Logorrea: differenze tra le versioni

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*''Disquisitiones troppas'', di [[Plinio il Vecchio]]
*''Disquisitiones troppas'', di [[Plinio il Vecchio]]
*''Magna palabras'', di Plinio il Pirla
*''Magna palabras'', di Plinio il Pirla
*''Logorrea e Castigo'', di [[Dostoevskij]]
*''Isole nella Logorrea'', di [[Ernest Hemingway]]


=== Testi specialistici di una certa rilevanza===
=== Testi specialistici di una certa rilevanza===

Versione delle 20:42, 18 feb 2010

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Un'immagine che riporta la scritta "Logorrea" nella pagina sulla Logorrea può sembrare una cosa molto stupida. Eppure ci sono situazioni ben più assurde. Proprio parlando della logorrea, il famoso blablaologo Charlie Charlie, soprannominato "il buontempone che non riesce mai a stare zitto a causa del suo vizio di parlare a vanvera senza poi dire nulla di così interessante da poter essere riportato/annoverato/rimembrato", che ha scritto il famoso saggio sulla Logorrea: "Come annoiare l'ascoltatore senza incorrere in rischi per la propria salute o in modo equivalente per la salute dei rispettivi familiari" ed è fratello del campione mondiale di pignolerìa Franco Curàto che a sua volta ha contribuito alla stesura del saggio breve - ma non poi così breve (data la sua eccessiva lunghezza, o meglio spessore) - "La pignolerìa al mondo d'oggi, intendendo la parola oggi non letteralmente come questo dì ma come tempi moderni", nonchè autore del musical "Un pignòlo a Brodway", cui ha contribuito lo stesso blablaologo Charlie Charlie nella parte del blablaologo, interpretando magistralmente sè stesso, e ottenendo non solo i favori del pubblico che ha acclamato Charlie Charlie e Franco Curàto, ma anche un discreto successo presso la critica che ha considerato "Un pignòlo a Brodway" il miglior musical fra i 6 che partecipavano al concorso "Spedisci a Brodway il tuo musical e vinci!" (che ha visto come concorrenti musical quali "Un divano per tre", con protagonisti John Belushi nel ruolo del divano e Qui Quo Qua nel ruolo dei 3, "I segreti di Braccabrack Mountain - Il musical", con John Belushi nel ruolo della montagna, "Unuomosenzaspazi", con John Belushi nel ruolo dell'uomosenzaspazi, "La Commedia con la C Maiuscola", con Ben Stiller nel ruolo della C maiuscola e John Belushi nel ruolo della o minuscola e infine lo spettacolo "Occhi di fango", inedito di Gianni Moretti in cui viene inquadrata per 8 ore una balla di fieno che rotola sul palco mentre qualcuno dietro le quinte suona il flauto traverso) "Il pignòlo ed il pinòlo", e uomo di grande successo in campo economico, tanto da predirre la crisi economica 10 minuti prima dell'impatto sul bilancio statale.
Come si può ben notare, c'è un'immagine all'interno della didascalia, perchè non ho avuto occasione di completare la proposizione sovrastante che non ha conclusione e finisce del vuoto, senza tralasciare che non ho avuto occasione di citare altre opere del blablaologo Charlie Charlie, come "Un blablaologo a Brodway, spudorato plagio de "Un pignòlo a Brodway", "Un blablaologo a Beverly Hills", spudorato plagio de "Natale a Beverly Hills", e "Un blablaologo che affonda per mezzo di un iceberg", spudorato plagio di Titanic. Si potrà continuare con la didascalia alfa (considerando una suddivisione secondo la quale questa sottocategoria sia definita beta e la categoria primaria alfa, come alfa-alfa, il bambino dal ciuffetto rosso che non piaceva a nessuno) non appena sarà concluso l'elenco di tutti i saggi/film/musical/canzoni di Charlie Charlie: *Perchè gli italiani ripudiano i blablaologi? *Perchè i lebbrosi ripudiano i blablaologi? *Perchè i cani ripudiano i blablaologi? *Cosa hanno in comune psicologi e blablaologi? *Un blablapsicologo nella società moderna *Tesi sul blablabla nell'evoluzione dell'uomo *Il valore del bla misurabile in ettolitri quadri: da oggi è possibile, grazie alle nuovissime tecnologie che bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla. Grazie per l'attenzione.
« Ti ho mai raccontato di quella volta in cui sono andato in Molise a cercare oro? Quella della caccia all'oro era una gran moda ai miei tempi, non era popolare quanto il charleston, che era una gran ballo ed era sicuramente meglio della lambada e di tutte quelle sciocchezze che fate voi giovani d'oggi, coi vostri piercing ed il vostro internet, ma era comunque una cosa che ti faceva sembrare fico agli occhi delle pupe, e tutti sappiamo che tira più un pelo di figa che una doppia punta spezzata. Partimmo tutti assieme, io, mio cognato ed il mio amico Gino, quello che vendeva dietorelle scadute spacciandole per miracolosi rimedi per la calvizie, per la gonorrea o per la narcolessia. Fu arrestato quando lo scoprirono, ma quando fu portato in tribunale riuscì a commuovere la giuria raccontando di quando aveva salvato il gatto del vicino, che si era arrampicato su di una pianta di ringosperna idrofoba, servendosi di una corda ricavata intrecciando vecchie riviste pornografiche, e per questo fu assolto tra le lacrime e gli applausi del pubblico. Comunque partimmo noi tre, armati soltanto con tre sacchi di iuta, i nostri fedeli mocassini neri, tanti sogni ed una chiave inglese legata ad un bastone che avevamo deciso di comune accordo da usare come piccozza. Eh sì, perché nel nostro paese non si potevano vendere piccozze, dato che erano state messe al bando da una vecchia legge mai abrogata risalente all'alto medioevo, secondo cui le piccozze sarebbero state uno strumento usato da Astaroth per portare le anime più deboli verso il peccato e la dannazione eterna. Andammo in Molise in autostop e ricevemmo un passaggio prima da una coppietta in fuga, che cercava l'accesso per la valle dell'Eden, che come saprai si trova a metà tra Massa e Carrara, e poi da una carovana di invasori armati fino ai denti provenienti dalla Mongolia, che in cambio dei nostri mocassini ci insegnarono alcune efficaci tecniche di tortura. Non avemmo mai una buona occasione per sperimentarle, purtroppo, perché l'Italia non partecipò alla Guerra del Vietnam. Solo Dio sa quanto avrei voluto la pelle di quegli sporchi miscredenti col muso giallo. Finalmente arrivammo a destinazione, ma fu allora che ci resimo conto che non avevamo la più pallida idea di dove poter cercare l'oro, così ci mettemmo a scavare delle buche a caso, sperando di trovare qualcosa; anche se non ci fosse stato oro, ci saremmo accontentati di un'antica città con templi all'interno di cui ci fossero state statue piene zeppe di gemme preziose, o al limite anche una vena petrolifera, anche se non avevamo i mezzi per costruire una trivella. Ci saremmo arrangiati con un tubo di gomma che Gino aveva trovato per strada. Purtroppo tutto ciò che riuscimmo a tirar fuori fu terra, sassi ed alcuni fusti radioattivi mal sotterrati, che fummo costretti a risotterrare per evitare di scatenare una guerra contro la malavita locale. Alla fine fummo costretti a tornare a casa con un pugno di mosche, anche perché rischiavamo di mancare alla quarta edizione della partita "calvi contro filistei" organizzata dal bar di Lello, però per non rendere totalmente inutile il viaggio, decidemmo di iscriverci ad una chiesa di Scientology che trovammo per strada. E comunque fu così che diventai un giocatore di curling. »
(Mio Nonno sulla logorrea)
« Essere costretti ad interagire con un soggetto affetto da logorrea può rivelarsi un'esperienza a dir poco micidiale, specialmente se l'individuo in questione rientra nella nefasta cerchia degli pseudoletterati che traggono una soddisfazione affine a quella ottenibile durante il culmine dell'atto sessuale nell'ammorbare il proprio interlocutore mediante l'utilizzo di un linguaggio arcaicizzante comunemente caratterizzato da espressioni verbali inusitate se non del tutto defunte e generalmente accompagnato da avverbi derivati da forme aggettivali e contorte sequenze di termini mutuati ad uno o più linguaggi specialistici, con l'unico scopo di generare una solida confusione in coloro che futilmente tentano di percorrere il cammino logico del messaggio che, invece di procedere secondo la linea retta tracciata dalla frase principale, si perde nei labirintici meandri di incidentali e frasi secondarie che si dipanano da essa dando forma a quello che ad un impatto iniziale potrebbe sembrare un catastrofico effetto domino ma che ben presto si rivela una sapiente trappola metalinguistica affine ad un tunnel senza sbocchi verso l'esterno, che però la vittima non riesce a percepire perché nascosta da abili cesellature. »
(Pier Paolo Pasolini sulla logorrea)

La logorrea (dal greco λογορροια, in inglese Logorrhoea, tedesco Logorrhoe, francese Logorrhée, olandese Logorroe, russo Логорея, in eschimese non c'è perché non hanno una parola per identificare tale termine) è definita come un "flusso eccessivo di parole", derivante dalle parole λόγος (termine greco per individuare in italiano la parola parola, in inglese word, in tedesco wort, in francese mot, in spagnolo palabra, in giapponese 語, in ucraino Слово, in vichingo non c'è perché i vichinghi comunicavano con i cazzotti) e ῥέω (termine greco per individuare lo scorrere del tempo, dei fluidi, insomma un flusso di qualcosa che può essere sia reale che immaginifico, individuando quindi uno scorrimento in senso lato). La definizione esposta precedentemente è sostanzialmente la definizione di tipo semantico glottologico, il quale mostra l'origine del termine, la sua etimologia ed il suo significato più recondito, trascurando quindi quelle che sono le interpretazioni successive o non ufficiali, come quelle del Rinascimento fiammingo. Tale definizione è in accordo con la teoria dominante presente nella glottologia e anche con quello che c'è scritto sul Dizionario Garzanti. Le correnti minoritarie della glottologia moderna sostengono però, senza timore di esser fraintesi, che il termine logorrea abbia un significato più vicino a esperienze fisiche, quali l'alitosi, già presente nell'antica Grecia e diffusosi poi in tutte le regioni del Mediterraneo. Secondo altri invece la logorrea, nell'antichità classica, aveva il solo scopo di individuare in maniera equivocabile una caratteristica peculiare dei politici delle poleis greche, quali Pericle o Alcibiade, o gli oratori dei fori romani, quali Cicerone o Catone. In tale contesto quindi, il termine logorrea ha un'accezione indubbiamente positiva, poiché indica un individuo di grande levatura sociale e conseguentemente di grande spessore culturale, in grado di sostenere lunghe conversazioni senza timor di fallo o di annoiare il pubblico, al solo scopo di persuadere e convincere l'uditorio, o a scopo politico o a scopo giuridico o a scopo denigratorio o semplicemente per sapere raccontare correttamente una barzelletta, in modo quindi da risultare più amabile ai più.

In senso lato, o sotto un altro punto di vista, si definisce logorrea una caratteristica tipica di individui che parlano molto, che discutono spesso, in maniera animosa o non. Il tono della discussione è può calmo e pacato ma sostanzialmente può anche non esserlo, portando l'individuo a discutere in maniera animosa pur di dar ragione alle proprie opinioni e tesi.

