Supermercato
Il supermercato è quel posto in cui si trova il quintuplo di quello che si trova in un negozio qualunque e dove si spende il decuplo di quanto si spende in un negozio, e questo per motivi di ordine psicologico che non vi spiegheremo assolutamente.
Marketing subdol-subliminale
Perché il tempo trascorso in un supermarket è direttamente proporzionale alla quantità di merce acquistata? Perché la qualità della merce acquistata è inversamente proporzionale alla qualità di quello che vi è sparito dal portafoglio? Ma soprattutto, perché i commessi sono sempre insignificanti e le cassiere sempre cotonate?
Per rispondere a tali inquietanti interrogativi è necessaria un'approfondita analisi delle strategie di mercato e delle dinamiche commerciali imperanti, del contesto socioculturale e del sostrato psicosomatico del cliente, e infine della fedina penale degli amministratori delegati del supermercato.
Stratagemmi per vendere di più
Trattandosi quasi sempre di SpA (Società per Aggiotaggi) i quadri dirigenziali dei supermercati si riuniscono in gran segreto nel bunker di uno di loro a rotazione, dove stanno svegli tutta la notte a vedere chi lo tira più in alto, il prezzo, e chi lo infila più dentro, nel sedere dei consumatori. Poi, verso le cinque di mattina, arrivano le escort.
Queste le strategie più conosciute uscite da tali brainstorming.
- Diffondere per tutto il supermercato, per il parcheggio e per i gabinetti una musica abbastanza rilassante e rincoglionente da farvi procedere con il carrello alla velocità di un'anziana paraplegica con il morbo di Parkinson e le scarpe da ginnastica con dei chewingum appiccicati sotto le suole, così che vi soffermiate più a lungo fra gli scaffali e intasiate abbastanza le corsie da permettere anche a tutti gli altri di guardare i prodotti esposti. Lo scopo è far comprare più roba possibile. L'effetto collaterale è l'aumento del numero di bestemmie.
- Piazzare i prodotti di marca, quelli che costano di più, all'altezza media degli occhi, variabile da paese a paese e dall'uso minore o maggiore dei tacchi. In Italia tali prodotti si trovano sul quarto ripiano, a circa un metro e mezzo d'altezza. Il cliente, tendenzialmente pigro e affetto da problemi alla schiena, tenderà di conseguenza a vedere e credere che la marca più costosa sia l'unica disponibile. Lo scopo è far spendere più soldi possibili. L'effetto collaterale è sbattere la testa contro i cartelloni pubblicitari e calpestare i bambini, che verranno macellati e successivamente mescolati nella segatura gusto cioccolato degli ovetti kinder, che verranno mangiati dal primo bimbominkia di turno. Un po' come 2022: i sopravvissuti.
- Illuminare le corsie in modo trasversale e piazzare la roba sugli espositori a intervalli, di modo che le lampade siano perpendicolari alle corsie e illuminino la roba costosa lasciando nell'ombra le sottomarche. Lo scopo è far acquistare il meglio dei prodotti esposti. Gli effetti collaterali sono l'accumularsi di sottoprodotti scaduti sui ripiani, le fermate improvvise di clienti, i tamponamenti di carrelli e le risse fra le corsie.
- Diffondere odori e profumi accattivanti: di pane al banco del pane verso le 8 di mattina, di porchetta arrosto al banco della gastronomia verso mezzogiorno, di Chanel alla corsia dei profumi verso le 8 di sera, di merda alla corsia della carta igienica sempre. Lo scopo è far credere che quegli odori e profumi provengano davvero dalla merce in vendita e coprirne quello reale, a parte la carta igienica. L'effetto collaterale è vomitare su un'insalata russa e diventare coprofagi.
Risposte ai quesiti precedenti
Alla luce delle esaustive delucidazioni sopra enunciate, il cliente è un coglione di bassa statura e l'amministratore delegato un ladro di altissima levatura.
