Gianfranco Fini: differenze tra le versioni

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{{Cit2|Mussolini è stato il più grande statista del Secolo|Gianfranco Fini leader del MSI sul [[Duce]]}}
{{Cit2|Mussolini è stato il più grande coglione del Secolo|Gianfranco Fini leader di AN sul [[Duce]]}}
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{{Cit2|...coloro che visser sanza 'nfamia e sanza lodo|[[Dante Alighieri]] su Gianfranco Fini, che ha rinunciato al [[Lodo Alfano]]}}
{{Cit2|Vedi ragazzo quello zerbino? Ecco: oggi quello ha più spessore politico di Gianfranco Fini|[[Chiunque]] su Gianfranco Fini}}
{{Cit2|Berlusconi ormai è un ectoplasma!|Gianfranco Fini un minuto prima di entrare nel [[PDL]]}}
{{Cit2|La [[Lega]] è un'alleato inaffidabile.|Gianfranco Fini su "Bue che dà del cornuto all'Asino"}}
{{Cit2|Ah sì!? Allora fonderò un partito tutto mio, con black jack e [[squillo]] di lusso! Anzi no, senza [[partito]] e senza black jack.|Gianfranco Fini sulla nascita di un [[partito]] dopo il [[divorzio]] da [[Berlusconi]]}}
{{Cit2|Noi del FLI voteremo tutti contro, lo giuro, ma il voto resterà segreto.|Gianfranco Fini sul voto Cosentino}}
{{Cit2|Berlusconi è autoritario e gestisce il partito come una azienda, il confronto come una offesa, il dissenso come un delitto|Gianfranco Fini leader di ancora poco o nulla ritorna da un viaggio di circa 17 anni su [[Marte]]}}




'''Gianfranco Fini''' (8 settembre 1943 - vivente) è un uomo politico italiano, associato alla [[Casa delle Libertà]] da [[Berlusconi]], [[Pier Ferdinando Casini|Casini]] e [[Umberto Bossi|Bossi]], per evitare di giocare il tressette col morto. In privato si fa chiamare DUX ( più recentemente elettrolux); si riconosce perché se gli pesti distrattamente un piede, invece di dire "Ahi!" dice "[[Gabriele D'Annunzio|Eia, eia, alalà]]!".


{{Cit2|Sono sempre stato un paladino della libertà. Almeno da quando ho capito che era il modo migliore per rimorchiare un po' di [[figa]]|Gianfranco Fini sull'abiura al fascismo.}}
== Biografia ==
{{Cit2|Quando inneggiavo alla pena di morte e citavo il ''Mein Kampf'', non ci credevo veramente. Lo facevo per vedere se eravate attenti.|Gianfranco Fini su ''Arrampicarsi sugli specchi''.}}
[[File:Balilla09.jpg|right|thumb|300px|Il piccolo Gianfranco in una foto dei tempi dell'asilo.]]
{{Cit2|La [[Lega]] è un'alleato inaffidabile.|Gianfranco Fini su ''Bue che dà del cornuto all'Asino''}}
Il nome di '''Gianfranco Fini''' gli è stato dato dai [[Omino Silvio|genitori provvisori]], e l'ascesa politica del nostro è avvenuta poco dopo la morte del suo benefattore, [[Giorgio Almirante]], un austero capo politico fascista e custode della fiamma tricolore.
{{Cit2|Berlusconi è autoritario e gestisce il partito come una azienda, il confronto come una offesa, il dissenso come un delitto|[[Dascisti su Marte|Gianfranco Fini]] di ritorno da un viaggio di circa 17 anni su [[Marte]]}}
{{Cit2|Ragazzo, vedi quello zerbino? Ecco, ha più spessore politico di Gianfranco Fini|Un padre premuroso su Gianfranco Fini}}


Gianfranco Fini è, in realtà, figlio illegittimo di una delle amanti del Principe [[Junio Valerio Borghese]], e di tale Desolina Bersani, emiliana e donna di troppo facili costumi. Da piccolo la mamma lo picchiava, ma evidentemente non abbastanza.


