Amleto
L'Amleto è un'opera teatrale che tutti fingono di conoscere, ma che in realtà nessuno ha mai visto né letto. Tuttalpiù qualcuno può averne visto uno sceneggiato televisivo, ma si è addormentato prima della fine.
Appena parli dell'Amleto tutti citano in coro: essere o non essere, questo è il dilemma...! ma se gli chiedi chi dice questa frase o in quale atto cambiano discorso o fingono che gli stia squillando il cellulare.
Inoltre, grazie alla bellezza di quattordici o quindici morti ammazzati (la maggior parte dei quali in modo del tutto gratuito), l'Amleto detiene anche il primato come opera di finzione più cruenta mai scritta; parecchie lunghezza sopra a favolette per bambini come Arancia meccanica, Kill Bill o Happy Tree Friends. È di gran lunga più violento di qualunque manga o anime mai apparso nel nostro paese. Che a quelli del MOIGE piaccia o meno.
Genesi dell'opera
La storia parla di Amleto, Principe di Danimarca.
Il personaggio, in una delle tante mattinate passate a marinare la scuola di Copenaghen, venne adescato da Shakespeare e indotto a recitare in una sua tragedia. È da precisare che non fu Shakespeare ad andare in Danimarca, ma il Nostro eroe che tutte le volte che faceva seghino, per non esser visto dai genitori, prendeva il treno per Londra, faceva in giro in centro e tornava con quello delle 12:30 giusto in tempo per pranzo.
Ma, come detto, quel mattino incappò in Shakespeare che lo assoldò nella sua compagnia teatrale come protagonista della sua ultima opera. L'opera doveva chiamarsi "Avventure semiserie di una giovane sessualmente indeciso del Sussex" e sarebbe stata una commedia, ma per adattare la storia al personaggio, decise di riscrivere il titolo che divenne appunto: "Amleto, lamentosa e lagnosa tragedia del principe di Danimarca in trasferta a Londra"
Trama
Attenzione, da qui in poi questo articolo contiene spoiler. Gli spoiler rendono il testo più aerodinamico aumentandone la velocità, quindi attenzione ai colpi d'aria. |
Muoiono tutti, tranne Fortebraccio, ma solo perché arriva tardi.
Il monologo
Il monologo dell'Amleto è conosciuto da tutti. Oppure no? No. In realtà, quello che tutti conoscono è solo il primo verso. Nessuno sa, o immagina nemmeno lontanamente, cosa venga dopo. Un po' come con le successive strofe dell'Inno italiano, o con la seconda terzina del primo canto della Divina Commedia.
Infatti, se chiedete a qualcuno se conosce il celebre monologo, questi con aria da intellettuale citerà il solito:
A questo punto, se gli chiedete un innocente "E poi...?" le risposte possibili saranno:
oppure:
oppure:
Nonostante questo, quando a teatro un attore si esibisce nel monologo, tutti applaudono sempre. Anche se non hanno capito una mazza. Al cinema, tutti ricordano l'interpretazione che ne fece Mel Gibson per la regia di Zeffirelli. Pochi, tuttavia, ricordano l'ottima prestazione di Joe Pesci che in quel film faceva la parte del teschio.
Sequel e remix
- Amleto contro Maciste (regia di Gabriele d'Annunzio)
- Amleto contro gli invasori della galassia Xyx97 (regia di Amintore Fanfani)
- Amleto contro tutti (regia di Ennio Annio)
- Amleto alla riscossa (regia di Vujadin Boskov)
- Amleto Episode I (regia di George Lucas)
- Amleto contro Rosencrantz e Guildestern (regia di Tim Burton)
- Amleto III, extinction (regia di Rupert Sciamenna)
- Amleto contro Otelma (regia di Pippo Baudo).