Dario Franceschini: differenze tra le versioni

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Nel febbraio del [[2009]] la leadership politica di Veltroni era quantomai traballante. Il partito aveva infatti perso il controllo di molte regioni considerate strategiche, di quasi tutte le province della [[Sicilia]], dell'[[Abruzzo]], della [[Sardegna]] e perfino dell'albergo in [[Monopoli|Parco della Vittoria]], e la linea tenuta dal segretario del PD, che continuava a rassicurare tutti dicendo: ''"Gli italiani sono con noi, e poi possiamo istituire ben sette nuovi consigli provinciali-ombra"'', turbavano parecchio le alte sfere del partito.
Nel febbraio del [[2009]] la leadership politica di Veltroni era quantomai traballante. Il partito aveva infatti perso il controllo di molte regioni considerate strategiche, di quasi tutte le province della [[Sicilia]], dell'[[Abruzzo]], della [[Sardegna]] e perfino dell'albergo in [[Monopoli|Parco della Vittoria]], e la linea tenuta dal segretario del PD, che continuava a rassicurare tutti dicendo: ''"Gli italiani sono con noi, e poi possiamo istituire ben sette nuovi consigli provinciali-ombra"'', turbavano parecchio le alte sfere del partito.


Con un colpo di mano, [[Pierluigi Bersani]] riuscì a rapire il criceto di Veltroni, intimandogli di rassegnare le dimissioni quanto prima, se l'avesse voluto rivedere vivo. Veltroni, che aveva promesso di andare ad occuparsi di volontariato in [[Africa]] alla fine della sua carriera, cercò con ogni modo di restare al comando, per non doversi mischiare con tutti quei [[negri]], ma dovette infine cedere. A quel punto, il gran consiglio superiore del PD in seduta plenaria, ossia composto da [[Massimo D'Alema]] e una penna a sfera raccattata su una scrivania, decise di investire del potere di segretario proprio Dario Franceschini, con un voto favorevole, zero contrari e zero astenuti (la penna, difatti, era dovuta uscire prima del voto per impegni famigliari).
Con un colpo di mano, [[Pier Luigi Bersani]] riuscì a rapire il criceto di Veltroni, intimandogli di rassegnare le dimissioni quanto prima, se l'avesse voluto rivedere vivo. Veltroni, che aveva promesso di andare ad occuparsi di volontariato in [[Africa]] alla fine della sua carriera, cercò con ogni modo di restare al comando, per non doversi mischiare con tutti quei [[negri]], ma dovette infine cedere. A quel punto, il gran consiglio superiore del PD in seduta plenaria, ossia composto da [[Massimo D'Alema]] e una penna a sfera raccattata su una scrivania, decise di investire del potere di segretario proprio Dario Franceschini, con un voto favorevole, zero contrari e zero astenuti (la penna, difatti, era dovuta uscire prima del voto per impegni famigliari).


Congedato ufficialmente Veltroni, che non ritirò nemmeno il suo [[frigo a pedali]] di consolazione, cominciava ufficialmente l'era Franceschini, il cui primo provvedimento fu di trasformare il [[Governo ombra]] del PD in [[Orgia|Governo orgia]], licenziando tutti i finti ministri, ad eccezione di [[Giovanna Melandri]], e assumendo al loro posto sedici modelle estoni.
Congedato ufficialmente Veltroni, che non ritirò nemmeno il suo [[frigo a pedali]] di consolazione, cominciava ufficialmente l'era Franceschini, il cui primo provvedimento fu di trasformare il [[Governo ombra]] del PD in [[Orgia|Governo orgia]], licenziando tutti i finti ministri, ad eccezione di [[Giovanna Melandri]], e assumendo al loro posto sedici modelle estoni.

Versione delle 00:57, 26 mar 2009

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Nessuno sa con precisione che faccia abbia Dario Franceschini, nemmeno sua moglie.
« Un amico leale e fidato. »
(Walter Veltroni su Dario Franceschini, cinque minuti prima degli exit-poll della Sardegna)
« Se lo prendo lo ammazzo. »
(Sempre Walter Veltroni, due secondi dopo i risultati delle elezioni regionali)
« Berlusconi è un clerico-fascista, e gli puzzano pure i piedi. »
(La nuova linea aggressiva promossa dal segretario del PD)
« Ah, non guardate me, io ho votato per l'altro candidato. »
(Qualsiasi tesserato PD su elezione di Dario Franceschini)


Dario Franceschini è un noto e apprezzato[lol] uomo politico italiano. In seguito alla decapitazione in pubblica piazza di Valter Weltrony, ricopre la carica di Persona che deve Inveire Contro Berlusconi Fingendo di Costituire un'Alternativa Politica (conosciuta anche come "Segretario del Partito Democratico"). Il suo passato di militante nella Democrazia Cristiana spiegherebbe la sua tendenza a rubare incarichi istituzionali.