'''Gianfranco Fini''' ([[Bologna|Stalingrado]], [[8 settembre]] [[1943]] - [[Montecarlo]] {{CURRENTDAY}} {{CURRENTMONTHNAME}}
Morta di sifilide la sventurata Desolina, il piccolo orfano fu adottato dalla caritatevole Donna Assunta Almirante, che convinse il marito ad accettarlo, dato che il Principe Borghese non ne voleva proprio sapere... in quanto era troppo impegnato, all'epoca, a pianificare un golpe con il potente appoggio della Guardia Forestale e dei Pompieri.
{{CURRENTYEAR}}) è un noto politico antiproibizionista italo-monegasco, co-fondatore e neo-affondatore della ex [[Casa delle Libertà]], alla quale era stato associato da [[Berlusca|Berlusconi]], [[Casini]] e [[Bossi]], per evitare di giocare il [[tressette]] col morto.<br /> Si riconosce perché se gli pesti distrattamente un [[piede]], invece di dire "Ahi!" dice "Eia, eia, alalà!".


Il giovane Gianfranco, come lo chiamò Donna Assunta Almirante, crebbe fra i busti del Duce ([[Benito Mussolini]]), i saluti romani e l'orbace delle divise da gerarca fascista, che ancora si indossavano fra le mura di casa Almirante.


==Biografia minima==
[[File:Nazisti-preti.JPG|left|thumb|200px|Il catechismo di Gianfranco.]]
[[File:FiniMatrix.jpg|left|thumb|150px|Gianfranco Fini in Matrix]]
Il cognome Fini deriva dalla sua spiccata predilezione - fin da un paio di minuti dopo la nascita - per i tortelli, i ravioli e i cappelletti di marca.
[[File:Finibob.jpg|left|thumb|150px|Noo uommannocraaaaiii...]]
[[File:L'Urlo di Fini.jpg|right|thumb|250px|Il sogno che segnò la [[Popolo delle Libertà|conversione]] di Gianfranco.]]
Nato come reincaranazione di un [[Mio cuggino|cugino di un cugino]] da padre pentito e madre vedova nera, passò i primi quarant'anni della sua vita cercando di convincere [[tutti]] di non essere un [[figlio di papà]] ma un gran [[figlio di puttana]], e i successivi cercando di convincersi del [[contrario]].<br /> A quattro anni si iscrive al "'''Partito degli Adoratori di Mussolini'''" che, nonostante il nome sobrio, richiama i suoi valori a quelli del [[fascismo]].<br /> Entra ben presto in contrasto con tutti per aver dato vita a un'ala scissionista che pretende l'abolizione dell'obbligo di [[naziskin|rasarsi la testa]] per essere veri fascisti; le sue idee vengono considerate troppo avanguardiste e dopo la bocciatura della successiva proposta di introdurre lo [[zucchetto]] in sostituzione del fez come copricapo nell'uniforme d'ordinanza, lascia polemicamente il partito per iscriversi al gruppo [[Boy scout]] dell'oratorio [[Don Bosco]] del quale si propone di scalare la gerarchia.<br />Dotato di straordinario acume politico e dell'edizione aggiornata del ''[[Manuale delle giovani marmotte]]'' prestatogli da [[Maria Montessori]], riesce a diventare ''Guida scout'' prima del compimento della maggiore etá.<br />Nonostante la brillante carriera nel partito di {{citnec|e=senza fonte|Baden-Powell}}, il richiamo del [[manganello]] torna a farsi sentire irresistibile: si dimette dai boyscout e va a prendersi due [[calcinculo|calci in culo]] da un gruppo di militanti di [[sinistra]] pur di dare una parvenza di logicità alla successiva iscrizione alla ''Giovane Italia'', un gruppo studentesco usato dal MSI per ramazzare i [[fascita|virgulti dell'italica stirpe]].<br />Molti anni dopo lo stesso Gianfranco dirà:
Quando fu un po' più grande, l'austero Giorgio Almirante lo prese per le orecchie, gli fece vedere l'[[Italia]] sul mappamondo e gli disse, con voce cavernosa: "Guarda, Gianfranco! Tutto questo un giorno sarà tuo!" (Fini, da allora, ha infatti le orecchie come l'elefantino volante Dumbo)
{{Quote| Non avevo precise opinioni politiche. Mi piacevamo [[John Wayne]] e Giuliano Gemma mentre quegli arroganti [[Brigate rosse|estremisti rossi]] preferivano [[Che Guevara]] e [[Mao Zedong]]. Scelsi la ''Giovane Italia'' perché in sezione proiettavano un sacco di film [[spaghetti western|western]].}}


