Gabriel García Márquez: differenze tra le versioni

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'''Gabriel José Arcadio Valderrama García Márquez''' ([[Macondo]], [[6 marzo]] [[1927]] - si aspetta la cronaca della sua morte annunciata) è uno scrittore [[colombia]]no, maggiormente conosciuto con lo pseudonimo di [[Pablo Escobar]].
'''Gabriel José Arcadio Valderrama García Márquez''' ([[Macondo]], [[6 marzo]] [[1927]] - si aspetta la cronaca della sua morte annunciata) è uno scrittore [[colombia]]no (maggiormente conosciuto con lo pseudonimo di [[Pablo Escobar]]),
il padre di tutti gli scrittori latinoamericani che trattano di sesso morte e merda, ma soprattutto di morte.


I suoi libri sono caratterizzati da un crudo, severo realismo e da trame interessanti e ''RONF! zzzzzzzzzzzzzzzzzz...''
I suoi libri sono caratterizzati da un crudo, severo realismo e da trame interessanti e ''RONF! zzzzzzzzzzzzzzzzzz...''
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== Opere ==
== Opere ==
Una citazione storica:

«Dottore, qual è il miglior rimedio contro il mal di testa?»

«Non aver bevuto ieri sera.»
=== Cent'anni di solitudine ===
=== Cent'anni di solitudine ===
Nel paese di Macondo, un uomo di nome José Arcadio Aureliano Buendía ha due figli, e li chiama José Arcadio e Aureliano. <br />Questi due hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.<br /> Questi quattro hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.<br /> Questi otto hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.<br /> Questi sedici hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.<br /> Questi trentadue hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.<br /> Questi sessantaquattro hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.<br /> Questi centoventotto hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.<br /> Questi duecentocinquantasei hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.<br /> Questi cinquecentododici hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.<br /> Questi milleventiquattro hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.<br /> Questi duemilaquarantotto hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.<br /> Questi quattomilanovantasei hanno due figli a testa, e li chiamano Ricardo Reis e Palomar. A questo punto il paese implode e arriva un vento magico che cancella ogni cosa. Davvero un gran bel libro.
Nel paese di Macondo, un uomo di nome José Arcadio Aureliano Buendía ha due figli, e li chiama José Arcadio e Aureliano. <br />Questi due hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.<br /> Questi quattro hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.<br /> Questi otto hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.<br /> Questi sedici hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.<br /> Questi trentadue hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.<br /> Questi sessantaquattro hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.<br /> Questi centoventotto hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.<br /> Questi duecentocinquantasei hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.<br /> Questi cinquecentododici hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.<br /> Questi milleventiquattro hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.<br /> Questi duemilaquarantotto hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.<br /> Questi quattomilanovantasei hanno due figli a testa, e li chiamano Ricardo Reis e Palomar. A questo punto il paese implode e arriva un vento magico che cancella ogni cosa. Forse il capolavoro di GM, come [[General Motors]], questa saga familiare lunga un secolo è uno dei libri umoristici più tristi della storia della letteratura. A nulla servono le pur convincenti scene del tappeto che vola, della cugina che mangia la terra, della vicina di casa che svergina tre generazioni di Buendía, della prima notte di nozze di una dodicenne, dell’amore incestuoso tra due cugini e tra una zia di sessant’anni e un pronipote di dieci di fronte a un intero treno carico di morti e a un [[cadavere]] che continua a stare seduto sulla panca in giardino, come niente fosse, per non parlare dei morti ammazzati, che in questo libro particolare raggiungono l’apocalittica cifra di metà della popolazione colombiana, per non parlare della morte che aleggia sinistra e inquietante a ogni nuovo paragrafo, per non parlare della nonna di centottantadue anni, che a tutti gli effetti non può essere davvero viva, per non parlare e basta.


