Mario Scelba: differenze tra le versioni

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{{Cit|La Mafia è un'invenzione dei comunisti.|Tipica teoria Scelbiana.}}


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{{Cit|Celere unica religio est.|Motto del Ministero degli Interni.}}


'''Mario Benito Amilcare Andrea Scelba''' (Caserma I Reparto celere Roma, [[28 ottobre]] [[1922]] - ancora in vita sotto false identità) è stato un politico italiano aderente alla [[Democrazia Cristiana]], [[ministro degli interni]] della Repubblica dal 1948 al 1962 e poi dal 1969 al 1976 quando è stato sostituito dal compianto macella... ehm picconatore [[Francesco Cossiga]].
In seguito è stato vice gran maestro della [[P2]], comandante ufficiale della celere, capo delle operazioni al [[G8 di Genova]] e quarto [[Re Magi|Re Magio]].


== Biografia ==
Mario Benito Amilcare Andrea Scelba (Caserma I Reparto celere Roma, 22 ottobre 1922) è stato un politico italiano aderente alla [[Democrazia Cristiana]] ministro degli interni della Repubblica dal 1948 al 1962 e poi dal 1969 al 1977 quando è stato sostituito dal compianto macella... ehm picconatore Francesco Cossiga.
In seguito è stato vice gran maestro della P2, comandante ufficiale della celere,capo delle operazioni al G8 di Genova e quarto Re Magio.


=== Giovinezza, giovinezza ===


Figlio di un ufficiale delle [[SS]] e di [[Don Sturzo]], Mario Scelba venne alla luce in un plumbeo mattino del felice anno [[1922]] proprio mentre le milizie fasciste si apprestavano ad entrare in Roma e a porre termine all'esperienza liberale dello stato italiano.
== '''Giovinezza, giovinezza''' ==


Allevato come rampollo predestinato nella caserma dei Reparti antisommossa della Guardia Regia, il piccolo Mario crebbe nel corso degli anni '20 e '30, formandosi in un clima culturale libero ed effervescente ed apprendendo i tipici valori democratici ai quali si uniformavano le Forze di Polizia del regime, sintetizzabili con la formula ''"Se si oppone picchialo, se insiste ammazzalo"''.
Figlio di un ufficiale delle [[SS]] e di Don Sturzo, Mario Scelba venne alla luce in un plumbeo mattino del felice anno 1922 proprio mentre le milizie fasciste si apprestavano ad entrare in Roma e a porre termine all'esperienza liberale dello stato italiano.
Allevato come rampollo predestinato nella caserma dei Reparti antisommossa della Guardia Regia, il piccolo Mario crebbe nel corso degli anni 20' e 30'f ormandosi in un clima culturale libero ed affervescente ed apprendendo i tipici valori democratici ai quali si uniformavano le Forze di Polizia del regime sintetizzabili con la formula "Se si oppone picchialo, se insiste ammazzalo".


Nel 1940, completata con brillanti voti l'accademia della Polizia Dell'Africa Italiana, Mario ricevette la qualifica di vice-questore e in omaggio coi punti della Conad, la tessera del [[Partito Fascista]].
Nel [[1940]], completata con brillanti voti l'accademia della Polizia Dell'Africa Italiana, Mario ricevette la qualifica di vice-questore e, in omaggio coi punti della [[Conad]], la tessera del [[Fascismo|Partito Fascista]].
Purtroppo poche settimane dopo tale risultato, scoppiò la guerra e il povero Mario fu costretto a rinunciare ad attività allegre e ricreative come i pestaggi degli attivisti antifascisti e le torture degli oppositori e recarsi in prima persona al fronte a rischiare la pelle.Beh proprio in prima persona magari no, ma in fondo ci sono uomini che lo stato non può permettersi di perdere e comunque tre anni al Centro Realizzazioni Armi Nucleari Italiane di Roma (che Mussolini aveva fondato riunendo i tecnici della Lego presenti nel paese) furono comunque un duro banco di prova per il giovane Mario.
Purtroppo poche settimane dopo tale risultato scoppiò la guerra e il povero Mario fu costretto a rinunciare ad attività allegre e ricreative come i pestaggi degli attivisti antifascisti e le torture degli oppositori e recarsi in prima persona al fronte a rischiare la pelle. Beh, proprio in prima persona magari no, ma in fondo ci sono uomini che lo stato non può permettersi di perdere, e comunque tre anni al Centro Realizzazioni Armi Nucleari Italiane di Roma (che Mussolini aveva fondato riunendo i tecnici della [[Lego]] presenti nel paese) furono parimenti un duro banco di prova per il giovane Mario.