Tipi di logorrea

La logorrea, come ben sanno gli studiosi di psicopatologia non lineare, i quali da tempo sono impegnati in studi ascientifici non riconosciuti dalla comunità degli esperti, che a loro volta hanno proposto altri tipi di classificazioni, la logorrea, dicevamo, può essere suddivisa in trentaquattro tipologie ben definite da parametri addizionali non particolarmente pregnanti, dato il loro scarso potere predittivo, potere insito sostanzialmente nella loro capacità di far corrispondere isomorficamente il mondo delle idee con quello delle parole e quest'ultimo con quello delle cose. Considerando quanto facilmente la letteratura specialistica tenda a pubblicare articoli di scarso interesse scientifico, risulta quanto meno complesso stabilire quali dei trentaquattro tipi di logorrea sono da considerarsi coerenti e consistenti, benché gli ultimi esperimenti in psicologia cognitiva abbiano permesso di concludere che esiste un certo pattern di contigue similitudini autodescrittive. D'altro canto, non è ancora stata dibattuta a dovere la questione della demarcazione fra studi psicologici e studi psicanalitici in correlazione alle già note conoscenze in campo neurobiologico e neurochimico, questione che non ha mancato di suscitare vive polemiche nell'ambiente filosofico postmoderno, guidato dagli esponenti della Gestalt austroungarica e dalla scuola neoirrazionalista di Lione. Un ulteriore spunto di complessizzazione endognostica è stato posto dal dr. Johann Sebastian Bacharach, il quale ha fornito diverse soluzioni al problema della preterintenzionalità del parlato, preterintenzionalità che si trova a contrastare l'approccio semantico-semeiotico di scuola neopositivista.
Per ovvi motivi di spazio, ci troviamo qui a sintetizzare brevemente le suddette categorizzazioni di logorrea in brevi descrizioni esaurienti, la cui parva stringatezza non può che impedirci di perseguire l'ideale dell'esaustività enciclopedica:

Logorrea Gonorraica

Tipologia di logorrea particolarmente infida, probabilmente anche la più diffusa, di tipo specificamente infettivo - contagioso. Come la nomea suggerisce, è una tipologia di parlantina trasmissibile da persona a persona, esattamente come avviene per le malattie veneree, tra uomo e vagina. Ovverosia, per essere concisi, lo sbrodolamento verbale di una persona particolarmente prolissa può contagiare, in particolarissimi ma nemmeno troppo rari casi, anche le persone che lo circondano. Come rivelano gli studi ginecologici del professor Grullone, blablaologo dell'Università Interplanetaria di Marte, vera e propria autorità nel campo dello studio e della prevenzione contro l'ammappamento della bocca, ben il 56% delle chiacchiere urbane e senili è provocata non da una naturale predisposizione alla ciarla, bensì al contagio di Logorrea Gonorraica avvenuto da parte di un'altra persona infetta. Il professor Grullone, inoltre, in una famosissima conferenza sulla logorrea, intitolata "Diarrea verbale, come curarla? Oppure come difendersi? O alternativamente, come prendere delle precauzioni contro la stessa, prima che chiaramente ci colpisca? Ma volendo anche dopo" durata alcune settimane, e tenuta presso il Collegio dei Collegi a Voghera sul Reno, la Logorrea Gonorraica estende il proprio contagio anche attraverso la produzione scritta. Uno studio presentato dallo staff del professore, riassunto in alcuni volumi, in novantasette tomi, ordinati in ordine alfabetico, dimostrava in maniera inequivocabile (oserei dire ineccepibile) quanto la lettura di un testo prolisso provocasse un attacco di logorrea, per l'appunto di tipo Gonorraico infettivo, al 90% dei lettori del suddetto, o all'8 per mille dei membri della Chiesa Cattolica. Lungi dall'essere di rapida lettura, infatti, il sunto distribuito da Grullone al pubblio astante, ha provocato - esattamente come prevedibile e dimostrabile - un attacco di Gonorraica generale, che ha travolto la maggior parte della platea per diverse settimane a seguire. Nonostante le proteste numerose da parte dei degenti, "in nome del progresso scientifico" è stato una giustificazione sufficiente di fronte alla comunità antidolorifica internazionale, che, dopo alcuni mesi di seduta plenaria, ha finalmente convenuto che l'operazione di dimostrazione/studio del prof. Grullone è stata di prezioso aiuto al progresso umano e umanitario.

    • Nel corso della storia, inoltre, possiamo trovare numerosissimi esempi di persone terribilmente logorroiche, che hanno poi infettato con Logorrea Gonorraica il pubblico dei loro ascoltatori o lettori. Figura, primo tra tutti, il signor Ivano Dio, autore del best seller Bibbia. Oltre ad essere un libro tremendamente lungo e barboso, tra l'altro, è l'opera che nei secoli ha maggiormente provocato attacchi di logorrea anche nei propri lettori o commentatori. Indipendentemente dal fatto che fossero degli estimatori dello stesso, o dei critici feroci, in 2000 anni di storia travagliatissima, migliaia e migliaia di individui sono stati colpiti da fortissimi attacchi di Logorrea Gonorraica che li ha costretti a consumare intere foreste e aree boschive, per ricavarne carta, per scrivere tomi e volumi di commento, critica, compendio e guida alla lettura del Vecchio Testamento. Altri contagiatori di Gonorraica famosi sono stati Niccolò Machiavelli, che con le sue opere e parole ha contagiato innumerevoli professori, politologi, commentatori e professoresse di italiano a blaterare per ore parlando del suo operato. Tra i filosofi è d'obbligo citare Platone e Aristotele, i greci più chiacchierati del mondo; ma anche Hegel, Nietzsche e Totti. J.R.R. Tolkien, col suo Signore degli Anelli, che ha contagiato centinaia di autori, facendo loro scrivere le cacate fantasy più famose. Inenarrabile la quantità di parole spese da attori e poeti, a causa di Dante, Petrarca e Shakespeare. In anni più recenti, le parole di personalità di spicco della politica, da Silvio Berlusconi a Pier Luigi Bersani, contagiano di logorrea l'intera casta gionalistica italiana.

Logorrea di tipo Jakozpil

Scoperta dallo studioso ungherese Beniamino Jakozpil, psichiatra, chirurgo e podologo della Seconda Università dell'Università di Sofia, sua cugina, nel 1932, essa consiste nel ripetere in maniera compulsiva e anemica lo stesso concetto nella speranza che l'individuo interloquente venga ascoltato, o semplicemente cagato, dagli individui circostanti. Colpisce solitamente persone sole, bisognose d'affetto e d'attenzioni, e si presenta normalmente in luoghi pubblici affollati, quando si ha a che fare con persone non note, non conosciute, o semplicemente intraviste qualche volta per strada, insomma le classiche persone note di vista. Tali luoghi sono usualmente la fila alle poste, la sala d'aspetto di un dottore, il pullman affollato. Qui il soggetto comincerà a parlare di un evento con cui mettersi in mostra con i presenti, come l'incontro con un personaggio famoso. Il monologo dell'individuo comincia con affermazioni che tentano di attirare l'attenzione dei presenti. Normalmente può capitare che qualcuno risponda, e allora ha inizio la conversazione, altrimenti succede che il tizio comincia a parlare da solo e a darsi ragione da solo. Esempio di conversazione:

- Tizio: “Avete visto il Ministro l'altro giorno ai funerali di stato?”
- Nessuno risponde: “...”
- Tizio: “No, perché io l'ho visto, e rideva quell'imbecille. L'avete visto?”
- Nessuno risponde: “...”
- Tizio: “No perché io l'ho conosciuto... quello è siciliano. L'ho conosciuto ...quell'imbecille.”
- Nessuno risponde: “...”
- Tizio: “E rideva! Ai funerali di stato e rideva!”
- Nessuno risponde: “...”
- Tizio: “No perché io l'ho conosciuto. Quello è siciliano.”
- Nessuno risponde: “...”
- Tizio: “E stava ai funerali di stato, la telecamera l'ha inquadrato e a un certo punto si vedeva che rideva, l'avete visto? L'ha fatto vedere su Rai Uno.”
- Nessuno risponde: “...”
- Tizio: “E rideva. Ma che imbecille.”
- Nessuno risponde: “...”
- Tizio: “No perché io l'ho conosciuto, proprio un imbecille, uno che ride sempre.”

Si noti come l'individuo soggetto continuerà imperterrito per ore alla ricerca dell'approvazione dei presenti.

Logorrea di tipo Wladuvustock

È un tipo di logorrea che si contrae mangiando il cervello di alcune scimmie polinesiane.

Logorrea Flanderson

La logorrea Flanderson non è stata tuttora diagnosticata, ma si sa che c'è. Il dottor Emerius Flanderson, gastroenterologo dell'Università di Svezia, ha sempre desiderato fin da bambino dare un nome a una malattia, una patologia, o anche solo un paio di scarpe. Fu così che il dottor Flanderson fu il primo a diagnosticare quella che poi sarà riconosciuta a livello internazionale come logorrea Flanderson. I sintomi di tale logorrea sono sconosciuti ai più, si narra difatti che il dottor Flanderson, durante una seduta oftalmologica ad un paziente, sia uscito dal suo studio urlando: ha la logorrea Flanderson! Da allora tale terminologia è stata riconosciuta da tutti gli studiosi e sono presenti diverse pubblicazioni mai pubblicate relative all'argomento. La logorrea Flanderson si presenta come un flusso ininterrotto e ininterrompibile di parole.

Logorrea di tipo Vermont

Logorrea di tipo Karpen

La logorrea di tipo Karpen è uguale alla Logorrea di tipo Vermont, solo che si chiama di tipo Karpen. Il Dottor Nostromo Karpen, norvegese di origine inca,

Logorrea delle Isole Samoa

La logorrea delle isole Samoa è un tipo di logorrea di derivazione linguistica, essa cioè è derivata dal particolare tipo di comunicazione vigente tra i guerrieri delle isole Samoa, nell'Oceano Atlantico. Il linguaggio dei guerrieri delle isole Samoa difatti è molto ricco, astruso e arzigogolato, portando quindi conseguentemente ad un terrifico allungamento dei termini comunicativi più banali. Di seguito un chiaro esempio sufficientemente esemplificativo:

« Abiabaluba maiorba maluba abaiocoloba maluba maroba, cululoba marakoba midoba, maioa carua baloba kiliakanda maioka culioka makka maruoka maruroka, kayakka abioluka maroka biliuoka caioka marioka balibola »
(Trad. Ciao)

Tale tipo di comunicazione è volutamente lunga per ritardare l'inizio di una guerra tra due popolazioni. Riportiamo a titolo squisitamente esemplificativo un tipico dialogo tra due capi tribù che sono in procinto di cominciare una guerra, una faida o una battaglia, per il possesso del territorio, di alcune donne o di un procione marsupiale.

- Capo Tribù 1: “Aiaroka malula mararoka caioka lupulopa maroka marola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakanda maluba cululoba malula caioka maroka marussa elette caloca balibolamakka marakoba kayakka masenda malula mararoka caioka lupulopa maroka marola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caioka lupulopa maroka marorla callipoca tartotica caiota maraaussa calleola caloca maretoga kiliseakanda maluba cululoba malula caioka maroka marussa elette caloca balibolamakka marakoba kayakka”
Traduzione : Benvenuto

- Capo Tribù 2: “Caioka lupulopa maroka marola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caioka lupulopamaroka marorla callipoca tartotica caiotamaluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka”
Traduzione : Benvenuto a te

- Capo Tribù 1: “Marola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caioka lupulopa maroka marorla callipoca tartotica caiota maraaussa calleola caloca maretoga kiliseakanda maluba cululoba malula caioka maroka marussa elette caloca balibolamakka marakoba kayakka daioka lupulopa maroka marola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caioka lupulopamaroka marorla callipoca tmarola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caioka lupulopa maroka marorla callipoca tartotica caiota maraaussa calleola caloca maretoga kiliseakanda maluba cululoba malula caioka maroka marussa elette caloca balibolamakka marakoba kayakka perkaioka lupulopa maroka marola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caioka lupulopamaroka marorla callipoca tmarola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caioka lupulopa maroka marorla callipoca tartotica caiota maraaussa calleola caloca maretoga kiliseakanda maluba cululoba malula caioka maroka marussa elette caloca balibolamakka marakoba kayakkamaroka marola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caioka lupulopamaroka marorla callipoca toka”
Traduzione : Come stai?

- Capo Tribù 2: “Aaba mararoka caioka lupulopamaroka marorla callipoca tmarola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caioka lupulopa maroka marorla callipoca tartotica caiota maraaussa calleola caloca maretoga kiliseakanda maluba cululoba malula caioka maroka marussa elette caloca balibolamakka marakoba kayakka perkaioka lupulopa maroka marola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caioka lupulopamaroka marorla callipoca tmarola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caioka lupulopa marokarussa elette caloca balibolamakka marakoba kayakka perkaioka lupulopa maroka marola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caiokke peressekka cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caioka lupulopamaroka marorla callipoca tmarola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka marakoba kayakka roka malula mararoka caioka lupulopa marokarussa elette caloca balibolamakka marakoba kayakka perkaioka lupulopa maroka marola callipoca tartotica caiota marussa calleola caloca maretoga kiliakadnda maluba cululoba malula caioka maroka marussa eldaette caloca balibolamakka cululoba malula caioka maroka marussa eldaette”
Traduzione : Eccellentemente, e tu?