=== L'amore ai tempi del colera ===
=== L'amore ai tempi del colera ===
[[Stan Laurel]] incarica un detective e un giornalista di indagare sulla morte del suo amico di sempre, [[Oliver Hardy]]. I due sospettano che nell'assassinio sia coinvolto [[Charlie Chaplin]], così lo rapiscono e lo massacrano di mazzate... ah, no, scusate, questo è ''Triste, solitario y final'' di [[Osvaldo Soriano]]. A volte li confondo.
[[Stan Laurel]] incarica un detective e un giornalista di indagare sulla morte del suo amico di sempre, [[Oliver Hardy]]. I due sospettano che nell'assassinio sia coinvolto [[Charlie Chaplin]], così lo rapiscono e lo massacrano di mazzate... ah, no, scusate, questo è ''Triste, solitario y final'' di [[Osvaldo Soriano]]. A volte li confondo. Dunque, a differenza di quanto ci si potrebbe aspettare dal titolo e dall’autore, il colera non è che abbia poi tutta questa importanza nel libro, è solo un modo per caratterizzare un periodo preciso della storia colombiana: dopo il tempo delle guerre d’indipendenza e prima di quello delle guerre civili, più o meno al tempo della grande carestia. Un tizio molto giovane si innamora di una tizia molto giovane: prima la tizia non lo caga, poi lo caga, ma non lo caga il padre di lei, per cui se ne va (lei) e lui incomincia a chiavarsi qualsiasi cosa respiri, lei sposa un dottore, lui diventa un barcaiolo, passano cinquant’anni, lei litiga col dottore, lui si fa un’adolescente, il dottore muore cercando di tirare giù dal ramo un [[pappagallo]], lui al funerale fa finta di essere triste, lei e lui si rivedono, finalmente scopano, ma ormai hanno tutt’e due settant’anni per cui la cosa puzza un po’ di morte. Morale di questo racconto è: se vuoi chiavarti una morta, non aspettare cinquant’anni, vai direttamente all’obitorio.


=== Altre opere ===
=== Altre opere ===
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*'''''Racconto di un naufrago''''': Opera prima di Gabito, è la vera storia di un vero naufragio avvenuto nel mare della Colombia negli anni cinquanta. Il protagonista, un marinaio della marina militare colombiana, cade in acqua insieme ad altri quattro, che naturalmente muoiono in modo atroce, perché l’incrociatore su cui sono imbarcati è sovraccarico di frigoriferi (che i colombiani allora utilizzavano come armi) ma riesce a non affogare grazie a una zattera di polistirolo, avendo così occasione di mangiare per dieci giorni [[sushi|pesce crudo]], suole di [[scarpe da ginnastica]] e un gabbiano vivo, le cui interiora saranno le prime budella azzurre a comparire in un libro di Garcia Marquez. Se vi interessa, vi dico come va a finire: si salva, altrimenti non avrebbe potuto raccontarlo.
*'''''Racconto di un naufrago''''': Opera prima di Gabito, è la vera storia di un vero naufragio avvenuto nel mare della Colombia negli anni cinquanta. Il protagonista, un marinaio della marina militare colombiana, cade in acqua insieme ad altri quattro, che naturalmente muoiono in modo atroce, perché l’incrociatore su cui sono imbarcati è sovraccarico di frigoriferi (che i colombiani allora utilizzavano come armi) ma riesce a non affogare grazie a una zattera di polistirolo, avendo così occasione di mangiare per dieci giorni [[sushi|pesce crudo]], suole di [[scarpe da ginnastica]] e un gabbiano vivo, le cui interiora saranno le prime budella azzurre a comparire in un libro di Garcia Marquez. Se vi interessa, vi dico come va a finire: si salva, altrimenti non avrebbe potuto raccontarlo.
*'''''La mala ora''''': Racconto di mala sorte, di mala affare, di mala sanità, forse di mala mud, ma soprattutto di mala morte, La mala ora è l’archetipo di tutti i racconti marqueziani ambientati a Macondo, quindi tutti, dove anche i personaggi sono sempre gli stessi: l’alcalde (una via di mezzo tra un sindaco e un pappone), il [[dottore]], il capo delle guardie, le [[puttana|baldracche]], i cani bastardi e i morti. Qualcuno appiccica sugli alberi scheletrici e sui muri sudati della città le “pasquinate”, tradotto dal colombiano gli “sputtanamenti”, per cui tutto il popolume incomincia a temere che si sappia in giro che non si va a messa, non si pagano le tasse, si fanno le corna al marito, ci si tromba la figlia, ci si accoppia con meretrici di colore e non si parla di morte.
*'''''La mala ora''''': Racconto di mala sorte, di mala affare, di mala sanità, forse di mala mud, ma soprattutto di mala morte, La mala ora è l’archetipo di tutti i racconti marqueziani ambientati a Macondo, quindi tutti, dove anche i personaggi sono sempre gli stessi: l’alcalde (una via di mezzo tra un sindaco e un pappone), il [[dottore]], il capo delle guardie, le [[puttana|baldracche]], i cani bastardi e i morti. Qualcuno appiccica sugli alberi scheletrici e sui muri sudati della città le “pasquinate”, tradotto dal colombiano gli “sputtanamenti”, per cui tutto il popolume incomincia a temere che si sappia in giro che non si va a messa, non si pagano le tasse, si fanno le corna al marito, ci si tromba la figlia, ci si accoppia con meretrici di colore e non si parla di morte.
*'''''Vivere per raccontarla''''': “Vivere è un po’ morire”, questa l’epigrafe che Garcia Marquez ha voluto ironicamente porre all’inizio della sua prima autobiografia. E naturalmente bisogna essere vivi per poter vivere e quindi poter raccontare la propria vita, dall’infanzia tra i fantasmi dei suoi antenati e il corpo di sua nonna alla scuola, ai primi amori, il collegio, l’università, il giornale, le prime stesure di necrologi di personaggi illustri, gli amici deceduti, il tutto con una triste e piacevole atmosfera di morte, più o meno fino al “Racconto di un naufrago”. Il resto lo raccontano poi i suoi libri, che bisogno c’era di affrontare questo tema.

