Era Democristiana

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L’Era Democristiana ebbe inizio subito dopo la fine della terribile Guerra dei Mondi e fu caratterizzata dall’aspro confronto fra Capitalisti e Alieni comunisti.

A livello nazionale e peninsulare la nuova era vide l’affermarsi di una grande forza politica: l’inossidabile partito cattolico-integralista della Democrazia Cristiana, guidato dal carismatico e pio Leone di Lernia, fino ad allora in clandestinità per sfuggire ai nazisti.

Manifesto elettorale dello Scudo Crociato, nella dura lotta contro gli Alieni Comunisti.

La storia

Agli albori dell’Era Democristiana l’Italia era ridotta a uno spettrale cumulo di macerie in un bianco e nero tipicamente neo-realista in cui si aggiravano masse agricole, neo parlamentari dei comitati di liberazione nazionale, scugnizzi che correvano scalzi tutto il santo giorno, disoccupati che campavano con la “borsa nera”, impiegati statali e pensionati alla fame, piccolo borghesi inferociti e bonari parroci che li sostenevano elargendo santini.

Fortunatamente gli Americani – impietositi da queste scene di indigenza e desiderosi di assumere il controllo della sfortunata penisola – inviarono aiuti finanziari a pacchi sotto forma di Formaggini Mio.

Mentre ciò accadeva in Italia, a livello internazionale si stabilì un triumvirato di potere formato dalla presidenza degli Stati Uniti d'America, dal Papa e da Chuck Norris.

L’unica grande forza di contrasto era l’Unione Sovietica di Renato Schifani, sponsorizzata dagli alieni comunisti e dotata di almeno 100.000 carri armati.

In tale contesto si sviluppò la fertile Era Democristiana in Italia, portando a tutti noi il posto fisso, l’industria, l’appartamento, la televisione, le pastarelle di domenica dopo la messa, la Fiat Seicento, la brillantina Linetti, i registratori Geloso e il terrorismo internazionale.

Una tipica casalinga dell'Era Democrisitiana nell'intimità domestica.

Nei ridenti paesi invasi dal benessere più spinto, le massime autorità erano: il sindaco (qualche volta anche non democristiano), il parroco, il maresciallo dei carabinieri, il farmacista e lo scemo del villaggio.

Chi scrive

Chi scrive è cresciuto in piena Era Democristiana, con tanto di pantaloncini corti, candidi calzettoni e scarpe laccate, pastarelle domenicali e sussidiari a colori della scuola dell’obbligo, debitamente passati al vaglio dalla censura, sotto l’ombra paterna d’un onnipresente crocefisso.

Quindi, chi scrive non può trattenere un attimo di sincera commozione nel ricordare quei tempi felici, quel piccolo mondo antico, in cui le donne mettevano il fazzoletto di seta in testa per coprirsi ed entrare rispettosamente in chiesa, in cui si faceva la gita domenicale con l’indistruttibile Fiat Seicento di famiglia, per andare in trattoria ad abbuffarsi come suini (naturalmente dopo la messa), in cui abbondavano le palline di sporco fra le dita dei piedi, la finta pelle dominava e quando il maestro entrava in classe, per l’appello quotidiano, ci si alzava disciplinatamente in piedi.

Quando l’Era Democristiana finì, iniziò la spregiudicata Era Socialista, detta dai politologi e dagli esoterici "Era dell’Acquario", e caratterizzata da cospicui mutamenti antropologici, da un aumento esponenziale della stronzaggine, nonché dalla presenza di ingombranti politici, quali il leader massimo Bettino Craxi, o il suo corpulento delfino Gianni De Michelis.