Dopo circa dodici ore di conversazione, i due capi tribù sono a malapena arrivati alle presentazioni e, stanchi e spossati dal lungo parlare, decidono di abbandonare la via del dialogo e di non dichiarare guerra pur di non parlare così tanto. Ciò ha portato la cultura del popolo della giungla di Samoa ad attaccare i nemici tramite imboscate improvvise.

È comunque interessante notare come il dialogo preparatorio alla guerra termini, purché esso finisca, con una parola evocativa che da inizio allo scontro e che è anche la parola più breve di tutta la lingua delle varie isole Samoa, tale parola è: Fankù. Essa è molto breve ma copre una grande quantità di significati che difficilmente possono essere espressi nella nostra cultura. Il filologo e pasticciere andino, Vito Manuel Estrenandez, ha provato a fornire una traduzione del termine. Dopo anni di studi egli è riuscito così a trovare una traduzione letterale della parola Fankù:

« Possa la tua stirpe bruciare tra le fiamme del vulcano Kakaduro durante un'eruzione e possano le loro ceneri essere sparse nelle discariche di Chiaiano e Marigliano, possa essere la tua testa mozzata e che possa rotolare per i pendii dei monti ed essere usata dagli abitanti delle isole Valatu come pallone da rugby per l'ultima giornata del campionato di Serie B. Possano le tue interiora essere cotte in un microonde e essere servite alla mensa della Caritas. Possa il tuo cane essere usato nel cast di "Come cani e gatti 2" e il tuo gatto ucciso e cucinato da Bigazzi. »
(Traduzione letterale della parola Fankù.)

Nel '74 il giurista sumero Andreas Dallas, appassionato di conchiglie, ha però espresso profondi dubbi sulla traduzione proposta da Esternandez, sostenendo che al posto di Bigazzi andasse in realtà Galeazzi.

Logorrea Morelli

Logorrea amicale nota anche come diarrea verbale

La logorrea di tipo amicale, tipicamente femminile, risulta evidente in situazioni quali colazioni, tè, spuntini, brunch e pasti in genere, tagli unghie, spinzettamento sopracciglia/stinchi/pube/mento, tosamento chiome, viaggi in auto, attese in coda, shopping tours, tastamento meloni nel reparto ortofrutticolo Coop/Bennet/Lidl (l'Interspar invece è silenziosetto) nonché riconoscimento per strada dopo "unavitachenoncisivedeva". Sono presenti diverse varianti del fenomeno in relazione alla quantità di individui logorroici presenti: quando questi sono entrambi nella coppia di amiche o più di due in un gruppo ristretto, l'universo si contrae e persino la cartilagine delle orecchie delle persone attorno acquista tale capacità.

Quando gli individui sono due nel gruppo esteso, questo subirà lo spaccamento di palle in due fazioni, ognuna delle quali sorbirà una delle verbalmente diarroiche amiche.

Seguirà la sbobinature di un'osservazione svolta in tuta mimetica dietro le colonne di una piazza della capitale per osservare due esemplari di femmina, una umana e una logorroica.

Osserviamo gli esemplari avvicinarsi, quasi sempre carichi di buste. La natura delle sportine spesso permette di classificare il genere di argomenti che saranno trattati, cioè tutti ma con ordine d'importanza stabilito:

Logorrea di tipo Kyoto

La logorrea di tipo Kyoto si contrae anagrammando la logorrea di tipo Tokyo. Questo ci porta a un paradosso di proporzioni se non bibliche quantomeno tolemaiche, ove si vogliano soppesare tutte le componenti escatologiche dell'essere integro e ineluttabile che lo stesso Peppe Parmenide teorizzava qualche lustro fa. Infatti, se vogliamo sottoporre a un vaglio squisitamente hegeliano le concatenazioni derivanti da tale paradosso esse vanno persino a scavalcare di parsec e parsec il limite ultimo che viene comunemente preso come fine estremo dell'esistenza. L'assoluto che si viene a creare annichilisce gnoseologicamente l'astratta concezione essere-non essere espressa poi anche da quel pedestre menestrello inglese, tal Guglielmo Agitalancia il quale propose poi modelli teschiformi inneggianti ai oltraggiosi dardi fortunati. Nel vortice di tipo metasemantico creatosi si inserisce poi un quadro prettamente kafkiano, dostoevskano, petrarchesco, montaliano, romanesco e probabilmente puzzoso di inversa razionalità, che sfocia e nel delirio incontrollato, che fu proprio anche dei popoli pre-colombiani dell'Isola di Pasqua, e nell'isteria di invenzione che porta anche i più sparagnini a scialare in scialli e porcellane, e porcellone.

Logorrea di tipo Tokyo

La logorrea di tipo Tokyo è una variante della logorrea di tipo Kyoto ottenuta anagrammando la parola Kyoto. Portata alla luce dallo studioso Kekatso Mi Dichi, famoso neuro-pneumatologo di un gommista. Dopo la scoperta fu cacciato dall'albo professionale dei gommisti di Hokkaido, per essere poi ammesso come decente di reopneumatologia dell'Università di Singapore, in Connecticut.

Logorrea Mazza-Van der Kiappen

Scoperta da due passanti, Gerolamo Mazza e Armin Van der Kiappen, essa si manifesta con delle chiazze rosse sul viso. Attraverso le chiazze è possibile anche iniziare una conversazione logorroica di un certo peso. Una chiazza rossa sulla narice destra significa: "È mai possibile che ti devo ripetere sempre le stesse cose ogni giorno che passa, perché tu te le dimentichi e io sono stufo di ripeterle ogni volta!". Un puntino sul lobo dell'orecchio può essere tradotto con: "Oggi ho fatto la spesa al supermercato. C'era la Wanda...quante risate, mi ha raccontato di Gisella...sapessi cosa ha combinato in Austria...no ora non te lo posso dire, ti chiamo stasera....cia-cia-cia".

Logorrea alcolica o di Cobain

La logorrea alcolica è causata dall'ingurgitamento repentino di sostanze alcoliche. L'euforia prodotta nei recettori dopaminici provoca spesso un blaterare insulso e senza scopo, che di solito può essere interrotto o sospeso attraverso la pressione ad una velocità variabile di un palmo della mano sul volto del paziente. Alti valori di assunzione provocano invece il blocco di ogni comunicazione logorroica e il coma etilico.

Logorrea inversa

Consiste nel rimanere ostinatamente in silenzio.

Logorrea ugro-finnica

Logorrea alcalino terrosa

La logorrea alcalino terrosa si contrae assumendo sostanze chimiche alcalino terrose per via endovenosa. Scoperta da un team di studiosi dell'International Universiti ov S.ta Minkia

Logorrea di Aerrogol

Al Aerrogol id Logorrea è nu opit id arreogol ehc egnirtsoc el enosrep etteffa ad atsueq emordnis a eralrap alla aicsevor odnacovorp ilgen irtla nu osnes id otnemaseaps. Eneiv otaruc noc inoisiv evissam id inoissimsart etatneserp ad Acul Otaruig.

Logorrea Jonson detta anche Logorrea del Cuculo bruno di Volterra

Questo tipo di logorrea ha radici profonde nella storia, come quelle del platano che lo zio Giampietro ha nel suo giardino, un giorno voleva sradicarlo per venderlo a Peppino Spatozza, un tizio che compra alberi da collezione scambiandoli con elettrodomestici, e non c'è riuscito neanche con la macchina quella di John Deer per sradicare gli alberi, cioè una vergogna. Comunque la logorrea Jonson è nata nel 1200, o giù di lì, non sono mai stato bravo in storia, una volta ho scritto che i Galli avevano raggiunto per primi Marte nel 300 avanti Cristo; e deve il suo nome a Fiorenzo Jonson, un frate minore che seguiva San Francesco d'Assisi (che poi non è che venisse proprio da Assisi, veniva da Assisi al mare). Jonson era un po' come Watson di Sherlock Holmes, quello che poi alla fine era un idiota messo lì solo per interrompere quei monologhi logorroici e pieni di quella insopportabile boria inglese che tutti odiano, solo che Holmes diceva a Watson: "Elementare, Watson" e invece San Francesco a Jonson diceva: "Elementale, Jonson", perché a lui piacevano tutte quelle cose della natura, un po' come Bono Vox, solo che lui è pure fastidioso e un po' cazzone.

Sì, insomma c'era San Francesco che parlava con gli uccelli, e non uccelli-uccelli, tipo cazzo e pene, uccelli veri, quelli con le piume; poi però l'uccello gli rispondeva e stavano ore e ore a parlare della prozia Concetta che aveva i calli e facevano commenti sui vestiti delle matrone che andavano in Chiesa e poi si raccontavano barzellette sconce tipo quella dove uno compra un cammello speciale che va avanti solo dicendogli culo e si ferma solo dicendogli merda e poi arriva a un burrone e non si ricorda più qual è la parola che bisogna dire per fermare il cammello e allora si mette a imprecare: "Che cazzo faccio adesso, merda!" e così il cammello si ferma e allora lui è contento e dice: "Oh! Che culo!" e poi ridevano come idioti pensando a quel poverino che era caduto giù, cioè non è carino insomma poveraccio forse si era fatto male. Quello che intendo dire è che la violenza fa ridere, ma solo se non sei tu a subirla, ci vuole un po' di contegno e di misura, magari c'è gente che sta male e i bambini! Oh perché nessuno pensa ai bambini!

Logorrea Marta Marzotto

Logorrea che se la prendi parli veramente per ore e non riesci più a smettere

La Logorrea che se la prendi parli veramente per ore e non riesci più a smettere è

Logorrea da lezione universitaria

Nell'84, un equipe di cerebrolesi ha individuato nell'Università del Cairo, a Parigi, una nuova variante della logorrea, che si presenta normalmente nei docenti universitari dell'Egitto quando entrano nelle aule. Gli studiosi hanno poi riscontrato che tale genere di logorrea si presenta in quasi tutte le facoltà universitarie del globo. Essa ha i seguenti sintomi: il docente nell'orario di lezione è portato a parlare e sparlare per ore di un argomento a lui molto noto e di cui i suoi interlocutori non sono interessati o fingono scarso interesse. È interessante notare come la patologia si manifesti durante le ore di lezione e abbia durata pari proprio alle ore di lezione. Al termine della stessa difatti l'individuo si intristisce e si accascia su sé stesso uscendo mestamente dall'aula nel silenzio più tombale, in contrasto totale con il fiume di parole espresso precedentemente. Si noti come tale patologia, di carattere prettamente mentale, nasca dal bisogno di attenzioni del docente, che vuole colpire gli interlocutori con la sua conoscenza e sapienza. I docenti universitari, alla luce di queste nuove scoperte, hanno chiesto al governo l'indennizzo per questo tipo di malattia, ma il governo tuttora si rifiuta di considerarla come una malattia degenerativa della professione.