== Curiosità ==
== Curiosità ==
*La sua bevanda preferita è il [[Cuba Libre]] senza [[Coca Cola]]
*La sua bevanda preferita è il [[Cuba Libre]] senza [[Coca Cola]]

Versione delle 21:00, 10 ott 2010

« Nei miei libri non ci sono solo puttane. C'è anche qualche prostituta. »
(Gabriel García Márquez)


Gabriel Garcia Marquez dopo una discussione animata con Cocco Bill.

Gabriel José Arcadio Valderrama García Márquez (Macondo, 6 marzo 1927 - si aspetta la cronaca della sua morte annunciata) è uno scrittore colombiano (maggiormente conosciuto con lo pseudonimo di Pablo Escobar), il padre di tutti gli scrittori latinoamericani che trattano di sesso morte e merda, ma soprattutto di morte.

I suoi libri sono caratterizzati da un crudo, severo realismo e da trame interessanti e RONF! zzzzzzzzzzzzzzzzzz...

Ad ogni modo, nel 1982 ha vinto un Premio Nobel per la letteratura. Ma, d'altronde, anche Henry Kissinger ha vinto un Premio Nobel per la pace, quindi non è questo gran risultato...

Biografia

Molti anni più tardi, davanti al plotone di esecuzione, Gabriel García Márquez si sarebbe ricordato di quel pomeriggio lontano in cui suo padre l'aveva portato a conoscere il ghiaccio. Ma questo non c'entra niente e, soprattutto, non importa a nessuno.

Trascorse la sua infanzia a Bogotà insieme al nonno, un colonnello dell'esercito in pensione a cui non scriveva mai nessuno. I suoi migliori amici erano uno zingaro di nome Melquíades che sapeva leggere la mano ma non sapeva scriverla e una ragazzina che mangiava la terra.

Gabo alla cerimonia di consegna del Nobel, con il suo vestito più elegante.

Dopo il diploma al liceo iniziò a lavorare come redattore per un giornale pornografico, esperienza che avrebbe poi influenzato tutta la sua futura carriera di scrittore. Una sera mentre si intratteneva in un bordello di Caracas conobbe la giovane Eréndira che gli narrò la sua incredibilmente triste storia; da gran furbone quale era, Márquez decise bene di pubblicarla spacciandola per farina del suo sacco e facendo così i suoi primi passi nel mondo della Letteratura con l'esordio sulla collana Harmony.

