Girolamo Savonarola

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(Rimpallato da Savonarola)
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Girolamo Savonarola, abilmente ritratto durante un suo live a Piazza della Signoria.
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Girolamo Savonarola
« Colto, raffinato, un vero intenditore in campo artistico: il mio modello. »
( Hitler su Savonarola.)
« Il più grande politico di tutti i tempi. »
(Di Pietro su Savonarola.)
« Il vero padre dell'hip hop. »
(Rapper su Savonarola.)

Girolamo Francesco Maria José Savonarola è stato un religioso, un politico, un gregorian-rapper, ma soprattutto, il Beppe Grillo del '400 italiano, rappresentando il sale nel caffè per il corrotto Lorenzo il Magnifico e per la sua allegra combriccola di scalmanati fiorentini.

Gioventù bruciata

Girolamo Savonarola, figlio di genitori ignoti, fu sfortunatamente rinvenuto ancora in fasce da una coppia di ricchi padovani nel camposanto di Ferrara, un giorno in cui, appunto, gli sposini novelli stavano andando a deporre dei fiori sulla tomba del loro levriero. Sin da piccolo, fu educato alla filosofia neoplatonica dal nonno materno, finché non rimase folgorato dalla lettura di un brano di Tommaso D'Aquino sulla cura dei brufoli, riportato sul famoso settimanale dell'epoca Id est[1].

Nonostante suo padre avesse chiaramente manifestato il desiderio di vederlo chirurgo estetico ufficiale della corte Estense, egli abbandonò questa promettente strada per seguire la sua vocazione biblica, manifestatasi in seguito a un'apparizione della Madonna. Fonti contemporanee insinuano che il presunto avvenimento prodigioso sarebbe stato in realtà provocato da una tegolata sulla tempia sinistra del miracolato. Dopo essersi ritirato per un anno nei boschi emiliani nutrendosi di soli grilli, si laureò col minimo in teologia grazie alla Cepu, e iniziò la sua brillante carriera di rompiballe mistico con la prestigiosa carica di "scrostacessi ad interim" nel convento di San Marco a Firenze.

Golden years

Giovanni Pico, Mirandola nei raffinati ambienti fiorentini.

Anche un povero scrostacessi, tuttavia, a volte ha la possibilità di cambiare vita; così fu per il nostro eroe: difatti, mentre, colto da un irrefrenabile impulso evangelico, parlava con lo scopino del cesso dei sette peccati capitali, fu per caso udito dal priore, che decise di promuoverlo a predicatore del "Centro Alcolisti Anonimi" di Piazza Duomo. Da questo punto in poi, la biografia del Savonarola è una strada in salita, dritta verso le stelle: la sua fortuna fu l'essere attirato, da buon tafano moralista che era, dal fiorente fenomeno della sodomia, che a Firenze dilagava nei colti ambienti della Corte medicea. Il religioso manifestò il suo sdegno con alcune dimostrazioni estreme, come legarsi al campanile del Duomo per un mese intero. Fonti dell'epoca ci informano che, in realtà, se ne staccò solamente quando, durante un temporale fuori stagione, l'adiacente lanterna si frantumò a causa di un fulmine - forse inviato da Dio, che si era oramai stancato della sua delirante logorrea. Savonarola decise dunque di manifestare il suo dissenso in modi meno pericolosi, e si cimentò nel nascente filone del rap-gregoriano, insieme al suo caro amico Tupac Shakur. Ma il monaco aveva ormai attirato le attenzioni del popolino, tanto da essere invitato a "Dante 1492", programma simile al nostro Porta a porta, in cui rivestì il ruolo di "castigator morum", denunciando gli sciali di quel gangsta del Magnifico, il quale, incurante della povertà del popolo, faceva addirittura stampare le opere di Platone su pergamene realizzate con pelle umana. L'indomito religioso decise quindi di fondare un'organizzazione segreta di monaci rappusi, "Le brigate Pallesche", il cui unico obiettivo era di impadronirsi del governo, per trasformare Firenze e dintorni in una dittatura, le cui redini sarebbero state rette da egli stesso.

Il per nulla astuto religioso, però, riuscì a farsi, in poco tempo, più nemici di George Bush in persona: difatti, fornì foto compromettenti di Poliziano e Ficino a riviste scandalistiche dell'epoca, alimentò le stufe del Convento con i testi filosofici di Platone e, da ultimo, incise il singolo rap-gregoriano "De ruina Ecclesiae", in cui elogiava il Papa con versi quali "porco lussurioso in vesti bianche, nella cloaca tu abusi del peccato". L'unico a rimanergli amico fu Pico della Mirandola, che sperava invano di diventare, grazie alla sua intercessione, insegnante di magia a Hogwarts.

Decay

Savonarola e i suoi seguaci in raccoglimento per una grigliata.

Oramai odiato da tutti, il nostro caro Girolamo decise di affidarsi alla sua incipiente carriera canora per allontanarsi da Firenze, iniziando così una tournée nella penisola con annessi roghi di quadri e libri, che ebbero un grandissimo impatto mediatico sul pubblico, tanto che il suo singolo "Pàrtiti da casa tua" fu scelto come colonna sonora della popolare telenovelas "Inferno, Purgatorio, Paradiso... e ritorno".

