William Shakespeare: differenze tra le versioni

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=== Alfa Romeo Giulietta ===
=== Alfa Romeo Giulietta ===
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[[File:Grupporagazze.jpg|thumb|300px|Recente rappresentazione teatrale di Romeo e Giulietta.]]
[[File:Grupporagazze.jpg|thumb|300px|Recente rappresentazione teatrale di Romeo e Giulietta.]]
È sicuramente l'opera più popolare di Shakespeare, e guarda caso è anche la più brutta. Narra della tormentata storia d'amore fra una [[marmitta]] e uno [[specchietto retrovisore]].<br />I due si conoscono durante il salone automobilistico di [[Verona]] e, pur amandosi, non possono unirsi in matrimonio giacché i genitori di lui non vedono di buon occhio lei, in quanto fabbricata in Taiwan <ref>Si sa che i veronesi sono [[razzismo|razzisti]]...</ref>. La storia termina in tragedia perché, durante un parcheggio azzardato, lo specchietto finisce in frantumi contro la portiera di una [[Fiat Duna]].
È sicuramente l'opera più popolare di Shakespeare, e guarda caso è anche la più brutta. Narra della tormentata storia d'amore fra una [[marmitta]] e uno [[specchietto retrovisore]].<br />I due si conoscono durante il salone automobilistico di [[Verona]] e, pur amandosi, non possono unirsi in matrimonio giacché i genitori di lui non vedono di buon occhio lei, in quanto fabbricata in Taiwan <ref>Si sa che i veronesi sono [[razzismo|razzisti]]...</ref>. La storia termina in tragedia perché, durante un parcheggio azzardato, lo specchietto finisce in frantumi contro la portiera di una [[Fiat Duna]].


=== Detective Amleto ===
=== Detective Amleto ===
{{vedianche|Amleto}}

Shakespeare trae spunto per questa storia da antiche leggende contenute nella [[Settimana Enigmistica]] e dalla trama di [[Beautiful]].<br />La vicenda vede il re di [[Danimarca]] morire assassinato nel sonno. I sospetti ovviamente ricadono sul maggiordomo, ma stavolta il colpevole non è lui <ref>Lo so che pare strano, ma vi giuro che è così</ref>. Dopo molte peripezie il sagace detective Amleto riesce a scoprire, grazie a tracce di [[borra|liquido seminale]] sparse sul cuscino e a un'antica profezia in cirillico, che il vero assassino è il calciatore [[Marcio Amoroso]] (da qui la famosa frase "C'è del Marcio in Danimarca" ).<br /> Nell'ultimo atto l'assassino tenta di scappare ma Amleto, dotato di scarpe a energia eolica, gli maciulla le tibie con una pallonata.
Shakespeare trae spunto per questa storia da antiche leggende contenute nella [[Settimana Enigmistica]] e dalla trama di [[Beautiful]].<br />La vicenda vede il re di [[Danimarca]] morire assassinato nel sonno. I sospetti ovviamente ricadono sul maggiordomo, ma stavolta il colpevole non è lui <ref>Lo so che pare strano, ma vi giuro che è così</ref>. Dopo molte peripezie il sagace detective Amleto riesce a scoprire, grazie a tracce di [[borra|liquido seminale]] sparse sul cuscino e a un'antica profezia in cirillico, che il vero assassino è il calciatore [[Marcio Amoroso]] (da qui la famosa frase "C'è del Marcio in Danimarca" ).<br /> Nell'ultimo atto l'assassino tenta di scappare ma Amleto, dotato di scarpe a energia eolica, gli maciulla le tibie con una pallonata.


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È un dramma totalmente ambientato nel reparto latticini di un [[supermercato|supermarket]] scozzese.<br />Il giovane e neo-assunto '''Macbeth''' è divorato dalla sfrenata ambizione di diventare direttore del suddetto supermarket, e per realizzare il suo sogno non esita a eliminare (anche fisicamente) i colleghi che potrebbero fregargli il posto.<br />Nel triste finale il senso del tragico e la follia del potere raggiungono livelli epocali, perché la direzione del supermarket attua un drastico taglio al personale. Macbeth si trova così disoccupato e, in preda al rimorso, capisce l'inutilità delle sue azioni e va a lavorare alla [[Coop]].
È un dramma totalmente ambientato nel reparto latticini di un [[supermercato|supermarket]] scozzese.<br />Il giovane e neo-assunto '''Macbeth''' è divorato dalla sfrenata ambizione di diventare direttore del suddetto supermarket, e per realizzare il suo sogno non esita a eliminare (anche fisicamente) i colleghi che potrebbero fregargli il posto.<br />Nel triste finale il senso del tragico e la follia del potere raggiungono livelli epocali, perché la direzione del supermarket attua un drastico taglio al personale. Macbeth si trova così disoccupato e, in preda al rimorso, capisce l'inutilità delle sue azioni e va a lavorare alla [[Coop]].