=== La nascita della DC ===


Il giovane Mario si rivelò molto abile a capire che il vento stava cambiando e, fra il 1942 e il 1943, egli iniziò ad avvicinarsi alle correnti della nascente [[Democrazia Cristiana]] che si stava riformando a Roma sotto la sacra egida del [[Papa]]. In breve, grazie alla sua capacità di zittire a manganellate qualunque oppositore, divenne un saldo alleato di [[De Gasperi]]. Altrettanto rapidamente strinse un legame di amicizia durevole con un giovane [[sottosegretario]] di cui condivideva la lucida visione democratica e riformista, [[Giulio Andreotti]].
== '''La nascita della Dc''' ==


Col [[25 aprile]] [[1945]] si concluse la guerra e Scelba poté finalmente rientrare in gioco come Ministro delle Varie ed Eventuali nei primi governi repubblicani, un incarico ancora secondario rispetto alle sue capacità, dovuto al fatto che la [[Guerra Fredda]] non era ancora incominciata e la [[Democrazia Cristiana]] doveva far finta di essere davvero interessata a riformare il paese, risolvere le questioni sociali, combattere le disuguaglianze e stupidaggini simili.<br />
Per natura e per gli allenamenti intensivi ricevuti da ragazzo dalla Digos, il giovane Mario si rivelò molto abile a capire che il vento stava cambiando e, fra il 1942 e il 1943, egli iniziò ad avvicinarsi alle correnti della nascente [[Democrazia Cristiana]] che si stava riformando a Roma sotto la sacra egida del Papa. In breve, grazie alla sua capacità di zittire a manganellate qualunque oppositore, divenne un saldo alleato di [[De Gasperi]] e altrettanto rapidamente strinse un legame di amicizia durevole con un giovane sottosegretario di cui condivideva la lucida visione democratica e riformista, [[Giulio Andreotti]].
Finalmente nel 1947 i comunisti furono espulsi dal governo e il paese si avviò sulla strada della contrapposizione frontale, simboleggiata al meglio dalle elezioni del [[18 aprile]] [[1948]].
Con l'8 settembre 1943, l'Italia venne invasa dalle truppe tedesche e [[Mussolini]] formò al Nord la Repubblica Sociale Italiana dando cosi il via alla guerra di liberazione che si sarebbe protratta per due anni. In questo periodo Mario si mantenne appartato da questi eventi disordinati e forieri di possibilità rivoluzionarie limitandosi a vivere tranquillo nel Sud Italia liberato, prima a Palermo e poi a Napoli, luoghi nei quali potè fare amicizia con numerose persone di '''onore''' e '''rispetto''' e venne istruito sulle curiose usanze caratteristiche locali denominate Mafia e Camorra.
Nel corso della [[campagna elettorale]] Mariolino fu, insieme ad [[Amintore Fanfani]], uno dei più efficaci propagandisti democristiani, battendo [[Togliatti]] e [[Pertini]] in una memorabile partita a scopa trasmessa in diretta radiofonica in tutto il paese. Grazie anche a questa memorabile dimostrazione di forza democristiana e all'aiuto degli amici di [[Napoli]] e [[Palermo]], la DC vinse le elezioni e da quel momento dominò il paese.


=== Il primo mandato da Ministro degli interni ===
Col 25 aprile 1945 si concluse la guerra e Scelba potè finalmente rientrare in gioco come ministro delle Varie ed Eventuali nei primi governi repubblicani, un incarico ancora secondario rispetto alle sue capacità, dovuto al fatto che la Guerra Fredda non era ancora incominciata e la [[Democrazia Cristiana]] doveva far finta di essere davvero interessata a riformare il paese, a risolvere le questioni sociali, a combattere le disuguaglianze e stupidaggini simili.
[[File:Scalfaro, Fanfani e altri politici democristiani.jpg|right|thumb|320px|Scelba in riunione coi quadri democristiani. Non inquadrata, la carcassa di uno [[gnu]].]]
Finalmente nel 1947 i comunisti furono espulsi dal governo e e il paese si avviò sulla strada della contrapposizione frontale simboleggiata al meglio dalle elezioni del 18 aprile 1948.
Al momento della formazione del primo governo DC Scelba venne nominato ministro degli Interni, incarico che conservò per i successivi 229 governi (all'epoca se ne formava circa uno al mese), fino al [[1962]].
Nel corso della campagna elettorale Mariolino fu uno dei più efficaci propagandisti democristiani battendo insieme a [[Fanfani]] Togliatti e [[Pertini]] in una memorabile partita a scopa trasmessa in diretta radiofonica in tutto il paese (da qui poi nacque l'ossessione di Pertini per le partite a scopa mostrata anche 35 anni più tardi in aereo con Zoff a seguito dei famosi mondiali). Grazie anche a questa memorabile dimostrazione di forza democristiana e all'aiuto degli amici di Napoli e Palermo la Dc vinse le elezioni e da quel momento dominò il paese.


Convinto fermamente che il paese fosse minacciato da una tremenda alleanza fra il Lupo mangiafrutta, gli alieni e i [[comunisti]], il nostro Mario si dedicò da subito alla riorganizzazione della [[Polizia]] Italiana, al fine di renderla un'organizzazione in grado di difendere in maniera adeguata il paese da questi nemici.
Per prima cosa licenziò tutti gli agenti che avessero idee politiche "comuniste", poi per sicurezza cacciò anche quelli che avevano parenti di sinistra fino al ventiduesimo grado, quelli che avevano un nome che potesse sembrare di origine slava e quelli che possedevano un [[cane]] di pelo rosso.<br />
Portato a termine questo compito decise di dotare il paese di una efficace Corpo Antisommossa e pose mano alla riorganizzazione della [[Celere]]. Creati nel [[1946]], i reparti mobili della polizia fino a quel momento si muovevano in bicicletta e per sciogliere gli assembramenti usavano raccontare per ore intere orrende barzellette.
Scelba strillò, urlò e ruppe le scatole finché [[Washington]] non gli varò un [[piano Marshall]] personale per organizzare il suo corpo di polizia. Così, mentre il paese arrancava nella fame, i suoi uomini ebbero divise lucenti, caschi, [[manganello|manganelli]], [[gas]], [[jeep]], armi e tutto l'allegro armamentario che negli anni successivi si sarebbe mostrato cool su tutte le principali piazze d'Italia.


