Archimede

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Disambiguazione – Oops! Forse cercavi l'Archimede plagiato dal siracusano, vedi Archimede Pitagorico.
Archimede mentre collauda la sua ultima invenzione: il Libro.
« Un corpo immerso in un fluido... si bagna; un corpo immerso in un altro corpo... si diverte; due corpi immersi in un corpo... è orgia. »
(Archimede sul suo famoso principio)
« Un bel corpo immerso in un fluido...probabilmente è quello di una bella gnocca »
(Archimede sempre sul suo famoso principio)
« Un corpo immerso nel buio non si vede »
(Archimede sempre sul suo famoso principio)
« Datemi una birra e vi solleverò il mondo »
(Archimede sulla birra)


Archimede di Siracusa fu uno matematico, fisico e megalomane siracusano del III sec.a.C., noto per la scoperta di almeno 3 nuovi modi per ammazzare il prossimo con la scusa della scienza.

Considerato da sé stesso come uno dei più grandi capoccioni della storia, fu in grado di calcolare la superficie e il volume della uallera di Zi' Rafele; formulò la legge che fa galleggiare le paperelle di gomma; scoprì i principi della leva, anche se preferiva il cambio automatico; e progettò varie macchine da guerra di cui bastava fare menzione per far cagare addosso i Romani, pur non avendone mai costruita una.

Celebre la sua esclamazione èureka! (εὕρηκα! - ho trovato!) a lui attribuita dopo aver scoperto che per trovare la macchina lasciata nel parcheggio dell'iper basta pigiare il bottone sulla chiave.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Archimede

La scienza ai tempi di Archimede

Ai tempi di Archimede la scienza era molto primitiva. Si pensi soltanto che per le previsioni metereologiche si ricorreva ancora ai calli (metodo tilomico) e non si era ancora giunti a utilizzare le palle (metodo cogliatico).

La Legge idrostatica

Dopo diversi decenni di insistenza la fantesca di Archimede, Eureka, finalmente lo convinse a farsi un bagno. Archimede, però, di accorse che dopo il bagno era più leggero. Gridando per chiamare la fantesca ("Eurekaaa! portami le mutande!!") enunciò la famosa legge:"Un corpo, immerso in un bagno trasferisce all'acqua parte del suo peso". Infatti nella tinozza di Archimede erano rimasti circa 60 Kg. di sozzure.(*) Da notare come invece di farsi le seghe o sbracarsi, durante il bagno Archimede faceva lavorare la sua materia grigia...

(*)Archimede, in seguito, utilizzò quest'acqua come inchiostro per scrivere i suoi trattati.

Le legge idroalcolica

"Un liquido immerso in un corpo riceve una spinta dall'alto verso il basso pari al peso del liquido spostato"

Dopo avere elaborato questa formulazione Archimende passò alla verifica sperimentale: come liquido scelse il vino greco e come corpo il suo stesso. Quindi bevve circa 20 litri di vino e, dopo poco sentì un peso alla vescica. Per misurare esattamente la corrispondenza tra peso del vino e spinta vescicale passò alla misurazione della lunghezza del getto. Quindi dovette effettuare altre prove a maggiore o minore quantità di vino; tutti i risultati concordarono ma l'esperimento fu interrotto perché era finito il vino. Archimede allora andò a comprarne altro, ma desisté perché vide alcuni stronzi galleggiare sul vino. Domandandosi il perché del fenomeno (cioè perché gli stronzi non affondavano), giunse alla seconda formulazione della legge, dov'è il corpo che viene immerso nel liquido e la spinta va dal basso verso l'alto. Lo studio del fenomeno fu condotto da Archimede con grande accuratezza, specialmente per quanto riguarda il punto esatto in cui viene esercitata la spinta dal basso verso l'alto. Si servì all'uopo degli stessi schiavi che aveva utilizzato nell'esperimento della corona (vedi in seguito), stavolta, però, su se stesso. Fatto immergere uno schiavo nerboruto nella vasca, egli vi si immerse sopra lo schiavo e asttese la spinta, constatando poi non soltanto che vi era una spinta potente dal basso verso l'alto, ma che questa si esercitava concentrandosi in un punto preciso: l'ano. Per quanto l'esperimento risultasse piuttosto doloroso, tuttavia esso permise allo scienziato siracusano non soltanto di enunciare la legge, ma anche di dedicarsi all'invenzione del ghiaccio per lenire le conseguenze dell'esperimento.

Archimede nella sua vasca da bagno in attesa della spinta dal basso verso l'alto.

La leggenda della corona

Gerone, tiranno di Siracusa e zio di Archimede, volle farsi fare una corona d'oro; in seguito pensò che l'orafo l'aveva fregato sul peso e diede incarico ad Archimede di accertare se la corona era composta di oro o se vi erano miscelati altri metalli.

Archimede non sapeva come cazzo fare perché la corona non poteva essere rifusa senza perdere la manifattura artistica (Gerone aveva voluto due grosse corna sulla corona). Ebbe un'idea: " se la zia è zoccola, le corna sono autentiche!"; ma bisognava dimostrare che la zia era effettivamente zoccola.

Archimede le portò tre schiavi numidi molto nerboruti (dopo averli accuratamente pesati ed essersi accertato, con dito a culo, che non fossero gay); li riprese in giorno dopo e li pesò nuovamente, constatando che erano calati di 30 Kg ciascuno e che sbandavano. Allora poté affermare: "Le corna sono autentiche, quindi anche la corona lo è, e Gerone è un vero cornuto".

Quel furbacchione di Archimede che scoreggia, fingendo di pensare.

L'assedio romano

Gerone, da vero cornuto, si era inimicato i Romani che perciò assediarono Siracusa con la flotta; Archimede ebbe il compito di provvedere alla difesa. Costruì delle immense catapulte con le quali faceva volare enormi palle di merda fino alle navi romane, che perciò dovevano poi essere ritirate per il lavaggio (della nave e degli uomini). Poi mise sulle barche tutte le puttane di Siracusa, dopo esseri accertato che fossero ben bene appiattolate, e i romani perdettero due anni per spiattolare tutta la flotta. Poi inventò gli specchi ustori, con i quali, a grande distanza, riusciva a bruciare le cabine dei cessi delle navi romane, e si vedevano marinai e legionari correre all'impazzata tenendosi le chiappe per tuffarsi in mare. Alla fine, però, i Romani corruppero i tre numidi che stavano nel letto di Gerone e presero Siracusa.

La fine di Archimede

Il Console romano Marcello aveva dato ordine di non uccidere Archimede. Lui però, fu trovato da uno dei legionari col culo bruciato (che sotto la toga portava ancora le bende e gli unguenti), mentre disegnava sulla sabbia. "Oh che tu disegni?" disse il legionario; ed Archimede: "Un altro tipo di specchio più potente!", e il legionario infuriato gli conficcò il gladio nel culo. Ma in realtà era un robot sosia, il vero Archimede era scappato alle Hawaii con un aereo di Zio Paperone.

Le grandi invenzioni

Oltre alle note formule matematiche, il saggio Archimede è noto soprattutto per essere un geniale inventore. Tra le sue maggiori invenzioni troviamo:

Voci correlate