Alla [[morte]] del suo benefattore - l'indimenticabile fascistissimo Almirante - lui pensò: "vabbè la tradizione, ma qui non si acchiappa un centesimo!". Allora abbassò la fiamma del simbolo, ci mise sopra un coperchio azzurro e fuggì di nascosto con Berlusconi, mettendo le corna a Pino Rauti che si separò da lui e riaccese la fiamma, anche se il gas era poco e la fiamma rischiava di spegnersi.



== Scoop! ==
==La linea politica==
[[File:Finibob.jpg|left|thumb|200px|Noo uommannocraaaaiii...]]
[[File:Scarabocchio.png|thumb|right|150px|La linea politica finiana]]
La madre naturale di Gianfranco Fini, Desolina Bersani, aveva un fratello onesto lavoratore, che se ne andò a vivere altrove scandalizzato dalla dissolutezza della sorella e dalla fama che la circondava.
Nell'MSI Gianfranco viene accolto a braccia aperte e ginocchiate virili e fasciste nei [[coglioni]].<br /><s>Leccata dopo leccata</s> Col passare del tempo riesce a conquistare sempre più la fiducia del <s>Duce</s> segretario [[Giorgio Almirante]] che finalmente lo incorona suo delfino {{censura|curioso}}.
Il fratello della Bersani, fra le altre cose, ebbe un figlio molto dotato (?), [[Pier Luigi Bersani]], che fece una folgorante carriera politica nei D.S. (apostati dichiarati del [[Comunismo]]) e che divenne il potente e inflessibile Ministro delle Sviluppo Economico del secondo governo di [[Romano Prodi]].<br />

Quindi, Pierluigi Bersani è in realtà cugino di primo grado di Gianfranco Fini, anche se i due sono irriducibili avversari, almeno in apparenza, nella lotta politica ... e questo non lo sa neppure [[Novella 3000]]!
Forse a causa dell'età avanzata o delle [[satanismo|messe nere]] celebrate da Gianfranco, Almirante muore nel [[1988]] e per Fini si aprono le porte della segreteria del [[Msi]].<br />Purtroppo sono quelle d'uscita, visto che viene eletto [[Pino Rauti]].<br />Forse a causa dell'età avanzata o del [[cianuro]] che Gianfranco gli mette nel [[caffè]], anche Rauti se ne va al {{citnec|[[Dio|Creatore]]}} il giorno dopo la sua elezione a segretario.<br />[[Nessuno]] sembra avere lo stesso carisma di Fini per tenere le redini del partito, a meno di non volerlo affidare a [[Martufello]], e la sua elezione diventa un [[plebiscito]].<br />Durante i primi anni di reggenza del Movimento sociale, Fini finge di essere davvero missino: <s>spara cazzate</s>, emette giudizi profondamente <s>fascisti</s> di [[destra]], compra casa con vista sul Lager di Garda, e addirittura si candida a sindaco di [[Roma]] con un programma ad alto profilo ecologico che ha come punto cardine la costruzione di un gassificatore alimentato a bambini [[Rom]].<br /> Perde la sfida con [[Rutelli]], che è un po' come perdere a ''Rubamazzo'' con [[Andrea Bocelli]], ma incassa {{citnec|l'endorsement}} di [[Pietro Gambadilegno|Berlusconi]] che dichiara pubblicamente:
{{quote|Tra Rutelli e Fini? Nessun dubbio: è Gianfranco ad avere la moglie più porca.|}}

