Cristoforo Colombo

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« È questa: fidatevi! »
(Cristoforo Colombo su India.)
« Eppure, se lo mandassimo via a calci in culo, secondo me ci risparmieremmo un sacco di problemi. »
(Capo indios su Cristoforo Colombo.)
« Ma dove essele finito Clistofolo?! »
(I cinesi che lo aspettavano (e lo aspettano tuttora!).)
« Terra! Terra! »
(Cristoforo Colombo alle due di notte, senza essersi accorto di essere sbarcato nel porto di Genova.)
« Terùn! Terùn! »
(Genovesi imprecando contro di lui.)
Cristoforo Colombo bambino, in un ritratto del 1466.

Cristoforo Colombo (detto Piccione) fu un navigatore ed esploratore italiano, passato alla storia per la sensazionale scoperta dell'uovo, seguita poi da quella dell'America (o delle Indie, gli storici discutono tuttora).

La Vita

La giovinezza

Cristoforo nei panni del Tenente durante una recita scolastica.

Il fanciullo nacque a Colombo, Ohio, il 21 gennaio del 2941. I suoi genitori diedero prova di grande originalità mettendo al piccolo lo stesso nome della loro città, fondata in onore dello scopritore delle Americhe, un certo Colombo. I giorni dell'infanzia trascorsero felici nella nativa Genova, dove il bambino giocava con i suoi coetanei ma, appena iniziò la scuola, per il piccolo cominciarono anche i problemi. Infatti, nella sua città natale (Ajaccio), le scuole si attenevano ancora ai programmi stilati nel '29 dal ministro Gentile ed il giovane, di chiare e fresche e dolci acque larghe vedute entrò in rotta di collisione con i suoi insegnati.
Infatti, dopo una botta in testa per essere caduto da cavallo durante una partita di pallacanestro, si convinse che la Terra fosse rotonda, con leggero ritardo rispetto ai greci che lo avevano capito duemila anni prima. Questo gli valse la fama di mentecatto nella sua amata Nizza e lo costrinse ad abbandonare il borgo natale di Barcellona all'età di 17 anni, appena conseguito il diploma.

La vita da marinaio

Cristoforo Colombo alla volta dell'America, a prua la Nina che prende il sole.

Abbandonata alle spalle dunque la natìa Lisbona Colombo viaggiò in lungo ed in largo per l'Europa come importante membro dell'equipaggio di varie navi, con il fondamentale compito di rallegrare e rialzare il morale della ciurma: lo scemo di bordo. Il giovane acquistò in questo periodo la sua passione per il mal di mare che lo accompagnerà poi per tutto il resto della vita, nonché uno spiccato senso dell'orientamento e della navigazione; si dice infatti che riuscisse a far ritornare la nave nel porto di partenza meglio di un piccione viaggiatore.
Tuttavia la sua vecchia e strampalata idea che la Terra non fosse piatta continuava ad ossessionarlo e decide di vendere tutti i suoi averi per dimostrarlo, compiendo un viaggio di circumnavigazione del globo verso ovest per arrivare in Cina. Purtroppo, essendo un nullatenente, si ritrovò a dover girare per l'Europa chiedendo l'elemosina ai vari sovrani.

Per prima cosa andò in Francia, dove si recò in udienza davanti al re Luigi qualcosa. Solo davanti al trono si ricordò che non sapeva una parola di francese e iniziò a gesticolare e grugnire mimando una flotta che salpava per un lungo viaggio. Il re gli propose allora di restare come giullare ma Colombo rifiutò con sdegno, raccogliendo i suoi quattro cenci e partendo alla volta della penisola iberica.

In Portogallo chiese al re il premesso di salpare con una flotta di quindici portaerei insieme alla corazzata Potemkin, il diritto a regnare su qualsiasi terra avrebbe scoperto, venticinque mogli gnocche e una tonnellata d'oro per ogni centimetro di mare percorso durante il viaggio. Il re del Portogallo lo fece allontanare cortesemente dalle sua guardie, il ricordo di quell'udienza sarebbe rimasto per sempre nella memoria di Colombo nella forma di una frattura scomposta del bacino.

