Renata Polverini

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Renatona Polverini
Renatona Polverini
Renatona Polverini
Renata Polverini, il presidente di tutti. Chiaro?!
Duce supremo della Repubblica Sociale del Lazio
Mandato
A partire da... ADESSO!
Preceduto da Piero Marrazzo
Succeduto da In carica
Partito politico Indipendente (ma vicina a Forza Nuova Italia)
Tendenza politica Fasciocomunismo
Nascita In una mangiatoria
Morte C'è tempo
Coniuge Sé stessa
Religione Quella che l'aiuta a vincere le elezioni


« Lavoratori? Tjé! »
(Renata Polverini quando era ancora sindacalista)

Renata Polverini è una politica e sindacalista italiana. È stata per lungo tempo segretario generale dell'UGL, prima donna a ricoprire la carica di segretario generale di un sindacato a livello nazionale, lasciando da parte Guglielmo Epifani che, nonostante le frequenti crisi premestruali, pare non sia affatto una donna.

Il 29 marzo 2010 vince le elezioni regionali del Lazio, subentrando a Piero Marrazzo. In linea di continuità col predecessore, passa la notte della vittoria a festeggiare con trans e coca.

La gioventù[1]

Renata Polverini nasce a Trastevere nel 1962. Fa le elementari con Francesco Totti; sono i quattordici anni più lunghi della sua vita, ma alla fine riesce ad ottenere la licenza. All'età di quindici anni comincia a lavorare e si iscrive di conseguenza al sindacato. In realtà, fonti vicine alla Polverini riportano che la sua idea fosse semplicemente quella di iscriversi in palestra, perché le sue borse sotto gli occhi volevano fare un po' di sollevamento pesi. Attualmente è ancora convinta di essere socia del Magliana Gym di Roma, e questo spiegherebbe perché le sue prime parole una volta entrata nel suo ufficio al palazzo della Regione Lazio siano state: "Aò, fica la nuova zona pilates".

La carriera nel sindacato

La Polverini comincia la sua carriera nel sindacato in maniera non dissimile da quella di molti altri suoi colleghi: per evitare di dover fare un lavoro utile alla società. Sfortunatamente per lei, la madre le impedì di tesserarsi a uno dei tanti sindacati di sinistra presenti sulla piazza. La Polverini fu dunque costretta a depositare falce e martello nel cassetto e ad iscriversi alla CISL. Sua madre, scoperta la cosa e temendo che la figlia potesse diventare una pericolosa democristiana, le fece letteralmente a pezzi il tesserino, cosa per altro resa quasi impossibile dal fatto che le tessere della CISL fossero plastificate.

Gli eventi andarono più o meno in questo modo[2]:

« Quante noccioline ho nella mano? Eh? Nessuno indovina? »
(Il successo di Renata Polverini sindacalista era dovuto anche alla sua innata abilità di intrattenere il pubblico.)
Signora Polverini : Non lo sai, figlia mia, che ogni volta che ti iscrivi a un sindacato il nonno si rivolta nella tomba?
Renata Polverini : A ma', e che te devo di', me farò un sindacato tutto mio, con black jack e squillo di lusso. Anzi, anche senza black jack e sindacato.

E fu così che nacque l'UGL[3], il sindacato che mischiava alla dottrina sociale socialista anche quel pizzico di fascismo che non guasta mai, specialmente durante le manifestazioni.

In breve tempo, grazie all'abilità (specialmente amatoria) della Polverini, al sindacato aderiscono molti lavoratori, sia dalle fabbriche che dal settore terziario, senza dimenticare l'intera curva nord della Lazio. In meno di un anno il numero degli iscritti cresce esponenzialmente, passando da 1 (la sola Polverini) a ben 11. Questo dato può non sembrare strabiliante, ma bisogna ricordare che la Polverini sa contare solo fino a dieci, e che per farle capire che cos'era un'esponente si è dovuti ricorrere all'aiuto di Margherita Hack e Stephen Hawking.

Quello che era nato come un piccolo sindacato nostalgico, stava cominciando ad acquisire sempre più potere. Il culmine della carriera sindacale della Polverini fu nel 2002, quando Sergio Cofferati la invitò al party privato di CGIL, CISL e UIL. D'altronde c'era bisogno di qualcuno che servisse i superalcolici e che pulisse il vomito di Bonanni.

Per la sua attività sindacale ha ricevuto più volte la stima di Walter Veltroni, che la voleva come candidata del Pd, ma solo perché Berlusconi gli aveva appena fregato Ciarrapico e la Mussolini.

Elezioni regionali del 2010

La candidatura a sorpresa

Nessuno si aspettava che il Pdl candidasse la Polverini. A volerla per la regione Lazio è stato Gianfranco Fini, che intendeva inserire un candidato in quota An in almeno tre regioni. Alcuni analisti hanno paragonato questa scelta a quella di Caligola che volle fare senatore il suo fedele cavallo. Ma adesso basta fare battute sull'aspetto fisico della Polverini.

"Ao' France', hai visto quanto so' alta ora che sto in braccio a tutta 'sta ggente? Tanto così!"[4]

La sua candidatura scontenta molti, sia a destra sia a sinistra. Il sempre pacato Vittorio Feltri la definisce: "Una sinistronza finiana che vuole fare tanto male a Silvio", mentre per la Repubblica si tratta dell'ennesima candidatura fantoccio messa a Roma solo per compiacere il Vaticano. Perfino Marco Travaglio la detesta, ma solo perché alla Polverini il tailleur con la gonna al ginocchio cade bene, mentre a lui ingrossa il culo.

