce radicamento del suo partito in tutto il Veneto. Il suo modo di agire filo clericale, ispirato alle visioni mistico-alcolemiche di Giuseppe Dossetti, gli valse la possibilità di entrare nella Costituente del 1946 ed in seguito di essere eletto deputato e ricoprirne impunemente la poltrona per tutti i vent'anni seguenti.

Al Congresso nazionale della DC del 1949, Rumor presentò un’importante relazione sui problemi del lavoro in Italia: in questa relazione, emerse in modo evidente la sua volontà di fare della DC un protagonista nel processo di cambiamento economico e sociale, affermando la necessità di avviare un grande disegno riformistico, ispirato ad un solidarismo sociale che era patrimonio della cultura politica del cattolicesimo democratico. Come ebbe modo di chiarire in un successivo articolo apparso sul settimanale per Dossettiani snob Cronache sociali, Rumor sosteneva quindi la necessità che lo Stato si affermasse come: promotore e regolatore d’una bene ordinata e organica azione di solidarietà tra le classi e all’interno delle classi. In una parola: magna-magna.

Iniziativa Democratica

Nel '50, Giuseppe Dossetti, dopo l'ennesima crisi mistica, decide di farsi prete una volta per tutte e abbandona il suo compagno di merende Rumor e tutto il suo movimento. A questo punto il futuro presidente del Consiglio decide di riorganizzare il movimento e creare un vero e proprio partito con un nome e un cognome, nasce così Iniziativa Democratica, un gruppo para-clericale composto da degli elementi del calibro di: La Pira, Fanfani, Moro, Taviani e Scalfaro.

Fu proprio Rumor a stendere la bozza del manifesto politico di Iniziativa Democratica; in questo testo, accanto alla dichiarazione di appoggio a De Gasperi e al Patto Atlantico, giudicato filo clericale, venne riaffermato il principio dossettiano di un partito cristianamente riformista, capace di muovere il paese verso un’evoluzione democratica e soprattutto cristiana. Con questi argomenti gli iniziativisti si candidarono non solo a rivendicare una serie di poltrone al Parlamento, ma anche a proporsi come un interlocutore affidabile per le altre componenti del partito, quali: Mafia, P2, Servizi segreti e arraffoni stranieri. La nuova corrente colpì parecchio il presidente De Gasperi che decise di far ricoprire a Rumor un incarico governativo degno delle sue alte capacità: il sottosegretario all'Agricoltura. Fu solo durante il primo governo Fanfani che Rumor fu promosso ad un incarico di un certo peso, divenendo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, peccato però che il governo cadde non appena il democristiano vicentino mise la targhetta con scritto il suo nome sulla scrivania.

Leader dei dorotei

Aldo Moro e Mariano Rumor impegnati durante una seduta all'Europarlamento.

Rendendosi conto che continuando con le politiche democristiane non ci si mangiava abbastanza, Rumor iniziò ad aprirsi alle idee socialiste e ad aprire il suo schieramento alla prospettiva di una collaborazione col il PSI, che fin da subito scateno parecchi malumori tra le fange più catto-radicali. Ne venne fuori una di quelle liti che portarono alla scissione il movimento, che venne ribbattezzzato dei Dorotei, dal luogo in cui si erano riuniti e formati a spese dello stato: il convento di Santa Dorotea a Roma, le cui suore ritengono il voto di castità del tutto infondato. Il nuovo gruppo si raccoglieva attorno ad un trittico composto dalo stesso Rumor, Antonio Segni e Aldo Moro, che ne fu eletto nuovo Segretario.

Divenuto uno dei tre leader della nuova corrente, Rumor tentò di nuovo la scalata al potere, ma senza comunque ottenere il prestigio che avrebbe voluto, infatti il suo amichetto Segni lo nominò di nuovo ministro dell'Agricoltura, conservando la carica nei successivi governi Tambroni e Fanfani. Stufo marcio di finire sempre a gestire il dannato ministero dell'Agricoltura, Rumor decise di sbarazzarsi del problema, così progetto il cosiddetto Piano Verde, che consisteva nell'affossare tutta l'agricoltura italiana con tasse esose, burocrazia senza senso ed edilizia fuori controllo al solo fine di farla definitivamente sparire, in questo modo avrebbero chiuso anche il ministero, obbligando i presidenti del consiglio di turno a metterlo a gestire ministeri più rilevanti.

A quel punto finalmente Rumor fu nominato Ministro dell’Interno nel governo presieduto da Giovanni Leone, ma anche lì durò meno di 6 mesi a causa del un brusco calo di consensi che la DC stava subendo a seguito dalle troppe ruberie che stavano emergendo dai giornali. In compenso però, venne nominato Segretario del suo partito in sostituzione di Aldo Moro, che aveva deciso di godersi i suoi 10 mesi di ferie pagate dallo stato. Come segretario Rumor riuscì a raccimolare qualche consenso in più rispetto a Moro, anche grazie alla sua brillante idea di far iscrivere al partito i morti, fatto che lo fece emergere come candidato naturale alla guida del governo.

Alla guida del Governo

Rumor mostra alla comunità scientifica italiana la sua ultima scoperta in fatto di anelli di congiunzione tra uomo e scimmia: il Nixon.