=== Il macellaio di Venezia ===
{{vedianche|Il mercante di Venezia}}
Tempi bui per la Serenissima: in seguito al recente [[stupro]] di una veneziana da parte di un clandestino, gli abitanti della laguna veneta si sentono minacciati per il costante aumento della popolazione [[ebreo|ebrea]] a Venezia, ritenuti colpevoli, tra l'altro, del [[riscaldamento globale]]. Tra costoro c'è il mercante Antonio, che gestisce un negozio di automobili nei pressi del Canal Grande; tale concessionario è inspiegabilmente sull'orlo del fallimento e Antonio è costretto ad indebitarsi con Shylock, ebreo gestore della più importante [[macelleria]] della regione. Non potendo ripagare l'usuraio in seguito alle sbronze del suo amico Bassanio, Antonio si vede costretto a consegnare a Shylock una libbra della sua carne, ma il pronto intervento di [[Umberto Bossi]] salva il mercante, caccia gli ebrei da Venezia e si concentra nella persecuzione del nuovo pericolo per il Triveneto: i [[terroni]].


=== Re Amanda Lear ===
=== Re Amanda Lear ===

Versione delle 13:34, 19 dic 2010

Il Sardo amava rilassarsi ascoltando canzoni in dialetto gallurese.
« Una figura fondamentale della storia del teatro. Chiunque egli sia.
Adesso scusate ma devo andare a cercare sul dizionario il significato della parola "teatro". »
(Il critico letterario Oreste del Buono su Shakespeare)
« William Shakespeare era omosessuale e molto probabilmente non è mai esistito »
(Professoressa di letteratura inglese alla prima lezione su William Shakespeare)
« Stranamente, il colpevole non è il maggiordomo! »
(Chiunque dopo aver assistito ad Amleto)
« Essere o non essere, questo è D'Alema! »
(William Shakespeare su evidenti problemi della Sinistra italiana)
« Sciakspir? E chi è stu Sciakspir!? »
(Mario Merola su Shakespeare)

William Shakespeare è stato un beone britannico con l'hobby della drammaturgia. Famoso in tutto il mondo per le sue opere scanzonate, mai cupe e piene di sottile humor inglese, nonché per il manipolo di scimmie sceneggiatrici che teneva segregate in cantina e che gli fornivano una fonte costante di trame, idee e personaggi.

Breve e nebuloso cenno biografico

Willy Shakespeare reagisce con signorilità agli impietosi fischi durante la prima del Re Lear.

Checché ne dicano i biografi ufficiali, William Shakespeare non nasce in terra D'albione ma in Sardegna: il suo nome di battesimo infatti era Guglielmo Sciaccaspirru.
Nato da madre impiegata al Catasto e da padre maratoneta, William viene subito indirizzato al lavoro paterno, che si rivelerà utile anche per la successiva carriera di William in quanto secondo la critica letteraria del tempo le opere di Shakespeare sembrano scritte con i piedi.
William cresce e dimostra uno spiccato talento per il teatro.
I genitori decidono pertanto di rinchiuderlo in un ospedale psichiatrico, perché com'è risaputo con il teatro non si mangia e non si pagano la bollette. Il giovane William si ribella al suo crudele destino e, approfittando della confusione creatasi durante il sentitissimo derby tra il Cagliari e la Torres, riesce a eludere la sorveglianza degli infermieri e a imbarcarsi verso Londra, dove spera di avviare una fiorente attività di rapitore di pargoli facoltosi o almeno di sfondare nel campo della recitazione.

L'arrivo in Inghilterra di Shakespeare coincide con la salita al trono della regina Elisabetta, la quale avvia un processo di espansione nel tentativo di far diventare l'Inghilterra una grande potenza sullo scenario europeo: in particolar modo finanzia enormemente la flotta navale, incentiva la costruzione di teatri ed elargisce enormi finanziamenti alla nazionale di calcio dell'Inghilterra [1].
In un clima di così fervida attività culturale Sciaccaspirru non tarda ad affermarsi come valente autore di testi teatrali e di manifesti per neolaureati, tanto da guadagnarsi il soprannome di Il Sardo per via delle sue origini.
La sua produzione teatrale è talmente vasta che occorrerebbero 28 anni per leggerla tutta: fortunatamente nessuno a parte il suo editor ci ha mai provato. Di seguito le opere di cui siamo riusciti a trovare un riassunto su Internet.

Opere

Alfa Romeo Giulietta

   La stessa cosa ma di più: Romeo e Giulietta.
File:Grupporagazze.jpg
Recente rappresentazione teatrale di Romeo e Giulietta.