La logorrea nella medicina

La medicina ufficiale riconosce nella logorrea la principale causa di logorrea. Sebbene la scuola di Cleveland abbia ammesso che la logorrea può derivare da un disturbo neurovegetativo oppure di tipo colorettale si è dovuti attendere il 1965 per arrivare a capire che affinchè si possa parlare di logorrea è necessario che il soggetto in questione parli in modo smodato e per dimostrare che la scuola di Cleveland aveva confuso la logorrea con la diarrea. La logorrea presuppone la presenza di un soggetto logorroico, che non è per niente facile da trovare. Potremmo esplorare cliniche, ospedali, tribunali, bar, frigobar, piste da sci, campi da golf, campi di grano, campi di concentramento, pizzerie, alberghi, uffici postali, studi di commercialisti e banche del seme senza mai riuscire a trovarne uno, oppure cimiteri e obitori senza mai riuscire a trovarne uno vivo. Eppure la logorrea è molto più frequente di quanto si pensi, a volte basta leggere l'articolo di una wikia per rendersene conto o, se sono più di uno, per rendersene conti. E siccome i conti tornano sempre lasciate aperta la porta, così almeno gli risparmiate la fatica di suonare. Il dottor Flavio Alluce, detto L'incompetente dai suoi pazienti, ha pubblicato nel 2007 un interessante articolo scientifico in cui mette in relazione la logorrea con la logopedia e la prematura morte di Puffetta con l'aumento dell'attività masturbatoria nel villaggio dei puffi. Sono teorie ardite, che necessitano di ulteriori indagini per poter essere degnamente messe alla berlina, con buona pace di tutti i cabriolet. Facciamo un passo indietro, altrimenti le porte dell'ascensore non si chiudono. Nel 2001 il CURISG (Centro Universitario di Richerche Inutili Sovvenzionate dal Governo) per dimostrare gli effetti deleteri della logorrea sugli animali di piccola taglia selezionò un criceto logorroico (che chiameremo Guglielmo per rispettare la sua privacy) e lo mise all'interno di una gabbia piena di criceti. L'esperimento fu un clamoroso insuccesso, dopo circa 15 minuti il criceto si era già ingroppato 8 criceti senza spiccicare neanche una parola e forse la scelta di criceti femmine per tentare il dialogo con Guglielmo si rivelò un errore madornale. Mentre il CURISG si preparava ad affrontare la nidiata di criceti in arrivo nel 2003 l'Università di Princeton of Persia in Florida organizzò un semplice esperimento volto a misurare per quanto tempo un logorroico potesse parlare a ruota libera. Il soggetto preso in esame fu il famoso Luca Matteo Ferrari, già noto per essere impazzito per la fragola in un vecchio e noto spot televisivo. Le telecamere vennero accese alle ore 8:00 a.m. del 6 Giugno ed iniziò la registrazione dell'esperimento:

- Medico:: “ signor Ferrari, è vero che lei è logorroico?”
- Luca Matteo Ferrari:: “No.”

Esperimento fallito.

Come evitare di confondere la logorrea con la diarrea: principali analogie e differenze

Lungo l'asse delle y, quello verticale, il numero di ammalati di logorrea. Lungo l'asse delle x, l'altro asse cartesiano, una variabile qualsiasi. È importante sapere la matematica, perché permette a chiunque, di capire come le variabili sono legate tra di loro, anche senza capire il perché

È facile saper distinguere la logorrea dalla diarrea, se sai come farlo. Innanzitutto, è necessario definire la prima e la seconda. Non mi sto riferendo alle taglie di reggiseno, che comunque sono molto interessanti.[1] La definizione però non può non trascendere da alcune considerazioni di base, utili -anzi, no! necessarie!- al conseguimento del fine desiderato. La malattia può essere definita come una deviazione biologica dal progetto. Ma quale malattia colpisce solo gli architetti? Cioè, il punto è che sia la logorrea che la diarrea sono malattie, quindi deviazioni biologiche dal progetto. Altre considerazione interessante da fare è che "logorrea" e "diarrea" ha ben 4 lettere in comune. Questo sta a significare la profonda denotazione semantica del linguaggio, strumento con il quale cerchiamo di interpretare le realtà. Malattie, quindi, entrambe. Entrambe sono una grave piaga dell'umanità, comparabili solo alla peste del 1200 e il colera a Napoli. L'igiene è la branca della medicina che si occupa, insieme, ma in maniera diversa dall'epidemiologia, delle grandi malattie dell'umanità, come ad esempio la peste del 1200 e il colera a Napoli. Ma il punto centrale del discorso è che la malattia si può sconfiggere, se sai come farlo, e se sai quale malattia è. Quindi è necessario distinguere le varie malattie, e poter definire la malattia in generale. La malattia può essere definita come una deviazione biologica dal progetto.[citazione necessaria] E la logorrea, come anche la diarrea, sono, ovviamente, incluse nell'insieme delle malattie.

Prevenzione della logorrea

La logorrea può essere prevenuta in vari ed eventuali modi. La maggior parte dei rimedi è stata individuata in Francia in età premestruale, mentre molte altre tecniche si sono aggiunte dopo la scoperta della busta di plastica. Una delle tecniche più usate per la prevenzione da questo terribile male è difatti il ricoprire le proprie estremità con buste di plastica, per evitare il contatto diretto con individui estranei e senzienti. Le estremità da coprire sono gli arti (piedi, mani e coda), il busto (torace, collo e fegato), la testa e tutte le sue sottosezioni (cervello, cervelletto e cervellone). Si consiglia però di forare la busta di plastica posta sul capo per evitare di morire di cirrosi.

Tale abbigliamento è consigliato in luoghi affollati e promiscui, come i mezzi pubblici, le scuole e gli zoo. Particolare attenzione deve essere fatta nelle stazioni della metropolitana, dove il vento dovuto al grande spostamento d'aria generato dal passaggio dei treni, potrebbe farvi volar via tutte le buste di plastica lasciandovi scoperto e inerme davanti ai pericolosi germi della logorrea. È infine severamente sconsigliato il recarsi in ospedale, luogo, com'è noto, pieno di individui malati e potenzialmente contagiosi.

Infine la prevenzione si fa anche con una corretta alimentazione, a base di monossido di carbonio e bisolfonato di ceppa. Mangiare molta frutta, verdura e becchime per gli uccelli. Particolarmente consigliato è lo yogurt al tonno, ricco di proprietà organolettiche e sostanze emollienti atte a combattere i gravi effetti della logorrea.

La logorrea come malattia mentale

La logorrea come sport

Storia della logorrea

La storia della logorrea, volendo intendere la stessa sia come capacità di collegare un numero pantagruelico di costrutti verbali in una sequela di proposizioni, sia volendo fare riferimento alla psicopatologia della stessa, indicando con tale termine una situazione in cui della condizione precedentemente descritta ne viene fatto un uso nocivo all'equilibro psicofisico individuale, sia anche tenendo conto del suo impiego in attività ludiche e, più in generale, volte a catturare l'attenzione di un soggetto su un oggetto a lui esterno, provocandogli una sensazione di piacere e appagamento, si perde in quella che si è soliti definire "la notte dei tempi". Questa curiosa locuzione deve il suo appellativo non ad un qualsivoglia legame con un preciso fenomeno atmosferico, nella fattispecie, o specie di fatto, a quell'evento che si verifica con cadenza periodica in un qualsiasi corpo celeste rotante intorno ad un astro o comunque ad una fonte luminosa - difatti, è d'obbligo precisare, le conoscenze astronomiche di cui finora l'umanità è in possesso non sono sufficienti a poter affermare, oltre ogni ragionevole dubbio, che siano le stelle le uniche sorgenti luminose dell'universo; come si è scoperto che nelle primordiali galassie le regole della fisica e dell'ortografia non valgono, grazie alle osservazioni compiute dal telescopio spaziale Hubble proprio nel momento in cui state leggendo questa frase, così potrebbe essere anche per le stelle, dunque, taremo fiuciosi a vedere - ma bensì imperciocché ad una figura retorica detta scrivere parole a caso, in cui ciò che conta non è tanto l'ordine delle parole, ma l'impressione che esse danno sul lettore. Ora, poiché la notte dei tempi non è storicamente contestualizzabile e le fonti risalenti a quell'epoca sono assai scarse, ciò è dovuto principalmente alla totale assenza di luce, è impossibile ipotizzare con certezza quale sia l'origine del fenomeno qui in esame, tuttavia è possibile rifarsi a delle fonti bibliografiche successive per tentare una costruzione storiografica cronologica che quantomeno possa soddisfare i pressanti requisiti che il criterio di enciclopedicità ci impone. Dunque volendo ipotizzare la plausibilità di delineare una storia di questo così importante fenomeno partendo dall'inizio, cioè dalla sua nascita, al periodo più recente, si potrebbe dividere la storia della logorrea in tre macroaree. Ora, tenendo conto che la formula per il calcolo della macroarea di un fenomeno storico è pari, nella formulazione esplicitata da Euclide alla semisomma delle basi per il numero di anni (o altezze storiche), è possibile chiamare queste tre sezioni con qualsiasi nome si voglia, ma poiché chiamarle Marco, Gianna e Lotario ci sembrava inutile, ancorché graficamente elegante, si è preferito ribattezzare le stesse in un modo più accademico. Si parlerà, pertanto, di Periodo Classico della Logorrea, Periodo Moderno della Logorrea e Periodo Contemporaneo della Logorrea. Potremmo utilizzare, per indicare le tre fasi, gli acronimi PClL, PML e PCoL, ma ciò sarebbe contrario allo spirito di questo articolo, e i nostri amici logorroici comincerebbero a guardarci male e a non salutarci più alle feste.

Periodo Classico della Logorrea

La logorrea nasce in Arabia Saudita il 15 dicembre 2007 a.C., così come ci viene riportato dall'arabo pazzo Abdul Alhazred, primo e più noto conoscitore della materia. Tra un capitolo e l'altro del suo indiscusso capolavoro, ovvero The Necronomicon Saga: New Moon, Abdul, che stava camminando tranquillo tranquillo nelle pacifiche vie della Città Senza Nome Perché Maledetta Dalle Blasfeme Parole Degli Dei Degli Inferi Che Se La Nomini O Anche Solo Provi A Pensare Il Suo Nome Muori Ma Veramente Eh, provincia della Mecca (da non confondere con la Città Senza Nome Perché maledetta Dalle Blasfeme Parole Degli Dei Degli Inferi Che Se La Nomini O Anche Solo Provi A Pensare Il Suo Nome Muori Ma Veramente Eh, provincia di Torino, nè con Campobasso), ed era intento in un'animata discussione con il demone che coabitava nel suo cervello su quale film si dovesse vedere dopo cena quella sera, con Abdul che propendeva per Million Dollar baby e il demone, notoriamente fan dei musical, per Il re leone. Quasi a metà della sua camminata, ovvero in quel punto del cammino in cui la tratta già percorsa è minore uguale a quella da percorrere, Abdul si imbattè in una donna in stato interessante che chiedeva supplichevolmente di essere aiutata a partorire. Secondo quanto lo stesso Abdul ci tramanda nel suo blog, egli aiutò la donna chiedendo a gran voce che gli venissero portati degli asciugamani e dell'acqua calda. Come difatti ci tramanda la celebre Dottoressa Meredith Grey, autrice del rinomato atlante medico L'Anatomia vista da Grey: Il pene e altri organi che mi interessano particolarmente, quando una donna è in procinto di partorire, specialmente se il parto non avviene in una struttura medica attrezzata, di quelle che volgarmente vengono dette ospedali, sarà sempre necessario chiedere degli asciugamani e dell'acqua calda (o degli asciugamani caldi e dell'acqua , o delle salviette riscaldate e del bloody mary se il parto avviene nel locale Country Club), anche se il più delle volte non si sa che uso farne. Questo tuttavia non fu il problema di Abdul, il quale si vide rifiutare entrambe le richieste dai passanti, soprattutto perchè nessuno voleva fargli dono di acqua calda, visto che c'erano più di sessanta gradi centigradi quel pomeriggio (pari a 333,15 Kelvin, 140 gradi Fahrenheit o 48 gradi Réamur, ma anche a 71,7594 iarde). Abdul dovette quindi arrangiarsi con ciò che aveva intorno e, usando la sabbia del deserto come lubrificante, riuscì a far partorire la donna. In seguito la donna chiese al suo salvatore come avrebbe dovuto chiamare il neonato, e Abdul stesso ci riporta quale fu la sua risposta:

