Romeo e Giulietta

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Romeo e Giulietta è la seconda parte del serial Giulietta e Romeo, una vera tragedia. L'autore, Uilliam Scachespeare, visto il successo della prima puntata scrisse anche la seconda. Ma la seconda puntata non si capisce se non cominciamo dalla prima.

Faide sportive

I Montecchi.
I Cappelletti.

Tutto cominciò quando, a Verona, la famiglia Cappelletti, invidiosa della famiglia Montecchi che finanziava una squadra di calcio, il Verona Hellas, volle anch'essa fondare una società di calcio: il Chievo. Naturalmente si scatenò una rivalità molto forte e che dura tuttora. I Cappelletti era una famiglia ricchissima, soci di Giovanni Rana al quale fornivano, appunto, i cappelletti già lessati e conditi, mentre i Montecchi erano commercianti di oggetti sacri dedicati al culto di S. Germano Mosconi, il santo veronese divenuto Papa per autoelezione.

L'autore, Uilliam Scachespeare (anglicizzato poi in William Shakespeare, forse) per non far riconoscere i personaggi reali cambiò i nomi, per cui Giulietta si chiamava in realtà Romea e Romeo in realtà si chiamava Giulietto. La tragedia ebbe inizio quando il Chievo andò in serie B ed il Verona stava perdendo lo spareggio-retrocessione in serie C; per la gioia un sacrestano tifoso del Chievo suonò le campane della cattedrale dedicata a S. Germano. Apriti cielo!
Gli ultras delle due squadre si picchiarono per tre giorni, devastando la città. Le autorità allora proibirono i duelli e le partite e nessuno poteva più portare armi soprattutto allo stadio, nemmeno un piccolo bazooka.

L'innamoramento romantico

I Montecchi, per festeggiare la salvezza in serie B del Verona Hellas, avevano dato una grande festa in maschera. La maschera prescritta per la festa era il cervo, con le corna obbligatorie, e questo diede modo a molti personaggi dell'epoca di parteciparvi senza maschera. Vi partecipò clandestinamente pure Giulietto (Romeo), allo scopo di scroccare panini, patatine e coca-cola ed alla festa conobbe Giulietta (Romea). Manco a dirlo, durante il ballo le palpeggiò il culo. La cosa piacque a Giulietta (Romea) che ricambiò. i due giovani si innamorarono. Giulietta ebbe modo di constatare che Romeo lo aveva bello grosso era poetico e gentile e Romeo che Giulietta aveva tette belle toste era affascinante. Si spinsero a danzare in giardino e la coppia trascorse tutte la notte a chiav "conversare".

Nacque così il loro amore e quella notte Romeo si arrampicò per la scala antincendi e raggiunse la camera di Giulietta che lo aspettava già senza mutande con trepidazione e timidezza.


- Giulietta: “O Romeo Romeo, perché sei tu Romeo”
- Romeo: “Perché me l'hai detto tu di venire. Sei diventata scema all'improvviso?”

La rissa in piazza

Lo scontro tra Romeo e Tebaldo.

Romeo andava per la piazza insieme a Mercuzio che lo sorreggeva perché andava cadendo in quanto Giulietta lo aveva svuotato incantato per le troppe chiav... il desiderio di rivederla; e fu allora che incontrarono Sarchiapone, Maurizio Costanzo, un altro farabutto e Tebaldo, un cugino di Giulietta un po' ricchione, tutti ultras del Chievo. A Mercuzio scappò un battuta: "Ma dove la porti quella pancia piena di vermi?" Ora, Tebaldo era magro ed effeminato, Sarchiapone e l'altro farabutto erano magri come alici salate, quindi evidentemente Mercuzio si riferiva al quarto. Ma Tebaldo, che aveva la coda di paglia, si offese e tirò fuori la spada; senonché il fodero era vuoto perché uno dei suoi accompagnatori, quello non magro, gli aveva fregato la spada insieme al portafogli ed al Rolex dal polso. Tebaldo cercò la pistola nel cappotto, ma allora si accorse che gli avevano fregato anche il cappotto. Tentò di togliersi una scarpa per tirarla a Mercuzio e si accorse che gli avevano fregato anche le scarpe, mentre camminava. Solo allora Tebaldo si accorse che un dei suoi accompagnatori era scomparso con tutta la refurtiva. Il duello dovette essere rimandato.