Una giornata al supermercato
D'inverno molti sono usi frequentare i supermarket per sfruttare il riscaldamento, la musica gratis, un po' di compagnia e per rubare qualcosa. D'estate uguale, ma per sfruttare l'aria condizionata. Ma non è questo il nostro caso. Qui si prenderà come esempio la spesa di una coppia, eterosessuale.
- Lei : Allora... parcheggia la macchina, prendi il carrello, tira fuori la lista e seguimi
- Lui : Sono il tuo cane.
- Lei : Ecco bravo. Leggi e vedi di stare buono a cuccia
- Lui : Sì. Allora... assorbenti, pinzette, igiene intima, crema per il viso, collant, smalto fucsia...
- Lei : Piano, imbecille!
- Lui : Ah sì, scusa. Scusami tanto tesoro.
- Lei : Presi. Poi?
- Lui : Poi... non riesco a leggere, non hai scritto molto bene, non...
- Lei : Da' qua, razza di analfabeta
- Lui : Tieni amore.
- Lei : Ah già. Il pesce per stasera. Vai a prenderlo
- Lui : Subito cara.
- Lei : E non farlo bruciare come l'altra volta, se no non te lo compro più
- Lui : Ok, starò attento. Grazie tesoro.
- Lei : Basta. Abbiamo preso tutto. Ce ne possiamo andare
- Lui : E la mia birra?
- Lei : Non ci sta più niente nel carrello, non lo vedi?!
- Lui : Ok, scusa gioia.
- Lei : E adesso va' a pagare. Io esco dall'uscita senza acquisti. E tanto che aspetto vado al bar a prendermi un caffè
- Lui : Va bene cara. Cerco la cassa con la fila più lunga così te lo bevi tranquilla.
Videoteca
Ecco cosa si nasconde dietro la scintillante e serena apparenza di una spesa al supermercato.
I topi di supermercato e i cani da guardia
Quando ci si aggira per le corsie di un supermercato con la sola intenzione di fare la spesa è solito imbattersi in tizi curiosi che si guardano attorno con atteggiamento furtivo e vestiti in modo imbarazzante: sono i "cani da guardia" del supermarket, i quali vengono solitamente scambiati per maniaci sessuali che, fingendo di infilare l'affare in una scatoletta di cibo per gatti, scrutano attorno nella speranza che qualche bella casalinga o qualche ragazzina svestita li guardi.
Invece è il loro modo per fingersi clienti, del tipo "sono qua perché c'è il riscaldamento ma non compro niente", e vedere se riescono a sgamare qualche piccolo odioso ladruncolo. Essendo pagati a provvigione, più ne acchiappano più guadagnano. A differenza dei poliziotti privati che attendono i furbi che escono senza pagare al di là delle casse, per poi azzannarli e fargli vomitare la merce rubata fuori dalle mutande, il cane da guardia delle corsie ha uno sguardo meno idiota e più lascivo, vi segue passo a passo come un segugio ed è pronto a saltarvi addosso non appena accennate ad aprire un pacchetto di patatine solo per sentire che odore hanno.
Si fanno scoprire così facilmente che c'è gente che va al supermarket apposta per farli girare come cretini sempre attorno allo stesso scaffale e che spesso, notati dalle telecamere, vengono scambiati essi stessi per ladri e arrestati dal personale del supermarket.
Il "topo di supermercato" al contrario è colui che cerca sempre di rubare qualcosa: non perché ne abbia bisogno o perché sia cleptomane, ma per il piacere di farsi riprendere dalle telecamere e rivedersi poi nell'ufficio del direttore facendosi quattro risate con un pacco di popcorn e una bottiglia di birra. È il nemico giurato del cane da guardia, il quale ne riconosce l'odore già dal parcheggio, e il terrore delle vecchiette, che temono gli si infili sotto la gonna.