« المملكة العربية السعودية دولة عربية ملكية تقع في شبه الجزيرة العربية وتستأثر بثلاثة أخماس مساحتها، يحدها من الشمال كل من العراق والأردن والكويت، ومن الشرق الإمارات وقطر والبحرين والخليج العربي، ومن الجنوب كل من سلطنة عُمان واليمن.ومن الغرب البحر الأحمر.تميزت شبه الجزيرة العربية بموقعها الأستراتيجي بين ثلاث قارات كبرى وتقع في النصف الشمالي للكرة الأرضية موطنا للعديد من الحضارات، ومهداً للرسالات السماوية. فقد ازدهرت فيها داخل حدود المملكة حضارات ذكر بعضها بالقرآن الكريم مثل مدين، بالإضافة إلى حضارة ثمود في العلا والتي لا تزال آثارها موجودة حتى اليوم في المنطقة المعروفة باسم مدائن صالح، وفي نجران نجد الاخدود الذي تحدث القرآن فيه عن أصحاب الاخدود.وفي هذه الجزيرة التي كانت ممر تجارياً هاماً وطريقاً للقوافل وفيها انتشر الإسلام في قلب الجزيرة العربية وانتشرت منها إلى سائر أرجاء العالم حتى وصلت إلى أفريقيا وآسيا وجزء من أوروبا على مدى عصور ازدهار دولة الخلافة الإسلامية.ومرت مئات من السنين ظهرت فيها دول، وزالت دول، وقام المسلمون بدورهم الحضاري التاريخي، الذي عبرت عليه الحضارة الإنسانية الحديثة من عصورها المظلمة، وانتشر الإسلام في شتى بقاع الأرض. ورغم ابتعاد القيادة الزمنية عن المدينة المنورة وشبه الجزيرة العربية بوجه عام، قد أحدث تأثيرات كان لها دورها فيما وقع بعد ذلك من أحداث فالأراضي المقدسة ظلت مقصداً للحجاج والمعتمرين والزائرين.الربع الخالي حوض واسع منخفض يعد من أكبر الصحاري الرملية المتصلة على الأرض إذ تبلغ مساحته 640 ألف كم² تمتدّ من مرتفعات الحجاز وعسير غربًا وحتى مرتفعات عُمان شرقًا، ومن هضبة نجد شمالاً حتى الحدود مع اليمن جنوبًا. وعلى الرغم من قسوة البيئة الطبيعية في هذه المنطقة وخلوّها من النشاط البشري، إلا أنها تزخر بثروات ضخمة من النفط والغاز الطبيعي والمعادن المشعة والرمال الزجاجية والطاقة الشمسية، وهي لم تعد خالية كما يوحي اسمها بذلك، إذ تنتشر فيها مراكز ومحطات شركة النفط الوطنية وتجوب الطائرات والسيارات سماءها وأرضها منقبة عن مدخراتها المعدنية. »


Cioè:

« Non ne ho la più pallida idea. »

La madre allora le impose il nome di Logorrea, perché era quello di sua nonna.

La datazione tuttavia è controversa. Lo storico latino Sallustio, in particolare, fa risalire la nascita della logorrea a duemila anni fa e la colloca in terra di Giudea. Tuttavia analisi storiche effettuiate in secoli successivi, ta le quali vale la pena di menzionare il Dissertatio about Sallustio dell'abate finlandese Sigfied Van Skaarsgaard, il dialogo galileiano Dialogo sui sistemi mediocri, sequel di un suo bestseller, inspiegabilmente meno famoso del precedente, Scusa, ma ti chiamo logorrea, di un anonimo italiano che, si dice, sia stato contemporaneo a Dante Alighieri e, in maniera maggiore, l'opera omnia del grande archeologo Indiana Jones, contestano aspramente la collocazione che Sallustio fa della nascita del fenomeno. Viene criticata in particolare l'anacronia della narrazione sallustiana, e si scorgono parecchie imprecisioni nella trattazione descrittiva delle dinamiche sociali della Samaria del I secolo, senza contare che il racconto termina con "nato in una mangiatoia". In sostanza, stanti le fonti attuali, non è possibile stabilire con inappuntabile certezza, quando sia avvenuta la nascita della logorrea.

Periodo Moderno della Logorrea

Periodo contemporaneo della Logorrea

La logorrea in linguistica

Il primo che si occupò dello studio della logorrea dal punto di vista della linguistica fu il padre fondatore della materia, iil cui nome è tutt'oggi uno dei peggiori incubi di tutti gli studenti di materie umanistiche, specialmente dopo la riforma scolastica di De Mauro, che per trovare posti di lavoro per tutti i suoi colleghi, amici, assistenti ed allacciatori di scarpe costrinse qualunque facoltà ad avere almeno tre esami di linguistica e/o glottologia. Anche matematica. Quella di cui stiamo parlando è una delle più geniali menti mai nate e vissute in quel di di Ginevra, cosa che lo rende uno Svizzero, anche se non ha niente a che fare con formaggio, cioccolato, banche ed orologi a cucù: Ferdinand de Saussure. Costui constatò che il termine "logorrea" corrisponde ad una variante peggiorativa della prolissità, le cui caratteristiche principali della sarebbero l'estrema diluizione del messaggio, così rarefatto da far impallidire persino la concentrazione del cosiddetto principio all'interno delle medicine omeopatiche, in quanto questo viene diluito in un discorso esteso fino all'eccesso con contenuti accessori o totalmente inesistenti, e la quasi totale sovrapposizione del significante sul significato, letteralmente soffocato dal mezzo che dovrebbe piuttosto condurlo. Gli studi sulla funzione linguistica della logorrea furono proseguiti dal russo Roman Jakobson (Роман Осипович Якобсон), secondo il quale tale mezzo d'esrpessione è utilizzato con la finalità dell'astrazione del linguaggio; attraverso l'utilizzo di una terminologia estremamente complessa, la maggior parte dei casi si ottengono delle frasi in apparenza del tutto prive di senso. Questa posizione sarà ripresa in tempi moderni dal celebre glottoteta Ugo Tognazzi.

La logorrea nelle altre culture

La logorrea nella storia

Il Big Bang

Lo sviluppo della logorrea nella storia è piuttosto articolato; tutto principiò con il Big Bang, quando l'universo iniziò ad espandersi da un nodo, o forse è più preciso dire "una condizione", particolarmente calda e silenziosa - pare infatti che gli asteroidi allora esistenti fossero molto timidi e non amassero discutere tra di loro. Lo facevano solo i satelliti, ma sempre con moderazione, facendo così nascere la logorrea spaziale: noi purtroppo non abbiamo la facoltà di descrivere questo affascinante modello cosmologico di logorrea a causa di una carenza di fonti. Come la carenza di potassio per intenderci, quando vi sentite deboli e affaticati, ma in quel caso è sufficiente mangiare un casco di banane per sentirsi meglio, ma se non vi piacciono le banane potete andare in farmacia e acquistare delle compresse apposite; noi invece continuiamo ad affliggerci per questa dolorosa lacuna, ma speriamo di riuscire a riempirla prima o poi. Dunque, dopo questo famigerato Big Bang, pare che si sia formata la Terra, o forse non andò esattamente in questo modo ma d'altra parte è così che la nascita del nostro pianeta viene insegnata alle elementari; e noi chi siamo per smentirli? Quindi si formò la nostra amata Terra: il clima era abbastanza sgradevole, il pianeta era pressoché deserto. Dato che non c'era nessuno, i nostri scienziati hanno potuto affermare che nessuno parlava e che quindi la logorrea si prese una pausa di riflessione, in quanto nessuno la praticava.

L'origine della vita e quindi della logorrea

Poi però la Terra si scontrò con qualcosa, forse un piccolo pianeta chiacchierone, e nacque la Luna, che iniziò a girare intorno a questo corpo celeste taciturno: la logorrea spaziale tornava così al massimo del suo splendore. Forse fu proprio grazie ai loro pettegolezzi che delle forme di vita che allora non esistevano vollero esistere, giusto per poter partecipare alla conversazione: e fu così che si formarono i primi batteri, o forse non era esattamente così ma al giorno d'oggi, chi vuole essere preciso? I batteri per intenderci sono quelli che nel cartone animato "Siamo fatti così" erano rappresentati come dei mostri simili a degli scimmioni con il naso a forma di melanzana ed erano di colore bluastro. Nella vita di tutti i giorni i batteri invece non sono azzurognoli e non fanno squadra con i virus, ma potete distinguerli per la loro affabile parlantina e per la loro forma fantasiosa. Per esempio ci sono i bacilli che sono a forma di bastoncino di pesce, sapete, quelli del Capitan Findus - ma noi ve li sconsigliamo perché i prodotti surgelati spesso perdono un po' del loro gusto. Però ce ne sono molti altri, a spirale, a forma di boomerang, ci sono anche i cocchi che sono i preferiti di tutti.

I celomati e poi quegli altri che tipo sembrano un po' dei pesci brutti

Insomma questi batteri si misero a parlare, parlare, parlare, sapete come quando qualcuno inizia a raccontarvi qualcosa che non vi interessa ma non si ferma mai e voi per educazione dovete stare lì impalati a sbattere le palpebre ed ascoltarli, mentre in realtà vi state facendo un sacco di fantasie sessuali su quel professore di letteratura così affascinante, ma continuate ad annuire così l'interlocutore crede che voi stiate seguendo il filo del suo discorso. E a forza di parlare tra di loro questi batteri cambiarono e crebbero e si evolsero e divennero sempre più complessi e giunsero a pensieri sempre più interessanti e difficili da esprimere, finché divennero simili a tipo dei pesci strani, con le zanne e molto brutti, che non facevano altro che fare battute volgari sulle forme di vita femminili - d'altra parte, da esseri primordiali non ci si può aspettare molto altro. Poi un giorno uno di questi esseri, dopo aver ascoltato una favola raccontatagli da sua nonna, ebbe voglia di farsi crescere le zampe per poter uscire dall'oceano e andare a parlare un po' con le creature che popolavano la terraferma. Quando arrivò però ci rimase molto male perché non trovò nessuno con cui fare il logorroico e quindi si mise a discutere con un sasso, che però in fatto di logorrea non era molto ferrato e preferiva tacere.

La logorrea secondo i dinosauri

Tuttavia altre creature acquatiche ebbero quest'idea e raggiunsero l'amico; fu così che iniziarono a fare assemblee in cui si parlava un po' di quello che si voleva e durante le chiacchiere generali queste forme di vita continuavano ad evolversi fino a crescere e diventare dei dinosauri, che però erano dei dittatori della logorrea. Infatti non la sopportavano e decisero di perseguitare gli altri esseri che invece la praticavano e perciò se li mangiavano. Questa strage continuò per tipo un sacco di anni, i dinosauri grandi mangiavano quelli piccoli e quelli piccoli quelli ancora più piccoli e così via, per non parlare delle creature che non erano esattamente dei dinosauri - be' quelle se le mangiavano un po' tutti, tranne i dinosauri vegetariani che avrebbero poi fondato l'associazione 100% Animalisti e avrebbero scoperto la Valle Incantata. Furono loro a difendere queste creaturine che iniziarono a moltiplicarsi ed erano delle gran logorroiche, non facevano altro che parlare.

I mammiferi e i primati

Quindi queste nuovi esseri presero piede e non si sa perché i dinosauri sparirono, la nostra teoria ovviamente è che non poterono più sopportare l'instancabile logorrea dei mammiferi e fecero harakiri. Intanto i mammiferi si evolvevano e diventano delle scimmiette simpatiche, proprio quelle che c'erano anche in Madagascar: la loro vita era molto tranquilla, si spulciavano e spettegolavano, discutevano e si spulciavano. Così crebbero e crebbero finché un giorno una decise di scendere dall'albero e si trovò molto a suo agio, un po' come fece quel pesce brutto che uscì dall'acqua. Allora altre scimmie la seguirono, perché lei era la più logorroica nonché la più simpatica e così ebbero origine i primati. Questi organizzavano un sacco di attività interessanti come la caccia e il sesso di gruppo, al termine delle quali ci si sedeva in cerchio e si discuteva delle proprie impressioni, si quello che si era fatto e come, perché, con chi e in che posizione, a che ora e in che luogo. Così ci furono l'homo habilis e l'erectus, che erano in grado, rispettivamente, di parlare con abilità e di parlare in piedi. Poi arrivò, per ultimo come fa sempre l'invitato più figo di una festa, l'homo sapiens insieme al cugino, l'homo sapiens sapiens, di ritorno da un viaggio ganzissimo per il mondo. Loro iniziarono a raccontare la loro storia e tutti rimasero ad ascoltarli a bocca aperta, affatati da cotanta maestosa logorrea. "Affatato" non è una parola strettamente italiana ma è piuttosto figlia di un modo di esprimersi gergale e dialettale della Sicilia, per esempio potreste trovarlo leggendo Andrea Camilleri, come quando ne "La stagione della caccia" Fofò La Matina vede la bella 'Ntontò affacciata al balcone, una picciottedda di otto anni che si blocca nell'atto di aggiustarsi una treccina e lui resta a fissarla, appunto, affatato.

