Antonio Segni

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Il Presidente della Repubblica Antonio Segni nel 1972 a.c..
« Nel corso di quest'anno, in cui non sono mancati drammatici eventi che hanno tenuto in trepidazione e in angustia i popoli e gli individui pensosi del destino dell'umana civiltà, l'Italia in conformità di una vocazione da essa profondamente sentita e sancita dalla stessa Costituzione, ha continuato a dare il suo contributo alla causa della pace e della collaborazione internazionale. »
(Testo tratto dal discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Antonio Segni.)
« In quest'anno che come al solito si è concluso con la morte di centinaia di coglioni comunisti con conseguente ansia da parte dei comunisti nostrani, l'Italia, cioè io, si è permessa di mettere in piedi una piano ai limiti della Costituzione per stroncare sul nascere ogni tentativo di riformare il paese da parte dei gruppi di centro-sinistra, contribuendo così a mantenere la pace e la collaborazione con Washington e il Vaticano in vista della guerra contro la Russia. »
(Significato del testo sopra riportato.)

Antonio Segni (Menfi, 2 febbraio 1891 A.C.Roma, 1º dicembre 1972 D.C.) è stato una cariatide, nonché l'artefice dell'arretratezza culturale e sociale dell'Italia rispetto a tutti gli altri paesi europei, comprese le ex repubbliche sovietiche dell'est, la quale ancora oggi oltre a non possedere leggi decenti sui diritti civili, si ritrova con una politica immobilista che lecca i piedi al Vaticano e USA. Per riuscire in questa prodigiosa impresa, Segni ha orchestrato e minacciato le istituzioni democratiche con un bel golpe militare, che non venne mai attuato del tutto a causa della sua prematura dipartita dalla poltrona presidenziale.

Formazione ed esordi in politica

Antonio Segni nacque in una nobile famiglia di latifondisti sardi, dunque ben fornita di danari, con i quali gli aprirono le porte dei più prestigiosi collegi e università della Sardegna, comprandogli la laurea e sistemandolo a vita. Essendo il figlio di latifondisti con tendenze schiaviste, Segni maturerà fin da giovane una predisposizione psicologica per il conservatorismo becero e senza cervello tipico dei ricchi proprietari terrieri passati e presenti; motivo per cui la sua prima esperienza politica la si ha con Partito Popolare Italiano, un partito che di "popolare" aveva solo il nome.

Fu consigliere nazionale del PPI fin dalla fondazione, ma dopo l'avvento del fascismo, smise temporaneamente di fare politica e si diede alla macchia facendo perdere le sue traccie fino al 1946, quando entrò di prepotenza all'interno delle aule del Parlamento ricoprendo varie poltrone ministeriali senza averne alcun merito.

Le presidenze del consiglio

Prima presidenza

Antonio Segni dimostra di aver capito benissimo quali sono i problemi degli italiani e come risolverli.

Essendo l'allora governo Scelba troppo orientato al centro-destra fascista, Amintore Fanfani decise di fargli le scarpe con una manovra di palazzo per poter andare al governo con la sinistra socialista, ma la cricca più conservatrice della DC, di cui Segni era uno dei massimi esponenti, decise di prenderlo in contropiede e fare a sua volta le scarpe a Fanfani con un'ulteriore manovra di palazzo. Fu così che il 6 luglio 1955 nacque il primo governo Segni, un esecutivo tripartito tra DC, PLI e PSDI, ulteriormente sostenuto da MSI, Monarchici, Papaboy, CIA e servizi segreti deviati, di cui facevano parte individui del calibro di Andreotti e Tambroni. Il nuovo governo si prodigò di attuare tutta una serie di manovre per escludere il centro sinistra dalla vita politica nazionale, oltre a questo Segni e i suoi si prodigarono di non fare assolutamente nulla di nulla, lasciando gli italiani in balia di se stessi. Questo governo non arrivò comunque alla fine della legislatura, in quanto al Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi stavano sul cazzo i conservatori, così fece cadere il governo di Segni, per formarne uno capitanato da Adone Zoli, che non fece una cippa pure lui, a parte fare ridere la gente con il ridicolo nome che si ritrovava.

Seconda presidenza

Il secondo mandato di Segni si ebbe all'indomani della caduta del regolarmente eletto governo Fanfani II; i motivi della caduta sono da ricercarsi nelle consuete manovre di palazzo che i vari membri della DC erano soliti fare per passare il tempo tra il ritiro di una busta paga e l'altra. Tra l'altro bisognava punire Fanfani per aver intrecciato amicizie con la sinistra e dare all'Italia una dimostrazione pratica di cosa succedeva quando non si rispettavano i Diktat vaticani a proposito della governance della nazione. Questo nuovo governo "monocolore" (nero fascista) si distinse per un accanimento anti socialista ancora più marcato del precedente, questo in virtù dello scoppio delle prime proteste dei lavoratori che chiedevano al governo e ai padrùn di poter ottenere sicurezza sul lavoro e uno stipendio. Segni si rivelò sordo, cieco, muto e stronzo alle richieste dei lavoratori, motivo per cui Aldo Moro decise di farlo cadere con un'ennesima manovra di palazzo per poter finalmente andare al governo con i socialisti e riformare il paese. Purtroppo per lui, Segni ebbe modo di combinarne un'altra delle sue, facendo salire al governo quel fascista di Tambroni, di cui Segni fu ministro degli Esteri. Il nuovo governo era sostenuto quasi totalmente dall'MSI, il ché scatenò conseguentemente pesanti scontri di piazza tra destra e sinistra, in cui ci scapparono pure diversi morti.