Il mattino dopo si rincontrarono in piazza.

- Tebaldo: “Oè, Romeo, snudala e battiamoci!”
- Romeo: “Qui? Davanti a tutti? (avendo inteso che Tebaldo si riferiva alla minchia spada ed i duelli erano vietati)”
- Tebaldo: “Non ho detto che voglio battere! Ho detto che voglio batter-mi!”
- Romeo: “...io invece avevo capito...”
- Mercuzio: “...siccome si sa che sei un po' ricchione...”
- Tebaldo: “Fuori le tre spade!”
- Mercuzio: “Io veramente ho solo un asso di coppe!”

Nel casino generale Tebaldo uccide Mercuzio e Romeo uccide Tebaldo. Allora Romeo comincia la fuga per non essere arrestato, separandosi così da Giulietta.

Amanti separati

Giulietta disperata si confida con il suo confessore, Fra Prepuzio del Convento dei Mosconiti: Fra Prepuzio è anche un valentissimo apotecario (farmacista) che assassina cura con le sue pozioni i confratelli ed i poveri. Vedendo la disperazione di Giulietta e non potendole essere d'aiuto perché anziano, escogita un piano per far riunire i due amanti.

- Prepuzio: “Perché il mio piano funzioni, tu devi morire.”
- Giulietta: “Ma che sei scemo? Ué, Fra Prepuzio, ma che ti è venuto il mal francese in testa?”
- Prepuzio: “Ma no, ma che hai capito? Morte apparente. Ho una pozione catalitica.”
- Giulietta: “E che mi hai preso per una marmitta?”
- Prepuzio: “Catalessi, catalessi! Ti darà morte apparente e poi ti risveglierai...”
- Giulietta: “...nell'Aldilà!”
- Prepuzio: “Noo. Ti risveglierai dopo 48 ore e ci sarà Romeo ad attenderti, perché lo raggiungerò e gli spiegherò il trucco.”
Gli scontri prima del derby.

Giulietta beve la pozione e viene funeralizzata mentre Prepuzio parte per avvisare Romeo, ma ha dei contrattempi: fermatosi da McDonald a mangiare un panino viene colto da una colica violenta ed ogni tanto deve fermarsi ad evacuare. Inoltre il cavallo comincia a scocciarsi di tutte quelle fermate e rallenta. Arriva tardi, quando Romeo è già partito per Verona per raggiungere il cadavere di Giulietta al cimitero. Prepuzio tenta di raggiungerlo ma viene bloccato dalla folla dei tifosi che va allo stadio per il derby Chievo-Verona, lo scambiano per un ultrà avversario e lo riempiono di botte a lui ed al cavallo.

Morte al cimitero (più economica)

Davanti al cadavere (apparente) di Giulietta, Romeo piange, si soffia il naso e poi dice:

- Romeo: “E qui ti trovo morta mia Giulietta / tu che per far pompini me felice eri perfetta!!”

e si uccide sparandosi con la spada.

Giulietta si sveglia, lo vede morto e si dispera:

- Giulietta: “Stronzo! Che fretta c'era a farti fuori?/ Senza di te non avrò altri amori./ Mi vedesti defunta e uscisti pazzo. /Dove lo trovo adesso un altro cazzo amore?”

e si uccide sparandosi con la spada di Romeo.

La partita Verona-Chievo finisce in pareggio.

La critica letteraria a proposito di Romeo e Giulietta

In memoria della storia dei due amanti, e con l'intento di rendere omaggio ai tifosi veronesi, i tifosi napoletani, nel corso di una partita di calcio, esposero il cartello: "GIULIETTA È NA ZOCCOLA". Era evidente il desiderio dei tifosi del Napoli di ripristinare una verità storica spesso artefatta, ma la cosa non fu apprezzata da quei tifosi veronesi che avevano in famiglia qualcuno che si chiamava Giulietta, cioè quasi tutti.

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