Completarono l'opera due importanti riforme: la modifica delle norme dell'[[ordine pubblico]], con la quale veniva definita [[adunata sediziosa]] da sciogliere con la forza qualsiasi riunione di più di dieci persone (di più di due se indossanti indumenti rossi), venivano abbassate le pene per gli eccessi di [[repressione]] (il massimo previsto era la sgridata della [[mamma]]) e venivano leggermente inasprite quelle per i manifestanti violenti (l'ultimo arrestato per le sommosse del 1950 è stato liberato l'altro [[ieri]]) e le schedature in massa di tutti i socialcomunisti del paese e dei loro amici, parenti, gatti, canarini. Tali schedature passarono inavvertitamente dalle mani di Scelba a quelle degli [[imprenditore|imprenditori]] i quali, per protestare contro questo trattamento antidemocratico, licenziarono i suddetti socialcomunisti loro dipendenti.
== '''Il primo mandato da Ministro degli interni''' ==
[[File:Manifesto sindacale contro Mario Scelba.jpg|left|thumb|300px|I movimenti di protesta passarono alle sommosse di strada dopo un'infruttuosa strategia incentrata sulle [[domanda retorica|domande retoriche]].]]
Così iniziarono i fantastici anni cinquanta, dove andare in piazza a protestare contro il governo era sicuro come combattere sul [[Carso]] e il lamento dei cortei funebri degli operai copriva il rumore delle sirene delle jeep della Celere (immagine questa che sarebbe piaciuta molto a [[Cossiga]]). Erano gli anni dei proiettili che sparati in [[aria]] cadevano, sparati a [[terra]] rimbalzavano, sparati indietro curvavano, insomma si muovevano di vita propria, fino a piantarsi da soli nelle ossa di chi protestava.
Intanto Mario permaneva a capo del suo ministero ed era uno dei politici più stimati del paese e veniva sempre invitato a tutte le cerimonie più chic, dalle messe di Natale col papa, alle partitine a [[poker]] con [[Licio Gelli]], al torneo di [[scopone scientifico]] coi [[Servizi Segreti]] nonché all'imperdibile Gran Galà del Partito Repubblicano degli Usa con [[Richard Nixon]] e [[Montgomery Burns]].


Purtroppo però nel [[luglio]] del [[1960]] il nuovo governo DC, guidato da [[Fernando Tambroni|Tambroni]], si stancò di far finta di essere democratico e formò in parlamento una maggiorazna coi [[neofascisti]], provocando un'ondata generale di protesta nel paese.
Al momento della formazione del primo governo Dc, quasi naturalmente, per le sue capacità ed esperienze, Scelba venne nominato ministro degli Interni, incarico che conservò per i successivi 229 governi (all'epoca se ne formava circa uno al mese) fino al 1962.
Scelba non poté credere ai proprio occhi: quelle migliaia di persone in piazza gli sembravano quasi un'offesa personale, per cui subito propose di far intervenire i suoi uomini col loro corredo di gas e pallottole dotate di vita propria. Dopo un'iniziale incertezza gliene venne concessa la facoltà e a [[Reggio Emilia]] le sue truppe dimostrarono tutta la loro bravura prendendo a colpi di [[mitragliatrice]] un corteo sindacale provocando sei morti.<br />
Mentre nel paese dilagava la protesta, Scelba ricevette il compito di intervenire anche in [[Sicilia]], incarico che fu sul punto di rifiutare per paura che, inavvertitamente, rimanesse coinvolto negli scontri anche qualche amico con [[lupara]] e [[coppola]]. Assicuratosi della loro sicurezza poté dispiegare il suo impegno, che valse altri cinque morti in una settimana.


Così le proteste si conclusero. Mario a questo punto credeva giustamente di aver meritato un posto da Primo Ministro per l'efficacia dimostrata ma, si sa, l'Italia è un paese ingrato e così fu invece accusato di brutalità ed eccessi.<br />
Convinto fermamente che il paese fosse minacciato da una tremenda alleanza fra il Lupo mangiafrutta, gli alieni e i [[comunisti]], il nostro Mario si dedicò da subito alla riorganizzazione della [[Polizia Italiana]] al fine di renderla un organizzazione in grado di difendere efficacemente il paese da questi nemici.
Due anni dopo, quel criptocomunista di [[Aldo Moro]], nel tentativo di abbindolare i socialisti, lo cacciò dall'amato ministero degli Interni.
Per prima cosa licenziò tutti gli agenti che avessero idee politiche "Comuniste" (ovvero non votassero o Dc o Msi), poi per sicurezza cacciò anche quelli che avevano parenti di sinistra fino al
22esimo grado, poi anche quelli che avevano un cane di pelo rosso, poi quelli che avevano un nome che potesse sembrare di origine slava ed infine anche quelli che gli sembravano avere una faccia sovversiva.
Portato a termine questo compito il nostro eroe decise di dotare il paese di una efficace Corpo Antisommossa e pose mano alla riorganizzazione della Celere, ovverosia i reparti mobili della polizia creati nel 1946. Questi fino a quel momento erano stati un'allegra comitiva di mattacchioni che, viste le difficoltà economiche del paese, si muovevano in bicicletta e come arma dissuasiva per sciogliere gli assembramenti usavano il racconto per ore ininterrotte di orrende barzellette.
Scelba strillò e urlo e ruppe la scatole fino a Washington riuscendo infine a farsi varare un piano Marshall personale per organizzare il suo corpo di polizia. Cosi , mentre il paese arrancava nella fame, i suoi uomini ebbero divise lucenti, caschi, manganelli, gas ,jeep, armi e tutto l'allegro armamentario che negli anni successivi si sarebbe mostrato cool su tutte le principali piazza d'Italia.