Gli anni che seguirono furono molto felici: divenuto uno scrittore famoso Márquez iniziò a passare le sue giornate fra donne, alcol, donne, droga, donne, sesso, donne e donne. Alla fine comunque mise la testa a posto, e si sposò con una bella brasiliana di nome Dona Flor, la quale aveva però di nascosto un altro marito (no, aspetta, mi sa che ho sbagliato scrittore...).

Nel 1967 pubblicò la sua opera più famosa: Il manoscritto di Brodie Cent'anni di solitudine. Come si evince dal titolo, racconta le disavventure di un uomo che vive in uno sperduto paesino dimenticato da Dio in mezzo alla foresta e diventa così solo che il suo unico amico è un pallone Spalding. Il libro ebbe uno straordinario successo di pubblico e vendette ben oltre le due copie di tiratura.

Grazie a questo exploit, nel 1982 venne insignito del Premio Nobel per la letteratura. Anche se va detto che il fatto che i suoi libri fossero scritti in spagnolo e i giurati del prestigioso premio parlassero solo svedese potrebbe aver inficiato l'assegnazione.

Attualmente Gabo vive in Venezuela e passa gran parte del suo tempo fabbricando pesciolini d'oro. Controlla ogni giorno la propria casella e-mail, anche se non gli scrive nessuno.

Figli

Da buon puttaniere che si rispetti, Gabriel García Márquez nel corso della sua vita ebbe 17 figli da 17 donne diverse. Questi, come in ogni famiglia normale, una volta cresciuti presero ognuno una propria strada:

  • Il primo finì legato a un albero
  • Uno prese parte a 32 rivoluzioni e le perse tutte
  • Uno venne rapito dagli zingari
  • Uno divenne vecchio, si innamorò e poi si ammalò di colera
  • Uno fu sbranato da uno sciame di farfalle dorate venute da non si sa bene dove
  • Uno venne scoperto dal padre con in mano un libro di Paulo Coelho, e per questo fu diseredato
  • Uno divenne generale e si perse in un labirinto
  • Uno andò ai funerali di una tale Mamá Grande
  • Una era bellissima e stupidissima, partecipò a un Reality show e abbe un grande successo
  • Uno si chiamava Raphael e divenne un difensore del Barcellona
  • Uno divenne clandestino in Cile
  • Uno visse per raccontarla
  • Uno cercò di scoprire per chi suonasse la campana, ma venne preso a schiaffi da Ernest Hemingway
  • Uno morì di morte annunciata
  • Uno fu portato dal padre a conoscere il ghiaccio, e molti anni dopo se lo sarebbe ricordato
  • Uno trascorse la propria vita a consolare puttane tristi
  • L'ultimo se lo portarono via le formiche.

Opere

Una citazione storica:

«Dottore, qual è il miglior rimedio contro il mal di testa?»

«Non aver bevuto ieri sera.»

Cent'anni di solitudine

Nel paese di Macondo, un uomo di nome José Arcadio Aureliano Buendía ha due figli, e li chiama José Arcadio e Aureliano.
Questi due hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.
Questi quattro hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.
Questi otto hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.
Questi sedici hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.
Questi trentadue hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.
Questi sessantaquattro hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.
Questi centoventotto hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.
Questi duecentocinquantasei hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.
Questi cinquecentododici hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.
Questi milleventiquattro hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.
Questi duemilaquarantotto hanno due figli a testa, e li chiamano José Arcadio e Aureliano.
Questi quattomilanovantasei hanno due figli a testa, e li chiamano Ricardo Reis e Palomar. A questo punto il paese implode e arriva un vento magico che cancella ogni cosa. Forse il capolavoro di GM, come General Motors, questa saga familiare lunga un secolo è uno dei libri umoristici più tristi della storia della letteratura. A nulla servono le pur convincenti scene del tappeto che vola, della cugina che mangia la terra, della vicina di casa che svergina tre generazioni di Buendía, della prima notte di nozze di una dodicenne, dell’amore incestuoso tra due cugini e tra una zia di sessant’anni e un pronipote di dieci di fronte a un intero treno carico di morti e a un cadavere che continua a stare seduto sulla panca in giardino, come niente fosse, per non parlare dei morti ammazzati, che in questo libro particolare raggiungono l’apocalittica cifra di metà della popolazione colombiana, per non parlare della morte che aleggia sinistra e inquietante a ogni nuovo paragrafo, per non parlare della nonna di centottantadue anni, che a tutti gli effetti non può essere davvero viva, per non parlare e basta.