L'invenzione della scrittura, gli antichi egizi e i greci e poi anche i romani

Gli uomini, ora possiamo chiamarli così, avevano iniziato ad organizzarsi in villaggi e a vivere secondo determinate regole di condotta e avevano anche i loro usi e costumi, tipo bo gli egizi che a ben vedere tra le popolazioni antiche sono i più affascinanti però poi c'erano anche gli assiri e i babilonesi e un sacco di altre persone; poi un giorno in Mesopotamia un figo ebbe un'idea geniale e pensò di mettere per iscritto la logorrea e nacque la scrittura. Questo fu un periodo particolarmente interessante dal punto di vista della logorrea, nell'arco di bo, tipo migliaia di anni c'erano un sacco di antichi Greci che parlavano tantissimo, cioè una cosa proprio indescrivibile. La logorrea prendeva il nome di filosofia ed era ancora più apprezzata, gli arabi dal canto loro inventavano i numeri per poter esprimere la logorrea anche matematicamente e i cinesi come al solito lavoravano un sacco, ma avevano comunque tempo per la logorrea. Poi c'erano anche gli antichi romani, loro parlavano un po' meno dei greci ma si impegnavano comunque: ci furono sette re e poi un sacco di imperatori, poi l'impero cadde ma ci sembra che ne fecero un altro e ci furono un sacco di questioni logorroiche. È il periodo in cui arrivarono anche i cristiani a dire la loro e questi si impegnarono tantissimo, cioè un sacco di bla bla bla a vuoto che però infastidiva i romani, che decisero di sterminarli ma purtroppo non riuscirono ad ucciderli tutti, poi la morte per loro era come quando Hercules provava ad ammazzare il mostro viola, ogni volta che ne ammazzi uno ne escono altri tre e così via. Insomma, una faticaccia. Quindi anche i romani si arresero alla logorrea cattolica e Dio ebbe la migliore su tutti e l'impero cadde.

La logorrea nel Medioevo

Il Medioevo fu un periodo buio per tutti ma non per la logorrea, che anzi prosperò alla grande. Tutti parlavano e avevano qualcosa da dire, poi però se dicevi le cose sbagliate di mettevano al rogo, ma questi sono dettagli irrilevanti e facilmente trascurabili. C'erano quelli che predicavano e facevano i comizi e dicevano un sacco di cose strane sulla religione, la politica e quant'altro. Gli uomini si vestivano in modo buffo, per esempio mettevano la calzamaglia colorata, che è una cosa davvero di cattivo gusto, anche perché era così aderente che quando vedevano una donzelletta di bell'aspetto, tutti potevano riscontrare quanto ella gli piacesse. Intanto l'arte figurata diventava sempre più importante, perché così poi persone colte e persone che volevano fare finta di essere colte potevano ammirare i quadri e discutere per ore. Fu così che Botticelli dipinse "La nascita di Venere", che se ci avete fatto caso è anche sulla monetina da dieci centesimi, cioè c'è solo la faccia di Venere, ma fa lo stesso. Un po' prima nasceva una grande stella della logorrea, Dante Alighieri, che scrisse un'opera favolosa e prolissa come pochi, La divina commedia. Poi un giorno Cristoforo Colombo parlò per ore col re e lo convinse a dargli tre navi per andare in India, però mentre navigava si mise a chiacchierare col timoniere e finì in America.

La logorrea nell'epoca moderna e contemporanea

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Giampiero Bazoski, il padre della logorrea moderna, ma anche un po' la madre, la zia e il cognato. Egli è stato il primo a introdurre la logorrea per definire i rapporti di consanguineità tra le scimmie delle Isole Andamane, oggi tutte estinte. Bazoski nacque a Casperès nel 1900 e mezzo, noto filantropo di fama internazionale, aveva come hobby lo studio delle feci di scimmia. Ciò lo portò a studiare la consanguineità delle diverse razze di scimmia delle isole del Pacifico meridionale e a dare fastidio a numerosi primati durante le loro procedure di evacuazione. Morì nel '68 in Zaire, attaccato e sbranato durante un'invasione di gibboni.

L'epoca moderna è un tripudio di logorrea, un sacco di gente aveva un sacco di idee e scriveva un sacco di libri con un sacco di nozioni e storie noiose, poi c'erano anche un sacco di guerre così la gente parlava anche di quello. Ci fu l'Illuminismo per esempio, che nacque in Francia, dove ci fu anche una rivoluzione dove il re e la regine vennero decapitati, perché parlavano troppo e il popolo non voleva più starli ad ascoltare:

« Se non vogliono più ascoltarci, che mangino brioche! »

Questa frase fece arrabbiare molto i francesi, che quindi insorsero. E allora c'era Robespierre, che si presentò come un gran figo, ma alla fine venne decapitato anche lui perché era troppo logorroico e i francesi erano stanchi. In quel periodo così nascevano i primi stati moderni, in cui c'era la moderna logorrea, che era più selettiva ma meno comprensibile. Con la rivoluzione industriale tutti lavoravano e parlavano poco, così il popolo soffriva e non amava più la vita: nasceva dunque il Romanticismo, in cui i poeti e i filosofi parlavano un sacco di natura invece che della città e delle fabbriche e il popolo se ne fregava, perché tanto non sapeva leggere, ma qualcuno comunque fu felice di queste opere logorroiche. La filosofia acquistava un grande valore, perché era l'occasione per fare della logorrea un mestiere: c'era un sacco di gente che in questo modo si guadagnava il pane, tipo Hegel, poi Marx, poi Heidegger, Freud, Popper e tanti altri. Era anche il periodo delle grandi guerre, in cui moriva un sacco di gente ma solo perché non aveva nulla dire e quindi non era degna di abitare la Terra, come per esempio gli ebrei. Alcuni poeti, come D'Annunzio, scrissero poemi sulla logorrea, tipo "Ode alla logorrea" e "I quindici logorroici di Piazzale Loreto" di Salvatore Quasimodo. Ancora oggi la logorrea è amata dai più e sfruttata da molti.

Personaggi famosi per la loro logorrea

Riportiamo qui un breve elenco di alcune personalità che si distinsero in quest'arte:

La logorrea nella moderna società occidentale da un punto di vista psicanalitico, biologico e anche un po' gay

È molto importante comprendere gli intimi funzionamenti della logorrea, dal punto di vista psicologico, nella società moderna. È importante perché, come diceva quella persona che non mi ricordo e che diceva proprio questa cosa, se non ci fosse la logorrea non ci sarebbe la tendenza a parlare troppo e si finirebbe per scrivere articoli lunghissimi e prolissi e pieni di ridondanze che si ripetono inutilmente, e noi non vogliamo che ci siano ridondanze che si ripetono inutilmente perché le ridondanze che si ripetono non piacciono a nessuno e tutti odiano le ridondanze che si ripetono inutilmente. Ci limiteremo, in questa brevissima trattazione, alla logorrea nella civiltà occidentale, perché la logorrea in oriente... Ehi! A proposito di oriente, vi ho mai raccontato di quel mio zio che viveva in Trentino (regione italiana del nord contenente le province di Trento e Bolzano, famosa anche per le mele) che un giorno stava raccogliendo le zucchine nel suo orto quando gli suonò il cellulare, solo che questo si trovava nella borsa della SNAM... Non sapete cos'è la SNAM? beh, avete presente quando non trovate qualcosa che però eravate sicuri che fosse lì e invece no, lì non c'è ma cavolo ero proprio sicuro di averla messa lì... uff, ma dov'è? aspetta che la cerco... Dicevamo? Ah sì, parlavamo della logorrea nella civiltà occidentale. Ecco, la logorrea nella civiltà occidentale non esiste. Questo perché nel mondo industrializzato il tempo è denaro e dunque anche la comunicazione deve essere breve e circoncisa, non è infatti pensabile di smettere di produrre beni di consumo per metterci a parlare del più e del meno, come faceva mia zia Guendalina che appena le chiedevo di dirmi dov'era la marmellata iniziava a parlarmi di cose che non c'entravano nulla, come quella volta che mi raccontò che quando suo marito (ossia mio zio Gervaso, e non abbandonatevi a facili battute sul nome) faceva il militare (al tempo c'era la leva obbligatoria. E no, Archimede non c'entra nulla. Che poi la leva non l'ha inventata lui, lui l'ha solo studiata) gli capitò di vedere una macchina costosa che sfrecciava veloce, allora gli fecero segno di fermarsi e su sapete chi c'era? No? nemmeno io, l'ho scordato. E dopo questa breve spiegazione scusate ma devo andare a rispondere al telefono, mia nonna mi chiama.

Il problema della logorrea nel dimensionamento delle reti telefoniche

Com'è noto ai più, una rete telefonica è costituita da una serie di collegamenti che devono essere sovradimensionati rispetto all'uso medio che l'utenza ne fa, altrimenti non potremmo più chiamare le pizze il sabato sera oppure le hot line di notte. Se infatti supponiamo che una generica telefonata tra due utenti possa essere modellata come una variabile aleatoria di Rayleigh, si ha che la rete deve permettere a una certa percentuale dell'utenza, compresa tra il 70 e il 90%, di telefonare trovando la linea libera. La siffatta variabile ha una media nel dominio del tempo di circa 30 minuti, modello valido per conversazioni lavorative e conversazioni zozze, che rappresentano circa un quarto del carico della rete. Tale modello però non è valido nel caso di patologie logorroiche che si manifestano solitamente nei seguenti tipi di conversazione:

  • conversazione madre-figlia
  • conversazione tra sorelle
  • conversazione tra fidanzati

In tal caso la media della variabile aleatoria si alza notevolmente, spostando il punto di lavoro dell'intera rete verso infinito e rendendo la probabilità di trovare un telefono libero a zero. Nonostante tale fenomeno aumenti l'efficienza della rete, esso provoca una diminuzione disarmante della qualità totale del servizio: provate voi a telefonare al commercialista mentre vostra figlia è al telefono con il fidanzato da circa 70 minuti! Per tale motivo il problema della logorrea è molto sentito nell'ambito delle telecomunicazioni e va risolto con un opportuno dimensionamento delle reti di comunicazione. Il sovradimensionamento va quindi fatto su tutti i tipi di reti che prevedono comunicazione tra due individui: telefonia fissa, telefonia mobile, citofonia, chat.

Si noti come l'ingegneria delle telecomunicazioni non sia stata ancora in grado di trovare una soluzione per quanto riguarda il problema della logorrea per alcuni tipi di comunicazioni, prime fra tutti le comunicazioni di tipo astrale con soggetti presenti aldilà dell'atmosfera. Si supponga difatti la presenza di un individuo A, astronauta, posto a 150 mila km dalla terra in una navicella spaziale che si muove con velocità v lungo la direzione r. Supponiamo che sulla Terra ci sia una sorgente di informazione M, la moglie, che tenta di comunicare con il ricevitore A trasmettendo ad un word rate di circa 350 mila parole al minuto. Ergo considerando la distanza trasmettitore-ricevitore e supponendo che la trasmissione avvenga alla velocità della luce, l'informazione impiegherà circa 2 giorni a raggiungere il destinatario, rendendo terribilmente lunghe le conversazioni interplanetarie. Ciò ha portato la NASA, l'ESA e la FIFA a fare una durissima selezione sugli astronauti destinati alle missioni spaziali, escludendo inesorabilmente gli individui soggetti a logorrea estrema.

Si noti che le prestazioni precedentemente descritte peggiorano inesorabilmente anche se la comunicazione avviene non alla velocità della luce, bensì tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.

Nelle comunicazioni terrestri (chat, telefonia, citofonia) per ovviare all'intasamento della rete dovuta a una eccessiva occupazione delle risorse da parte di un logorroico, in Inghilterra è stata introdotta la Codifica Manchester, consistente nel deviare tutte le conversazioni tra persone logorroiche ad un apposito centralino, posto a Manchester, dedicato alla sorgente logorroica. Il centralino ha quindi il compito di sintetizzare tutto il discorso abbassando notevolmente l'occupazione della risorsa rete. Si noti infatti che l'operazione di sintetizzazione e ricostruzione di segnali logorroici ha generato come risultato segnali con un basso contenuto informativo totale. Dopo lunghi studi durati due giorni, gli ingegneri dell'Asilo Nido di Anversa hanno mostrato come nel 97 % dei casi il contenuto informativo totale possa essere facilmente riassunto con le seguenti informazioni: Io sto bene, oggi ho mangiato pasta e piselli.