[[File:L'Urlo di Fini.jpg|left|thumb|180px|Il sogno che segnò la [[Popolo delle Libertà|conversione]] di Gianfranco.]]
L'influenza di [[Silvio barzellettiere|Berlusconi]] lo porta ad abbandonare il progetto di [[restaurazione]] fascista di cui sarebbe dovuto essere a capo e creare [[Alleanza Nazionale]] che in seguito confluirà nel PdL con l'obiettivo di restaurare sì il [[fascismo]], ma con a capo Berlusconi.<br />
Negli anni della nostalgia i valori di Fini erano quelli tipici della destra: Patria, Stato, Famiglia e canzoni dei [[Cugini di campagna]], più due gocce di [[olio di ricino]] e manganello q.b..<br /> Dopo il famoso ''sdoganamento'' di [[Berlusconi]]
i valori mutarono leggermente: va bene lo Stato, va bene la [[Famiglia]], va bene la Patria, l'olio di ricino e il manganello, ma la [[Figa]] dove la mettiamo?<br />Fu così che durante un celeberrimo congresso si compì la cosidetta ''svolta di Fiuggi'' con la quale Gianfranco riuscì a convincere i suoi <s>camerati</s> compagni di partito che {{citnec|era ora di uscire dal ghetto ideologico del dopoguerra e mirare a un'attiva partecipazione governativa}}. Insomma era giunto il momento di abbandonare l'olio di ricino e il manganello in favore dell'[[acqua]] minerale naturale, della [[cocaina]] e delle minorenni. <br /> Partendo da una sconfessione totale degli ideali del fascismo, Fini giunse alla conclusione che

{{quote| Vabbè la tradizione, ma qui non si becca un centesimo!}}

E che di conseguenza,
* il potere spetta a chi se lo prende;
* un imprenditore al governo è sempre meglio di un [[Vladimir Luxuria]] nei bagni di [[Montecitorio]];
* non è vero che i panini di [[Mc Donald's]] sono preparati con polpette di [[Chupacabra]];
* la moglie di [[Alemanno]] è una gran cozza;
[[File:Indicazione_per_Fiuggi.jpg|right|thumb|172px|La svolta di Fiuggi]]


A seguito di questo inaspettato cambio di direzione, il partito subisce la scissione dell'ala più moderata guidata dal dottor [[Mengele]]. Intanto Fini costituisce, insieme a [[Forza Italia]], al [[Papaboy|partito di Casini]] e ai soldatini di stagno di [[Gianfranco Rotondi|Rotondi]], la coalizione del centrodestra italiano: il Polo delle pubertà.<br />È intorno al 2003 che Gianfranco comincia a mostrare pericolose tendenze [[Lenin|leniniste]] recandosi in [[Israele]] per denunciare gli errori del fascismo, la tragedia dell'[[olocausto]] e il rammarico per la mancata cementificazione dei campi profughi [[Palestina|palestinesi]].<br />Questa imprevedibile svolta porta [[Alessandra Mussolini]] ad abbandonare [[AN]] portandosi via il [[Gioco dell'oca]], i vestiti in lattex e la sua quarta abbondante, lasciando nel partito un vuoto enorme che sarà colmato solo in seguito all'acquisto di un portavaso in ceramica anticata . <br />
Dopo la {{citnec|prestigiosa}} elezione a [[Presidente della Camera]], dissensi via via più ampi col <s>padrone</s> leader del partito, lo porteranno a lasciare il PdL per fondare la [[Democrazia Cristiana]].
Braccato dai giudici comunisti per aver utilizzato l'auto di servizio per condurre soubrette televisive nel proprio ufficio, dai sicari mandati da Berlusconi per non avergli permesso di effettuare il drive-test sulle stesse soubrette, e da [[Woody Woodpecker]] per dissapori politici, Fini si nasconde a [[Predappio]] per meditare sull'evoluzione della sua politica e ingravidare la fidanzata di [[Luciano Gaucci|uno dei suoi migliori amici]]. Se da una parte dimostra che un "''figlio della lupa''" perde il pelo ma non il vizio, dall'altra suscita la risentita reazione della moglie Daniela:
{{quote|Li mortacci sua, 'sto fijo de 'na mignotta impestata!|La contessina Daniela ex Fini.}}

==Il Partito del cognato==
È proprio mentre medita tra Predappio e [[Montecarlo]] che gli viene la {{falso|brillante}} [[idea]] di fondare un nuovo partito. Gliela suggerisce la necessità di sistemare il fratello della nuova compagna Elisabetta [[Soprano's|Soprano]].