Il topo si avvicina allo scaffale, uno qualunque, si guarda intorno, aspetta che il cane lo guardi, sorride alla telecamera e poi afferra velocemente un tubetto di maionese e se lo infila sotto la giacca. Se non chiamano i carabinieri, se la cava con una passeggiata della vergogna in mezzo alla gente fino alle casse, dove è poi costretto a pagare e a mangiarsi la maionese davanti a tutti. I topi di supermercato, veri o fasulli, vengono sempre e comunque beccati, tanto che c'è chi dice che siano assunti dai soliti amministratori proprio per far vedere alla clientela che la sorveglianza funziona, che la merce esposta è di ottima qualità e che il crimine non paga, almeno a questi livelli.
Tassonomia dei supermercati
Si prende come grandezza di riferimento il "supermercato" così come lo conosciamo, a ph 7. Tutti gli altri vendono pile più o meno alcaline e yogurt più o meno acidi.
Verso l'alto:
- Maximercato: quello di cui stiamo parlando, ma un po' più grosso
- Megamercato: come quello sopra, ma ancora più grosso e disonesto
- Ipermercato: quello mimetizzato dentro un centro commerciale per non farsi beccare
- Ultramercato: in Italia non ce ne sono
- Ridicolmentegrandemercato: quello dove si va a fare la spesa con il TIR
- Mercatoeuropeo: quello che sta andando a puttane
- Continente: quello andato a puttane
Verso il basso:
- Mercato: quello con le bancarelle e la puzza di formaggio
- Minimercato: quello per i bambini
- Ipomercato: quello sottoterra
- Micromercato: quello per i barboni, a cui si dà fuoco per intascare l'assicurazione
- Mercatino: solo a Natale
- Vucumprà: quello a cui si dà fuoco e basta
- Ricercadimercato: not found, forse cercavi intervistatore rompipalle
Altri tipi di supermercato
- All'ingrosso, tipo Ipergross: il supermercato per i negozianti e le partite IVA; qui bisogna comprare almeno 350 chili di roba se no non vi fanno uscire, e a differenza di un supermercato normale dev'essere tutta fatturata; gli scaffali sono talmente alti che la spesa non si fa con il carrello ma con il muletto.
- Discount, tipo Lidl: quello dove il cliente si deve portare le cesoie da casa per aprirsi gli scatoloni.
- Hard-discount, tipo Ekom: quello dove il cliente si deve tagliare anche la carne.
- Hard-hard-discount, detto anche Bosnia: qui la merce potreste essere voi.
Principali supermercati italiani
Nonostante a nessuno importi, riteniamo opportuno elencare le più importanti catene di supermercati in Italia:
Auchan
Azienda francese operante in tutto il mondo. Originariamente fondata da Bill Gates per mimetizzare le prove dei suoi primi esperimenti in campo informatico, ovviamente fallimentari, fu utilizzata secondo alcuni anche dal governo degli Stati Uniti per nascondere file top secret dove nessuno sarebbe mai andato a guardare e per riciclare rifiuti nucleari radioattivi. I minuscoli frammenti di CD, floppy disk e scorie tossiche tuttora nascosti nei generi alimentari spiegherebbero la qualità dei prodotti.
Iper la grande i
Azienda fondata nel lontano 1000 a.C. a Montebello (dove?), è riuscita inspiegabilmente a sopravvivere fino ai giorni nostri (così come il suo fondatore) con solo 2-3 punti vendita in tutta Italia (contro gli 800 000 di Auchan) e a essere anche in cima alle classifiche dei supermercati italiani insieme al gruppo Unes (vedi sotto), anch'esso di proprietà di Iper. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che è necessario vendere un rene per comprare il più economico dei prodotti disponibili. Perciò, anche se Iper fosse frequentato da un solo cliente, quest'ultimo sarebbe già sufficiente per compensare tutte le spese dell'azienda, sempre che riesca a sopravvivere al pagamento in cassa. In caso contrario, gli organi verranno asportati contro la sua volontà.
Unes
Azienda che opera con l'insegna U2 da quando è gestita dall'omonimo gruppo musicale. Vende solo canzoni degli stessi U2 e strumenti musicali rottamati, ma riesce a campare sulle spalle di Iper.
