Campagna elettorale

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Tipica campagna coltivata a cartellonistica elettorale.
« Ciao Marcuccio! Sono Gualtiero Mirabile, ti ricordi di me? Lo so, non ci sentiamo dalla terza media ma... come va? Lavoro? Eh, sì sono tempi difficili... seeenti ti pensavo l'altro ieri.. mi sto candidando al comune, non è che mi daresti una mano? »
(Tipica telefonata senza alcun doppio fine, durante una campagna elettorale.)

La campagna elettorale è una campagna seminata a cartelloni, nella quale si svolgono l'insieme delle attività di propaganda in favore di candidati ad una qualsiasi carica elettiva per conquistare la fiducia degli elettori e convincerli a dare il proprio culo voto.

A grandi linee

La campagna elettorale è in realtà disciplinata dalla legge.
Tuttavia, coloro che la pongono in essere tendono a preferire l'approssimazione per eccesso o per difetto rispetto alla normativa.

La campagna dovrebbe avere inizio trenta giorni prima del voto ma non è mai così, dal momento che almeno due mesi prima le strade della città vengono tappezzate da una quantità incalcolabile di cartelloni abusivi e "santini", ossia piccoli dépliant recanti foto in posa plastica, nome, cognome e simbolo del candidato.

In sostanza, la campagna elettorale potrebbe esaurirsi in modo riassuntivo sulla falsariga di un enorme dispendio di carta e di denaro: in realtà è ben più alto il prezzo che il candidato medio deve pagare per riuscire a ottenere il tanto agognato posto al consiglio di quartiere, al comune, alla regione o al parlamento.

Come partecipare

Tipico santino elettorale reperibile durante la campagna.

Per partecipare ad una campagna elettorale in qualità di "elettorato passivo", come primo requisito bisogna essere incensurati. Questo requisito tende ad essere estremamente rispettato dai candidati, in quanto si premurano di non compiere crimine alcuno se prima non vengono eletti, dandosi, una volta acquisita la carica, alla pazza gioia.

In secondo luogo bisogna aver saltellato da un partito ad un altro come canguri nel corso degli anni, senza dignità.

Se si soddisfano i prerequisiti di cui sopra, si può passare allo step successivo: la campagna vera e propria.

Come accennato in precedenza, una campagna elettorale richiede una spesa non indifferente per potersi rifornire di volantini, santini, cartellonistica e quant'altro possa mettere in mostra la rassicurante faccia del candidato. Per convincere un elettore a farsi votare, bisogna risolvere i suoi dubbi con caffè, inviti a cena, party alcolici, merende sull'erba, conferenze in lussuosi alberghi e festini in piazza.

Mentre le cene soddisferanno il palato e le trippe dell'elettore, il materiale cartaceo finirà inesorabilmente per terra a tappezzare le strade della città. Il reperimento del denaro per pagare santini, cene ed inviti non cruccia il candidato, tanto lo Stato finanzia generosamente i partiti, per cui l'elettorato attivo, di fatto, pagherà tutti i festini dei quali avrà usufruito di tasca propria.

Lo svolgimento

Durante il periodo di campagna elettorale, il candidato di destra comincerà ad ammantarsi di un'aria imprenditoriale girando location da aperitivo con una valigetta 24h vuota e rigorosamente in completo: giacca, camicia e cravatta nonostante sia luglio e vi siano 45 °C all'ombra.

I candidati di estrema sinistra e di movimenti indipendenti gireranno armati di megafoni e cartelloni recanti slogan pseudosovversivi, prediligendo un look più sobrio, costituito da rasta, maglia, kefia, jeans, calzini bianchi e sandali, con andatura claudicante tipica del fumatore di cannabis lavoratore proletario.

I candidati di centro-sinistra stanno a casa.

Se le elezioni sono politiche, il candidato potrà partecipare a trasmissioni televisive che, nel pieno rispetto della par condicio (per esempio Porta a porta) garantiranno la possibilità a tutti di ripetere a loop parole quali: programma, riforma, lavoro, welfare, abolizione IMU, pensioni. Nonostante il bombardamento mediatico, cartellonistico e telefonico, la casella postale imploderà magneticamente per via della costante presenza di lettere, patti e contratti con l'elettore, tassativamente accompagnate da santini e qualche volta, se fortunati, anche da piccoli simpaticissimi gadget, come preservativi bucati col logo di "Comunione e Liberazione".

Slogan

Di un importanza vitale per il candidato e per il partito, è un efficacissimo mezzo attraverso il quale l'elettore sufficientemente brainwashato potrà collegare il simbolo al volto e viceversa.

« E per una Italia più bella, votate Santo Ciaramella! E se non volete che ve lo fanno tanto, votate Ciaramella Santo! Perché noi agevoliamo anche il netturbino, ci mettiamo l'IMU pure sul motorino! »
Uno slogan convincente assicurerà al candidato una elevata risposta elettorale.

Simbolo

Dai più famosi dei partiti nazionali a quelli più beceri e insulsi delle liste civiche, il logo è la sola cosa che contraddistingue un candidato dall'altro, per il resto, a parte la forma dell'esoscheletro, i contenuti dei parassiti saranno gli stessi.

La scala dei colori applicata alle più bizzarre forme geometriche e/o naturali, si applicherà con sobria fantasia nell'apocalittica missione de "il logo di partito"; orsacchiotti abbracciati ad alberi, delfini rampanti, fiori di loto (simbolo di dimenticanza di promesse elettorali), e ancora scudi, stelle, soli, bilance, fiamme e marosi, pergamene e papelli, saranno il frutto della predisposizione o indisposizione grafica del tecnico nominato alla produzione di tali aberrazioni.

Il silenzio elettorale

Il giorno prima di quello in cui si vota, dovrebbe coincidere con la chiusura ufficiale della campagna elettorale affinché lo stesso possa essere usato quale periodo di "riflessione". Naturalmente nessuno impedisce al candidato di girare per il quartiere a citofonare nei vari palazzi facendo "l'appello" dei votanti: lo stesso vale per gli aerei che, durante il volo, possono impigliarsi accidentalmente in striscioni di venticinque metri recanti la pubblicità del candidato.

Esempio di campagna elettorale


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