=== Il Secondo mandato ===
Infine portò a termine altre due importanti riforme come la modifica sulle norme dell'ordine pubblico con la quale veniva definita adunata sediziosa da sciogliere con la forza qualsiasi riunione di più di 10 persone (di più di 2 se indossanti indumenti rossi), venivano abbassate le pene per gli eccessi di repressione (il massimo previsto era la sgridata della mamma) e venivano leggermente inasprite quelle per i manifestanti violenti (l'ultimo arrestato per le sommosse del 1950 è stato liberato l'altro ieri) e lo schedature in massa di tutti i socialcomunisti del paese e dei loro amici, parenti, gatti,canarini. Tali schedature finirono avvertitamente dalle mani di Scelba a quelle degli imprenditori i quali, per protestare contro questo trattamento antidemocratico, licenziarono i suddetti socialcomunisti loro dipendenti.
[[File:Mario Scelba giura come Ministro dell'Interno.jpg|right|thumb|400px|{{cit2|Diritto di...cosa? Fandonie!|Scelba giura sulla [[Costituzione]], leggendola per la prima volta.}}]]
A metà del 1969 arrivò la tanto attesa chiamata a Roma per ritornare a coprire il suo vecchio incarico. L'[[anno]] prima la Squadra della Polizia di Stato aveva perso a sorpresa il campionato dell'ordine pubblico, venendo battuta sia da quella degli Studenti che da quella degli Operai. Questo risultato inopportuno portò al [[licenziamento]] dell'allenatore [[Amintore Fanfani|Fanfani]] e al richiamo dello sperimentato Mario.
Inizialmente il ritorno fu traumatico: la vecchia formazione aggressiva e spettacolare creata da Scelba, famosa per il suo gioco offensivo di cariche e caroselli, era sparita e al suo posto ve ne era una dal netto spirito difensivo. Non più bastoni, jeep e armamento leggero, da utilizzare con provetto spirito [[squadrismo|squadrista]], ma caschi con visiera, scudi, maschere antigas, camionette. Insomma un tipo di formazione pesante, volta al [[catenaccio]] e inadatta al gioco sulla fascia.


Per di più erano cambiate le stesse regole di gioco, con il varo di un nuovo testo dell'ordine pubblico che limitava l'uso delle armi e la possibilità di caricare immotivatamente i cortei. Per ovviare alle limitazioni sulle armi, Mario ideò il fucile a candelotto lacrimogeno, che consisteva nello sparare i detti candelotti, del peso di alcuni chilogrammi, ad altezza d'uomo, regalando cosi un posto gratuito al cimitero a chi si trovava sulla loro traiettoria. Per quanto riguardava la possibilità di caricare liberamente le manifestazioni, la soluzione la trovò il suo giovane aiutante [[Francesco Cossiga]], il quale pensò bene di far infiltrare in tutti i cortei agenti travestiti i quali fingevano di aggredire i reparti schierati provocandone il giustificato intervento.
Cosi inizarono i fantastici anni cinquanta dove andare in piazza a protestare contro il governo era sicuro come combattere sul Carso e il lamento dei cortei funebri degli operai copriva il rumore delle sirene delle jeep della Celere (immagine questa che sarebbe piaciuta molto a [[Cossiga]]). Erano gli anni dei proiettili che, sparati in aria cadevano, sparati a terra rimbalzavano, sparati indietro curvavano. Insomma si muovevano di vita propria fino a piantarsi da soli nelle ossa di chi protestava.
Intanto Mario permaneva a capo del suo ministero ed era uno dei politici più stimati del paese e veniva sempre invitato a tutte le cerimonie più chic, dalle messe di Natale col papa, alle partitine a poker con [[Licio Gelli]], al torneo di scopone scientifico coi Servizi Segreti nonchè all'imperdibile Gran Galà del Partito Repubblicano degli Usa con [[Montgomery Burns]] e [[Richard Nixon]].