===Manifesto===

====Premessa e punti programmatici====
[[File:Nazisti-preti.JPG|right|thumb|200px|Giovani finiani indicano la direzione da seguire al loro capo]]
In Italia, dopo vent'anni di fascismo, cinquant'anni di Democrazia Cristiana e quindici anni di Berlusconi, [[Bossi]] <s>e Fini</s>, ancora non si è messo mano alla riforma che più sta a cuore agli italiani: la sistemazione del cognato.<br />È per questo che il nostro partito è nato e per questo si batterà perseguendo senza tentennamenti i [[cinque]] punti fondamentali:

# '''Diritto al lavoro'''. La [[Costituzione]], già nel suo primo articolo, sancisce il diritto del cognato al lavoro, purtroppo i [[poteri forti]] che governano il nostro paese lo hanno sempre vessato e lui è rimasto uno [[sfigato]], ma con noi il vento per il cognato cambierà direzione.
# '''Diritto alla casa''' <small>a Montecarlo</small>. Il cognato non può vivere in casa con <s>noi!</s> i familiari. Ha diritto ad avere un appartamento tutto per sé, dover poter <s>pippare</s> alloggiare in santa pace. Qualora fosse possibile, bisognerebbe cercargliene uno a poco prezzo nel [[principato di Monaco]] in modo che abbia qualche piccolo vantaggio anche a livello fiscale.
# '''Assistenza sanitaria gratuita'''. È giusto che se il cognato collassa dopo aver assunto un quintale di coca debba pagarsi l'ambulanza fino all'ospedale più vicino e che addirittura gli siano addebitati i costi della lavanda gastrica? Per noi del ''partito del cognato'' questa è pura follia e lotteremo perché gli sia riconosciuta l'assistenza sanitaria gratuita in tutto il territorio italiano e a Montecarlo centro.
# '''Diritto allo studio'''. Il cognato ha diritto a uno studio! Sia da dentista, da avvocato o da architetto, poco importa, l'importante è che gli si intesti uno studio. Possibilmente a Montecarlo. Ad arredarlo ci pensa Elisabetta.
# '''[[Federalismo]] cognatale'''. Pagare le tasse allo stato centrale è una pazzia, l'ha detto anche [[Calderoli]]! Figuriamoci un cognato cosa può ricevere indietro da uno stato mangione come quello italiano. La nostra proposta prevede che ciascuno di noi paghi una quota di tasse direttamente al cognato che ne può disporre come meglio gli aggrada.

====Mosse politiche====
La prima mossa in programma è quella di presentare un mozione di sfiducia al governo, la seconda quella di comprare una pelliccia a Elisabetta.<br />Bisognerà poi occuparsi delle alleanze, mentre con gli apparentamenti è già [[tutto a posto]].<br />Rimane da affrontare il problema del simbolo: è in corso un'accesa discussione interna tra chi vorrebbe {{citnec|un richiamo ai valori fondanti del partito senza tralasciare quelli storici della destra}} e chi se ne sbatte i coglioni di tutto.

====Obiettivo====
L'obiettivo dichiarato è di raggiungere alle prossime [[elezioni]] almeno il 51% dei voti o, in alternativa, imbarcare almeno qualche [[gnocca]].

===Reazioni politiche===
[[File:Santanchè gestaccio.jpg|thumb|right|250px|La Santanché allegorizza il destino di Fini]]
{{quote|Ci sono molte possibilità che l'obiettivo del 51% dei consensi si raggiunga.|Un super partes Gianfranco Fini}}
{{quote|Sì, le stesse che ho io di vicere il Pallone d'oro.|[[Felipe Melo]]}}
{{quote|Speràmo! Io me tocco li cojoni.|Giancarlo Tulliani}}
{{quote|Ma [[vaffanculo]]!|Daniela ex Fini}}
{{quote|L'idea di un partito del genere l'ho avuta anch'io, ma mi dispiaceva discriminare zie e nipoti.|[[Clemente Mastella]]}}
{{quote|Ma vaffanculo anche tu!|Daniela ex Fini}}



== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
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[[Categoria:Fascisti]]
[[Categoria:Fascisti]]
[[Categoria:Personaggi famigerati]]
[[Categoria:Personaggi famigerati]]
[[Categoria:Voltagabbana]]

Versione delle 23:28, 25 ott 2010

Template:Politica

Nonquote contiene deliri e idiozie (forse) detti da o su Gianfranco Fini.