La presidenza della Repubblica

Elezione

Allo scadere del mandato di Giovanni Gonchi, Aldo Moro si trovò in una situazione imbarazzante: da una parte c'era l'Imperatore italiano ad interim Enrico Mattei che voleva che Gronchi si facesse un'altro giro come presidente della Repubblica delle banane per continuare a farsi i fatti suoi, dall'altra c'erano i soliti fascisti conservatori democristiani e il Vaticano, che non volevano che l'esecutivo di centro sinistra di Moro assecondasse le richieste di modernità del popolo italiano. Fu così che Antonio Segni venne tirato fuori dal sarcofago e proposto come presidente della Repubblica; ci vollero nove scrutini per eleggerlo e naturalmente fu sostenuto dai soliti monarchici e missini.

Segni e il centro-sinistra

Ottenuta la poltrona presidenziale Segni si prodigò nel fare in modo che qualsiasi governo con simpatie socialiste non venisse mai alla luce, basti pensare che nonostante alle elezioni del 1963 avesse vinto Aldo Moro con una coalizione di centro sinistra, Segni impedì la formazione del governo creandone uno "balneare" guidato dallo sconosciuto Giovanni Leone, col solo scopo di mantenere l'Italia al palo rispetto a tutte le altre nazioni europee. Quando poi finalmente Moro poté creare il suo governo di centro sinistra, Segni continuò a fare di tutto per mettergli i bastoni tra le ruote ed impedirgli di ammodernare la nazione, come ad esempio rubargli i tergicristalli della macchina durante la notte e altre cattiverie simili.

Segni e il Piano Solo

« Bella quella divisa! Se il golpe va come previsto anche io potrò andare in giro vestito così. »

L'ostracismo di Segni nei confronti delle riforme in senso socialista diventò una vera e propria psicosi, che lo spinse a mettersi in combutta con uno dei più grossi fetenti che il dopoguerra italiano abbia mai visto: il generale del corpo dei carabinieri Giovanni de Lorenzo; costui oltre ad essere un carabiniere, cosa di per se oltremodo irritante, era anche un ex partigiano monarchico, che voleva rovesciare la Repubblica per restaurare la monarchia sabauda. La coppia Segni-De Lorenzo architettò un piano diabolico per impedire ulteriormente non solo la possibilità di fare riforme del governo Moro, ma anche di rovesciare qualsiasi altro governo di centro-sinistra in caso di vittoria alle elezioni democratiche. In sostanza l'idea era quella di mettere tutta una serie di uomini in nero alle calcagna dei vari esponenti socialisti, comunisti e sindacali, con l'ordine di mettergli le mani addosso in caso di vittoria alle elezioni e trascinarli al confino in Sardegna, il tutto approvato e coadiuvato dalla CIA, col benestare del presidente Kennedy e del Vaticano. Questo piano venne ribattezzato "Solo", perché se fosse stato attuato solo Segni e de Lorenzo avrebbero potuto comandare l'Italia (con la supervisione degli USA), mentre gli altri sarebbero morti di stenti al confino.

Per rendere il tutto ancora più impressionante durante la sfilata militare per l'anniversario della Repubblica, De Lorenzo mostrò a Segni la sua nuova e modernissima brigata meccanizzata dei carabinieri, creata e pagata con i soldi destinati all'ammodernamento del mezzogiorno. Il Presidente della Repubblica si mise piangere commosso alla vista di così tanta potenza di fuoco nonché alla possibilità di diventare il futuro Re della nazione.

In ogni caso il piano non venne mai attuato per due motivi:

  • prima di tutto perché il governo di centro-sinistra di Moro non riusciva a stare in piedi indipendentemente dalle minacce di Segni;
  • secondariamente perché i vari esponenti del centro sinistra capirono subito il piano di Segni e si diedero alla macchia, anche perché erano più di due settimane che il Presidente si presentava in pubblico agitando una sciabola e scortato da 10 divisioni di carri armati.