Così iniziarono gli [[anni '70|anni settanta]], in cui Scelba fece distribuire manganellate in testa in ogni parte del paese e riportò alla Celere i trofei Ordine Pubblico delle stagioni 1971-72-73-74-75, le Coppa dei Campioni del 1973, contro La Brigata Social Falangista, e del 1974, contro il [[KGB]], nonché la Coppa Intercontinentale del 1975, vinta battendo ai tiri di lacrimogeno dal dischetto la [[DINA]] di [[Pinochet]] dopo un match spettacolare ed avvincente.
L'inizio della fine di questa prima allegra esperienza di governo avvenne nel luglio del 1960 quando il nuovo governo Dc, guidato da Tambroni, si stancò di far finta di essere democratico e formò in parlamento una maggioraza coi [[neofascisti]], provocando un'ondata generale di protesta nel paese.
Incidentalmente Scelba si trovò coinvolto anche nelle indagini sulle [[Strage di piazza Fontana|stragi di piazza Fontana]], [[Strage di piazza della Loggia|Brescia]] e [[Strage dell'Italicus|Italicus]], nelle quali si impegnò a fondo perché si facesse giustizia seriamente e venisse svelata la nefasta azione dei [[Testimoni di Geova]] autori di questi misfatti. Inoltre si interessò di [[mafia]], assicurandosi che nessuno [[magistrato]] provocatore o giornalista sovversivo potesse parlar male della Sicilia nel mondo e spiegando in televisione che, se tutti gli italiani fossero stati mafiosi, allora che il nostro paese sarebbe stato prospero.
Scelba non potè credere ai proprio occhi, quelle migliaia di persone in piazza gli sembravano quasi un'offesa personale e subito propose di far intervenire i suoi uomini col loro corredo di gas e pallottole dotate di vita propria. Dopo un'iniziale incertezza gli venne concessa la facoltà e a Reggio Emilia le sue truppe dimostrarono tutta la loro bravura prendendo a colpi di mitragliatrice un corteo sindacale provocando 6 morti.
Mentre nel paese dilagava la protesta Scelba ricevette il compito di intervenire anche in Sicilia incarico che fu sul punto di rifiutare per paura che,inavvertitamente, rimanesse coinvolto negli scontri anche qualche amico con lupara e coppola. Assicuratosi della loro sicurezza potè dispiegare il suo impegno che valse altri 5 morti in una settimana.


La seconda esperienza del prode Scelba si chiuse nell'agosto del [[1976]], quando, a seguito della sorprendente vittoria elettorale del [[PCI]] alle elezioni del [[20 giugno]], la [[DC]], per abbindolare i comunisti come aveva fatto anni prima coi socialisti, si dimostrò ancora ingrata e lo rimosse, sostituendolo con Cossiga.
Cosi le proteste si conclusero. Mario a questo punto credeva giustamente di aver meritato un posto da Primo Ministro per l'efficacia dimostrata ma, si sa, l'Italia è un paese ingrato e cosi fu invece accusato di brutalità ed eccessi e, due anni dopo, quel cattivaccio comunista di [[Aldo Moro]], nel tentativo di abbindolare i socialisti ed ingraziarsene i voti per dare un po' di respiro all'agonizzante maggioranza di centro della Dc, senza tanti complimenti, lo cacciò dall'amato ministero degli Interni (o, come amava dire lui, "Della Repressione").


Il giorno dell'addio fu molto commovente, gli agenti dei servizi segreti si asciugavano le lacrime coi piani per le stragi di [[Milano]] e Brescia, [[Cossiga]] giurava che avrebbe continuato a infiltrare agenti provocatori ovunque per il resto della sua vita, la delegazione della mafia gli offriva prodotti tipici e targhe di riconoscimento come attestati di stima, gli impiegati del ministero, essendo stati lanciati nei loro uffici dei lacrimogeni, piangevano a dirotto e fuori i reparti della celere battevano ritmicamente i manganelli sugli scudi (crociati).


{{cronologia|[[File:Stemma_Italia.png|50px]]<br />'''[[Presidente del consiglio]]'''<br />[[1954]] - [[1955]]|[[Amintore Fanfani|Fanfani al primo giro]]|[[Antonio Segni|Il vecchio che non aveva voglia di stare all'ospizio]]}}


{{PresidentiConsiglio}}
== '''Il Secondo Mandato''' ==
{{politici}}


{{DEFAULTSORT:Scelba}}
Dopo essere stato cosi malamente cacciato dal suo ministero, Scelba non si perse però d'animo e dedicò i successivi anni alla propria formazione culturale e politica e a numerosi viaggi che lo portarono in giro per il mondo, dall'America Latina, dove strinse amicizia con due giovani militari di sicura fede progressista di nome [[Pinochet]] e Videla, agli Usa, dove al Congresso dichiarò che la Mafia era un modo di esprimere la Sicilianità e infine alla Grecia dove prestò la sua opera come Ministro degli Interni dei simpatici colonnelli locali dal 1967 al 1969.
[[Categoria:Politici]]

[[Categoria:Presidenti del Consiglio]]
Poi, finalmente , a metà del 1969 gli arrivò la tanto attesa chiamata a Roma per ritornare a coprire il suo vecchio incarico. Era successo infatti che l'anno prima, il 1968, la Squadra della Polizia di Stato aveva perso a sorpresa il campionato dell'ordine pubblico venendo battuta sia da quella degli Studenti che da quella degli Operai. Questo risultato inopportuno portò al licenziamento dell'allenatore [[Fanfani]] e al richiamo dello sperimentato Mario.
[[Categoria:Italiani]]
Inizialmente il ritorno fu traumatico. La vecchia formazione aggressiva e spettacolare creata da Scelba famosa per il suo gioco offensivo di cariche e caroselli era sparita e al suo posto ve ne era una dal netto spirito difensivo. Non più infatti bastoni, jeep e armamento leggero da utilizzare con provetto spirito squadrista ma caschi con visiera, scudi, maschere antigas, camionette. Insomma un tipo di formazione pesante, volta al catenaccio e inadatta al gioco sulla fascia.
[[Categoria:Sicilia]]
Per di più erano cambiate le stesse regole di gioco, con il varo di un nuovo testo dell'Ordine Pubblico che limitava l'uso delle armi e la possibilità di caricare immotivatamete i cortei.
[[Categoria:Morti]]