Gianfranco Fini
Gianfranco Fini
Gianfranco Fini
Fini durante una manifestazione in ricordo dell'olocausto
Presidente della Camera di Elisabetta
Mandato
dal 2008 a quel paese
Preceduto da Compagno Cachemire
Succeduto da Noemi Letizia
Partito politico da definire
Tendenza politica Fascio--comunista
Nascita 28 ottobre 1922
Coniuge esentato, finché non lo beccano
Religione Berlusconesimo, non praticante ed eretico



« Sono sempre stato un paladino della libertà. Almeno da quando ho capito che era il modo migliore per rimorchiare un po' di figa »
(Gianfranco Fini sull'abiura al fascismo.)
« Quando inneggiavo alla pena di morte e citavo il Mein Kampf, non ci credevo veramente. Lo facevo per vedere se eravate attenti. »
(Gianfranco Fini su Arrampicarsi sugli specchi.)
« La Lega è un'alleato inaffidabile. »
(Gianfranco Fini su Bue che dà del cornuto all'Asino)
« Berlusconi è autoritario e gestisce il partito come una azienda, il confronto come una offesa, il dissenso come un delitto »
(Gianfranco Fini di ritorno da un viaggio di circa 17 anni su Marte)
« Ragazzo, vedi quello zerbino? Ecco, ha più spessore politico di Gianfranco Fini »
(Un padre premuroso su Gianfranco Fini)


Gianfranco Fini (Stalingrado, 8 settembre 1943 - Montecarlo 24 maggio 2024) è un noto politico antiproibizionista italo-monegasco, co-fondatore e neo-affondatore della ex Casa delle Libertà, alla quale era stato associato da Berlusconi, Casini e Bossi, per evitare di giocare il tressette col morto.
Si riconosce perché se gli pesti distrattamente un piede, invece di dire "Ahi!" dice "Eia, eia, alalà!".


Biografia minima

Gianfranco Fini in Matrix
File:Finibob.jpg
Noo uommannocraaaaiii...

Nato come reincaranazione di un cugino di un cugino da padre pentito e madre vedova nera, passò i primi quarant'anni della sua vita cercando di convincere tutti di non essere un figlio di papà ma un gran figlio di puttana, e i successivi cercando di convincersi del contrario.
A quattro anni si iscrive al "Partito degli Adoratori di Mussolini" che, nonostante il nome sobrio, richiama i suoi valori a quelli del fascismo.
Entra ben presto in contrasto con tutti per aver dato vita a un'ala scissionista che pretende l'abolizione dell'obbligo di rasarsi la testa per essere veri fascisti; le sue idee vengono considerate troppo avanguardiste e dopo la bocciatura della successiva proposta di introdurre lo zucchetto in sostituzione del fez come copricapo nell'uniforme d'ordinanza, lascia polemicamente il partito per iscriversi al gruppo Boy scout dell'oratorio Don Bosco del quale si propone di scalare la gerarchia.
Dotato di straordinario acume politico e dell'edizione aggiornata del Manuale delle giovani marmotte prestatogli da Maria Montessori, riesce a diventare Guida scout prima del compimento della maggiore etá.
Nonostante la brillante carriera nel partito di Baden-Powell[senza fonte], il richiamo del manganello torna a farsi sentire irresistibile: si dimette dai boyscout e va a prendersi due calci in culo da un gruppo di militanti di sinistra pur di dare una parvenza di logicità alla successiva iscrizione alla Giovane Italia, un gruppo studentesco usato dal MSI per ramazzare i virgulti dell'italica stirpe.
Molti anni dopo lo stesso Gianfranco dirà:

«  Non avevo precise opinioni politiche. Mi piacevamo John Wayne e Giuliano Gemma mentre quegli arroganti estremisti rossi preferivano Che Guevara e Mao Zedong. Scelsi la Giovane Italia perché in sezione proiettavano un sacco di film western. »


La linea politica

La linea politica finiana

Nell'MSI Gianfranco viene accolto a braccia aperte e ginocchiate virili e fasciste nei coglioni.
Leccata dopo leccata Col passare del tempo riesce a conquistare sempre più la fiducia del Duce segretario Giorgio Almirante che finalmente lo incorona suo delfino curioso.