L'amore ai tempi del colera

Stan Laurel incarica un detective e un giornalista di indagare sulla morte del suo amico di sempre, Oliver Hardy. I due sospettano che nell'assassinio sia coinvolto Charlie Chaplin, così lo rapiscono e lo massacrano di mazzate... ah, no, scusate, questo è Triste, solitario y final di Osvaldo Soriano. A volte li confondo. Dunque, a differenza di quanto ci si potrebbe aspettare dal titolo e dall’autore, il colera non è che abbia poi tutta questa importanza nel libro, è solo un modo per caratterizzare un periodo preciso della storia colombiana: dopo il tempo delle guerre d’indipendenza e prima di quello delle guerre civili, più o meno al tempo della grande carestia. Un tizio molto giovane si innamora di una tizia molto giovane: prima la tizia non lo caga, poi lo caga, ma non lo caga il padre di lei, per cui se ne va (lei) e lui incomincia a chiavarsi qualsiasi cosa respiri, lei sposa un dottore, lui diventa un barcaiolo, passano cinquant’anni, lei litiga col dottore, lui si fa un’adolescente, il dottore muore cercando di tirare giù dal ramo un pappagallo, lui al funerale fa finta di essere triste, lei e lui si rivedono, finalmente scopano, ma ormai hanno tutt’e due settant’anni per cui la cosa puzza un po’ di morte. Morale di questo racconto è: se vuoi chiavarti una morta, non aspettare cinquant’anni, vai direttamente all’obitorio.

Altre opere

  • Cronaca di una morte annunciata: Libro fra i più famosi di Márquez, racconta, in un intrecciarsi di prospettive, le vicende di sette persone che non hanno potuto o voluto evitare la morte annunciata del protagonista, tale Roberto Saviano. Come dice il titolo, anche questo libro parla di morte, e Garcia Marquez aveva così tanta voglia di parlarne che una morte sola riesce addirittura a farla diventare una mezza dozzina di morti, tanto che la stessa brutale scena di assassinio si ripete più volte da prospettive e tempi diversi, così da potersela godere bene da ogni punto di vista, senza perdersi il minimo particolare. Ma Garcia non è morbosamente attratto dalla morte come potrebbe apparire a un occhio superficiale, è la morte che è attratta da Garcia, e ha deciso di non smollarlo finché non andranno a letto assieme. Come postilla, qui l’immagine delle sanguinolente budella azzurre del protagonista raggiunge l’apice ancora insuperato del realismo impressionista di tutti i tempi.
  • L'incredibile e triste storia della candida Erendira e della sua nonna snaturata: un titolo che è tutto un programma.
  • Dell'amore e altri demoni: Guazzabuglio di elementi dark e folklore caraibico è la storia di una ragazzina indemoniata, fornita di una folta chioma rossa lunga 7 metri, che fa innamorare di sè il suo esorcista. Putroppo però è un pappamolla e rinuncia a rapirla e salvarla per vivere felicemente e in castità in una colonia di lebbrosi.
  • Racconto di un naufrago: Opera prima di Gabito, è la vera storia di un vero naufragio avvenuto nel mare della Colombia negli anni cinquanta. Il protagonista, un marinaio della marina militare colombiana, cade in acqua insieme ad altri quattro, che naturalmente muoiono in modo atroce, perché l’incrociatore su cui sono imbarcati è sovraccarico di frigoriferi (che i colombiani allora utilizzavano come armi) ma riesce a non affogare grazie a una zattera di polistirolo, avendo così occasione di mangiare per dieci giorni pesce crudo, suole di scarpe da ginnastica e un gabbiano vivo, le cui interiora saranno le prime budella azzurre a comparire in un libro di Garcia Marquez. Se vi interessa, vi dico come va a finire: si salva, altrimenti non avrebbe potuto raccontarlo.
  • La mala ora: Racconto di mala sorte, di mala affare, di mala sanità, forse di mala mud, ma soprattutto di mala morte, La mala ora è l’archetipo di tutti i racconti marqueziani ambientati a Macondo, quindi tutti, dove anche i personaggi sono sempre gli stessi: l’alcalde (una via di mezzo tra un sindaco e un pappone), il dottore, il capo delle guardie, le baldracche, i cani bastardi e i morti. Qualcuno appiccica sugli alberi scheletrici e sui muri sudati della città le “pasquinate”, tradotto dal colombiano gli “sputtanamenti”, per cui tutto il popolume incomincia a temere che si sappia in giro che non si va a messa, non si pagano le tasse, si fanno le corna al marito, ci si tromba la figlia, ci si accoppia con meretrici di colore e non si parla di morte.
  • Vivere per raccontarla: “Vivere è un po’ morire”, questa l’epigrafe che Garcia Marquez ha voluto ironicamente porre all’inizio della sua prima autobiografia. E naturalmente bisogna essere vivi per poter vivere e quindi poter raccontare la propria vita, dall’infanzia tra i fantasmi dei suoi antenati e il corpo di sua nonna alla scuola, ai primi amori, il collegio, l’università, il giornale, le prime stesure di necrologi di personaggi illustri, gli amici deceduti, il tutto con una triste e piacevole atmosfera di morte, più o meno fino al “Racconto di un naufrago”. Il resto lo raccontano poi i suoi libri, che bisogno c’era di affrontare questo tema.