[[Categoria:Dinosauri democristiani]]
Ma il buon Mario, da grande tattico, non si fece abbattere da questi ostacoli e agi in maniera decisa per risolvere i problemi. Per quanto riguardava le armi, un po' invitò a giocare di astuzia utilizzandole in segreto e poi soprattutto ideò il fucile a candelotto lacrimogeno che consisteva nel far sparare i detti candelotti, del peso di alcuni chilogrammi, non più in aria o a terra ma ad altezza d'uomo regalando cosi un posto gratuito al cimitero a chi si trovava sulla loro traiettoria. Per quanto riguardava la possibilità di caricare liberamente i cortei la soluzione la trovò il giovane [[Francesco Cossiga]], che Scelba aveva preso come aiutante al ministero, il quale pensò bene di far infiltrare in tutti i cortei agenti travestiti i quali fingevano di aggredire i reparti schierati provocandone il giustificato intervento.

Cosi inizarono gli anni settanta una nuova stagione in cui Scelba diede il meglio di se facendo distribuire manganellate in testa in ogni parte del paese e riportando alla Celere i trofei Ordine Pubblico delle stagioni 1971-72-73-74 e la Coppa dei Campioni del 1973.
Incidentalmente Scelba si trovò coinvolto anche nelle indagini sulle stragi di piazza Fontana, Brescia e Italicus nelle quali si impegnò a fondo perchè si facesse giustizia seriamente e venisse svelata la nefasta azione dei Testimoni di Geova autori di qesti misfatti. Inoltre si interessò di Mafia assicurando che nessuno magistrato provocatore o giornalista sovversivo potesse parlar male della Sicilia nel mondo e spiegando in televisione che se tutti gli italiani fossero stati mafiosi allora si che il nostro paese sarebbe stato prospero.

La seconda esperienza del prode Scelba si chiuse nell'agosto del 1976, quando, a seguito della soprendente vittoria elettorale del Pci alle elezioni del 20 giugno, la Dc, per abbindolare gli stessi comunisti come aveva fatto anni prima coi socialisti, si dimostrò ancora ingrata e lo rimosse (peraltro sostituendolo con Cossiga, cosa che Mario gradì molto)
Il giorno dell'addio fu molto commovente,gli agenti dei servizi segreti si asciugavano le lacrime coi piani per le stragi di Milano e Brescia, [[Cossiga]] giurava che avrebbe continuato a infiltrare agenti provocatori per tutto il resto della sua vita,la delegazione della Mafia gli offriva prodotti tipici e targhe di riconoscimento come attestati di stima, gli impiegati del ministero, essendo stati lanciati nei loro uffici dei lacrimogeni, piangevano a dirotto e fuori i reparti della celere battevano ritmicamente i manganelli sugli scudi (crociati).

Versione attuale delle 15:19, 2 ago 2021

Scelba nasconde un'erezione dinnanzi a un pestaggio di operai.
« La Mafia è un'invenzione dei comunisti. »
(Tipica teoria Scelbiana.)
« Celere unica religio est. »
(Motto del Ministero degli Interni.)

Mario Benito Amilcare Andrea Scelba (Caserma I Reparto celere Roma, 28 ottobre 1922 - ancora in vita sotto false identità) è stato un politico italiano aderente alla Democrazia Cristiana, ministro degli interni della Repubblica dal 1948 al 1962 e poi dal 1969 al 1976 quando è stato sostituito dal compianto macella... ehm picconatore Francesco Cossiga. In seguito è stato vice gran maestro della P2, comandante ufficiale della celere, capo delle operazioni al G8 di Genova e quarto Re Magio.

Biografia

Giovinezza, giovinezza

Figlio di un ufficiale delle SS e di Don Sturzo, Mario Scelba venne alla luce in un plumbeo mattino del felice anno 1922 proprio mentre le milizie fasciste si apprestavano ad entrare in Roma e a porre termine all'esperienza liberale dello stato italiano.

Allevato come rampollo predestinato nella caserma dei Reparti antisommossa della Guardia Regia, il piccolo Mario crebbe nel corso degli anni '20 e '30, formandosi in un clima culturale libero ed effervescente ed apprendendo i tipici valori democratici ai quali si uniformavano le Forze di Polizia del regime, sintetizzabili con la formula "Se si oppone picchialo, se insiste ammazzalo".

Nel 1940, completata con brillanti voti l'accademia della Polizia Dell'Africa Italiana, Mario ricevette la qualifica di vice-questore e, in omaggio coi punti della Conad, la tessera del Partito Fascista. Purtroppo poche settimane dopo tale risultato scoppiò la guerra e il povero Mario fu costretto a rinunciare ad attività allegre e ricreative come i pestaggi degli attivisti antifascisti e le torture degli oppositori e recarsi in prima persona al fronte a rischiare la pelle. Beh, proprio in prima persona magari no, ma in fondo ci sono uomini che lo stato non può permettersi di perdere, e comunque tre anni al Centro Realizzazioni Armi Nucleari Italiane di Roma (che Mussolini aveva fondato riunendo i tecnici della Lego presenti nel paese) furono parimenti un duro banco di prova per il giovane Mario.