Il Savonarola, però, non aveva affatto un carattere facile: in seguito alla scoperta di alcuni quadri del Botticelli nel villone extra-lusso del suo produttore, ruppe ogni genere di rapporto con lui e ritornò a Firenze in carro-stop. In quella città la situazione era radicalmente mutata: la dedizione della cricca del Magnifico alla cocaina faceva andare il governo alla deriva, tanto che il monaco, nonostante alcuni primi momenti di attrito con il Medici, che lo costrinse a tenere i suoi sermoni al circo[2], riuscì a penetrare le barriere dell'entourage governativo, anche grazie alle fatture del suo amichetto Pico della Mirandola.

La morte del Magnifico e del Papa per overdose, avvenuta nel 1492, eccitò le ambizioni del Girolamo, il quale decise di attuare un piano diabolico per impadronirsi dell'intera Toscana: trasformò il Convento di San Marco nella base segreta dei "Frati Mendicanti Combattenti", che avrebbero compiuto un incantesimo collettivo per rendere Firenze vulnerabile all'attacco di quell'inetto mangiaranocchie di Carlo VIII... Naturalmente, quella testa di pipa del Savonarola pensava di poter ammaliare facilmente un re beone e barbaro, abbindolandolo con le grazie di un inedito Pico della Mirandola travestito da voluttuosa odalisca.

Chiunque abbia un minimo di senso critico, tuttavia, potrebbe tranquillamente immaginare come gli eventi presero una piega del tutto differente: difatti, la morte di Pico in seguito all'accidentale ingestione della sua cipria a base di biacca di piombo fece saltare i piani del Savonarola, e lasciò il tempo a Ludovico il Moro di comprare i favori del re francese con vergini e ducati. Girolamo, oramai con le spalle al muro, si ridusse a implorare l'aiuto dei i suoi colleghi gregorian-rapper, che però erano scappati in Francia per suonare il clavicembalo al piano-bar di corte.

L'intrepido domenicano decise di darsi la zappa sui piedi incidendo il suo ultimo singolo "Amos, Ruth et Michaea", una critica all'abuso di vetture blu da parte della curia vaticana. Dopo quest'ennesimo atto irrispettoso, Papa Alessandro VI lo scomunicò e lo condannò a morte: il Savonarola fu impalato e arso sul rogo in Piazza della Signoria; dalle sue ossa venne ricavato un pigmento, utilizzato per affrescare la stanza da bagno del sommo pontefice.

Inserto: il rapper nella società del '400

Lorenzo de' Medici, un tamarro spocchioso e poser senza precedenti.

Il rap gregoriano nacque intorno agli ultimi decenni del XIV secolo, come diretta espressione del disgusto che i monaci provavano per la decadenza della Chiesa: furono molte le manifestazioni di religiosi free-styler a Piazza S. Pietro e a Castel Gandolfo. A questo hip hop di origini monacensi, però, si affiancò presto il gangsta gregorian rap, che se ne differenziava per i contenuti e per la diversa elaborazione delle basi musicali: mentre i monaci vecchio stile criticavano tutto e tutti, i gangsta, che altro non erano che i favoriti dei regnati in carica, parlavano di madonne alla Petrarca, distese a gambe spalancate su tappeti sonori, raffinatamente creati con costosi strumenti di ultima generazione, quali il clavicembalo e il liuto. Si può comprendere bene, ordunque, quanto si odiassero queste due fazioni opposte... Questa situazione di tensione si esemplificò nel contrasto fra il Savonarola, il monaco rappettaro di San Marco, e Lorenzo il Magnifico, che si dilettava insieme ai suoi incidendo singoli gangsta e realizzando video che lo ritraevano nudo nella vasca, fra efebi e damigelle pronti a offrirgli gratuitamente le proprie grazie.

Curiosità

  • Savonarola ha fortemente influenzato Eminem, tanto che il famoso rapper ha dichiarato che l'idea della motosega e della maschera da hockey l'ha copiata da un live del monaco davanti gli Uffizi.
  • Savonarola vinse il premio 1492 di castigator morum.
  • Il monaco bruciò così tanti quadri e libri da causare il buco dell'ozono.
  • Lorenzo de' Medici fu costretto ad aprire case di cura per artisti e letterati, impazziti in seguito alla distruzione delle loro opere.
  • Fonti dell'epoca ci informano che Savonarola si divertiva a indossare i ricchi prodotti dell'artigianato tessile e dell'oreficeria rinascimentale, soprattutto se femminili, prima di spedirli all'inferno per direttissima con un bel rogo.
  • Il suo cervello fu mangiato sottolio dal Papa dell'epoca, durante una lussuosissima e crapulosa orgia.

Note

  1. ^ l'equivalente del nostro Cioè.
  2. ^ mentre saltava cerchi infuocati
Questa è una voce in latrina, sgamata come una delle voci meno pallose evacuate dalla comunità.
È stata punita come tale il giorno 30 marzo 2014 con 100% di voti (su 8).
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