Grazie alle sue presunte strabilianti doti, nel 1968 venne eletto per la prima volta Presidente del Consiglio dei ministri, riuscendo in soli due anni a cambiare ben tre esecutivi, un record. Il primo governo Rumor fu comunque segnato da tutta una serie di eventi che un risibile democristiano tutto casa e chiesa come lui, difficilmente sarebbe riuscito a gestire: in primis le emergenti contestazioni operaie e studentesche, in secundis la strage di piazza Fontana. Per cercare di tenere la situazione sotto controllo, Rumor cercò di rilanciare l'azione del governo, attuando tutta una serie di riforme come:

  • il varo delle regioni;
  • approvazione dello Statuto dei Lavoratori;
  • creazione di incentivi salariali, pensionistici e previdenziali;
  • tentativo di porre un argine alla violenza politica e ai disordini.

Tuttavia queste manovre non vennero viste di buon occhio dal grosso dei democristiani conservatori e liberali (due concetti che in teoria dovrebbero essere in antitesi) che le ritenevano delle manovre anticattoliche e nemmeno dalla CIA, che le ritenevano troppo filosovietiche. Questo portò allo scoppio di una crisi interna volta all'eliminazione dell'ala di Centro-Sinistra dal Parlamento, da cui ne conseguì la caduta del Governo Rumor e l'insediamento del governo dello sconosciuto frequentatore di escort Emilio Colombo.

Andato a nascondersi in una caverna da qualche parte in Veneto per riprendersi dallo smacco subito, continuando comunque a ricevere lo stipendio parlamentare, Rumor ritornò in auge nel 1972 come Ministro dell'Interno nel esecutivo guidato dall'Imperatore Darth Andreotti, caratterizzato dalla completa esclusione del PSI dal governo a seguito delle purghe ed epurazioni degli anni precedenti. In seguito alcuni dissidenti DC, dopo aver riallacciato i rapporti con i socialisti organizza una rivolta per rovesciare l'impero, permettendo a Rumor di rifare il Presidente del Consiglio di centro-sinistra. Tuttavia anche quest’esperienza si concluse rapidamente nel 1974, a causa della pessima idea del governo di appoggiare l'abrogazione del divorzio al referendum del 1974. Quando infatti il 200% degli italiani votò NO, il divorzio ce lo teniamo, si ebbe una scossa di terremoto talmente potente che Rumor e tutti gli altri membri del suo governo vennero sbattuti fuori da Palazzo Chigi senza avere più la possibilità di entrare.

La scissione dorotea, la fine della carriera, la morte e il lascito

Rumor al Parlamento Europeo, utilizza uno stetoscopio per valutare le condizioni di salute dell'Unione Europea.

Dopo il devastante terremoto del referendum sul divorzio la DC era allo sbando, Fanfani che aveva malamente guidato il partito fino a quel momento, venne cacciato dalla segreteria e Moro non volendo correre il rischio di fare la stessa fine propose Rumor, che in quel momento era ancora all'ospedale col le gambe ingessate in seguito alla brusca caduta del suo governo. Ma diversi membri del suo stesso gruppo decisero di pugnalarlo alle spalle opponendo un bel veto alla nomina e di fatto cacciandolo fuori dal gruppo, con conseguente lenta ed inesorabile esclusione da incarichi rilevanti nel partito e nel governo. Soltanto Aldo Moro, impietosito dal fatto che ormai fosse diventato un emarginato, decise di nominarlo Ministro degli Esteri per un paio di anni, a seguito dei quali sparì definitivamente dalla circolazione. Comunque alcuni dei suoi ex amici di partito, oppurtunamente foraggiati dalla CIA, per essere sicuri che Rumor non tornasse mai più nella politica attiva, misero in giro alcune calunnie che lo volevano coinvolto nello scandalo Lockheed, facendogli perdere la faccia, mentre altri ben peggiori e forse più coinvolti come Zaccagnini, Moro, Scalfaro e compagnia cantando ne uscirono puliti come il culo di un bambino, arrivando anche a chiamarlo a casa per dirgli:

« Lo sappiamo che sei innocente, ma dobbiamo votarti contro per disciplina di partito! Eheh, coglione! »

Dopo quest'ennesima bastonata, Rumor decise di cambiare aria e di prendersi una pausa, così divenne deputato del Parlamento europeo dove tirò su parecchi soldini senza fare una sega. Nel 1984 ritornò in patria, il clima era pesantemente cambiato rispetto a prima, questo permise a Rumor di ottenere una poltrona come Senatore; memore dell'esperienza europea decise di mantenere un basso profilo, onde non tirasi dietro le attenzioni di nessuno e prendersi stipendio, pensione e vitalizio tranquillo. Morì in carica nel 1990 a 75 anni suonati lasciando alla nazione nient'altro che un bel niente, a parte una biografia che nessuno ha mai letto e mai leggerà.

Curiosità

  • Mariano Rumor è da considerarsi uno degli ultimi esemplari di "politico italiano", tutti gli altri infatti si sono evoluti in "politicanti".
  • Era soprannominato "il Cinghialone Veneto".
  • È stato per diversi anni il detentore del trofeo Presidente del Consiglio col nome peggiore vinto a spese di Fernando Tambroni; in seguito però dovette cedere il titolo ad Arnaldo Forlani, che a sua volta lo cedette a Bettino Craxi, che a sua volta lo dovette cedere a Ciriaco De Mita; che ne è tuttora il detentore.


Preceduto da:
Il Leone

Presidente del consiglio
1968 - 1970
Succeduto da:
Il Colombo
Preceduto da:
Andreotti 1

Presidente del consiglio
1973 - 1974
Succeduto da:
Moro 2