Da ceppo di legno a leader politico

Dario Franceschini non nacque, fu semplicemente intagliato nel febbraio del 2008 da Massimo D'Alema a partire da un malconcio pezzo di legno tutto nodoso appartenente alla vecchia scrivania di Romano Prodi, il quale aveva da poco rassegnato le ennesime dimissioni da Presidente del Consiglio dei Ministri dopo che gli avevano negato la fiducia i partiti comunisti, ambientalisti, radicali, cattolici e berlusconiani che componevano il suo governo. Il piano di D'Alema era quello di creare un burattino politico che avesse un faccione pacioccoso (ma meno forfora di Giuliano Ferrara) e che fosse facilmente manovrabile da dietro le quinte, mediante gli appositi fili di nylon.

Dario Franceschini si nasconde da qualche parte in questa foto.

Purtroppo, non tutte le ciambelle riescono col buco, e il miglior risultato che D'Alema ottenne fu, appunto, Dario Franceschini. Dato che, dopo i primi test di gradimento effettuati dall'ufficio marketing del PD in collaborazione coi ricercatori Oral-B, risultava che il pupazzo Franceschini terrorizzava i pampini e causava gravidanze isteriche alle loro mamme (si situava, quindi, poco al di sotto di Rosi Bindi nella scala di rischio biologico), si dovette ripiegare sul viso più rassicurante di Walter Veltroni, il quale, essendo ricco di fibre, aveva anche piacevoli effetti benefici sulle funzioni gastrointestinali dell'italiano medio.

Ma D'Alema non si perse d'animo e riuscì a inserire la sua creatura nell'organico del nascente Partito DemocristianoDemocratico, con l'incarico di viceVeltroni e sottosegretario ai ribaltoni.

Il duro percorso di formazione

Il povero Franceschini, pur conservando un'intelligenza superiore a quella di Oliviero Diliberto, doveva essere educato velocemente ai sani valori della politica italiana per rimettersi in pari con la gloriosa tradizione politica del Partito Democratico. Ma il tempo a sua disposizione era scarso, e dovette essere iscritto in fretta e furia al CEPU prima delle elezioni di aprile.

Nella prestigiosa sede scolastica CEPU di Ferrara, Franceschini si contraddistinse per meriti accademici e per l'alto profilo intellettuale dei suoi dibattimenti alla macchina del caffé durante il quarto d'ora accademico, che vedevano sempre la presenza tra il pubblico di una folta schiera di luminari, tra i quali spiccano Alessandro Del Piero, Valentino Rossi e il pupazzo Uan di Bim Bum Bam.

Durante i mesi di intenso studio, particolarmente feconde si rivelarono le lezioni di Diplomazia Politica Avanzata, corso tenuto dall'eminente docente Antonio Di Pietro, durante il quale Franceschini imparò le basi della dinamica del dialogo politico. Tra gli insegnamenti di maggior rilievo si ricordano:

  • Essere contrario a qualsiasi decisione presa dal Governo, perché Berlusconi è il male.
  • Se proprio non si può essere contrari con una decisione del Governo, per evitare figure di merda, meglio astenersi dal voto in Parlamento e fingersi indignati per qualcosa (il colore della camicia di Calderoli, ad esempio).
  • Ribadire che il PD è un partito laico, ma che rispetta ed incoraggia il diritto del Papa di ingerire pesantemente nella vita politica italiana.
  • Ribadire che il PD è un partito a vocazione centrista, ma che rispetta ed incoraggia il diritto alla lotta armata delle correnti comuniste al suo interno.
  • Dare del coglione almeno una volta al giono a Berlusconi, questo per guadagnarsi la stima delle giovani leve del centrosinistra.
  • Dare del coglione almeno una volta al mese a Napolitano, ma farlo come se gli si stesse facendo un complimento.
  • Fare velati riferimenti all'impotenza di Giulio Tremonti se si è in difficoltà durante una puntata di Ballarò.