La nascita della DC

Il giovane Mario si rivelò molto abile a capire che il vento stava cambiando e, fra il 1942 e il 1943, egli iniziò ad avvicinarsi alle correnti della nascente Democrazia Cristiana che si stava riformando a Roma sotto la sacra egida del Papa. In breve, grazie alla sua capacità di zittire a manganellate qualunque oppositore, divenne un saldo alleato di De Gasperi. Altrettanto rapidamente strinse un legame di amicizia durevole con un giovane sottosegretario di cui condivideva la lucida visione democratica e riformista, Giulio Andreotti.

Col 25 aprile 1945 si concluse la guerra e Scelba poté finalmente rientrare in gioco come Ministro delle Varie ed Eventuali nei primi governi repubblicani, un incarico ancora secondario rispetto alle sue capacità, dovuto al fatto che la Guerra Fredda non era ancora incominciata e la Democrazia Cristiana doveva far finta di essere davvero interessata a riformare il paese, risolvere le questioni sociali, combattere le disuguaglianze e stupidaggini simili.
Finalmente nel 1947 i comunisti furono espulsi dal governo e il paese si avviò sulla strada della contrapposizione frontale, simboleggiata al meglio dalle elezioni del 18 aprile 1948. Nel corso della campagna elettorale Mariolino fu, insieme ad Amintore Fanfani, uno dei più efficaci propagandisti democristiani, battendo Togliatti e Pertini in una memorabile partita a scopa trasmessa in diretta radiofonica in tutto il paese. Grazie anche a questa memorabile dimostrazione di forza democristiana e all'aiuto degli amici di Napoli e Palermo, la DC vinse le elezioni e da quel momento dominò il paese.

Il primo mandato da Ministro degli interni

Scelba in riunione coi quadri democristiani. Non inquadrata, la carcassa di uno gnu.

Al momento della formazione del primo governo DC Scelba venne nominato ministro degli Interni, incarico che conservò per i successivi 229 governi (all'epoca se ne formava circa uno al mese), fino al 1962.

Convinto fermamente che il paese fosse minacciato da una tremenda alleanza fra il Lupo mangiafrutta, gli alieni e i comunisti, il nostro Mario si dedicò da subito alla riorganizzazione della Polizia Italiana, al fine di renderla un'organizzazione in grado di difendere in maniera adeguata il paese da questi nemici. Per prima cosa licenziò tutti gli agenti che avessero idee politiche "comuniste", poi per sicurezza cacciò anche quelli che avevano parenti di sinistra fino al ventiduesimo grado, quelli che avevano un nome che potesse sembrare di origine slava e quelli che possedevano un cane di pelo rosso.
Portato a termine questo compito decise di dotare il paese di una efficace Corpo Antisommossa e pose mano alla riorganizzazione della Celere. Creati nel 1946, i reparti mobili della polizia fino a quel momento si muovevano in bicicletta e per sciogliere gli assembramenti usavano raccontare per ore intere orrende barzellette. Scelba strillò, urlò e ruppe le scatole finché Washington non gli varò un piano Marshall personale per organizzare il suo corpo di polizia. Così, mentre il paese arrancava nella fame, i suoi uomini ebbero divise lucenti, caschi, manganelli, gas, jeep, armi e tutto l'allegro armamentario che negli anni successivi si sarebbe mostrato cool su tutte le principali piazze d'Italia.

Completarono l'opera due importanti riforme: la modifica delle norme dell'ordine pubblico, con la quale veniva definita adunata sediziosa da sciogliere con la forza qualsiasi riunione di più di dieci persone (di più di due se indossanti indumenti rossi), venivano abbassate le pene per gli eccessi di repressione (il massimo previsto era la sgridata della mamma) e venivano leggermente inasprite quelle per i manifestanti violenti (l'ultimo arrestato per le sommosse del 1950 è stato liberato l'altro ieri) e le schedature in massa di tutti i socialcomunisti del paese e dei loro amici, parenti, gatti, canarini. Tali schedature passarono inavvertitamente dalle mani di Scelba a quelle degli imprenditori i quali, per protestare contro questo trattamento antidemocratico, licenziarono i suddetti socialcomunisti loro dipendenti.

I movimenti di protesta passarono alle sommosse di strada dopo un'infruttuosa strategia incentrata sulle domande retoriche.

Così iniziarono i fantastici anni cinquanta, dove andare in piazza a protestare contro il governo era sicuro come combattere sul Carso e il lamento dei cortei funebri degli operai copriva il rumore delle sirene delle jeep della Celere (immagine questa che sarebbe piaciuta molto a Cossiga). Erano gli anni dei proiettili che sparati in aria cadevano, sparati a terra rimbalzavano, sparati indietro curvavano, insomma si muovevano di vita propria, fino a piantarsi da soli nelle ossa di chi protestava. Intanto Mario permaneva a capo del suo ministero ed era uno dei politici più stimati del paese e veniva sempre invitato a tutte le cerimonie più chic, dalle messe di Natale col papa, alle partitine a poker con Licio Gelli, al torneo di scopone scientifico coi Servizi Segreti nonché all'imperdibile Gran Galà del Partito Repubblicano degli Usa con Richard Nixon e Montgomery Burns.