Forse a causa dell'età avanzata o delle messe nere celebrate da Gianfranco, Almirante muore nel 1988 e per Fini si aprono le porte della segreteria del Msi.
Purtroppo sono quelle d'uscita, visto che viene eletto Pino Rauti.
Forse a causa dell'età avanzata o del cianuro che Gianfranco gli mette nel caffè, anche Rauti se ne va al Creatore[citazione necessaria] il giorno dopo la sua elezione a segretario.
Nessuno sembra avere lo stesso carisma di Fini per tenere le redini del partito, a meno di non volerlo affidare a Martufello, e la sua elezione diventa un plebiscito.
Durante i primi anni di reggenza del Movimento sociale, Fini finge di essere davvero missino: spara cazzate, emette giudizi profondamente fascisti di destra, compra casa con vista sul Lager di Garda, e addirittura si candida a sindaco di Roma con un programma ad alto profilo ecologico che ha come punto cardine la costruzione di un gassificatore alimentato a bambini Rom.
Perde la sfida con Rutelli, che è un po' come perdere a Rubamazzo con Andrea Bocelli, ma incassa l'endorsement[citazione necessaria] di Berlusconi che dichiara pubblicamente:

« Tra Rutelli e Fini? Nessun dubbio: è Gianfranco ad avere la moglie più porca. »
Il sogno che segnò la conversione di Gianfranco.

L'influenza di Berlusconi lo porta ad abbandonare il progetto di restaurazione fascista di cui sarebbe dovuto essere a capo e creare Alleanza Nazionale che in seguito confluirà nel PdL con l'obiettivo di restaurare sì il fascismo, ma con a capo Berlusconi.
Negli anni della nostalgia i valori di Fini erano quelli tipici della destra: Patria, Stato, Famiglia e canzoni dei Cugini di campagna, più due gocce di olio di ricino e manganello q.b..
Dopo il famoso sdoganamento di Berlusconi i valori mutarono leggermente: va bene lo Stato, va bene la Famiglia, va bene la Patria, l'olio di ricino e il manganello, ma la Figa dove la mettiamo?
Fu così che durante un celeberrimo congresso si compì la cosidetta svolta di Fiuggi con la quale Gianfranco riuscì a convincere i suoi camerati compagni di partito che era ora di uscire dal ghetto ideologico del dopoguerra e mirare a un'attiva partecipazione governativa[citazione necessaria]. Insomma era giunto il momento di abbandonare l'olio di ricino e il manganello in favore dell'acqua minerale naturale, della cocaina e delle minorenni.
Partendo da una sconfessione totale degli ideali del fascismo, Fini giunse alla conclusione che

«  Vabbè la tradizione, ma qui non si becca un centesimo! »

E che di conseguenza,

La svolta di Fiuggi


A seguito di questo inaspettato cambio di direzione, il partito subisce la scissione dell'ala più moderata guidata dal dottor Mengele. Intanto Fini costituisce, insieme a Forza Italia, al partito di Casini e ai soldatini di stagno di Rotondi, la coalizione del centrodestra italiano: il Polo delle pubertà.
È intorno al 2003 che Gianfranco comincia a mostrare pericolose tendenze leniniste recandosi in Israele per denunciare gli errori del fascismo, la tragedia dell'olocausto e il rammarico per la mancata cementificazione dei campi profughi palestinesi.
Questa imprevedibile svolta porta Alessandra Mussolini ad abbandonare AN portandosi via il Gioco dell'oca, i vestiti in lattex e la sua quarta abbondante, lasciando nel partito un vuoto enorme che sarà colmato solo in seguito all'acquisto di un portavaso in ceramica anticata .
Dopo la prestigiosa[citazione necessaria] elezione a Presidente della Camera, dissensi via via più ampi col padrone leader del partito, lo porteranno a lasciare il PdL per fondare la Democrazia Cristiana. Braccato dai giudici comunisti per aver utilizzato l'auto di servizio per condurre soubrette televisive nel proprio ufficio, dai sicari mandati da Berlusconi per non avergli permesso di effettuare il drive-test sulle stesse soubrette, e da Woody Woodpecker per dissapori politici, Fini si nasconde a Predappio per meditare sull'evoluzione della sua politica e ingravidare la fidanzata di uno dei suoi migliori amici. Se da una parte dimostra che un "figlio della lupa" perde il pelo ma non il vizio, dall'altra suscita la risentita reazione della moglie Daniela:

« Li mortacci sua, 'sto fijo de 'na mignotta impestata! »
(La contessina Daniela ex Fini.)