La logorrea nella comicità

La logorrea viene normalmente considerata nemica della comicità. Questa convinzione è assolutamente sbagliata e figlia di pregiudizi e preconcetti che non hanno nessun fondamento logico, né semantico e tanto meno fisiologico. A riprova di ciò riportiamo una spassosissima freddura che smentirà queste erronee supposizioni con la stessa facilità con la quale io ho confutato la certezza di mio nonno sul fatto che la Terra fosse piatta mediante semplici esempi di fisica come il salire sopra la torre di Pisa e dirgli che se non credeva a me lo buttavo di sotto. Si è subito ricreduto il senile testardo. Ecco l’esilarante barzelletta:

« Su un treno Freccia Rossa montante materiale etr 500 in grado di coprire i 582km che separano la stazione termini di Roma dalla stazione centrale di Milano in circa tre ore, essendo capace di toccare la velocità di 362 chilometri all’ora, sono seduti un americano, un giapponese e un napoletano.
L’americano, anche se sarebbe più giusto dire statunitense, visto che anche un nicaraguegno è un americano, e per la precisione un latino-americano. A questo proposito è opportuno rimarcare le differenze tra Sudamerica e America latina: il Sudamerica è la parte del continente americano al di sotto dell’istmo di Panama, mentre l’America latina è costituita da quegli stati che hanno come lingua nazionale un idioma di origine neolatina, evidente retaggio della politica coloniale attuata sin dal XV secolo dalla Spagna e dal Portogallo. Risulta quindi evidente che ad esempio il Messico non fa parte dell’America meridionale ma è componente dell’America latina. L’Argentina invece rientra in entrambe le definizioni. Precisato ciò, torniamo al nostro statunitense. Ad un certo punto nello scompartimento si sente un trillo e l’abitante della ex colonia britannica che ha raggiunto l’indipendenza il 4 luglio del 1776, inizia a parlare da solo senza che dimostri di essere in possesso di alcun apparecchio per comunicazioni a distanza. Interrogato sul come ciò fosse possibile, il residente nella nazione compresa tra il Canada a nord e il Messico a sud (sempre che non viva in Alaska, stato che si trova a Nord del Canada ed è separato dalla Siberia russa dallo stretto di Bering, o nelle Hawai, stato costituito da un arcipelago di isole di origine vulcanica posto nel mezzo dell’oceano Pacifico e abitato da una popolazione di origine polinesiana) risponde di essere dotato di un telefono cellulare satellitare costituito solamente da un micro-auricolare posizionato all’interno del padiglione auricolare, ovvero la parte visibile dell'orecchio esterno, costituito da una lamina cartilaginea di pochi millimetri di spessore, rivestita da un sottile strato cutaneo che ricopre le due facce del padiglione stesso, grazie al quale può comunicare con tutto il resto del pianeta da qualsiasi parte del globo terracqueo in cui si trovi, mantenendo sempre le mani libere.
Poco dopo si sente un altro trillo e il giapponese, per la precisione abitante a Okinawa, isola appartenente all’arcipelago delle Ryukyu nella parte più meridionale del Paese, famosa per il fatto di non fare rima con nessuna altra cosa sulla faccia della Terra e per la produzione delle spade (precisamente della katana, arma tipica dei leggendari samurai) tanto da ospitare un episodio del film Kill Bill, quarto lavoro alla regia dell’italo-americano Quentin Tarantino in cui si racconta la storia di una donna che deve vendicare l’uccisione del suo futuro marito e di tutti i suoi amici ammazzati nel giorno della prova generale del suo matrimonio proprio da quel Bill che compare nel titolo; dicevamo il giapponese, in conseguenza dello squillo, inizia anch’egli a parlare da solo apparentemente sprovvisto di alcun supporto telematico. Interrogato sul perché si comportasse a tal guisa, l’abitante dell’isola più vicina all’equatore di tutto il Giappone spiega di essere dotato di un telefonino incastonato in un dente d’oro. Desta curiosità il fatto che un apparecchio tanto tecnologico sia inserito in un supporto d’oro, metallo che non si usa più da parecchio tempo nelle protesi odontoiatriche essendo molto più pratico, economico e sicuramente esteticamente più apprezzabile l’utilizzo della ceramica, materiale dalla storia antichissima che vede la sua eccellenza nella città di Faenza, situata a confine tra la Romagna e l’Emilia.
Chiarito ciò, subito dopo si sente il rumore di una scoreggia, chiamata anche flatulenza, peto, puzzetta o, da Paolo Villaggio, in maniera assolutamente geniale ed esilarante, ventilatio intestinalis putrens riferendosi al geometra Calboni durante il viaggio in treno nell’episodio della settimana bianca appartenente al film “Fantozzi contro tutti”, terzo capitolo della saga dello sfortunato ragioniere. A giustificazione di quel molesto rumore, il napoletano (avete notato che nelle barzellette si parla sempre di napoletani? Come se gli abitanti della città partenopea siano tutti gretti ma, in compenso, molto furbi e simpatici. In pratica un italiano alla seconda. Questo preconcetto è figlio di uno stereotipo che mal cela un fondo di razzismo! Perché non si citano mai ad esempio i tuderti ovvero, secondo la demotica, gli abitanti della città umbra di Todi?!), comunque il napoletano afferma di aver appena ricevuto un fax! »

Ora smettete di ridere (ovvero di manifestare una risposta emotiva di fronte all'esperienza del comico, o a sensazioni intense di allegria, piacere, benessere, ottimismo. Tuttavia, la risata può anche avere il ruolo di sfogo di emozioni di segno opposto, come la tristezza e la rabbia, in tal caso, nel linguaggio comune, si parla di risata nervosa. Ci sono anche cause fisiche che possono stimolare la risata a prescindere da qualunque contesto emotivo: per esempio il solletico o l'inalazione di ossido di diazoto, detto proprio per questo motivo "gas esilarante". Il fenomeno della risata si presenta come una modificazione del ritmo respiratorio, sospensione dell'aspirazione, scosse che si ripercuotono nella gola, contrazioni concatenata di molti muscoli, in particolare facciali e addominali, scopertura dei denti, e talvolta lacrimazione. Il riso è una manifestazione tipicamente umana, che fin dall'antichità ha sollevato interrogativi concettuali di natura filosofica, psicologica, fisiologica e comportamentale. Ciononostante recenti studi dimostrano che alcuni primati e alcuni roditori reagiscono a stimoli tattili, vedi solletico, con una specie di risata.) e ammettete che la logorrea e la comicità non sono assolutamente in contrasto tra loro, ma anzi viaggiano a braccetto come la sodomia e le emorroidi!

Invettiva contro la logorrea

« La logorrea è una indicibile piaga che si può persino definire straziante, come del resto fece il Gian Girolamo Frollini, il quale è considerato un luminare nel campo delle logorroiche scienze quali la filosofia e il gioco d'azzardo, il Frollini, si diceva sostenne fortemente, persino veementemente se vogliamo, la causa di tutti quei poveri signori, o signore e perché no? Vecchi e bambini, anche se disse di considerare i vecchi inutili, costretti ad ascoltare un oratore insensibile, senza alcun riguardo per le loro palle incancrenite o le loro protesi dentarie infiacchitesi, costretti a star seduti, a sentire appunto questo oratore sproloquiare e parlare e decantare una qualche tesi nemmeno troppo intelligente spesso, ma che viene mascherata come frutto di brillantezza e originalità talmente da farla sembrare anche geniale, senza sosta, senza mai fermarsi, con prolissi e astrusi periodi, pieni di virgole e subordinate concatenanti senza mai un punto, un punto e virgola, una pausa, una ricreazione, un secondo per prendere fiato, un attimo di riposo, uno stop, una fermata, una minima moderazione del tono, un segno di interpunzione forte, una variazione nel tono o nello schema sintattico-concettuale, una qualche via di fuga, un passaggio a livello, un elefante, un rallentamento, un'interruzione. Occore una forte presa di posizione contro la logorrea che risulta inutile e fastidiosa e prolissa oltre ogni modo, vergogna a tutti i logorroici, come quel tale Fiorenzo Vallini il quale in un giorno di pioggia prese un libro in mano e cominciò a leggerlo ad alta voce alla cittadinanza riunatisi per la festa di san Pancrazio, provocando così il genocidio di migliaia di persone innocenti, tranne due ladri, sette adulteri, un mafioso, tre riciclatori, nove truffatori, quarantadue maniaci sessuali, un sospetto trans, cinque robot e cinquantaquattro assicuratori! »
(Ramiro Frantazzi, oratore e mistico profeta del insalata coi latticini, il quale tenne questo discorso al convegno sull'ermetismo, dopo il quale discorso fu massacrato a colpi di schicchere di asciugamano da alcuni teenager ingrifati e strafatti di zucchero, come usava a quell'epoca. Che poi lo zucchero fosse reperibile solo nelle botteghe dell'argentatore (come era chiamato lo zuccheraio a quei tempi) era un problema del Governo, il quale dovette gestire un'ondata di lanci di cipolle viola inaudita.)

Conversazione logorroica

Come si applica la logorrea al normale vivere quotidiano?

È evidente che un logorroico tenderà a mostrare la sua arte conquistata negli anni grazie ad estenuanti allenamenti ogni qualvolta ne abbia la possibilità, ovvero in qualsiasi conversazione in cui si imbatta.

La conseguenza più terribile di questa pratica è rappresentata dal malaugurato caso in cui si incontrino due logorroici assieme ed inizino a parlare tra di loro. In conseguenza di ciò, infatti, si formerà un paradosso spazio-temporale che catapulterà i due rompicoglioni fino a sette anni in avanti, lasciandoli del tutto ignari del normale svolgersi della vita attorno a loro. Per evitare di minare nel profondo le leggi del nostro universo, riporteremo soltanto una conversazione tra un tizio qualunque, che chiameremo vittima, e un logorroico DOC.