Curiosità


L'Accademia della Crusca e della Segale è lieta di presentarvi...

I Maestri (elementari) della letteratura:
I Premi Nobel: Dan Brown - Paulo Coelho - Giorgio Faletti - Valerio Massimo Manfredi - Federico Moccia - Melissa P. - Christopher Paolini - J.K. Rowling - Stephenie Meyer - Isabella Santacroce - Francesco Totti - Licia Troisi - Fabio Volo - Ildefonso Falcones
Gli Incompresi: Alessandro Baricco - Charles Baudelaire - Gabriele D'Annunzio - Federigo Tozzi - William Faulkner - Beppe Fenoglio - Dario Fo - Anna Frank - James Joyce - Alda Merini - Yukio Mishima - Giampiero Mughini - Philip Roth - Paul Verlaine - Arthur Rimbaud - Oscar Wilde - Banana Yoshimoto - Alfonso Luigi Marra - Pellegrino Artusi - Ennio Flaiano - Claudio Magris - Leo Longanesi - Hugo Ball
Gli Arcadici: Isaac Asimov - Terry Brooks - Andrea Camilleri - Agatha Christie - Jeffery Deaver - Joe R. Lansdale - Philip K. Dick - Ken Follett - William Hope Hodgson - Stephen King - Howard Phillips Lovecraft - Carlo Lucarelli - Edgar Allan Poe - Georges Simenon
I Grandi Classici: Jane Austen - Douglas Adams - Stefano Benni - Alessandro Bergonzoni - Charles Henry Bukowski - Achille Campanile - Marco Valerio Marziale - Daniel Pennac - John Steinbeck - Emily Brontë
Gli ammuffiti: Vittorio Alfieri - Edmondo De Amicis - Fëdor Dostoevskij - John Fante - Tommaso Landolfi - Alessandro Manzoni - Luigi Pirandello - Umberto Saba - Mario Rigoni Stern - John Ronald Reuel Tolkien - Lev Tolstoj - Johann Wolfgang von Goethe - Giovanni Verga - Jules Verne - Salvatore Quasimodo - Samuel Taylor Coleridge
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I Pennivendoli: Giorgio Bocca - Dino Buzzati - Italo Calvino - Charles Dickens - Umberto Eco - Oriana Fallaci - Ernest Hemingway - Gabriel García Márquez - Roberto Saviano - Khaled Hosseini

Le Piattole: Carlo Emilio Gadda - Franz Kafka - Agota Kristof - Giacomo Leopardi - Primo Levi - Thomas Mann - Eugenio Montale - George Orwell - Giovanni Pascoli - Cesare Pavese - Ezra Pound - José Saramago - Ignazio Silone - Italo Svevo - Giuseppe Ungaretti - Virginia Woolf