Il Partito del cognato

È proprio mentre medita tra Predappio e Montecarlo che gli viene la brillante[ma anche no] idea di fondare un nuovo partito. Gliela suggerisce la necessità di sistemare il fratello della nuova compagna Elisabetta Soprano.

Manifesto

Premessa e punti programmatici

Giovani finiani indicano la direzione da seguire al loro capo

In Italia, dopo vent'anni di fascismo, cinquant'anni di Democrazia Cristiana e quindici anni di Berlusconi, Bossi e Fini, ancora non si è messo mano alla riforma che più sta a cuore agli italiani: la sistemazione del cognato.
È per questo che il nostro partito è nato e per questo si batterà perseguendo senza tentennamenti i cinque punti fondamentali:

  1. Diritto al lavoro. La Costituzione, già nel suo primo articolo, sancisce il diritto del cognato al lavoro, purtroppo i poteri forti che governano il nostro paese lo hanno sempre vessato e lui è rimasto uno sfigato, ma con noi il vento per il cognato cambierà direzione.
  2. Diritto alla casa a Montecarlo. Il cognato non può vivere in casa con noi! i familiari. Ha diritto ad avere un appartamento tutto per sé, dover poter pippare alloggiare in santa pace. Qualora fosse possibile, bisognerebbe cercargliene uno a poco prezzo nel principato di Monaco in modo che abbia qualche piccolo vantaggio anche a livello fiscale.
  3. Assistenza sanitaria gratuita. È giusto che se il cognato collassa dopo aver assunto un quintale di coca debba pagarsi l'ambulanza fino all'ospedale più vicino e che addirittura gli siano addebitati i costi della lavanda gastrica? Per noi del partito del cognato questa è pura follia e lotteremo perché gli sia riconosciuta l'assistenza sanitaria gratuita in tutto il territorio italiano e a Montecarlo centro.
  4. Diritto allo studio. Il cognato ha diritto a uno studio! Sia da dentista, da avvocato o da architetto, poco importa, l'importante è che gli si intesti uno studio. Possibilmente a Montecarlo. Ad arredarlo ci pensa Elisabetta.
  5. Federalismo cognatale. Pagare le tasse allo stato centrale è una pazzia, l'ha detto anche Calderoli! Figuriamoci un cognato cosa può ricevere indietro da uno stato mangione come quello italiano. La nostra proposta prevede che ciascuno di noi paghi una quota di tasse direttamente al cognato che ne può disporre come meglio gli aggrada.

Mosse politiche

La prima mossa in programma è quella di presentare un mozione di sfiducia al governo, la seconda quella di comprare una pelliccia a Elisabetta.
Bisognerà poi occuparsi delle alleanze, mentre con gli apparentamenti è già tutto a posto.
Rimane da affrontare il problema del simbolo: è in corso un'accesa discussione interna tra chi vorrebbe un richiamo ai valori fondanti del partito senza tralasciare quelli storici della destra[citazione necessaria] e chi se ne sbatte i coglioni di tutto.

Obiettivo

L'obiettivo dichiarato è di raggiungere alle prossime elezioni almeno il 51% dei voti o, in alternativa, imbarcare almeno qualche gnocca.

Reazioni politiche

La Santanché allegorizza il destino di Fini
« Ci sono molte possibilità che l'obiettivo del 51% dei consensi si raggiunga. »
(Un super partes Gianfranco Fini)
« Sì, le stesse che ho io di vicere il Pallone d'oro. »
« Speràmo! Io me tocco li cojoni. »
(Giancarlo Tulliani)
« Ma vaffanculo! »
(Daniela ex Fini)
« L'idea di un partito del genere l'ho avuta anch'io, ma mi dispiaceva discriminare zie e nipoti. »
« Ma vaffanculo anche tu! »
(Daniela ex Fini)


Voci correlate