Giunto in Spagna, e mosso da più miti consigli, chiese tre piccoli motoscafi, di quelli che al massimo si usano per traghettare i clandestini dall'Albania alla Puglia. La regina di Spagna, Isabella di Castiglia, regina di Castiglia per l'appunto, acconsentì senza aver capito un cazzo delle intenzioni di Colombo pur di cavarsi dai piedi quel tipetto fastidioso; addirittura acconsentì a nominarlo viceré delle terre sottratte poi ai poveri cinesi e a garantirgli il 10% di tutte le entrate delle colonie che avrebbe fondato. Gli fornì quindi tre bagnarole che a stento galleggiavano, pregando che non tornasse più a disturbarla.

La scoperta

Primo viaggio

La rotta seguita da colombo fino in America.

Il tenente Colombo intraprese dunque il suo viaggio verso ovest e scoprì l'Africa. Si rese conto dell'errore solo quando notò che gli abitanti del paese erano negri e non gialli, quindi invertì la rotta, proclamando il suo più celebre aforisma:

« Visto che non è qui, sarà dall'altra parte. »

Navigò a lungo finché non si imbatté finalmente in un isolotto sperduto in mezzo al nulla che affermò essere la Cina. E tagliò il naso a chiunque affermasse il contrario.
Purtroppo non riuscì a fregare nessuno e quando tornò in Spagna Isabella gli diede del cretino, affermando che era sbarcato senza dubbio non in Cina, ma in Giappone. Lo costrinse perciò a salpare di nuovo minacciando di fargli ripetere l'anno se non avesse superato le sue lacune in Geografia e non avesse trovato Eldorado il Catai[1]. E di portarle anche un po' di manga, già che c'era.

Gli spagnoli furono entusiasti di quello che Colombo aveva portato dalle Americhe.

Secondo viaggio

L'esploratore salpò dunque di nuovo dalla Spagna con ventordici galeoni visto che i reali spagnoli si erano convinti che effettivamente sarebbe riuscito a farli tornare traboccanti d'oro. Questa volta Colombo frugò più a fondo nei Caraibi alla ricerca dell'oro che dei nativi nudi che vivevano in capanne di fango in quelle isolette sperdute dovevano per forza possedere.
Ma quei piccoli bastardi evidentemente erano furbi e lo avevano nascosto per bene, quindi non riuscì a trovare nulla. In compenso riportò in Spagna campioni di piante e animali impagliati oltre a una serie di rocce colorate.
Inutile dire quanto questi reperti furono apprezzati alla corte spagnola.

Indovina un po'? Ebbene sì, terzo viaggio

Colombo, in uno slancio poetico, regala un prezioso consiglio al suo nostromo: "Qualsiasi sia l'ondeggiamento, non vomitare mai controvento!".

A questo punto il re e la regina di Spagna[2] decisero che non ci si poteva fidare di quel genovese dallo sguardo furtivo e rifiutarono di finanziargli un altro viaggio, fosse anche stato quello all'altro mondo.
Ma il nostro aveva una dote che gli rendeva facile ottenere quello che desiderava: la petulanza. Ruppe le palle così a lungo e con tale maestria che per la terza volta i due coniugi furono costretti a cedere e a farlo partire pur di levarselo di torno. Sperando vivamente che facesse naufragio gli affidarono il comando di sei barche a remi e un peschereccio di sardine come ammiraglia con cui partire per il Nuovo Mondo.

Una volta giunto lì si rese conto che la situazione era completamente sfuggita al controllo degli spagnoli: disboscamento selvaggio, rapine, stupri, omicidi perpetrati ai danni dei nativi erano tutte cose accettabili. Ma che si insegnasse loro a leggere era una cosa a dir poco intollerabile.
Quindi iniziò ad ordinare esecuzioni di massa dei professori di lettere che ormai infestavano le isole dei Caraibi; purtroppo la sola superstite, una vecchia cariatide che era stata insegnante di El Cid, riuscì a ritornare in Spagna e ad avvertire il re. Il quale inviò subito una spedizione per acciuffare Colombo, ormai in evidente delirio di onnipotenza, guidata dal prode Francisco de Bobadilla che trovò il genovese impegnato in una prova di equilibrio in cima ad una canna da zucchero, mentre lanciava pannocchie di mais in testa a chiunque passasse di lì. Catturato il recalcitrante[3] Colombo la spedizione tornò in patria mentre Francisco saltellava sul ponte della nave cantando a squarciagola:

Purtroppo alcune navi attraversarono il Canale di Panama[4] e caddero oltre il bordo del mondo che, come tutti sanno, si trova giusto al di là del Messico.
« Ehi dol! Bel dol! Suona un dong dillo!