Esselunga
Fondato da Vasco Rossi nel 2001, anno in cui quest'ultimo decise che la sua carriera musicale poteva considerarsi conclusa (anche se ciò non gli ha impedito di continuare a fare dischi). Vasco riuscì a dare subito la sua impronta all'azienda, infatti non si capisce un cazzo di dove si trovino i prodotti. Le fette biscottate sono posizionate nella zona ortofrutta, i saponi e shampoo nella zona del pesce, e i calzini usati nel pane. Non nella zona del pane, ma proprio all'interno dei panini; ciò consente di spiegare il caratteristico odore proveniente dall'area della panetteria. Inoltre, il punto forte dell'azienda è la gestione degli spazi: invece di costruire alcuni punti vendita di normale grandezza, venne deciso di costruire molti punti vendita della grandezza di 5 metri quadrati (roba da far impallidire i giappocinesi che vivono in 72 in una stanza), e per di più di obbligare i clienti a fare un giro obbligato fra le corsie. Le autorità decisero perciò di istituire un apposito Codice della strada per camminare all'interno degli Esselunga, ma nonostante ciò sono pochi coloro che riescono ad arrivare alle casse e a poterlo raccontare. La causa principale di questo problema è che non si può arrivare alle casse, in quanto non c'è un'uscita dal labirinto delle corsie. I clienti sono condannati a vagare fra le corsie per l'eternità, scontrandosi fra loro e ascoltando continuamente lo stesso identico annuncio trasmesso dagli altoparlanti. Dopo alcune ore, il loro cervello è definitivamente perduto: in questo modo i gestori del supermercato possono finalmente indurli ad acquistare 5 euro al modico prezzo di 10 euro.
Conad
Un piccolo supermercato vicino casa frequentato esclusivamente da pensionati. L'azienda è riuscita a ritagliarsi uno spazio nel settore della (grande) distribuzione grazie alle gesta del leggendario Uomo Conad, che ogni notte si alza, abbandona quella gran figa della moglie e si reca al supermercato Conad dove lavora per adempiere al compito di spostare i prodotti e rimetterli nella stessa identica posizione in cui erano prima. Di tanto in tanto, Conad lancia l'"operazione bis": si tratta di un'eccezionale offerta che consente di acquistare un prodotto al prezzo di due.
Coop
Ii supermercati Coop si distinguono dagli altri per essere del tutto identici. Però hanno un che di vagamente di sinistra. Un po' come i governi PD. Come tutte le Cooperative, i lavoratori partecipano agli utili e alle decisioni aziendali come in una comunità di eguali; poi si svegliano e singhiozzano per ore. È il supermercato preferito dal ministro Giuliano Poletti, che non appena terminato di svolgere i suoi compiti ministeriali (qualunque essi siano) si reca al supermercato Coop più vicino e prende d'assalto lo scaffale delle merendine; non è indispensabile sedarlo con un fucile a dardi, ma aiuta.
Famila
Appartenente al gruppo Selex, è il tipico esempio di supermercato gestito esclusivamente e deliberatamente da ladri di ogni genere e sottogenere, che entrano nella grande famigghia Selex per comprare la Ferrari al figlio. Ogni prodotto qui appartiene ad un super-mega-brand e costa il doppio rispetto ai corrispondenti agli altri supermercati; gli ipermercati appartenenti a questa catena sono veri e propri centri commerciali. Ovviamente, anche Selex prova a vendere i prodotti con il proprio marchio, ma sono talmente scadenti che gli stessi supermercati cercano di nasconderli il più possibile negli scaffali.
Supermercati scomparsi
Rientrano in questa categoria tutti quei supermercati molto diffusi fino a qualche anno fa, che sono improvvisamente scomparsi o hanno cambiato nome. Tra questi ricordiamo Sma, Standa, GS, Dì per Dì e Simply Market. Il gruppo musicale degli 883 ha dedicato una canzone alla prematura scomparsa di queste insegne.
Ne riportiamo una parte:
chi sia stato non si sa,
forse quelli della Coop, forse la pubblicità.
Hanno ucciso anche la Standa,
non si sa neanche perché,