- Vittima: “Ciao, come stai?”
- Logorroico: “Questa formula colloquiale è davvero inutile ed ambigua. Nel senso che ti interessa davvero sapere come me la passo, o non è piuttosto un modo sbrigativo di salutarmi, senza che in realtà ti importi niente di come va la mia vita? Perché in tal caso non sono disposto a risponderti solamente con un “Bene, grazie!” quando in realtà ci sono diversi aspetti della mia attuale condizione che non mi soddisfano a pieno. E non voglio neanche dirti “Non troppo bene purtroppo” perché così darei dimostrazione di un vittimismo che non è proprio della mia persona. Quindi mi hai posto solamente una banale forma di saluto, celante un menefreghismo di fondo, o davvero vuoi sapere qualcosa di me e di come sia cambiata la mia condizione dall’ultima volta che ne abbiamo parlato?”
- Vittima: No, ecco… Cioè, no davvero, mi interessa! Dimmi…”
- Logorroico: “Ah, mi pareva. In effetti sono un po’ preoccupato perché stamattina mi sono svegliato con un piede più gonfio dell’altro. L’altra sera Michele Mirabella ad Elisir diceva che potrebbe essere una trombosi. Sai quanta gente muore ogni giorno per una trombosi?! Io non lo so, ma sicuramente un casino! E ti ricordi che t’avevo accennato a qualche screzio che stavo avendo con mia moglie?! Certo che ti ricordi, sei un buon amico. Insomma ci stiamo lasciando. Lei ha trovato un maestro di tennis che sembra la soddisfi molto di più di me per quanto concerne il sesso e un giudice, sicuramente donna, ha stabilito che nonostante sia lei a mollarmi io devo lasciarle metà del mio patrimonio, ‘sta troia! Ha anche detto che l’acquario deve restare a lei, anche se me ne sono sempre occupato io e lei non sa nemmeno i nomi di Gino, Piero, Gian Andrea e Fausto, ovvero i miei beneamati pesci tropicali. Sicuramente soffriranno da morire con lei , che non conosce nemmeno il livello di salinità dell’acqua in cui devono vivere, ‘sta troia! E poi mio figlio s’è fatto licenziare da quel bar per gay in cui lavorava. Cioè, sembra addirittura che sia eterosessuale, una delusione dietro l’altra da quello sciagurato… ‘sto coglione! Io gliel’ho detto di trovarsi un bravo ragazzo e metter su famiglia invece di andare sempre in giro a non fare niente in cerca di figa, ‘sto scansafatiche. Chissà che gli passa per la testa? Per me si droga, non c’è altra spiegazione. Giusto ieri ho visto a Verissimo che al giorno d’oggi la cocaina costa talmente poco che te la tirano dietro; pensa che analizzando le acque del Po sembra che un italiano su tre ne faccia uso, ma per me sono tutte cazzate, perché sono per forza quegli extracomunitari a falsare le statistiche, visto che nessuno di loro lavora e passano tutto il giorno a farsi come scimmie, io lo so! A me non la si fa! Inoltre l’altro giorno mi hanno pure tamponato. Pensa che abbiamo fatto la costatazione amichevole con tanto della supervisione dei carabinieri e lui s’è addossato tutta la colpa. Nonostante ciò il perito dell’assicurazione, sicuramente una donna, ha detto che anch’io ha una parte di torto solo perché mi sono fermato troppo di colpo allo stop, tirando il freno a mano, ‘sta troia. Ma che dovevo fare? Stavo arrivando ai 150, non potevo mica aprire il paracadute per fermarmi! Comunque niente, quella stronza non mi sgancia una lira! E io che pago a fare 2.500euro all’anno? Io lo so perché… Per far arricchire quella mafia che non è altro del mondo dell’RC auto. Chissà quanto ci mangiano sulle nostre spalle?! Ho pure scritto a Mi manda Raitre una bella lettera di settantadue pagine in cui descrivevo sommariamente il sinistro, ma niente! Ancora non m’hanno risposto! Per me sono in combutta pure loro, ‘sti leccaculo! Ah, ma io adesso scrivo all’associazione consumatori e gli faccio causa, quant’è vero Dio! A proposito, sei ancora ateo? Io perché mi sono appena convertito a Scientology, poi un giorno con più calma ti racconto bene, perché oggi c’ho fretta e non posso parlare. E te, tutto apposto?”
- Vittima: “Eh? Sì, io sto bene. Ora purtroppo devo tornare a casa, ciao!”

Normalmente la vittima non raggiungerà mai la propria abitazione, ma si farà rinchiudere nel reparto di psichiatria dell’ospedale più vicino confessando di essere preda di manie omicide-suicide.

La logorrea nelle fiabe

Vostro figlio non ne vuol sapere di dormire la notte?
Non riuscite a fargli prendere sonno neanche sottoponendolo alla visione integrale della Corazzata Potëmkin nella versione in russo coi sottotitoli in aramaico?
Raccontategli una bella favola!

« C’era una volta una bambina bellissima ma sfortunata: il suo nome era Cappuccetto Rosso e per vivere faceva la piccola fiammiferaia. Una fatidica sera la mamma gli disse che se riusciva a vendere tutti i suoi fiammiferi poteva avere l’onore di attraversare il bosco al fine di portare le sfogliatelle a sua nonna che viveva a Bassano del Grappa e che si occupava di saziare gli appetiti sessuali di tutti gli alpini della provincia, attività che la sottoponeva a frequenti attacchi di fame, non essendo una dieta integralmente composta da fluidi corporei sufficientemente equilibrata alle esigenze di una ottantasettenne. Dopo mesi di tentativi la ragazza riuscì finalmente nell’intento di finire la sua merce, grazie al consiglio datogli dal Gatto e la Volpe che le suggerirono di sotterrare la mercanzia, cosicché dopo un paio di mesi possa spuntare una bella pianta a forma di divano Ektorp dell’Ikea. Cappuccetto obbedì e, come detto, poté partire alla volta della sua ava dai facili costumi. Purtroppo nel bel mezzo del bosco si imbatté in una vecchietta che si aggirava con una mela morsicata in mano, nascondendosi da sette nanetti che sembravano fermamente intenzionati ad abusare di lei, chissà poi per quale motivo. Spaventata da quell’insolita situazione la nostra eroina decise di nascondersi in una tana dove aveva visto infilarsi un coniglio bianco. Entrata in quel ristretto pertugio, la bambina iniziò a precipitare per un tempo che le parve infinito e finì all’interno di una casa di marzapane, nella quale una vecchia strega stava cocendo in salmì una coppia di fratellini. Allora Cappuccetto decise di fermarsi al fine di farsi offrire un pasto caldo, ma fu distratta da un tipo dotato di una curiosa barba blu che inseguiva la moglie armato di un coltellaccio da cucina. La bambina suppose che l’uomo fosse appena venuto a conoscenza dell’estratto conto mensile della sua carta di credito e quindi giudicò il suo comportamento come cosa buona e giusta e decise di proseguire oltre. Appena girato l’angolo (sì, quel bosco era pieno di angoli! Qualcosa in contrario?) vide un cacciatore che stava estraendo il cuore ad un cervo, il quale sembrava piuttosto risentito, probabilmente perché ghiotto anch’esso di frattaglie. La nostra protagonista chiese consiglio al suddetto cacciatore su quale fosse la direzione migliore per Bassano ma l’uomo rispose che non lo sapeva perché aveva fatto il militare a Cuneo. C. R. restò piuttosto basita da quell’estemporanea risposta ma non poté indagare oltre perché dovette fuggire da un principe che cerva di infilarle una scarpetta di cristallo a sua insaputa. Riuscita a scappare da quel feticista dei piedi si imbatté in un altro principe (Cazzo, ‘sto bosco deve esserne pieno!) che le disse che doveva assolutamente baciarla per risvegliarla dal sonno di morte che la attanagliava da quella volta che si era punta con il fuso per tessere, come conseguenza della maledizione che le era stata lanciata quando era ancora in fasce. A quella Cappuccetto affermò di non averci capito una cippa ma che come scusa per pomiciare non reggeva neanche un po’ e inviò gentilmente a fanculo l’ennesimo principe pervertito. Ripartita alla volta della casa della nonna incontrò un leone, un uomo di latta e uno spaventapasseri che si aggiravano per il bosco cantando canzonacce e decise che probabilmente era giunto il momento di smettere di farsi le canne. Superato quel momento di empasse vide poco lontano un lupo che cercava di buttar giù una casa di mattoni semplicemente soffiandoci contro, mentre un porcellino gli faceva le pernacchie dal balcone e decise che sì, era decisamente ora di smettere di farsi le canne! Continuando nel suo cammino si imbatté persino con una bimbetta dai capelli a passatelli color oro che affermò di chiamarsi Riccioli d’oro. Cappuccetto fece i complimenti alla madre della bambina per la fantasia dimostrata nella scelta del nome e le chiese dove fosse diretta. La bimba rispose che doveva entrare dentro una casa dove vivevano tre orsi al fine di mangiare la loro cena e poi di andare a dormire nei loro letti cercando di sgualcirli tutti e tre. C. Rosso restò molto incuriosita da questa storia e chiese a Riccioli d’oro perché aveva intenzione di comportarsi in tal maniera e la bambina le spiegò di essere una zoofila masochista che godeva nell’essere brutalizzata dagli orsi. Soddisfatta dalla risposta ottenuta, che le parve coerente, Cappuccetto salutò R. d’O. e riprese la sua strada. Dopo poco vide di nuovo il lupo che le spiegò come fosse difficile demolire una casa a forza di rutti e le confessò che aveva deciso di cambiare vita: basta con gli assedi ai maiali, era molto meglio papparsi le ragazzi che attraversavano il bosco con un cestino di sfogliatelle al braccio. La nostra eroina capì immediatamente il riferimento e raccontò al lupo che aveva appena visto sette indifesi nanetti aggirarsi senza meta per il bosco. Gli spiegò anche come fossero gustose le loro carni cotte assieme alle mele, aggiungendo di aver visto anche una vecchia che probabilmente di lavoro vendeva proprio le mele. Il lupo non si fece aggiungere altro e partì alla caccia di quelle prede prelibate. Scampato il pericolo Cappuccetto ripartì e dopo setto-otto mesi di viaggio raggiunse finalmente la casa della nonna. Entrò e constatò che la rincoglionita era morta ormai da settimane e puzzava come del baccalà lasciato al sole. Per fortuna al suo capezzale trovò anche il cacciatore che, dopo il cuore del cervo, stava cercando di estrarre anche quello della donna, giustificandosi dicendo che li collezionava e che il suo era pur sempre un hobby meno scandaloso di quello di Federico Moccia che si ostina a scrivere libri pur non essendone capace. Ovviamente Cappuccetto non poté che essere d’accordo, decise di trasferirsi lì in mezzo al bosco assieme al cacciatore, il quale, oltre al coltello che usava per squartare le sue vittime, era dotato anche di altre cose estremamente grandi, che la ragazza non poté non apprezzare. E vissero per sempre felici e contenti. »

Ora dovrebbe dormire, vero? Se è ancora sveglio non vi resta che prendere un cuscino e premerglielo per un minutino sulla faccia, vedrete come resterà tranquillo dopo!

La logorrea nella cultura popolare

Film

  • Attacco di logorrea, di Hey J. J. Simpson
  • Mamma, mi ho preso la logorrea! Agliuto non riesco più a fermare di parlarmi, di e con McColy Colchi
  • Logorras, città del male, anonimo
  • Logorred, di Roland Emmerich
  • Logorred 2 o II, Ritorno a Logorred Mountain assieme al figlio e alcuni amici, di Roland e Fernandino Emmerich
  • Logorred, la sfida continua fino a quando uno dei due non muore, di Roland Emmerich Junior
  • Logorred, assalto finale che è veramente l'ultimo e poi finisce, di Roland Emmerich J. Junior
  • Se scappi, ti logorro, di G. G. Muccino

Libri

  • Cent'anni di logorrea, incompleto, di Gabriel Garcìa Velasquez
  • La divina logorrea, di D. Lighieri
  • Panta logorrei, di Eraclito
  • Disquisitiones troppas, di Plinio il Vecchio
  • Magna palabras, di Plinio il Pirla
  • Logorrea e Castigo, di Dostoevskij
  • Isole nella Logorrea, di Ernest Hemingway

Testi specialistici di una certa rilevanza

  • Logorrea come forma di sottocultura e soffritto, a cura del reparto di psichiatria infantile dell'ospedale IL PHAENOMENON di Varese
  • Prevenzione e cura della logorrea, Bruno e GianBruno Bruni, Bruno Editore
  • Logorrea, variante nordica e costumi, analisi della logorrea e delle sue manifestazioni nella cultura scandinava e nelle infezioni intramuscolari, anonimo
  • Ma non si parlava di diarrea?, Pietro Gambacorta
  • Logorrea costituzionale, Niccolò Ghedini featuring Justin Timberlake
  • Il pendolo di Focò, ovvero come scrivere con 300 mila parole ciò che potresti esprimere in due solo pagine, di Umberto Eco e Jovanotti

Voci correlate

Note

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  1. ^ Per non parlare di tua cugina, poi!

Nota alle note

Si noti come la scelta dell'autore sia caduta nell'omettere volutamente il contenuto informativo presente nelle note dal testo, per separarlo dal testo stesso al fine di rendere più leggibile e sintatticamente chiaro il discorso presentato nel presente articolo. Le note vanno quindi intese non come sezione a sé stante rispetto al testo, ma come approfondimento aggiuntivo da seguire nel caso il lettore o chi ne fa le veci sia interessato ad ulteriori investigazioni. Le note sono quindi parte integrante del testo, ma la loro separazione è necessaria per fornire al lettore un quadro generico non necessariamente troppo tecnico e specifico della logorrea vista come malattia, patologia degenerativa, cancro terminale, tumore alla prostata, aspetto culturale, costume della nostra epoca e infine lavatrice a gettoni. Pertanto le note possono essere trascurate a un lettore superficiale, ma diventano strumento indispensabile di acculturamento per coloro che sono desiderosi di imparare e trarre utili insegnamenti da questa marea di cazzate.