Suona un dong! Salta ancor! Salice bal billo!

Fra Bob, bel Fra, Francisco de Bobadillo! »

Last but not least, quarto viaggio

Proprio quando pensava di essere finito gli venne data un'altra occasione per arrivare in Cina dalla regina in persona, che non si era ancora rassegnata a ricavare da tutti quei viaggi solo del mais, un po' di cocco e delle strane foglie a cinque punte.
Fu la volta buona: Colombo sbarcò sulle coste dell'attuale Messico, dove si trovava il regno Azteco, le cui città erano traboccanti d'oro. E, visto che stavolta era approdato su qualcosa di molto più grosso di uno scoglio, annunciò festante al suo equipaggio:

« Grande è grande, quindi dev'essere la Cina! »

Si autoproclamò dunque re delle nuove terra e la battezzò Cristofora. Due giorni dopo arrivò tale Amerigo Vespucci che gli soffiò il nome cambiandola in Vespuccia poi, siccome non riscontrò successo, cambiò di nuovo in: America.

La vecchiaia

Colombo esulta dopo aver segnato il gol che regalerà la prima American's Cup alla Spagna per 1-0 sul Portogallo.

Tornato in Spagna fu accolto con grandi onori e fu organizzata una spedizione militare per rubare, distruggere e saccheggiare tutto quello che si potesse rubare, distruggere e saccheggiare. Ah, e per convertire le popolazioni locali al culto di Cristo e insegnare loro a mangiare con coltello e forchetta, quasi mi dimenticavo.
Comunque, quando le prime navi inviate ritornarono con le stive così piene d'oro che rischiavano di affondare Isabella cominciò a pensare che aver accettato di darne il 10% a Colombo non era stato proprio un grande affare. Quindi lo convocò e tentò di dissuaderlo dicendogli che aveva mal di testa, aveva le sue cose, voleva prendersi una pausa di riflessione. Fu tutto inutile: il navigatore si ostinò a volere i suoi soldi. Così Isabella lo fece sbattere fuori da palazzo.
Il povero Colombo si arrangiò per un po' lavorando prima come tenente di polizia e poi come corriere espresso; alla fine morì a Valladolid[5] e le sue ossa furono sepolte nella chiesa della piccola cittadina. Al suo funerale, nella cattedrale di Siviglia, parteciparono poche persone; e meno ancora si fermarono ad assistere all'inumazione della salma in un fazzoletto di terra nell'isola di Hispaniola. Ancora oggi una grande lapide a L'Avana indica il punto in cui è sepolto.
Ebbe sicuramente una vita da predestinato: nessuno è mai stato in grado di stabilire dove cazzo sia nato e possa cadere il Cielo se qualcuno riuscirà mai a capire dove cazzo è sepolto[6].

Aneddotica

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Colombo, intento a deporre l'uovo che gli fornirà sostentamento per le prossime diciotto settimane di navigazione.
  • In Spagna, dopo essere tornato dai suoi viaggi di scoperta, alcuni gentiluomini[7] della corte affermarono che chiunque avrebbe potuto scoprire il Nuovo Mondo come Colombo, semplicemente navigando diritto verso ovest. Il genovese si incazzò di brutto e depose un uovo davanti alla corte meravigliata. Quindi disse:
« Provateci voi adesso, brutti figli di puttana! »

Voci scorrelate

Documenti multimediali

Note

  1. ^ È il nome figo della Cina, capra!
  2. ^ La buona vecchia Isabella dell'inizio, ricordate?
  3. ^ E scalciante.
  4. ^ E già che c'erano lo scavarono pure.
  5. ^ Che suppongo sia in Spagna...
  6. ^ La predestinazione sta tutta nella ripetizione della parola "Cazzo".
  7. ^ Anche se un po' bastardi.
  8. ^ Che poi sempre vichingi, sono.