Completato il duro iter di studi, Franceschini, laureatosi con il massimo dei voti e pompino accademico, potè ritirare la sua laurea scritta a mano sul retro di una confezione di corn flakes e prepararsi per lo sfavillante mondo della politica.

L'inarrestabile ascesa

La carriera politica di Dario Franceschini comincia all'ombra del doppio mento del suo leader e compagno di merende Walter Veltroni quando questi viene eletto alla segreteria del Partito Democratico.

Veltroni e Franceschini a una riunione di partito.

Il contributo di Franceschini ad indirizzare l'operato di Veltroni, pur mantenendo un profilo discreto, non è stato affatto ininfluente. È infatti l'autore della campagna politica di enorme successo "Se po' ffa'", grazie alla quale il PD perse il favore degli imprenditori, dopo essersi giocato quello degli operai candidando Matteo Colaninno.

Tra le altre idee geniali di Dario Franceschini, meritano di essere menzionate:

  • L'aver suggerito a Veltroni di usare la formula del "ma anche" per contraddirsi apertamente all'interno di una frase senza sembrare un coglione.
  • La scelta, da una parte, di usare come slogan "Stiamo cambiando la politica" e dall'altra parte di candidare, nelle liste del PD, tutti gli ex ministri del governo Prodi.
  • L'aver scelto il nome PD per il partito, facendo incazzare i cattolici, che vedono nella sigla riferimenti a una locuzione che fa piangere il Papa e, contemporaneamente, l'aver fatto incazzare i comunisti candidando Paola Binetti.

L'elezione a segretario del PD

Nel febbraio del 2009 la leadership politica di Veltroni era quantomai traballante. Il partito aveva infatti perso il controllo di molte regioni considerate strategiche, di quasi tutte le province della Sicilia, dell'Abruzzo, della Sardegna e perfino dell'albergo in Parco della Vittoria, e la linea tenuta dal segretario del PD, che continuava a rassicurare tutti dicendo: "Gli italiani sono con noi, e poi possiamo istituire ben sette nuovi consigli provinciali-ombra", turbavano parecchio le alte sfere del partito.

Con un colpo di mano, Pier Luigi Bersani riuscì a rapire il criceto di Veltroni, intimandogli di rassegnare le dimissioni quanto prima, se l'avesse voluto rivedere vivo. Veltroni, che aveva promesso di andare ad occuparsi di volontariato in Africa alla fine della sua carriera, cercò con ogni modo di restare al comando, per non doversi mischiare con tutti quei negri, ma dovette infine cedere. A quel punto, il gran consiglio superiore del PD in seduta plenaria, ossia composto da Massimo D'Alema e una penna a sfera raccattata su una scrivania, decise di investire del potere di segretario proprio Dario Franceschini, con un voto favorevole, zero contrari e zero astenuti (la penna, difatti, era dovuta uscire prima del voto per impegni famigliari).

Congedato ufficialmente Veltroni, che non ritirò nemmeno il suo frigo a pedali di consolazione, cominciava ufficialmente l'era Franceschini, il cui primo provvedimento fu di trasformare il Governo ombra del PD in Governo orgia, licenziando tutti i finti ministri, ad eccezione di Giovanna Melandri, e assumendo al loro posto sedici modelle estoni.

Le reazioni del mondo politico

Non appena Veltroni fu rispedito a casa col due di picche e Franceschini fu eletto segretario, il mondo politico e intellettuale si divise tra chi sosteneva e chi guardava con scetticismo alla neoeletta figura istituzionale.

Tra i commenti più rilevanti meritano di essere ricordati:

« Coglione! Cazzo, ecco che quel partito di comunisti e mezze seghe elegge un altro terrone che verrà mantenuto coi soldi di noi lumbard lavoratori. »
« Franceschini? Ma è quello? Io credevo fosse un attaccapanni. »
« Ho molto orgoglioso per lui, gli ho imparato tutto di meglio che avevo. »
« Datte foco, con quei capelli da frocio, chi ti credi di essere? Kennedy? »
« Meno male, sono ancora il leader politico più bello. »
« Aghhbghh sbghhb lghhgbg laaaghbgahhh. »
« Dura minga »

Foto secsi dal Myspace di Franceschini


Voci correlate


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