La malattia e le dimissioni

Com'era ovvio aspettarsi il piano Solo venne scoperto quasi subito dai vari esponenti politici italiani, uno di questi, l'alcolizzato Giuseppe Saragat, il 7 agosto 1964 ebbe anche il coraggio di andare a minacciare Segni nel suo ufficio insieme ad Aldo Moro. Ufficialmente le tre parti hanno sempre taciuto i contenuti dell'avvenuta discussione, ma molti inservienti del Quirinale testimoniano di aver sentito per più di sei ore filate pronunziare delle sonore bestemmie al termine delle quali Saragat minaccio di denunziare Segni per alto tradimento all'Alta Corte di giustizia, un ente che non lavorando quasi mai quando gli capita qualcuno tra le mani, anche solo per aver cacciato in terra la carta di una caramella, è solito spellarlo vivo lentamente. Il giorno dopo un comunicato della famiglia Segni fece sapere alla nazione che l'amato Presidente della Repubblica era stato colpito da una trombosi cerebrale, rassegnando le dimissioni e obbligando il Parlamento ad eleggere un nuovo Presidente; davvero una strana coincidenza, soprattutto se si pensa che ci ha messo ben 8 anni a morire del tutto, che non sia stato colpito da una trombosi, ma da un attacco di cacarella?

Gli ultimi anni

Nel tentativo di sfuggire alla morte Segni si è clonato; suddetto clone altri non è che Piero Angela.

Nonostante tutto, dopo le dimissioni i suoi amici, per ringraziarlo dei servigi, fecero in modo che diventasse senatore a vita, in questo modo poté continuare a ricevere un cospicuo stipendio rimanendo tranquillamente a casa a non fare un cazzo, visto che era considerato malato dall'opinione pubblica e dalla maggior parte dei politici. Naturalmente egli non venne mai perseguito per l'aver messo in piedi un tentativo di golpe, neanche quando esso venne reso pubblico nel '67; neppure De Lorenzo venne mai condannato per aver orchestrato il golpe, anzi, pure lui venne nominato deputato, insieme a tutta l'altra cricca dei suoi collaboratori.

Antonio Segni si spense definitivamente il 1º dicembre 1972, nonostante questo la sua visione anti-riformista continuò a sopravvivergli, infatti dopo di lui un altro sassarese di nome Francesco Cossiga, mosso dalle medesime idee conservatrici anti-riformiste, si prodigò di riprendere e perfezionare l'intero apparato del piano Solo, organizzando un esercito segreto che si prodigò per tutto il ventennio seguente a compiere attività quali: rapine in banca, trattative con gruppi malavitosi italiani ed esteri, omicidio di esponenti politici e sindacali scomodi, esasperazione di manifestazioni pacifiche tramite sparatorie e posizionamento di ordigni esplosivi nelle stazioni dei treni.

Curiosità

  • George Lucas ha copiato Antonio Segni per creare l'imperatore Darth Sidious.
  • Qualcuno sostiene che se Segni fosse durato per tutto il settennato a quest'ora l'Italia sarebbe ridotta peggio che l'Iran degli Ayatollah, l'Arabia degli sceicchi e gli Stati Uniti degli esportatori di democrazia.
  • Anche suo figlio Mariotto da grande si è messo a fare il politico.
Preceduto da:
Il suo degno compare

Presidente del consiglio
1955 - 1957
Succeduto da:
Zola
Preceduto da:
Sempre tra i piedi

Presidente del consiglio
1959 - 1960
Succeduto da:
Tromboni
Preceduto da:
Il pesce grongo
11 maggio 1955 - 11 maggio 1962
Antonio Segni
Dittatore della Repubblica Italiana
11 maggio 1962 - 6 dicembre 1964
Succeduto da:
Lo Stregatto
29 dicembre 1964 - 29 dicembre 1971


1 Enrico De Nicola
Motto: Sarà il caso di comprarmi un cappotto nuovo?
§
1 luglio 1946 - 12 maggio 1948
2 Luigi Einaudi
Motto: Il mio nome è leggenda!
§
12 maggio 1948 - 11 maggio 1955
3 Giovanni Gronchi
Motto: Il super cattolico eccolo qua, Gronchi è il suo nome nun lo scordà!
§
11 maggio 1955 - 11 maggio 1962
4 Antonio Segni
Motto: Riforme sociali? Giammai!
§
11 maggio 1962 - 6 dicembre 1964
5 Giuseppe Saragat
Motto: Uffa! Tutti mi prendono in giro per il mio cognome!
§
29 dicembre 1964 - 29 dicembre 1971
6 Giovanni Leone
Motto: Mi dimetto e me la squaglio!
§
29 dicembre 1971 - 15 giugno 1978
7 Sandro Pertini
Motto: Qualcuno ha da accendere?
§
9 luglio 1978 - 29 giugno 1985
8 Francesco Cossiga
Motto: Certe cose bisogna farle a picconate!
§
3 luglio 1985 - 28 aprile 1992
9 Oscar Luigi Scalfaro
Motto: Io non ci sto!
§
28 maggio 1992 - 15 maggio 1999
10 Carlo Azeglio Ciampi
Motto: Agli ordini Franca!
§
18 maggio 1999 - 15 maggio 2006
11 Giorgio Napolitano
Motto: Ce lo chiede l'Europa!
§
15 maggio 2006 - 22 aprile 2013
12 Giorgio Napolitano bis
Motto: Esulto con viva e vibrante soddisfazione!
§
22 aprile 2013 - 14 gennaio 2015
12 Sergio Mattarella
Motto: Niente saccio!
§
3 febbraio 2015 - attuale