È sicuramente l'opera più popolare di Shakespeare, e guarda caso è anche la più brutta. Narra della tormentata storia d'amore fra una marmitta e uno specchietto retrovisore.
I due si conoscono durante il salone automobilistico di Verona e, pur amandosi, non possono unirsi in matrimonio giacché i genitori di lui non vedono di buon occhio lei, in quanto fabbricata in Taiwan [2]. La storia termina in tragedia perché, durante un parcheggio azzardato, lo specchietto finisce in frantumi contro la portiera di una Fiat Duna.

Detective Amleto

   La stessa cosa ma di più: Amleto.

Shakespeare trae spunto per questa storia da antiche leggende contenute nella Settimana Enigmistica e dalla trama di Beautiful.
La vicenda vede il re di Danimarca morire assassinato nel sonno. I sospetti ovviamente ricadono sul maggiordomo, ma stavolta il colpevole non è lui [3]. Dopo molte peripezie il sagace detective Amleto riesce a scoprire, grazie a tracce di liquido seminale sparse sul cuscino e a un'antica profezia in cirillico, che il vero assassino è il calciatore Marcio Amoroso (da qui la famosa frase "C'è del Marcio in Danimarca" ).
Nell'ultimo atto l'assassino tenta di scappare ma Amleto, dotato di scarpe a energia eolica, gli maciulla le tibie con una pallonata.

Ritratto della regina Elisabetta.
Da notare il corpetto rinforzato in poliestere e kevlar.

Ostello

Shakespeare decide di descrivere in quest'opera le passioni che ottenebrano e sconvolgono la mente umana [4].
L'intreccio della storia ruota intorno al casuale incontro, in un sordido ostello della gioventù, fra un uomo di colore, una procace turista svedese e un perfido affittacamere dedito alla zoofilia. La vicenda si snoda attraverso un affascinate gioco di equivoci e di reciproci sospetti, e a ingarbugliare ancor di più lo squallido triangolo amoroso ci si mette una mandria di turisti giapponesi che decidono, nei capitoli conclusivi, di soggiornare nel famigerato ostello.
Finale spiazzante con ben quattro matrimoni inter-razziali e un funerale.

SuperMacbeth

È un dramma totalmente ambientato nel reparto latticini di un supermarket scozzese.
Il giovane e neo-assunto Macbeth è divorato dalla sfrenata ambizione di diventare direttore del suddetto supermarket, e per realizzare il suo sogno non esita a eliminare (anche fisicamente) i colleghi che potrebbero fregargli il posto.
Nel triste finale il senso del tragico e la follia del potere raggiungono livelli epocali, perché la direzione del supermarket attua un drastico taglio al personale. Macbeth si trova così disoccupato e, in preda al rimorso, capisce l'inutilità delle sue azioni e va a lavorare alla Coop.

Il macellaio di Venezia

   La stessa cosa ma di più: Il mercante di Venezia.

Tempi bui per la Serenissima: in seguito al recente stupro di una veneziana da parte di un clandestino, gli abitanti della laguna veneta si sentono minacciati per il costante aumento della popolazione ebrea a Venezia, ritenuti colpevoli, tra l'altro, del riscaldamento globale. Tra costoro c'è il mercante Antonio, che gestisce un negozio di automobili nei pressi del Canal Grande; tale concessionario è inspiegabilmente sull'orlo del fallimento e Antonio è costretto ad indebitarsi con Shylock, ebreo gestore della più importante macelleria della regione. Non potendo ripagare l'usuraio in seguito alle sbronze del suo amico Bassanio, Antonio si vede costretto a consegnare a Shylock una libbra della sua carne, ma il pronto intervento di Umberto Bossi salva il mercante, caccia gli ebrei da Venezia e si concentra nella persecuzione del nuovo pericolo per il Triveneto: i terroni.

Re Amanda Lear

Questo è senza dubbio il dramma più nero e disperato dell'autore sardo. Racconta le vicissitudini di Amanda Lear, un vecchio e stanco sovrano di che decide di cedere il potere al figlio Roberto Calderoli, ignorando totalmente che quest'ultimo sotto sotto è uno sfegatato nazi-fascista. Le conseguenze della successione al trono sono facilmente intuibili e Amanda è costretto a un doloroso esilio in una non precisata località sulle Alpi Apuane.

Note

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  1. ^ Che nonostante ciò non vincerà un cazzo per i seguenti quindici secoli
  2. ^ Si sa che i veronesi sono razzisti...
  3. ^ Lo so che pare strano, ma vi giuro che è così
  4. ^ Per far ciò ha preso spunto a piene mani dalla propria dipendenza dai sottaceti

Voci correlate