L'esclusione della lista del Pdl

A poche settimane dal voto, per Renata Polverini arriva una sgradita sorpresa. Alfredo Milioni, delegato del Pdl per la presentazione delle liste elettorali, non riesce a consegnare le candidature del suo partito entro il tempo limite, scatenando l'ilarità generale. In particolare, non ha aiutato il pover'uomo il fatto che la sua corsa contro il tempo verso il tribunale fosse accompagnata dalla musichetta di Benny Hill. In seguito Milioni ha tentato di giustificare il ritardo nelle maniere più disparate. La sua prima dichiarazione è stata: "Embè? Me stavo a fa' un panino. Che devo esse' l'unico statale del Lazio che nun magna alle spalle dei contribuenti?". In seguito, accortosi che perfino Umberto Bossi aveva capito che si trattava di una stronzata, Milioni ha dato la colpa, nell'ordine, agli alieni comunisti, al traffico, a una vecchina che aveva aiutato ad attraversare le strisce pedonali, all'allineamento di Giove e Mercurio in parallasse con Urano, alla precessione degli equinozi, al surriscaldamento globale, a un fastidioso prurito intimo e infine ai radicali.

Secondo l'ultima ricostruzione di Milioni, i membri del partito radicale gli avrebbero impedito di consegnare la lista facendogli ostruzionismo e picchettando l'ingresso al tribunale, in particolare distraendolo con oggetti luccicanti. La ricostruzione di Milioni, però, risentiva di alcune lacune, per colmare le quali, l'uomo decise di indire una conferenza stampa. Fissata per il 21 maggio, i giornalisti sono ancora lì ad aspettare che Milioni finisca la sua seconda porzione di cannelloni ripieni alla trattoria Da Amelia.

L'esclusione della lista del Pdl alle elezioni è un duro colpo per la Polverini, che comunque la prende con il consueto spirito sportivo:

« Ah, ma voi stavate a parla' della lista per l'elezioni? Embé io me pensavo che ci avessero lasciato fuori dalla lista pe' stasera al Muccassassina. Quello sì che sarebbe stato un colpo ar core. »

Subito il nuovo stato della competizione sconvolse le carte in tavola di tutti i partiti coinvolti. Anche il Pd era in subbuglio, ecco in una convincente drammatizzazione[citazione necessaria], quello che è successo all'interno del partito:

L'elezione a Presidente della regione Lazio[5]

Il merchandising ufficiale della Polverini è scatenato!

Dopo una lunga battaglia a colpi di bucatini all'amatriciana, Renata Polverini riesce a sconfiggere la sua avversaria Emma Bonino e a diventare presidente. Il distacco che le separa è irrisorio, di solo qualche migliaio di schede elettorali. Se solo gli elettori dell'Italia dei Valori sapessero tracciare correttamente una X...

Il lato positivo per la sinistra è stato che almeno Emma ha vinto Amici. "Sì, non è la stessa Emma, ma è comunque un risultato da non sottovalutare," ha commentato Pier Luigi Bersani.

Dopo la vittoria, la Polverini è stata vista festeggiare tutta la notte in una discoteca del centro. La cosa inquietante è che nel privé insieme a lei c'erano il Cardinal Bagnasco e una dozzina di chierichetti.

Le dimissioni

Renata, ma che cazzo hai fatto?

Durante il settembre 2012 scoppia una faida interna al PDL laziale. La scintilla è stata un peto partito per sbaglio di Franco Fiorito che ha preso in pieno Francesco Battistoni. Nel caos generale di J'accuse! crolla tutto, portando alla luce il neanche tanto sotterraneo Magna-magna generale della giunta Polverini.
Donna Renata, lì per lì, resta sotto shock. Come poteva lei sapere? Era solo il presidente.
Sentendosi del tutto innocente all'inizio rifiuta di dimettersi, ma quando scopre che Franco Fiorito non era il cuoco ufficiale bensì il capogruppo del PDL, è stata costretta a lasciare, schifata e rabbrividita dai suoi capelli unti e trisunti. Per non parlare del suo entourage suino, che credeva essere l'ingrediente del polpettone serale e invece erano gli assessori.
Ora che è di nuovo una libera[6] privata cittadina può riprendere la sua vita, la sua carriera e consolarsi coi suoi numerosi primati:

  • Primo presidente laziale donna.
  • Primo presidente laziale donna a sembrare uomo.
  • Primo presidente laziale ad essere romanista.
  • Primo politico del PDL a dimettersi[7].
La reazione dei cittadini.
Preceduto da:
Piero M'attizzo

2005-2009

Presidente della Reggione Lazzio
2010 - in carica
Succeduto da:
Cthulhu

Fine del mandato della Polverini - Apocalisse

Note

  1. ^ Da intendersi: Gioventù Italiana del Littorio
  2. ^ Ma è sempre possibile che stiate solamente leggendo un insieme di lettere battute del tutto casualmente su una tastiera ad opera di una scimmia.
  3. ^ Probabilmente
  4. ^ Ma che avevate capito, era un gesto innocente. I soliti malfidenti...
  5. ^ Oops, il titolo contiene spoiler. Vabbè, pazienza.
  6. ^ Va be', prima sentiamo che ne pensano i magistrati.
  7. ^ Salvo fare prima qualche nomina dell'ultimo minuto, per ricambiare i favori in sospeso, così da non venire espulsa dal suo partito per condotta anti-pdellina.

Voci correlate

Collegamenti esterni


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Prossimo leader del PdL
Questa è una voce di squallidità, una di quelle un po' meno pallose della media.
È stata miracolata come tale il giorno 11 aprile 2010 col 46.2% di voti (su 26).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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