Purtroppo però nel luglio del 1960 il nuovo governo DC, guidato da Tambroni, si stancò di far finta di essere democratico e formò in parlamento una maggiorazna coi neofascisti, provocando un'ondata generale di protesta nel paese. Scelba non poté credere ai proprio occhi: quelle migliaia di persone in piazza gli sembravano quasi un'offesa personale, per cui subito propose di far intervenire i suoi uomini col loro corredo di gas e pallottole dotate di vita propria. Dopo un'iniziale incertezza gliene venne concessa la facoltà e a Reggio Emilia le sue truppe dimostrarono tutta la loro bravura prendendo a colpi di mitragliatrice un corteo sindacale provocando sei morti.
Mentre nel paese dilagava la protesta, Scelba ricevette il compito di intervenire anche in Sicilia, incarico che fu sul punto di rifiutare per paura che, inavvertitamente, rimanesse coinvolto negli scontri anche qualche amico con lupara e coppola. Assicuratosi della loro sicurezza poté dispiegare il suo impegno, che valse altri cinque morti in una settimana.

Così le proteste si conclusero. Mario a questo punto credeva giustamente di aver meritato un posto da Primo Ministro per l'efficacia dimostrata ma, si sa, l'Italia è un paese ingrato e così fu invece accusato di brutalità ed eccessi.
Due anni dopo, quel criptocomunista di Aldo Moro, nel tentativo di abbindolare i socialisti, lo cacciò dall'amato ministero degli Interni.

Il Secondo mandato

« Diritto di...cosa? Fandonie! »
(Scelba giura sulla Costituzione, leggendola per la prima volta.)

A metà del 1969 arrivò la tanto attesa chiamata a Roma per ritornare a coprire il suo vecchio incarico. L'anno prima la Squadra della Polizia di Stato aveva perso a sorpresa il campionato dell'ordine pubblico, venendo battuta sia da quella degli Studenti che da quella degli Operai. Questo risultato inopportuno portò al licenziamento dell'allenatore Fanfani e al richiamo dello sperimentato Mario. Inizialmente il ritorno fu traumatico: la vecchia formazione aggressiva e spettacolare creata da Scelba, famosa per il suo gioco offensivo di cariche e caroselli, era sparita e al suo posto ve ne era una dal netto spirito difensivo. Non più bastoni, jeep e armamento leggero, da utilizzare con provetto spirito squadrista, ma caschi con visiera, scudi, maschere antigas, camionette. Insomma un tipo di formazione pesante, volta al catenaccio e inadatta al gioco sulla fascia.

Per di più erano cambiate le stesse regole di gioco, con il varo di un nuovo testo dell'ordine pubblico che limitava l'uso delle armi e la possibilità di caricare immotivatamente i cortei. Per ovviare alle limitazioni sulle armi, Mario ideò il fucile a candelotto lacrimogeno, che consisteva nello sparare i detti candelotti, del peso di alcuni chilogrammi, ad altezza d'uomo, regalando cosi un posto gratuito al cimitero a chi si trovava sulla loro traiettoria. Per quanto riguardava la possibilità di caricare liberamente le manifestazioni, la soluzione la trovò il suo giovane aiutante Francesco Cossiga, il quale pensò bene di far infiltrare in tutti i cortei agenti travestiti i quali fingevano di aggredire i reparti schierati provocandone il giustificato intervento.

Così iniziarono gli anni settanta, in cui Scelba fece distribuire manganellate in testa in ogni parte del paese e riportò alla Celere i trofei Ordine Pubblico delle stagioni 1971-72-73-74-75, le Coppa dei Campioni del 1973, contro La Brigata Social Falangista, e del 1974, contro il KGB, nonché la Coppa Intercontinentale del 1975, vinta battendo ai tiri di lacrimogeno dal dischetto la DINA di Pinochet dopo un match spettacolare ed avvincente. Incidentalmente Scelba si trovò coinvolto anche nelle indagini sulle stragi di piazza Fontana, Brescia e Italicus, nelle quali si impegnò a fondo perché si facesse giustizia seriamente e venisse svelata la nefasta azione dei Testimoni di Geova autori di questi misfatti. Inoltre si interessò di mafia, assicurandosi che nessuno magistrato provocatore o giornalista sovversivo potesse parlar male della Sicilia nel mondo e spiegando in televisione che, se tutti gli italiani fossero stati mafiosi, allora sì che il nostro paese sarebbe stato prospero.

La seconda esperienza del prode Scelba si chiuse nell'agosto del 1976, quando, a seguito della sorprendente vittoria elettorale del PCI alle elezioni del 20 giugno, la DC, per abbindolare i comunisti come aveva fatto anni prima coi socialisti, si dimostrò ancora ingrata e lo rimosse, sostituendolo con Cossiga.

Il giorno dell'addio fu molto commovente, gli agenti dei servizi segreti si asciugavano le lacrime coi piani per le stragi di Milano e Brescia, Cossiga giurava che avrebbe continuato a infiltrare agenti provocatori ovunque per il resto della sua vita, la delegazione della mafia gli offriva prodotti tipici e targhe di riconoscimento come attestati di stima, gli impiegati del ministero, essendo stati lanciati nei loro uffici dei lacrimogeni, piangevano a dirotto e fuori i reparti della celere battevano ritmicamente i manganelli sugli scudi (crociati).

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Fanfani al primo giro

Presidente del consiglio
1954 - 1955
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Il vecchio che non aveva voglia di stare all'ospizio